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La chiesa riflette sull'iPhone 5

Storie di ordinaria religione

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   17/09/2012

Avvenire, il giornale della Conferenza Episcopale Italiana, meglio conosciuta come CEI, vuole stimolare una riflessione collettiva sul iPhone 5 per voce di Chiara Giaccardi.

Perché: "dispositivi come il nuovo iPhone sembrano realizzare il sogno prometeico di un controllo della realtà attraverso la tecnologia. E, in un mondo il cui il "pensiero" dominante tende a rifiutare la religione in nome della ragione, paradossalmente riaccendono la fiducia nella magia: come la bacchetta magica (un tipico dispositivo touch, estensione del braccio umano) era in grado di produrre immediatamente apparizioni, trasformazioni, eliminazioni, così lo smartphone, protesi ubiqua e sempre attiva, sempre più leggera, maneggevole (anzi, user friendly) e quasi trasparente ci consente, secondo la definizione di magia formulata dal celebre antropologo Marcel Mauss, di "azzerare l'intervallo tra desiderio e realizzazione": le cose che desideriamo succedono immediatamente, basta un tocco (e la app giusta).".

L'autrice continua toccando un fenomeno sociale in decisa crescita negli USA:
"Pare, secondo alcune recenti ricerche svolte negli Usa, che la rincorsa all'ultimo modello, e la supremazia simbolica della "mela morsicata" stiano producendo nuove forme di disuguaglianza e una sorta di "razzismo tecnologico", che discrimina i not have: chi non possiede l'iPhone e deve ripiegare su dispositivi più economici, e chi non può permettersi il modello più aggiornato soffre di una sorta di "inferiorità sociale"".

[Aggiornamento] Rimanendo fermamente convinti che esistano razzismi ben peggiori di questo, tra i quali quello contro gli omosessuali foraggiato dalle istituzioni ecclesiastiche stesse, ridiamo alla notizia la sua giusta dimensione, riportando per intero le parole della giornalista di Avvenire.

Fonte: Avvenire