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PS5 e Xbox Scarlett contro Google Stadia: la rivoluzione può attendere?

Sulla carta rivoluzionaria, la piattaforma di game streaming Google Stadia è stata protagonista di un lancio tiepido, che ha riportato l'attenzione su PS5 e Xbox Scarlett.

NOTIZIA di Tommaso Pugliese   —   05/12/2019

Google Stadia, la promettente piattaforma di game streaming, non è stata accolta con l'entusiasmo che si immaginava finora, riportando l'attenzione su PS5 e Xbox Scarlett, e facendo tirare un comprensibile sospiro di sollievo a Sony e Microsoft.

Forte di un'infrastruttura di rete che teme ben pochi rivali, di concerto con una serie di ottimizzazioni che rendono effettivamente il cloud gaming fruibile senza latenza, a patto di disporre di una connessione adeguata, Google Stadia sembrava la proverbiale next big thing per quanto concerne il mondo dei videogame.

Quella proposta da Google è un'idea non originale (il game streaming non è certo stato inventato adesso, vedi ad esempio PlayStation Now) ma, interpretata in una certa maniera, avrebbe potuto dare il vita a una vera e propria rivoluzione circa il modo in cui generalmente si fruisce dell'intrattenimento elettronico.

Il principio su cui si basa Google Stadia non prevede l'uso di costosi PC da gaming né console, solo un semplice controller (talvolta neanche quello), uno schermo smart di qualsiasi dimensione e una connessione via fibra per veicolare il segnale. La tecnologia funziona, ma il team ha colpevolmente trascurato tutto ciò che gli ruota attorno.

Tutte le testimonianze concordano infatti sulla qualità dello streaming garantita da Google Stadia, sulla capacità dunque di offrire un'esperienza di gioco effettivamente priva di una latenza eccessiva.

Il problema risiede nelle limitazioni presenti al lancio, alcune delle quali prive di un fondamento concreto (vedi l'obbligo di utilizzare smartphone Google Pixel 4 per l'uso in mobilità), altre semplicemente fastidiose (il controller che non funziona in modalità wireless), altre ancora sinonimo di un'eccessiva fretta di arrivare sul mercato (la mancanza di esclusive di peso che distinguano la piattaforma), una qualità grafica non in linea con quelli che erano gli impegni iniziali e, infine, una politica prezzi che rappresenta un clamoroso ostacolo rispetto alla filosofia stessa di Stadia.

Sembra insomma che la rivoluzione sia da rimandare: Google dispone senz'altro delle risorse necessarie per far crescere gradualmente la sua nuova creatura e aspettare che il mercato possa accoglierla in maniera migliore, ma nel frattempo la palla torna a PS5 e Xbox Scarlett: console tradizionali, fisiche e tangibili, con i piedi ben piantati a terra, che potranno contare su contenuti di straordinaria qualità e sull'esperienza di due realtà consolidate come Sony e Microsoft.

È dunque il fattore esperienza che ha fatto la differenza finora per Google Stadia? Parliamone.