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Dokuro, recensione

Un design dallo stile azzeccato, un protagonista dotato di un'enorme simpatia: tutto questo e molto di più è il nuovo puzzle-platform prodotto da Game Arts

RECENSIONE di Massimo Reina   —   15/01/2013

Nonostante i risultati in termini di vendite non siano al momento esaltanti, PlayStation Vita continua a regalare ai suoi utenti dei titoli comunque parecchio gradevoli e spesso anche creativi dal punto di vista del gameplay. Certo, la maggior parte dei prodotti proposti dalla console di Sony non sembrano sfruttare a dovere le caratteristiche della piattaforma, ma quelli che fino a ora lo hanno fatto si sono rivelati piuttosto interessanti. Soprattutto nel caso di nuovi IP, come quello di cui parleremo in questa recensione.

Dokuro, recensione

Prodotto da Game Arts e sviluppato da PonKotz Troops, Dokuro è un platform a scrolling orizzontale con elementi puzzle che racconta di una principessa rinchiusa da un Re demone ciccione, e per questo maniaco della forma fisica da ottenere però tramite pozioni magiche, nelle segrete della sua oscura fortezza, la cui bellezza e fragilità conquistano il cuore di una scheletrica creatura che lì lavora e che porta il nome che dà il titolo al videogioco. Questi, impietosito, decide di aprire le porte della cella e di liberare la sfortunata giovane nobile per aiutarla a fuggire. Se la trama alla base della produzione è certamente poco originale, richiamando alla mente videogiochi ben più famosi di questo, in egual modo lo è il concept alla base del gameplay, che è piuttosto semplice: di fatto bisogna aiutare la principessa a evitare nemici, trappole o strapiombi, e a muoversi quindi senza problemi lungo determinati percorsi.

Il secco, il bello e la svampita

Lo scopo del gioco è infatti quello di far attraversare indenne lo scenario alla giovane nobile portandola in salvo da un ipotetico punto A ad un punto B, quindi fino alla fine di ogni livello. Cosa più semplice a dirsi che a farsi, visto che man mano che si procede nell'avventura le cose si fanno sempre più complicate e ci vorranno tanta abilità e molta pazienza per superare alcune sessioni davvero ostiche, compresi gli scontri con i boss di fine area. Le trappole aumentano di numero, i nemici pure e alcuni enigmi si rivelano particolarmente tosti da risolvere. Come se non bastasse la ragazza non è che sia il massimo dell'intelligenza e della collaborazione.

Dokuro, recensione

Si limita a girare altezzosa per lo schermo, come il rango le impone, a destra e a manca, rischiando spesso di fare una brutta fine. Quindi oltre che dei problemi inerenti agli ostacoli da spostare per lei, alle leve da azionare, ai salti da effettuare e alle guardie demoniache che si frappongono fra la coppia e l'uscita dal castello, il povero Dokuro, e di conseguenza il videogiocatore, deve anche preoccuparsi di non perdere di vista la ragazza, visto la facilità con cui ella si distrae e si va a mettere nei guai. Intendiamoci, non è che agisca come un Lemming muovendosi inebetita verso un precipizio (di solito si ferma) ma certo non sa difendersi e non coopera. Per fortuna che il simpatico scheletro può acquisire nuove abilità col progredire dell'avventura, su tutti quella di potersi trasformare saltuariamente in un aitante principe decisamente più forte e in grado di trasportare a braccia la principessa quando necessario. Per farlo occorre bere una pozione e picchettare due volte sul touchscreen di Vita (in alternativa si può assegnare il comando a un tasto). Proprio i controlli sono uno dei fiori all'occhiello della produzione, visto che funzionano piuttosto bene e rispondono rapidamente agli imput forniti dall'utente. E questo discorso vale sia per quelli classici che per quelli tattili di Vita, che ben si sposano con i comandi legati ai pulsanti e alla levetta analogica, anche se c'è da sottolineare come essi siano comunque stati implementati dagli sviluppatori per essere utilizzati il minimo indispensabile.

