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Caso Activision Blizzard: i vertici della compagnia reagiscono alle accuse in ordine sparso

Dopo lo scoppio del caso che vede Activision Blizzard accusata di scarsa tutela delle sue lavoratrici donne, tra i dirigenti sembra regnare una certa confusione.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   24/07/2021

C'è confusione tra i dirigenti di Activision Blizzard su come reagire alle accuse mosse da un ente dello stato della California, il California Department of Fair Employment and Housing, relative a maltrattamenti e discriminazioni delle lavoratrici della compagnia sul posto di lavoro.

L'intera vicenda sta mettendo in difficoltà il gruppo, che ha già subito diverse ritorsioni pubbliche come un sit-in di protesta all'interno di World of Warcraft o la cancellazione di alcuni eventi promozionali legati ai giochi di Blizzard. Molti anche i dipendenti e gli ex dipendenti che hanno espresso pubblicamente la loro solidarietà alle donne vittime degli abusi.

Vista la situazione, alcuni dirigenti di Activision Blizzard hanno pensato bene di diramare dei messaggi a tutti i dipendenti per dare il loro punto di vista, ma senza tenere una linea comune.

Ad esempio il presidente di Blizzard, J. Allen Brack, ha scritto che i comportamenti descritti dalla causa sono inaccettabili e che non sono tollerabili molestie di ogni tipo, affermando la libertà per tutti di esprimersi senza paura di ritorsioni. Ha quindi invitato chi fosse stato vittima di molestie o discriminazioni a contattarlo per risolvere il problema.

Rob Kostich, il presidente di Activision, ha scritto anch'egli un messaggio ai dipendenti definendo disturbanti le accuse e affermando che i comportamenti descritti non riflettono i valori di Activision.

Nessuno dei due messaggi conferma quanto scritto nella causa, ma entrambi vanno nella stessa direzione di rassicurare i dipendenti.

Poi però è arrivato il messaggio di Fran Townsend, la Chief Compliance Office di Activision Blizzard, a sparigliare le carte e a creare una certa confusione. La dirigente ha attaccato a testa bassa la causa, affermando che dà una visione distorta della compagnia, perché racconta storie vecchie, fuori contesto e distorte nei fatti. Stando alle sue parole alcuni degli eventi riportati risalirebbero a più di dieci anni fa.

La Townsend ha poi raccontato la sua esperienza in Activision Blizzard, in cui è da circa quattro mesi, e di come abbia trovato una compagnia pronta ad accoglierla e farla crescere. La donna ha quindi ricordato le iniziative prese dalla multinazionale per promuovere la diversità e l'inclusività e ha concluso definendo la causa priva di merito e irresponsabile.

Stando a Jason Schreier di Bloomberg, il primo a condividere il messaggio della Townsend online, alcuni impiegati di Activision Blizzard sono furibondi per quello che ha scritto la donna. A molti è sembrata una vera e propria negazione del problema, visto che nel frattempo si sono moltiplicate le testimonianze di ex-impiegati che corroborano le accuse, raccolte nel subreddit di World of Warcraft.