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NBA 2K19, troppe microtransazioni, sembra un free-to-play

NBA 2K19 pare aver ripetuto quanto fatto da NBA 2K18, infilando ovunque microtransazioni pay-to-win da free-to-play che stanno indispettendo molti.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   12/09/2018

Molte le critiche che stanno piovendo su NBA 2K19 dai videogiocatori per l'eccessiva presenza di microtransazioni, alcune delle quali pay-to-win.

A quanto dice la fonte, ogni aspetto del gioco, single player compreso, è legato ad acquisti tramite VC, la moneta virtuale di NBA 2K19. Non si parla soltanto di elementi cosmetici, ma soprattutto delle caratteristiche del personaggio, quelle legate alla crescita di livello. Vero è che le monete virtuali possono essere accumulate anche giocando, ma se ne ottengono poche ed è stato calcolato che per portare un giocatore al massimo livello ci vogliono letteralmente dei mesi. Nemmeno a dirlo, gli spenditori possono farcela in pochi minuti. Perché pay-to-win? Facile capirlo se si conosce come funziona la serie. Semplicemente i giocatori di basso livello commettono più errori rispetto a quelli di alto livello e sono più lenti.

Insomma, secondo alcuni NBA 2K19, nonostante il prezzo pieno, somiglia pericolosamente a un free-to-play, con richieste continue e asfissianti di spendere soldi extra. La soluzione potrebbe essere quella di evitare l'edizione base e prendere l'Anniversary Edition, che regala 100.000 VC consentendo di portare immediatamente il personaggio al livello 75, ma è evidentemente una scelta più costosa e che non rende meno evidente il problema.

Un'altra critica, che riguarda solamente l'edizione PC di NBA 2K19 e che è leggibile in particolare nei commenti su Steam, è la mancanza di un software anti-cheater. Attualmente pare che i server siano pieni di questa gentaglia che può agire indisturbata. Sono anni che la comunità chiede a 2K di fare qualcosa in merito, ma per ora non è stata ascoltata.

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