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Il patto di sangue di Kratos

Dalla morte della propria famiglia alla liberazione da Ares, un Kratos alla ricerca della propria identità!

RECENSIONE di Antonio Fucito   —   07/03/2013

Quando si parla di action adventure ci sono titoli di una certa caratura e altri molto meno memorabili; poi c'è la saga di God of War, in grado di regalare un impatto estetico ed emozionale devastante, un gameplay divertente e un'ambientazione affascinate, che in aggiunta all'immenso carisma del protagonista principale, Kratos, l'hanno elevata ad assoluto must per tutti i possessori di console PlayStation. Il terzo capitolo è arrivato in maniera prepotente su PlayStation 3 chiudendo le vicende di Kratos e proponendo un comparto tecnico spettacolare, che ha consacrato Santa Monica Studios come un team tra i più talentuosi in circolazione.

Il patto di sangue di Kratos

Anche se siamo convinti che ci sarà un quarto capitolo ufficiale, lo studio di sviluppo californiano ha deciso nel frattempo di approfondire altre vicende che riguardano Kratos e che si collocano prima di quanto abbiamo visto fino ad oggi, aggiungendo al pacchetto una sezione multiplayer secondo l'accezione classica del termine. I più timorosi che vedono quest'ultima come un'aberrazione per un titolo del genere possono dormire tranquilli: abbiamo portato a termine God of War: Ascension in circa 10 ore, lo standard per la serie, e non ci è sembrato che la componente multigiocatore abbia sottratto risorse alla realizzazione della storia principale.

Ascesa tormentata

Tra flashback e rivelazioni, ma con poca fantasia e colpi di scena, questo capitolo inizia poco dopo l'uccisione da parte Kratos della propria famiglia, fino al suo tentativo di liberarsi del patto di sangue siglato con Ares, il dio della guerra. A mettersi di mezzo ci sono le Furie, entità primordiali che non sono né titani né dei, né spettri né umani, le quali da un lato tramano assieme ad Ares di impossessarsi dell'Olimpo, dall'altro intrappolano chi cerca di ribellarsi e non onora i patti come quello tra Kratos e lo stesso Ares.

Il patto di sangue di Kratos

Proprio così comincia il gioco, con la faccia "tagliata" del protagonista principale in primo piano, come da tradizione, intrappolato e torturato da una delle Furie. La palla passa subito al giocatore; bisogna però controllare costantemente la mascella e la salivazione perché, al pari del terzo capitolo, i primi passi con God of War: Ascension sono un misto di adrenalina e accadimenti incredibili, che mettono ancora più in risalto i canoni fondamentali della saga e provocano goduria e stupore in continuazione. Forse un pò più diluiti ma anche più prolungati, basti pensare che tutta la prima parte di gioco si svolge sopra il Centimani, creatura mostruosa ed enorme intrappolata dalle Furie e sulla cui pelle si sono sviluppate strutture enormi e lo stesso covo che Kratos intende raggiungere per liberarsi dai suoi incubi più reconditi (non sapendo quello che gli succederà nei successivi tre capitoli, aggiungiamo noi).

Il patto di sangue di Kratos

Tra combattimenti contro alcune delle sue mani mutate, edifici che vengono divelti e staccati mentre Kratos combatte al loro interno, fino ad arrivare allo scontro "a cavallo" di una mano enorme contro la testa del Centimani stesso, God of War: Ascension è una festa per gli occhi e restituisce davvero la sensazione di trovarsi immersi in qualcosa di enorme. Il motore grafico non si risparmia dallo sparare in faccia tutto quello che ha da offrire, fino all'ultimo poligono, mentre si comanda il protagonista principale in tutta quest'orgia grafica intervallata da sequenze interattive, dialoghi e mutazioni dell'ambiente di gioco. Seguendo la maledizione del game director, anche per questo capitolo ne abbiamo uno nuovo, Todd Papy, che assieme agli sviluppatori si è fatto le ossa col primo capitolo per PlayStation 3, introducendo diverse variazioni sul tema e rifinendo un impianto tecnico già di per sé spettacolare. Ovviamente le fondamenta del gameplay sono le solite, ottime della serie: un action in terza persona che dà il meglio di sé grazie alle mosse cruente e spettacolari del protagonista principale, intervallate da sequenze "quicktime" per finire i nemici più ostici, sezioni platform e di raccordo e rompicapo di tipo fisico.

