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Uno spettacolo on the rocks

Electronic Arts ripropone la sua simulazione videoludica di hockey su ghiaccio: gli ultimi anni hanno visto un'evoluzione costante della serie, la tendenza è confermata?

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   12/09/2012

Ogni articolo riguardante un capitolo della serie NHL (o una simulazione di hockey su ghiaccio in generale) parte tradizionalmente con la riconferma della scarsa conoscenza che in Italia, generalmente, si ha di questo sport. È un'osservazione superflua? Anzi, è giusto comprendere lo scarso coinvolgimento che uno sport di nicchia può scaturire nella valutazione del gioco? Qualcuno potrebbe dire che è normale che una simulazione di sport debba interessare soprattutto agli appassionati di tale sport, pertanto una considerazione del genere avrebbe poco senso, ma la questione, nel caso di NHL 13 e di tutti gli ultimi capitoli della serie in generale, è ardua.

Uno spettacolo on the rocks

La qualità della simulazione di EA Canada è evidente ma a fronte di una struttura talmente complessa da richiedere un periodo di adattamento piuttosto lungo, oltretutto gravato dall'assenza totale della lingua italiana, la passione, o quantomeno il vivo interesse per una disciplina sportiva così "esotica" diventa un elemento di importanza fondamentale. Insomma si tratta di calarsi all'interno di uno sport di squadra complesso, assimilandone tutti i vari aspetti e le meccaniche, tanto più per godere anche degli elementi di contorno manageriali che in questo nuovo capitolo hanno una grande importanza nella struttura stessa del gioco e a tutto questo andrebbe aggiunto il trasporto - il "respirare hockey" che EA riesce così bene ad infondere nelle sue produzioni - che dovrebbe cogliere il giocatore come elemento essenziale per godere pienamente del titolo in questione.

Uno spettacolo on the rocks

È dunque un caso particolare questo NHL 13 e la sua valutazione non è questione semplice, perché in termini assoluti di tratta semplicemente della migliore simulazione di hockey su ghiaccio ulteriormente perfezionata in questa edizione, eppure il gioco può risultare comunque poco godibile per il suo alto tasso di coinvolgimento richiesto nell'argomento in questione. Quello che risulta evidente, in ogni caso, è proprio la conferma della tendenza positiva di EA Canada, che con NHL 13 dimostra ancora una volta come la cadenza annuale di una simulazione sportiva possa rappresentare anche una vera e onesta occasione di auto-miglioramento. Per gli appassionati il discorso è ovviamente diverso: l'uscita del nuovo capitolo di NHL rappresenta una festa assicurata, tanto più all'interno di un'annata che potrebbe profilarsi completamente priva della controparte reale del Campionato di Hockey americano, visti i nuovi problemi sorti tra i proprietari dei team e le associazioni di giocatori.

Il controllo prima di tutto

Le maggiori evoluzioni apportate negli ultimi capitoli della serie, al di là della mera realizzazione grafica e delle aggiunte contenutistiche, sono tutte ascrivibili al sistema di controllo, un elemento fondamentale del gameplay sul quale il team si è concentrato particolarmente. Partendo da uno stravolgimento concettuale che ha spostato tutta l'attenzione sugli stick analogici, negli ultimi capitoli abbiamo assistito prima all'introduzione dell'ottimo sistema "Skill Stick", che trasferisce tutte le varie possibilità di colpi con la mazza, prima relegati sempre ai tasti frontali, interamente al movimento dello stick analogico destro e poi al nuovo "True Performance Skating" che si presenta per la prima volta in questo capitolo. La ricerca del controllo completo ha portato ad un determinante passo avanti anche per quanto riguarda il movimento dei giocatori sui pattini, introducendo una serie di variabili che prendono in considerazione la posizione, la stazza e la velocità del personaggio con implementazioni al livello di fisica, derivate dalle capacità dell'Impact Engine. In questo modo il movimento della pattinata, rimasto per lungo tempo standardizzato e automatico, diventa parte integrante del gameplay, delegando all'utente una serie di scelte che cambiano sostanzialmente l'approccio al gioco. Tenendo premuto il grilletto sinistro, ad esempio, è possibile spostare il corpo avanti e indietro per proteggere il dischetto, effettuare cambi di velocità e direzione repentini con frenate spettacolari o pattinare all'indietro in atteggiamento difensivo.

