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Ricordate la storia del negozio di videogiochi svizzero costretto a chiudere per il troppo successo di Grand Theft Auto V? Lo staff ci ha fornito qualche precisazione

Una storia controversa e interessante

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   12/11/2015

Ricordate la storia del negozio di Lugano costretto a chiudere a causa del troppo successo di Grand Theft Auto V (leggete qui)? Bene, in giornata ci sono arrivate delucidazioni dai titolari, che ci hanno invitato a leggere la loro risposta all'ente religioso che li ha sfrattati. Si tratta di un testo decisamente lungo che vi invitiamo a leggere in versione integrale. Riportiamo solo alcuni estratti più interessanti, riguardanti il nodo della questione morale nata intorno a Grand Theft Auto V:

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Come Fondazione abbiamo chiesto allora di valutare l'ipotesi di non vendere il videogioco violento. Ipotesi scartata dal negozio.
Ecco come è viene stravolta la realtà. In verità mi era stato dato un ultimatum, che era quello di togliere immediatamente TUTTI i videogiochi dove si spara. Voi come vi sareste comportati? Io ho scartato totalmente l'idea.
Preciso inoltre che il nostro caro ex-fornitore Opengames ci aveva appena fatto una sorpresa poco dopo l'uscita di GTA V, e cioè aveva piazzato un suo punto vendita a poco più di 100 mt dal nostro negozio.

e siamo arrivati alla conclusione con una disdetta per il 30 settembre. Ma a marzo ha deciso di non pagare più l'affitto
Riassumo in breve l'evento, perchè importante.
Mi chiama l'amministrazione a Febbraio/Marzo visibilmente imbestialita perchè osavo ritardare di qualche giorno il pagamento della pigione, nonostante 11 anni di puntualità piu che Svizzera dettata soprattutto dall'ordine permanente da sempre programmato presso la banca.
Dissi subito che mi scusavo molto, che le cose per noi non andavano bene, eravamo in difficoltà anche a causa del nostro ex-fornitore che aveva deciso di imporsi su di noi a causa del mio rifiuto di diventare parte della loro catena. L'insegna Opengames che mi hanno obbligato ad acquistare sta in negozio, in molti l'hanno vista e ne è la prova.
La risposta dell'amministratore fu che a lui non interessava questo, e per farmi capire che voleva i soldi subito mi citò le regole del contratto. Ascoltai e mi scusai di nuovo per il ritardo. Poi chiesi se i soldi erano infine arrivati tutti e la risposta fu: "Si, ma non c'entra."
Dopodichè iniziò un lungo monologo su come loro mi avessero dato tanto e di come li stessi malamente ripagando. Uscirono fuori argomenti quali: la pulizia delle cantine, i ragazzi che giocano ai videogiochi immorali, le chiavi del bagno, tavoli non allineati fuori dalla cantina, mancava la carta igenica, e cose di questo tipo. A sentirlo sembrava che avessimo compromesso l'intero quartiere.
Diedi le mie risposte ancora con educazione. Allorchè mi disse che aveva fatto male a telefonarmi, che avrebbe dovuto subito procedere legalmente ed aggiunse che non vedeva l'ora che arrivasse la scadenza della proroga. "Meno male che a settembre te ne vai", mi disse.

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Interessante anche il documento pubblicato nel post originale, in cui Grand Theft Auto V viene citato direttamente come casus belli dell'intera faccenda.