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Il guanto di sfida

Sotto l'egida del colosso Zynga, gli sviluppatori di Phosphor Games hanno realizzato un action adventure a cui va davvero stretta la definizione di "mobile game"

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   22/08/2012

Da quando la piattaforma iOS ha mostrato le proprie potenzialità in ambito tecnico, nella fattispecie con l'avvento dell'Unreal Engine, abbiamo assistito allo sviluppo di titoli più "impegnati" rispetto alla tradizione dei mobile game. Lo splendido Dark Meadow di Phosphor Games ci offriva l'esplorazione all'interno di un edificio pieno di misteri e di creature terribili, ma a ogni game over si tornava al punto di partenza, in una sorta di strana evoluzione del concetto di "survival". Infinity Blade esplorava l'azione pura e i combattimenti all'arma bianca, donando maggior spessore alla formula con il secondo capitolo ma senza mai neppure tentare di andare oltre. "Oltre", che concetto affascinante.

Il guanto di sfida

È ciò a cui gli sviluppatori più talentuosi in genere ambiscono: superare i limiti dell'hardware operando magari in modo alternativo, percorrere strade mai battute prima, avere il coraggio (e la forza, grazie al sostanziale contributo di Zynga in qualità di publisher) di portare su App Store un action adventure vero e proprio, supportato da una trama, un design e finanche un sonoro capaci di superare le aspettative di chiunque. Ci siamo cimentati con Horn per alcune ore e non abbiamo raggiunto che il 60% di completamento della storia, il che già dice molto sulla cifra di questa produzione.

Il guanto di sfida

La cosa divertente è che, una volta immersi nell'ottima atmosfera del gioco, temevamo di rimanere delusi dalla durata dello stesso, pensando che il primo scenario (il villaggio di Cuthbert) fosse alla fine l'unico disponibile e che la storia si interrompesse bruscamente dopo il suo superamento. Nulla di più falso: il viaggio di Horn continua verso un'altra location e poi un'altra ancora, alla ricerca della fonte di una maledizione che ha trasformato persone e animali in Pygon, ovvero in creature di pietra dall'indole ostile. Lo stesso protagonista del gioco, uno scaltro apprendista fabbro, si era trasformato in un Pygon ed è tornato normale per puro caso, dopo essersi punto con un cristallo composto dalla stessa materia che muove questi mostri. Da lì la sua idea: ridurre il cristallo in polvere e mischiarla con il ferro per forgiare delle armi capaci di ferirli.

Non solo giochini

La cura realizzativa di Horn è assoluta, e da questo punto di vista si può tranquillamente parlare del titolo più impressionante mai realizzato per i dispositivi iOS. Se avete un iPad a disposizione, vi suggeriamo caldamente di godervi l'esperienza sull'ampio schermo del tablet Apple, come abbiamo fatto noi. La trama del gioco si ispira ad antiche leggende britanniche e viene raccontata con i giusti tempi, un'ottima direzione e un eccellente parlato in inglese (sottotitolato in italiano), anche questo fra i migliori che si siano mai sentiti in ambito mobile. L'unica cosa che lascia perplessi è il sistema di controllo, che non presenta il tradizionale stick virtuale per il movimento del personaggio, bensì ci chiede di toccare sullo schermo il punto verso cui vogliamo spostarci.

Il guanto di sfida

Non si tratta di una limitazione tecnica, in quanto siamo liberi in qualsiasi momento di muovere con le dita la visuale, anche durante il tragitto da un luogo all'altro, bensì di una scelta di design a cui è possibile abituarsi abbastanza rapidamente, ma che in ogni caso riteniamo discutibile. Il sistema del tocco vale anche quando Horn deve arrampicarsi su di un muro, saltare da una piattaforma all'altra oppure attraversare un passaggio stretto in bilico. Non si può certo dire che non funzioni, ma al tempo stesso crediamo possa aver contribuito alla generazione di almeno un paio di bug abbastanza gravi e a cui Phosphor Games ha già detto porrà rimedio con un aggiornamento. All'interno degli scenari sono disseminati dei cristalli che svolgono il ruolo di valuta virtuale quando vogliamo utilizzare il sistema di crafting per la creazione e il potenziamento delle armi, nonché malefici Pygon da affrontare in duelli che ricordano quelli di Infinity Blade, pur facendo leva su elementi come lo scarto laterale e l'individuazione del "punto debole" del nemico, la cui corazza di roccia si fracassa sotto i colpi che "disegniamo" sul touch screen. Ogni avversario battuto si traduce in una "pietra" da usare insieme ai cristalli per completare i propri acquisti, e che volendo possiamo procurarci anche tramite in-app purchase. Nonostante i limiti del sistema di controllo, l'esplorazione si rivela sempre piuttosto piacevole e trovano spazio anche una manciata di semplici enigmi. Il fascino dell'esperienza viene comunque trasmesso per lo più dal comparto tecnico, che sui dispositivi iOS di precedente generazione sembra dare qualche problema (anche questo verrà risolto con un update) ma che su iPhone 4S e nuovo iPad vanta una qualità straordinaria, solo lievemente offuscata da qualche texture meno definita delle altre e da uno stuttering avvertibile quando si passa da una scena all'altra.

Conclusioni

Versione testata: iPad (1.0)
Prezzo: 5,49€
Multiplayer.it
9.5
Lettori (14)
5.9
Il tuo voto

Sarebbe forse eccessivo definire Horn un capolavoro, ma in mancanza di termini alternativi adottiamo tranquillamente questa definizione. Del resto bisogna tenere conto della piattaforma di riferimento, e su App Store non c'è nulla che si avvicini al nuovo titolo di Phosphor Games: un action adventure "vero", dotato di una grande atmosfera, di una trama coinvolgente (seppure si poteva puntare di più sui divertenti dialoghi fra il protagonista e la "testa" che lo accompagna), di una struttura solida e di uno spessore non indifferente. Il sistema di controllo appare immediato, ma avremmo preferito una soluzione più tradizionale, mentre sul fronte tecnico c'è davvero poco da eccepire, visto lo straordinario lavoro effettuato. Assolutamente da acquistare, anche solo per capire di cosa sia attualmente capace il mobile gaming su piattaforma iOS.

PRO

  • Coinvolgente e impegnativo
  • Durata non indifferente
  • Tecnicamente straordinario

CONTRO

  • Il sistema di controllo può far storcere il naso
  • Ci sono alcuni bug assolutamente da risolvere