Uno spettacolo on the rocks

A questo si aggiunge il controllo quasi completo sul movimento della mazza, che ci consente di decidere precisamente la potenza e la direzione del tiro, le finte e il dekeing, per una gestione molto più fisica e realistica dei giocatori e del loro rapporto con il dischetto e col ghiaccio sotto i pattini. Abbandonata l'inerzia eccessiva che caratterizzava i capitoli precedenti, con il conseguente senso di leggerezza eccessiva trasferito dal moto dei giocatori, il nuovo motore è in grado di restituire sensazioni ben più convincenti, con una fisicità ben più evidente dei personaggi sul ghiaccio. A questo contribuiscono anche le evoluzioni dell'Impact Engine che calcola qualsiasi tipo di contatto - volontario o casuale - tra corpo e corpo e tra bastone e corpo. Tra le novità si segnala anche la presenza di un controllo specifico per il corpo a corpo contro le barriere ai lati dell'ice rink, con la possibilità di pressare l'avversario o di difendersi dalla pressione rilasciando il puck al momento opportuno, e un più esteso sistema di controllo durante i "combattimenti" a suon di pugni con gli altri giocatori, altro elemento "folkloristico" storico delle simulazioni videoludiche dedicate all'hockey su ghiaccio. Intendiamoci, la ricerca del realismo e l'ingente quantità di comandi e variabili affidati all'utente determinano anche una difficoltà intrinseca nel sistema di controllo che richiede un lungo periodo di adattamento, uno degli elementi per i quali è auspicabile, come detto in precedenza, una certa passione per l'argomento in oggetto per poter giungere alla padronanza completa del gameplay, ma è una struttura in grado di dare grandi soddisfazioni una volta che viene assimilata.

Un universo di opzioni

Ogni nuovo capitolo di NHL aggiunge qualcosa alla base di opzioni storicamente consolidate, andando ad ampliare una cornucopia di contenuti nella quale è facile perdersi. NHL 13 presenta una quantità di opzioni stratificate tra offline e online da rendere veramente difficile l'esplorazione completa dell'offerta ludica. Torna in questo capitolo l'Hockey Ultimate Team, ovvero un'implementazione manageriale che si basa sull'utilizzo di figurine da conquistare, modificare o scambiare, alcune che rappresentano i vari giocatori e altre "consumabili", da gestire accuratamente per modificare le prestazioni della squadra. Una delle novità è rappresentata dalla modalità GM Connected, che prende l'opzione "Be a GM" - basata sulla fusione dell'approccio manageriale al gioco con le partite classiche - e la inserisce all'interno di un enorme contesto online in grado di coinvolgere fino a 750 giocatori contemporaneamente online, tutti inseriti in diversi ruoli, tra giocatori e allenatori.

Uno spettacolo on the rocks

Ovviamente, vista l'impossibilità di fornire un'esperienza continuativa con una tale mole di giocatori, la CPU si introdurrà all'occorrenza a sostituire gli utenti disconnessi e riempire gli spazi vacanti, ma si tratta comunque della più grandiosa modalità Dinasty mai vista online. Gli NHL Moments Live rappresentano un'altra nuova introduzione e ricordano i vecchi "scenario mode", proponendo delle situazioni storiche dell'NHL, partite celebri o performance di giocatori leggendari, da ricreare in partita. Le altre modalità sono quelle ormai consolidate, ovvero la "Be a GM" manageriale, la "Be a Pro" classica, nella quale ci troviamo ad interpretare un giocatore singolo e vivere un'intera carriera partendo dalla Canadian Hockey League per arrivare fino all'NHL, cercando di raggiungere gli obiettivi impartiti via via dal gioco e dall'allenatore, la "Be a Legend" che ci consente di interpretare una delle leggende dell'hockey americano come Gretzky, Lemieux, Kurri, Hasek, Gilmour e altri e ricreare le rispettive carriere e la solita pletora di modalità standard. Tra queste, partite semplici offline e online, Campionati, tornei customizzabili o predefiniti, EA Sports Hockey League e altro. Insomma, si tratta di modalità che possono risultare più o meno interessanti ma la loro quantità è impressionante e riesce a mantenere sempre alto l'interesse variando l'esperienza di gioco in tante possibili alternative, allungando anche la longevità generale. Anche da questo punto di vista il lavoro effettuato da EA è lodevole e dimostra ancora una volta come la serie NHL rappresenti un po' il fiore all'occhiello dell'intera produzione simulativa di EA Sports.

