10

Doctor Who: L'orologio dell'eternità, recensione

Dopo essere capitombolato nello spaziotempo, il Tardis atterra su Vita con una nuova avventura tra Dalek, Siluriani e Cyberman

RECENSIONE di Vincenzo Lettera   —   17/10/2012

Già dall'avvio, Doctor Who: L'orologio dell'eternità sembra quasi catapultare chi gioca in una giornata-tipo del Dottore. Manco a dirlo l'avventura si apre con il Tardis che ruzzola nello spaziotempo, accompagnato da quel tema musicale che, seppur con svariate rivisitazioni, da quasi cinquant'anni apre una delle serie di fantascienza più amate della TV britannica.

Doctor Who: L'orologio dell'eternità, recensione

Questa non è la prima volta che il franchise della BBC viene utilizzato per un videogioco, chiariamo, ma negli ultimi anni i tentativi di arrivare su console si sono tradotti in terribili titoli per Wii e DS, deprecabili avventure grafiche e un appena decente puzzle game per iPhone. Stavolta l'intenzione era quella di percorrere il sentiero più semplice, realizzando un platform 2D con un minimo di enigmi ambientali e qualche nemico da affrontare, mentre ad acchiappare i fan ci avrebbe pensato lo sconfinato immaginario di Doctor Who, dai viaggi nel tempo alla guerra coi Dalek, dall'esercito Cyberman alle porte aperte utilizzando l'infallibile Cacciavite Sonico. Purtroppo, dopo essere stato bastonato dalla critica all'uscita della versione PS3, L'orologio dell'eternità arriva su Vita in un'edizione che non solo mantiene intatti tutti i difetti e le problematiche della controparte per console, ma riesce addirittura a fare di peggio. Evidentemente ci sono cose che neanche un Signore del Tempo è in grado di risolvere.

Giochiamo al Dottore?

Terminata la sigla iniziale, la scena passa all'interno del Tardis, col Dottore alle prese con l'ennesima avaria. Ovviamente parliamo dell'undicesima incarnazione del personaggio, quella interpretata da Matt Smith nelle ultime stagioni della popolare serie TV. Smith tuttavia non ha soltanto prestato il volto alla sua controparte virtuale, ma ha anche doppiato tutti i dialoghi dell'avventura, un plus non da poco se si considera che il gioco è pieno zeppo delle tipiche conversazioni nonsense e i monologhi fuori di testa che caratterizzano ogni puntata della serie. La musica esplode appena si esce dalla cabina, e iniziare il primo livello sulle note di I Am The Doctor, uno dei temi più epici del Doctor Who nel 21° secolo, basterà ad esaltare i fan della serie. Con la combinazione delle voci originali e delle ottime musiche composte da Murray Gold, la componente sonora è forse l'unico elemento davvero riuscito di L'orologio dell'eternità, visto che tutto crolla già dopo pochi secondi di gameplay. Attraverso sessioni platform scialbe e qualche enigma in cui ci si limita a spostare casse e attivare interruttori, il giocatore è chiamato ad attraversare Londra in differenti periodi storici, mentre nei quattro capitoli che compongono la storia in singolo ci si trova faccia a faccia con alcuni dei nemici più iconici del Dottore, come i Cyberman, i Siluriani, i Dalek e l'ordine del Silenzio.

Doctor Who: L'orologio dell'eternità, recensione

In alcuni punti fissi viene chiesto di impersonare River Song, e molti dei puzzle richiedono proprio la cooperazione dei due personaggi e dei loro gadget particolari: in particolare, River può utilizzare la pistola per rompere catene e distruggere vetrate, mentre muovendosi furtivamente alle spalle dei nemici può metterli K.O. con un solo bacio soporifero. È subito evidente come il level design, per quanto approssimativo e confusionario, sia pensato affinché due giocatori interagiscano tra loro, ma a differenza di quanto visto su PS3, l'edizione per Vita manca completamente della modalità multigiocatore. Giocato in single-player, L'orologio dell'eternità è un'esperienza assai frustrante, anche e soprattutto a causa di una sfilza di bug che in diverse occasioni ci hanno costretto a riavviare la partita. Uno degli esempi più clamorosi vede River Song impegnata a sopravvivere per 10 minuti mentre i Cyberman assediano la metro di Londra. Dopo aver ripetuto la missione innumerevoli volte a causa di uno spawn troppo frequente e mal posizionato dei nemici, l'ultimo tentativo è andato in porto solo perché, ironia della sorte, un nuovo errore ha fatto sparire tutti i nemici dallo schermo per l'intera durata dei 10 minuti, permettendoci di superare il livello restando semplicemente fermi ad aspettare. Una delle novità di questa versione per Vita riguarda l'implementazione di alcuni minigiochi con cui interagire tramite touchscreen, ma oltre a trattarsi di sfide assai banali, in alcuni casi sono anche alla base dei momenti più frustranti dell'avventura. Tutto è dovuto al fatto che l'azione continua a scorrere mentre si è alle prese coi vari minigiochi, col rischio di venire attaccatti alle spalle senza neanche rendersene conto. Dal punto di vista estetico, ai grafici di Supermassive Games non è bastato utilizzare l'Unreal Engine per mettere in piedi un gioco visivamente gradevole, e la colpa è soprattutto di una Londra realizzata in maniera spoglia, ripetitiva e poco ispirata.

Conclusioni

Multiplayer.it
4.5
Lettori (12)
6.3
Il tuo voto

La mancanza di Amy Pond e Rory nella trama si fa sentire, ma forse uno dei problemi congeniti di L'orologio dell'eternità, così come degli altri giochi dedicati al Doctor Who, è il fatto che impersonare il Dottore è molto meno divertente che assistere alle sue follie nei panni di un semplice personaggio comprimario: controllarlo direttamente vuol dire invece tenerlo chiuso in una gabbia e limitarne pesantemente il carisma, quando proprio l'imprevedibilità del personaggio è uno dei punti di forza della serie TV.

PRO

  • Colonna sonora originale
  • Frizzante doppiaggio di Matt Smith

CONTRO

  • Modalità multigiocatore persa per strada
  • Level design superficiale e dispersivo
  • Un'enorme quantità di bug
  • Enigmi banali