Il patto di sangue di Kratos

Sempre nell'ottica della spettacolarizzazione di cui sopra, God of War: Ascension è uno dei pochissimi titoli che ancora oggi può permettersi di avere una gestione della visuale e della telecamera automatiche; il bello è che la cosa funziona il 99% delle volte, proponendo scorci mozzafiato e mai "impallando" l'azione, una vera manna dal cielo per concentrarsi sui combattimenti e su tutto il ben di Dio che accade su schermo. A partire da queste basi solide in realtà c'è più di una novità che va a caratterizzare il gameplay, rimescolando elementi vecchi e nuovi e rendendo l'esecuzione un po' più dinamica. Innanzitutto il sistema di controllo che prevede una nuova funzionalità del tasto cerchio, non più adibito alle prese ma all'arma secondaria. Durante il corso dell'avventura infatti Kratos può raccoglierne diversi tipi dall'ambiente circostante o dai nemici sconfitti, e utilizzare quindi mosse specifiche a seconda della loro tipologia. Queste armi possono essere "permanenti" o meno mentre la classica presa con le spade e le mosse finali per gli avversari sono state "trasferite" al tasto R1. Per il resto ci troviamo subito a casa con l'analogico destro adibito alla schivata, X al salto, quadrato e triangolo per gli attacchi leggeri e pesanti, L1 per la parata.

Giocare con gli elementi

Kratos non ha ancora i segni della sofferenza più acuta sul suo viso, ma ha comunque da pochi mesi perso la propria famiglia e deve lottare con le Furie che sono in grado di modificare la realtà che gli si presenta davanti; le Lame del Caos sono fide amiche e per questo capitolo gli sviluppatori hanno deciso di infoderle di quattro elementi che si sbloccano man mano che si prosegue nell'avventura. Il primo è la furia di Ares, che arricchisce ogni fendente del fuoco del dio della guerra, poi il lampo di Zeus, che assieme ai due rimanenti si richiama con la croce digitale.

Il patto di sangue di Kratos

Ad ogni elemento è legata una barra dell'ira presente in basso a destra sullo schermo, la quale si riempie quando si inanellando combo senza subire colpi; quando viene raggiunto l'apice i colpi di Kratos diventano più letali e la pressione di L3+R3 permette di rilasciare una sorta di mossa speciale differente a seconda dell'elemento scelto. Non manca nemmeno la classica magia legate al consumo di mana (con R2), che diventa un toccasana quando si è un po' troppo accerchiati dai nemici. La cosa interessante di questo sistema è il progressivo sblocco delle varie abilità mediante le ben conosciute sfere di colore rosso; solo il fuoco di Ares mette a disposizione da subito (quasi) tutto, per gli altri tre elementi bisogna spendere sapientemente le sfere a disposizione e scegliere quali abilità possono essere migliori nei momenti di combattimento più concitati. A chiudere il cerchio sul sistema di controllo e combattimento ci sono tre artefatti che Kratos ottiene nel corso dell'avventura e che vanno ad incidere pesantemente nel gameplay. Grazie all'Amuleto di Uroboro, ad esempio, Kratos è in grado di ricostruire o distruggere interi pezzi dello scenario, nonché sospendere in aria i detriti in maniera tale da creare piattaforme da scalare. È facile immaginare come questa possibilità sia stata utilizzata dagli sviluppatori per creare puzzle di ampio respiro molto interessanti, mai troppo lunghi da portare a termine e nemmeno banali. Il tutto sbizzarrendosi con effetti grafici di primissimo livello, sempre ad attestare come il motore grafico di God of War: Ascension abbia ben pochi rivali col quale compararsi. La pietra del giuramento di Orkos invece permette a Kratos di sdoppiarsi, pensate quindi alla possibilità di lasciare il proprio clone a girare manovelle, utilizzare il suo peso su alcune piattaforme a pressione e altro ancora. Non di rado ci è capitato di dover utilizzare la nostra materia grigia per risolverle.