Obiettivi Xbox 360

Sono 47 gli obiettivi sbloccabili per il solito totale di 1000 punti da raccogliere all'interno del gioco. Trattandosi di un titolo caratterizzato da un'enorme quantità di modalità diverse, per la raccolta completa è necessario spaziare il più possibile tra tutti gli angoli dell'offerta ludica di cui è composto e la cosa richiede tempo e dedizione, considerando anche la necessità di giocare tanto online.

Si respira hockey

Il tipico lavoro di spettacolarizzazione attuato da EA permane anche in questo capitolo, che trasuda passione per l'hockey su ghiaccio da parte degli stessi sviluppatori, si direbbe. La riproduzione di stadi e giocatori è estremamente accurata e l'effetto generale si avvicina in maniera notevole alla realtà, sebbene qui ancora più enfatizzata, trattandosi di un gioco che, seppur simulativo, punta ancora su parecchie caratteristiche arcade, che mettono in scena l'hockey più spettacolare possibile. Le animazioni, data anche l'introduzione del True Performance Skating, risultano ora maggiormente variabili e imprevedibili, sebbene l'Impact Engine mantenga ancora un certo margine di "stranezza", che si rivela in reazioni bizzarre in base a collisioni particolari, ma si tratta di momenti rari. Per il resto, il repertorio di movimenti e fondamentali, unito al controllo totale dei giocatori, genera veramente un effetto realistico a livelli inediti, che unito all'enfasi parossistica con cui viene rappresentato lo sport in questione, tipica delle produzioni EA Sports, porta ad una spettacolarizzazione esaltante.

Uno spettacolo on the rocks

Si notano anche miglioramenti all'intelligenza artificiale, un altro aspetto su cui EA ha lavorato intensamente per NHL 13, che determinano comportamenti più complessi da parte dei giocatori, cosa che risulta evidente sia nell'approccio degli avversari che nell'attenta costruzione delle manovre corali da parte del proprio team, nel caso in cui si controlli un solo giocatore come nella modalità Be a Pro. C'è uno scarto notevole tra il livello facile e quello appena superiore e si ha l'impressione di non riuscire a trovare il giusto mezzo tra un'eccessiva immobilità e un'infallibilità robotica degli avversari passando da uno all'altro, ma lavorando alla gestione di tutti i vari aspetti del gioco attraverso il complesso sistema degli slider è possibile trovare sempre la situazione ottimale, solo che anche in questo caso è necessaria una certa dedizione al gioco. L'accompagnamento audio si attesta sui medesimi livelli degli ultimi anni, con la presenza degli stessi commentatori (ovviamente in Inglese), rumori e jingle tipici dall'ice rink e le solite canzoni rockeggianti su licenza per i lunghi momenti passati tra i menù di gioco.

Conclusioni

Versione testata: Xbox 360
Multiplayer.it
8.8
Lettori (17)
7.8
Il tuo voto

NHL 13 evolve ulteriormente una delle sue migliori serie EA Sports con alcune caratteristiche destinate a porre altre basi stabili per il futuro. Il True Performace Skating completa il lavoro effettuato sul controllo totale e approfondisce il gameplay, sebbene richieda tempo per essere assimilato e ponga un nuovo elemento di complicazione che lo allontana ulteriormente dalla vecchia immediatezza arcade, cosa che - insieme all'estrema profondità di variabili e modalità inserite - potrebbe non piacere a chi cerca un divertimento più immediato. La GM Connected rappresenta un esperimento ambizioso e di vasta portata, da valutare ancora sul lungo termine vista la necessità di un'utenza online sostanziosa. Per il resto, rimane la necessità di conoscere in maniera piuttosto approfondita il mondo dell'NHL per poter apprezzare appieno un gioco talmente vasto e complesso da padroneggiare e la solita mancanza totale della lingua italiana non facilita certo le cose.

PRO

  • Introduzione del True Performance Skating
  • Quantità enorme di modalità online e offline, classiche e manageriali
  • Spettacolare e curato con passione in ogni aspetto

CONTRO

  • Il controllo totale può essere macchinoso e fin troppo complesso
  • Ancora qualche momento bizzarro da parte dell'engine
  • Assenza totale dell'italiano, scritto e parlato