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I Pilastri della Terra spiegatoci dai suoi autori

L'avventura basata sul romanzo di Ken Follet comincia a dare i primi segni di vita

NOTIZIA di Stefano F. Brocchieri   —   24/01/2015

Ospiti di Daedalic Entertainment, qualche giorno fa siamo stati ragguagliati sullo stato dello sviluppo di The Pillars of the Earth, titolo basato sul best seller di Ken Follet di cui il produttore tedesco lo scorso autunno aveva annunciato l'acquisto della licenza. Ad aggiornarci è stato Matthias Kempke, autore di The Night of The Rabbit, che ha raccolto la sfida di traslare in forma interattiva un romanzo così popolare, mettendosi al timone del classico tipo di progetto in cui è facile scontentare qualcuno, quale che sia l'iniziativa presa. Il tutto mentre nel frattempo si cercherà di avere puntati quanti più occhi addosso per via di un'iniziativa cross-mediale che intende far coincidere la pubblicazione del nuovo capitolo della saga di Follet con quella del gioco, nel 2017.

Una data che appare piuttosto in là, anche e sopratutto per il team di sviluppo, visto che di fatto si è limitato a mostrarci un paio di artwork, attraverso cui ha voluto comunicare il modo con cui intende tradurre a livello visivo il contenuto della pagine di Follet. Gli stessi che sono stati mostrati all'autore gallese, durante l'unica occasione di contatto effettivo che Daedalic ha avuto con lui, avvenuta lo scorso ottobre, mentre c'è invece in corso parecchia interazione con il suo editore, che a quanto pare si sta dimostrando estremamente collaborativo e propenso ad accordare agli sviluppatori una certa libertà creativa. Il primo degli sketch mostratici riguardava tre personaggi, Aliena di Shiring, Jack Jackson e Philip di Kingsbridge, i cui lineamenti paiono avere molto in comune con gli interpreti della miniserie televisiva di qualche anno fa, prodotta dai fratelli Scott, sebbene tratteggiati in maniera algida e stilizzata, attraverso cui si intravedono le caratteristiche di una direzione artistica che, se ben tradotta da carta a pixel, potrebbe rivelarsi parecchio incisiva e interessante. Una strada confermata dalla seconda tavola rivelataci, che rappresentava la decadenza di un tipico scorcio medievale attraverso una buona dovizia di particolari stemperati appena appena da un taglio sottilmente astratto, con cui si intende assicurare rigore storico alla ricostruzione ambientale dandole però al contempo un certo carattere.

Sostanzialmente nulla ci è stato detto riguardo la struttura di gioco di quella che (prevedibilmente) è confermata essere un'avventura, che in un caso del genere pone questioni piuttosto spinose, come ad esempio quella di riuscire a proporre un formula interessante, fatta magari di scelte multiple e relative conseguenze nelle relazioni tra personaggi e sul proseguo della storia, stando ben attenti a non travalicare i confini o tradire lo spirito di un'opera di riferimento di tale portata, il cui background è scolpito nella pietra di oltre 14 milioni di copie vendute in tutto il mondo. Non resta che attendere i mesi a venire, durante i quali Daedalic comincerà ad elargire ulteriori informazioni, mentre ha ribadito l'ampia natura multipiattaforma del progetto, che oltre su PC e Mac arriverà anche su iOS, PlayStation 4 e Xbox One.