Il patto di sangue di Kratos

Questi artefatti hanno inoltre valenza anche di attacco, si attivano infatti con L2 in congiunzione con i tasti frontali del pad e permettono nel primo caso di rallentare i nemici, nel secondo di avere per un breve periodo un combattente al proprio fianco. Tutte queste variazioni sul tema e rimescolamenti vari hanno portato ad un'esecuzione più fluida delle combo da parte di Kratos, e un sistema di combattimento meno macchinoso rispetto al passato ma ugualmente spettacolare. Ci è capitato di tirare un paio di fendenti col tasto quadrato, poi un colpo deciso col triangolo, e ancora una successione con l'arma secondaria, magari un'ascia, ed infine una presa che si è conclusa col lancio del malcapitato avversario. Combinazioni come questa possono essere molto più frequenti una volta padroneggiate le varie combo a disposizione, sfruttando magari anche la barra dell'ira sempre piena per danzare sugli avversari e finirli in maniera estremamente spettacolare. Bisogna tenere conto inoltre di quale elemento utilizzare anche perché alcuni nemici rilasciano sfere in base a questo, da quelle dorate necessarie per l'ira fino alle verdi per l'energia; a livello di difficoltà intermedio le cose si fanno serie a partire dalla seconda metà dell'avventura, anche se i veterani della saga non avranno difficoltà a completare il gioco con poche morti. A partire da quello difficile, per continuare con Titano dove i nemici picchiano come fabbri, abbiamo notato come rispetto al passato sia maggiormente necessario utilizzare parata e schivata per evitare di arrivare alla morte prematura, unitamente alle combo di cui sopra che possono rendere la vita più facile. I nemici sono in parte ripresi dai precedenti capitoli, soprattutto quelli "minori", sono arricchiti però nei dettagli e nelle fattezze fisiche; altri sono completamente inediti a partire dal Centimani e da quelli di più generose dimensioni.

Tra platform ed esplorazione

La sinergia con gli sviluppatori di Uncharted, presunta da noi ma alimentata da un trofeo dedicato, ha donato al gioco sezioni platform di più ampio respiro dove Kratos scala ad esempio la statua di Apollo e altre sporgenze, oppure quando per raggiungere la città di Delfi il protagonista principale deve attivare alcuni ingranaggi enormi che a loro volta smuovono dei serpenti meccanici che si intrecciano tra loro, mentre il guerriero spartano passa da uno all'altro in movimento, gli scorci di telecamera sono spettacolari e magari bisogna anche combattere qualche avversario. Un altro esempio lo possiamo fare quando bisogna affrontare il guardiano dell'oracolo, che va inseguito mentre tutta l'ambientazione frana sotto i piedi, in maniera del tutto simile a quanto accade in Uncharted 2. E ancora quando Kratos si trova a scendere a tutta velocità evitando gli ostacoli e poi aggrappandosi con le lame da un appiglio all'altro. Gameplay un po' più fluido, sezioni platform più ariose e puzzle che sfruttano bene l'ambiente e gli artefatti acquisiti da Kratos, con queste credenziali quindi God of War: Ascension può essere definito come un'evoluzione del precedente capitolo, che grazie a queste piccole correzioni non viene mai a noia e piace per tutta la sua durata.

