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Polemiche intorno alla scelta di Activision di usare Belen come testimonial di un video di Call of Duty: Infinite Warfare

Molti si chiedono cosa c'entri la showgirl con il gioco

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   26/10/2016

Il fatto: Activision ha avviato una grossa campagna di marketing per il lancio di Call of Duty: Infinite Warfare che coinvolge alcuni YouTuber e dei personaggi del mondo dello spettacolo: Frank Matano, Emis Killa e Belén Rodriguez.

Stranamente, ma nemmeno troppo, ad aver fatto scalpore è soprattutto il terzo nome, quello di Belen, colpevole secondo i critici di non c'entrare nulla con il mondo dei videogiochi. In realtà non è la prima volta che Belen e i videogiochi s'incontrano, dato che nel 2009 si era prestata per un evento dedicato al lancio di un gioco di fitness per Nintendo Wii, di cui oltretutto fummo testimoni.

A parte questo, dal filmato è evidente che l'entusiasmo della donna sia pari a zero, ma c'è da dire in sua difesa che anche gli altri due testimonial non sono poi così eccitati dalla partecipazione e sono poco in linea con il prodotto.

In realtà si tratta soltanto dell'ennesimo caso di personaggio famoso usato per vendere al grande pubblico un prodotto con il quale non c'entra niente. In questi frangenti ciò che conta non è l'attinenza, ma l'associazione indiretta che si crea tra il successo del primo e quello del brand. Insomma, sono due immagini vincenti affiancate che non devono necessariamente essere in contatto. Sapete perché succede? Perché il grande pubblico ci casca, ovvio. Se alcune esche costano di più è perché fanno abboccare più pesci.

Va però detto che una pubblicità simile non è rivolta ai videogiocatori più dediti, ma al pubblico generalista. Quello che magari compra un solo videogioco all'anno, quello del brand più famoso, e gli altri se li guarda su YouTube.