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Gli utenti inferociti contro The War Z e Steam

E a ragione

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   18/12/2012

L'uscita di The War Z su Steam ha sorpreso molti, ma non in senso positivo. Ma non usiamo eufemismi: tantissimi acquirenti sono letteralmente inferociti e sono sul piede di guerra contro gli sviluppatori e il negozione virtuale di Valve.

I motivi? Il principale è che il gioco è uscito, ma non è uscito, nel senso che la versione acquistabile non è la definitiva, ma una versione alpha o beta (non è chiaro nemmeno questo), chiamata Foundation Release chissà per quale motivo (dissimulazione?).

Da questo deriva il secondo motivo di rabbia: la descrizione di Steam non fa assolutamente menzione dello stato del gioco. Anzi, leggendola vengono pubblicizzate delle feature che attualmente non sono ancora state implementate.

Ad esempio il gioco c'è una sola mappa molto più piccola di quanto promesso, non ci sono server privati, le skill non appaiono in nessun dove e la grafica è davvero poco rifinita.

Altri hanno puntato il focus sul fatto che The Waz Z sia un mero reskin di War Inc. fatto in fretta e fuori per cavalcare il successo di Day Z, la mod gratuita per ARMA II che vanta più di 1.000.000 di giocatori.

Insomma, ci troviamo di fronte a una situazione quantomeno incresciosa, soprattutto per la mancanza di comunicazioni in merito allo stato del prodotto, che oltretutto sta vendendo molto bene.

Hammerpoint Interactive si difende affermando che chi si lamenta è una minoranza. Secondo loro il 93% dei giocatori gradisce il gioco, con il 40% che afferma trattarsi di un prodotto perfetto e il 50% che lo considera molto buono, ma ha bisogno di essere rifinito. Solo al 4% dei giocatori The War Z non sarebbe piaciuto, mentre il 3% lo odierebbe.

Insomma, il classico caso di minoranza troppo rumorosa? Non proprio. Certo, fa specie notare come prodotti lanciati sul mercato in stato pietoso siano stati accettati da Steam senza batter ciglio (mentre molti indie di valore devono passare per le forche caudine di Greenlight) e riescano comunque a piazzare un gran numero di copie.

Sembra il ripetersi di quanto accaduto con Orion: Dino Beatdown, lanciato pur essendo evidentemente incompleto. Era un FPS e c'erano i dinosauri e molti lo comprarono lo stesso. Stessa storia con The War Z, ma con gli zombi al posto dei bestioni preistorici. Pare evidente che la definizione comune di videogiocatore hardcore non sia più molto realistica.

Fonte: Kotaku