Il patto di sangue di Kratos

Da qui ci riallacciamo ancora una volta al comparto tecnico, che nel titolo di Santa Monica è davvero clamoroso. Gli avversari e i personaggi sono ancora più dettagliati e corposi dal punto di vista poligonale, in alcune situazioni si fa davvero fatica a metabolizzare tutto quello che accade su schermo, complice anche l'azione non di rado sostenuta. La profondità di campo e le fonti di luce donano alla scena un impatto eccezionale, con bloom ovunque e un'attenzione maniacale per il dettaglio. Gli effetti grafici fanno il resto e le texture sono per una buona parte del tempo di ottima fattura, anche se meno negli ambienti al buio. Menzione d'onore per il combattimento finale, un tripudio e un delirio di dettaglio grafico e azione, qualcosa di incredibile e arrembante che ci ha esaltato e fatto apprezzare ancora di più il lavoro svolto dagli sviluppatori. Esistono poi tutta una serie di tocchi di classe, come le candele più insignificanti che comunque emanano luce su Kratos e sui muri e in generale il lato artistico è di primissimo piano per quanto riguarda strutture, personaggi e scelte cromatiche di una buona parte degli ambienti. Tutto questo ben di Dio, si paga con una fluidità che oscilla tra i 30 e i 60 fotogrammi al secondo (che un po' si nota seppur sia migliorata la risposta ai comandi) e da un utilizzo dell'anti aliasing meno marcato rispetto al terzo capitolo, con alcune ambientazioni, quelle a più alto contrasto, che appaiono un po' sporche.

Sarebbe stato fantastico avere una fluidità e una pulizia grafica sempre perfette, ma questo non toglie che graficamente il titolo di Santa Monica sia clamoroso e per certi aspetti inarrivabile per le altre produzioni presenti su console. God of War: Ascension è completamente in italiano sia per quanto riguarda il doppiaggio che i testi, dobbiamo dire però che nel primo caso ci sono troppi alti e bassi soprattutto per i personaggi secondari, quando invece quello originale in inglese mantiene una qualità sempre migliore. I puristi e gli indecisi possono nel caso selezionare il doppiaggio in una lingua e i sottotitoli in un'altra, ma si sarebbe potuto fare un lavoro migliore. Con la colonna sonora ci si trova subito a casa, in quanto è quella ben conosciuta della serie arricchita da nuovi arrangiamenti, quindi ottima qualità ma poca novità. Tutto rose e fiori? No, qualche magagna c'è, più o meno importante a seconda del proprio grado di attenzione e tolleranza. È chiaro che nonostante le novità sopraelencate, ci troviamo dinnanzi al quarto capitolo regolare della saga e il sesto in assoluto, è normale quindi che alcune cose sorprendano di meno e vengano viste come scontate, seppur mai noiose.

Il patto di sangue di Kratos

La storia più introspettiva, con un Kratos meno violento contro le persone "normali" (e niente scene di sesso, un po' di rispetto per chi ha appena perso la famiglia), poteva a nostro modo di vedere essere raccontata meglio e arricchita di comprimari carismatici al di là delle Furie. God of War 3 in tal senso ci è piaciuto di più, in fondo Kratos cominciava scalando l'Olimpo, affrontando gli scagnozzi di Zeus e distruggendo di tutto fino alla fine. Un pathos del genere non è stato qui riprodotto, vuoi per il periodo "storico" intermedio, vuoi anche per deficienze dal punto di vista puramente narrativo. Anche se la durata può essere definita in linea con gli altri capitoli, un paio di boss enormi in più non avrebbero guastato, ma è pur vero che il Centimani e la parte finale dimostrano chiaramente uno sforzo di varietà e programmazione enormi. Dulcis in fundo gli extra: una volta terminato il gioco si sblocca il livello di difficoltà Titano, è possibile accedere direttamente a tutti i 30 capitoli dell'avventura e fa capolino la sezione Nuova Partita+, che permette di affrontare la stessa difficoltà con la quale si è completato il titolo con tutti i potenziamenti al massimo fin da subito e la possibilità di utilizzare gli artefatti "segreti" scovati durante il gioco, come quello dell'ira infinita, che riduce i danni subiti e così via. Si accede inoltre a tutta una serie di video che illustrano il making of del gioco, in generale la rigiocabilità è garantita dalla volontà di provare un livello di difficoltà più alto e perfezionare il sistema di combattimento, e per il puro gusto di rivivere le incredibili situazioni che il gioco spesso mette a disposizione, che magari si fanno apprezzare ancora di più al secondo giro. Per il resto gli sviluppatori hanno pensato che per estendere la longevità ci avrebbe pensato il multiplayer, anche cooperativo, ma di questo ce ne occuperemo nel prossimo paragrafo.

