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Razer BlackWidow

Abbiamo testato il modello d'entrata nel mondo delle tastiere meccaniche firmato Razer

RECENSIONE di Umberto Moioli   —   02/04/2012

Gli ultimi anni sono stati importanti per il mercato PC: se da una parte gli adagi sullo stato di salute moribondo della piattaforma erano quantomeno frutto di disinformazione, dall'altra è evidente come la crescita d'interesse anche al di fuori dello zoccolo duro di appassionati abbia rinvigorito realtà e tendenze che sembravano oramai perse. E il proliferare di periferiche di livello, in grado di personalizzare l'esperienza di gioco sia dal punto di vista funzionale che da quello estetico, sono uno degli esempi migliori in tal senso. Razer si inserisce in questo solco, sviluppando prototipi e interi sistemi come i vari Project Fiona e Blade, ma anche e soprattutto mouse, tastiere e cuffie che rispondono a precise esigenze. Siano legate a un genere, come la serie Naga dedicata agli MMO e ai DotA-like, oppure a specifiche costruttive, come per questa BlakWidow e la linea di prodotti a cui fa capo. Abbiamo avuto modo di testarla e verificarne i diversi pregi ma anche i possibili difetti.

Il tasto meccanico in più

Razer con BlackWidow corona un ciclo di sviluppo di tre anni durante il quale ha provato a unire il crescente interesse verso le tastiere meccaniche, che di per sé non sono certo un'innovazione, anzi, con alcune feature specifiche richieste da un pubblico di giocatori. Tolta dalla scatola più che le dimensioni non dissimili dagli standard (48x17x3cm circa) è il peso di 1.4Kg a farsi sentire, contribuendo assieme a una linea senza fronzoli a dare un'ottima sensazione di solidità.

Razer BlackWidow

Insomma una volta posta sulla scrivania, anche grazie ai piedini agli angoli della base, la periferica resta salda al piano durante il normale utilizzo. La colorazione completamente nera, seppur resa distintiva dall'effetto vernice lucido, e l'assenza di elementi in rilievo oltre ai tasti segnano un look non troppo personale ma piacevole. Chi volesse elementi di personalizzazione in più dovrà rivolgersi ai modelli dedicati a Mass Effect 3, Battlefield 3 e Dragon Age II, basati sulla più costosa versione Ultimate che conta anche una porta USB e i jack 3.5mm per cuffie e microfono. Accessori non presenti nella variante di base. Il layout della BlackWidow messaci a disposizione è quello statunitense completo di tastierino numerico e di tasto Funzione utilizzabile, oltre che per i comandi multimediali, per passare attraverso i dieci profili impostabili grazie al software incluso. Ogni pulsante, compresi i cinque specificatamente pensati per ospitare le macro posti sulla sinistra, può essere personalizzato perché esegua il compito richiesto. Nulla di inedito, ma il tool incluso è di semplicissimo utilizzo e in pochi secondi si è pronti a sperimentare qualche combinazione.

Razer BlackWidow

Il pezzo forte, ancor di più che la qualità costruttiva e le possibilità di customizzazione, risiede nella tastiera in sé. Diversamente da quanto accade con i normali prodotti pensati per il mercato consumer, qui sotto ogni tasto è presente uno switch meccanico che rileva la pressione, permettendo di agire più rapidamente (serve imprimere una forza di soli 50g e la corsa minima per rilevare l'input è 2mm) e di garantire una durata considerevolmente superiore.

Razer BlackWidow

I meccanismi sono Cherry MX Blu, di cui chi volesse può apprendere i particolari sul sito ufficiale del produttore o attraverso questa presentazione; noi non ci addentreremo in tecnicismi estremi che con il gioco hanno poco a che fare. Il feedback tattile e uditivo risulta diverso dal solito e sa da una parte il "click" potrebbe infastidire qualcuno (esiste anche una versione silenziata, chiamata Stealth) la digitazione è estremamente piacevole. Più che per i videogame, che beneficiano marginalmente dalla reattività di una tastiera meccanica come questa, il salto in avanti lo si nota mentre si digita del testo. I cappucci dei tasti hanno una superficie ruvida che offre il giusto grip ma soprattutto dimensioni diverse per meglio inserirsi nel disegno della tastiera, che suggella una valida ergonomia. Infine bisogna notare che, nonostante la BlackWidow rientri nel segmento alto di mercato, non implementa il così detto n-key rollover che avrebbe imposto l'abbandono della USB a favore della PS/2. In pratica gli input di ogni singolo tasto non sono raccolti indipendentemente e questo potrebbe causare qualche dato perso quando più d'uno viene premuto in contemporanea. In realtà, e questo discorso vale per la stragrande maggioranza dei prodotti simili anche da gioco, le combinazioni standard (come quelle che coinvolgono W,A,S e D ma non solo) sono ottimizzate e non danno alcune problema. Noi giocando a diversi titoli - soprattutto FPS, RPG e strategici - non abbiamo mai avuto alcun problema, ma è giusto segnalare questa assenza che invece non caratterizza modelli di fascia alta di marchi come Das Keyboard.

In conclusione

Per 80 euro circa la Razer BlackWidow non offre schermi, centinaia di extra o pannelli multi touch integrati, puntando piuttosto sulla qualità costruttiva e l'esclusività del concetto stesso dietro a una tastiera da gioco meccanica, in cui ogni switch è pensato per resistere a 50'000'000 pressioni.

Razer BlackWidow

Il software a corredo mette una pezza ai "soli" cinque tasti macro dando comunque modo di customizzare fino a dieci profili diversi tra cui scorrere in tempo reale, assegnando una funzione a ogni pulsante. Il feedback mentre si scrive è ottimo al punto che, chiunque dovesse digitare parecchio per lavoro o piacere, con una soluzione simile noterà un passo in avanti non da poco. Giocando i vantaggi sono meno evidenti e, come specificato in diverse altre occasioni, le finezze riguardanti le tastiere sono più degli sfizi che reali necessità, dato che si raggiungono esperienze simili anche spendendo meno. Resta un gran bel prodotto con alcuni aspetti meno positivi, come l'assenza dell'n-key rollover e ovviamente il prezzo, messi in ombra dai tanti pregi.