Trofei PSVita

Dokuro mette a disposizione dei giocatori ben 31 Trofei, compreso quello di Platino. I rimanenti sono così suddivisi: 5 d'Oro, 9 d'Argento e 16 di Bronzo. Per ottenerli basta progredire nel gioco e soddisfarne alcune richieste, come per esempio superare i vari stage, prendere in braccio la principessa per almeno 200 volte o raccogliere un certo numero di monete, fino alle sfide più ostiche come per esempio quella che propone di completare tutte le aree in un tempo massimo di 250 minuti o di sconfiggere 100 mostri in forma scheletrica.

Arte e stile

Si può così trascinare un dito sullo schermo in orizzontale sopra a una pianta per farla crescere rapidamente in modo da saltarci su per usarla come scala mobile improvvisata, oppure per far defluire l'acqua all'interno di buche dentro le quali si trovano casse di legno che, salendo a galla, diventano piattaforme sulle quali balzare. O ancora, utilizzare dei gessetti virtuali (e i polpastrelli) per disegnare traiettorie utili a collegare piattaforme, a spostare lampadari o a creare micce per connettere e far accendere delle candele in grado con la loro luce di bloccare degli indemoniati cavalieri in armatura. Un po' come avviene in Okami con il Pennello Celestiale. Questi sono soltanto alcuni esempi di quello che l'utente può fare nelle varie aree di gioco, ma la varietà di situazioni non è assolutamente deficitaria in Dokuro. Non mancano ovviamente dei difetti, in primis quelli legati al rilevamento delle collisioni fra lo scheletrino, la principessa e alcuni oggetti dello scenario, cosa che talvolta può portare a una immediata e involontaria morte solo perché uno dei personaggi ha fatto un leggero movimento errato, e il fatto che non è previsto un sistema di checkpoint all'interno di ogni livello. Ciò significa che una volta deceduti bisogna ricominciare lo stage dall'inizio, e la cosa non è affatto piacevole quando si raggiungono i punti più avanzati del gioco, decisamente difficili, come detto all'inizio, da affrontare.

Dokuro, recensione

Per quanto riguarda infine la parte tecnica, il titolo di Game Arts propone uno stile grafico particolare e a suo modo elegante, che poggia in buona parte su una atipica palette cromatica incentrata su diverse gradazioni di grigio. Gli scenari poi, pur nella loro semplicità tecnica, linee bianche o nere che sembrano tracciate a gesso o a matita su di una lavagna o sopra dei fogli di carta, sono parecchio accattivanti, con degli ambienti caratterizzati da figure geometriche spesso interconnesse che cambiano gradualmente in forme completamente differenti, e dei personaggi il cui character design non può lasciare indifferenti chi guarda: dietro a un'apparente semplicità di fondo si cela infatti uno studio approfondito di ogni singola creatura che appare in video. Andando a chiudere questa recensione diamo uno sguardo alla parte relativa all'audio, che si rivela qualitativamente in linea con il resto della produzione: oltre a una colonna sonora che ben si sposa col contesto, curata da Yasuhiro Kawasaki, l'autore delle musiche di un grande classico del passato su Super Nintendo quale è Illusion of Time, l'ottimo gioco di ruolo targato Enix, esso vanta una serie di effetti ad hoc che accompagnano ogni azione dei personaggi e le loro conseguenza.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.6
Lettori (18)
8.5
Il tuo voto

A prescindere da qualche piccolo difetto e da un livello di difficoltà che nelle sessioni più avanzate diventa un tantino frustrante in certi passaggi, Dokuro è a nostro parere un titolo imperdibile per tutti gli amanti del genere platform con elementi puzzle. Grazie a un comparto grafico che si distingue dalla massa per la scelta di uno stile particolare ma azzeccato, a un gameplay piacevole e a una buona longevità, il titolo prodotto da Game Arts merita una valutazione senz'altro positiva e il consiglio al suo acquisto.

PRO

  • Buona longevità
  • Grafica e character design dallo stile azzeccato
  • Bello e divertente da giocare...

CONTRO

  • ...anche se talvolta frustrante
  • Mancano i checkpoint
  • Qualche problemino nella rilevazione di alcune collisioni