Trofei PlayStation 3

God of War: Ascension mette a disposizione 36 trofei, dei quali sei d'oro e dieci d'argento. Completando il titolo una prima volta, anche a livello normale, e giocando qualche partita online il titolo è molto generoso, consentendo di sbloccare circa il 60% dei trofei disponibili. Tra quelli nascosti legati alla storia, e altri dove bisogna portare a termine determinati compiti all'interno dei capitoli, ci sono gli ori legati ai livelli di difficoltà più elevati, al raggiungimento del massimo grado online, al collezionismo di tutti gli artefatti, al potenziamento delle magie e delle barre di mana ed energia.

Picchiamoci online!

In una mossa di marketing francamente criticabile, Sony ha dedicato la maggior parte dei mesi precedenti l'uscita di God of War: Ascension al rilascio delle informazioni sul multiplayer, in luogo dell'avventura principale. Dopo aver provato in maniera estensiva la beta e un po' meno la versione finale a causa di problemi con il codice, possiamo dire che ci troviamo dinnanzi a qualche spunto interessante e atipico per il genere, in grado di estendere la longevità per i meno puristi del single player o chi di God of War non ne ha mai abbastanza. Una volta lanciata questa sezione da un menu apposito si viene accolti da una piccola sequenza non interattiva e da un tutorial, non prima però di aver scelto l'alleanza che accompagnerà il proprio personaggio in tutte le scorribande online. Legandosi a Zeus, Ares, Poseidone e altri si acquisiscono di conseguenza magie e combo elementali differenti, alle quali è possibile accedere con L1 in congiunzione di quadrato e triangolo; ognuna ovviamente ha un periodo di ricarica ed a supporto i Santa Monica Studios hanno creato un sistema di progressione già visto in titoli più votati al multiplayer con i quali God of War: Ascension non sfigura affatto. Il proprio alter ego acquisisce infatti esperienza in qualsiasi modalità si prende parte, sale di grado e ottiene punti abilità da spendere nel potenziamento di magie in proprio possesso oppure nelle nuove fornite dalla propria alleanza. Oltre a questo può equipaggiare oggetti e relique, che danno ulteriori bonus di statistiche o potenziamenti passivi, ma anche armi, elmi, armature, pantaloni e stivali. Per quanto riguarda questi ultimi si rendono disponibili salendo di grado, raccogliendo materiale dagli scrigni e alla stessa maniera del proprio livello acquisiscono esperienza e possono essere potenziati. Per accrescere il proprio personaggio ci sono diverse modalità, la prima delle quali in realtà funge da ponte tra gioco in singolo e multigiocatore; stiamo parlando della Prova degli Dei, sezione che può essere affrontata sia da solo che in cooperativa online all'interno di tre mappe differenti ognuna delle quali composta da cinque round di nemici da affrontare in sequenza ed entro un certo tempo limite.

Il patto di sangue di Kratos

Ogni avversario ucciso restituisce secondi, di più se in maniera brutale, mentre sono presenti pozzi con energia e mana e sporadicamente armi secondarie da raccogliere. La prima ambientazione, denominata Deserto delle anime perdute, è quella più estesa e contiene trappole da sfruttare a favore contro gli avversari, si estende anche in verticale ed è anche quella meno ostica. La seconda mappa, Anfiteatro di Ercole, è una classica arena dove lo stesso Ercole dapprima interviene scagliando dall'alto un'onda di energia che può scaraventare fuori dal round (con conseguente game over), poi nel terzo round combatte direttamente e rappresenta avversario piuttosto coriaceo. L'ultima mappa infine, Rotonda del Monte Olimpo, è quella più ostica e con meno tempo a disposizione; la cosa interessante e che se si portano a termine tutti e cinque round, compare un boss da affrontare per guadagnare ulteriori punti esperienza. Le altre modalità prevedono il Cattura la Bandiera, che ha bisogno di poche presentazioni, Disputa dei Campioni, ovvero otto giocatori che se le danno di santa ragione, ed infine Favore degli Dei a squadre di due o quattro giocatori. In quest'ultimo caso le mappe sono molto interessanti e si alternano tra quelle più o meno estese, con trappole e in movimento, e con alla fine un boss da affrontare, come il ben noto Polifemo, per la squadra che ne esce vittoriosa dall'altra. Come funziona il multilayer? Al di la del lag e del bilanciamento a lungo termine, sui quali non ci pronunciamo perché il gioco deve ancora uscire nei negozi e abbiamo dedicato la maggior parte del tempo al singolo, dobbiamo dire che ci siamo divertiti. La Prova degli Dei è assoluta continuazione per gli amanti del gioco in singolo, in coop diventa ancora più divertente, grazie al supporto della chat vocale, e bisogna magari coordinarsi un minimo per non finire il tempo a disposizione.

Il patto di sangue di Kratos

Le modalità multigiocatore classiche non lasciano gridare al miracolo, ma il sistema di progressione invita a rigiocare più e più volte per accrescere il proprio potere e diventare più competitivi. Il sistema di combattimento, inoltre, ha diverse cose interessanti da dire, quasi una sorta di morra cinese dove gli attacchi veloci col quadrato hanno sempre la meglio sui pesanti col triangolo, che a loro volta però possono rompere la difesa avversaria e diventare imparabili. Le varie abilità e mosse differenti in relazione all'alleanza scelta permettono di imbastire combo molto lunghe ed efficaci; il numero non eccessivo di avversari su schermo permette di godere le partite anche agli utenti meno smaliziati, che inoltre hanno un buon ventaglio di scelte di personalizzazione. Sia ben chiaro, siamo i primi a sostenere con forza che un titolo come God of War: Ascension meriti o meno l'acquisto grazie ad un'avventura in singolo esaltante, divertente e di grande impatto, ma dobbiamo riconoscere che il lavoro svolto dagli sviluppatori sul fronte multigiocatore è più interessante di quanto preventivato.
Su indicazione di Sony Italia e per rispettare l'embargo di pubblicazione, non ci è possibile acquisire video diretti dalla copia review del gioco e per questo motivo non potremo pubblicare una Videorecensione e una Superdiretta fino al giorno di uscita sul mercato del gioco, previsto attualmente per il 13 marzo.

Conclusioni

Multiplayer.it
9.3
Lettori (649)
8.8
Il tuo voto

A God of War: Ascension manca il senso di novità dei precedenti capitoli e non è quello che offre i migliori momenti narrativi ed epici della serie, ma è un'evoluzione piacevole, divertente, spettacolare e tecnicamente clamorosa, che merita di essere rigiocata perché è quasi impossibile metabolizzare tutto quello che il gioco "spara in faccia" in termini di gameplay e accadimenti su schermo. Un sistema di combattimento più tecnico e fluido (senza stravolgimenti) completa un quadro di tutto rispetto, mentre l'atipico multiplayer cooperativo e competitivo potrebbe catturare più di qualcuno ed estendere di concerto la longevità. È fuori discussione quindi che la nuova fatica di Santa Monica Studios sia un titolo assolutamente da giocare per tutti i fan della serie e gli appassionati del genere action adventure.

PRO

  • Tecnicamente clamoroso
  • Sistema di combattimento più fluido e dinamico
  • Il multiplayer è un'imprevista e piacevole aggiunta

CONTRO

  • Meno epico dei precedenti capitoli
  • La narrazione vive di alti e bassi
  • Un paio di boss in più non avrebbero guastato