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Orchi, maghi e guerrieri

Ritorno al fantasy degli anni 90, quale sarà stato il risultato?

RECENSIONE di Massimo Reina   —   22/04/2013

Fantasy e videogiochi sono da sempre un'accoppiata di successo. Un connubio sublimato in primis dai giochi di ruolo, e in seconda battuta dagli adventure e dai picchiaduro. In quest'ultimo caso basti pensare ai vari Soul Calibur o Toshinden e, soprattutto, ai cosiddetti beat-em-up e hack and slash che sul finire degli anni '80 e buona parte dei '90 dominarono la scena del settore, sia nei cabinati da bar che sulle console casalinghe. Questo grazie a software house come Taito e il suo Rastan (1987), SEGA con la serie Golden Axe (1989) e Capcom, che grazie all'esperienza maturata con i propri picchiaduro a scorrimento, realizzò una fortunata serie di giochi che univano ai combattimenti degli elementi tipici dei giochi di ruolo.

Orchi, maghi e guerrieri

Come dimenticare infatti i vari The King of Dragons (1991), Knights of the Round (1992), Dungeons & Dragons - Tower of Doom (1993) e Dungeons & Dragons - Shadow over Mystara (1996)? Soprattutto questi ultimi, caratterizzati già a suo tempo da un'ottima modalità di gioco cooperativa in multiplayer, rappresentano ancora oggi per il genere due fra i più degni prodotti dedicati al mondo del fantastico. Nel solco della tradizione di questa tipologia di giochi si muove Sacred Citadel, il nuovo progetto di SouthEnd Interactive per le piattaforme digitali Xbox LIVE, PlayStation Network e PC. Legato alla serie di action-GDR di Deep Silver intitolata Sacred come universo di riferimento, il prodotto è in realtà decisamente diverso da quest'ultima in termini strutturali. Il titolo in questione è infatti un hack and slash 2D a scorrimento orizzontale con elementi da gioco di ruolo, sulla falsariga, come detto, di quelli citati in apertura di articolo.

La guerra dell’Impero

Il giocatore si trova ad interpretare uno dei quattro personaggi selezionabili all'inizio dell'avventura per salvare Ancaria dall'Impero di Ashen, con la possibilità di domare cavalcature, acquisire varie abilità di combattimento e conquistare armi e tesori preziosi. A rappresentare le classi abbiamo così il tradizionale guerriero Safiri tutto forza e azione armato di enorme martello, l'abile cacciatore Ancariano con l'arco, la sciamana Khukuri e la Serafina, più propense alla magia piuttosto che allo scontro fisico (anche se non disdegnano l'uso di armi).

Orchi, maghi e guerrieri

Ogni eroe è caratterizzato da un aspetto fisico e da un suo set di abilità personali, anche se a dire il vero scegliendone uno piuttosto che un altro, una volta sul campo le differenze "tecniche" tra loro non sono poi così abissali. La stragrande maggioranza delle combo effettuabili sono praticamente identiche per tutti i personaggi, e le varianti si limitano si e no a un paio di mosse personali principalmente legate all'uso della seconda arma, di qualche magia e all'attacco speciale

Orchi, maghi e guerrieri

mappabile sul pulsante Triangolo (Y per i possessori di Xbox 360). Ogni combattente incrementa le proprie abilità (salute, difesa, destrezza e potenza degli attacchi) alla fine di ogni livello, dove in rapporto a dei bonus correlati a quanto fatto, come la quantità di danni inflitti ai nemici, l'energia fisica persa o risparmiata durante gli scontri e il tempo impiegato per completare l'area, ottiene un certo punteggio. I punti racimolati da un calcolo successivo possono essere spesi poi a proprio piacimento dal giocatore, a cui viene lasciata una certa libertà per la scelta delle caratteristiche da migliorare per prima, e quindi di personalizzazione per la sua crescita. La crescita del personaggio prevede pure l'acquisto di oggetti. In Sacred Citadel vi è la presenza di villaggi e piccoli avamposti dislocati lungo il percorso obbligatorio dell'avventura. Qui, come in un normale gioco di ruolo, in apposite bancarelle l'utente può comprare nuovi oggetti, cambiare le armi dal fabbro o sbloccare, pagando, alcune sfide. Basterà infatti parlare con alcuni appositi individui per dar vita ad una serie di competizioni da svolgere all'interno del successivo scenario, e che spaziano per esempio dallo sconfiggere una serie di nemici entro un certo lasso di tempo, all'obbligo di completare un'area senza perdere troppa salute. Le monete da raccogliere in ogni livello, dunque, non servono solo per far salire il punteggio ma trovano un impiego a loro modo credibile e stimolante.

Il DLC Jungle Hunt


Nemmeno il tempo di rilasciare il gioco originale, che Deep Silver ha reso disponibile un contenuto aggiuntivo per Sacred Citadel intitolato Jungle Hunt. Il costo? 400 punti MS o 4,99 Euro. Questo DLC mantiene ovviamente il gameplay del gioco base ma offre un capitolo totalmente nuovo della storia, con tanto di ambientazione inedita e tre livelli bonus. La trama racconta di Big Mama, il maleodorante leader dei malvagi Grimmocs, scappato nella giungla minacciosa di Ancaria con una reliquia sacra che i quattro eroi devono cercare di riprendere.

Orchi come se piovesse

Oltre che nei personaggi, nelle ambientazioni e nello sviluppo degli stessi, i riferimenti ai classici del genere si sprecano anche nel gameplay. L'avventura principale è strutturata in atti, ognuno dei quali rappresenta una porzione di mappa al cui interno poi ci sono delle sottosezioni. Queste sono ambientate in scenari variegati come miniere abbandonate, foreste, città, montagne innevate e quant'altro.

Orchi, maghi e guerrieri

Al loro interno i personaggi devono farsi largo contro i Grimmocs, orde di orchi, troll e creature di ogni genere prese a piene mani dall'universo fantasy occidentale. L'azione è generalmente frenetica nell'accezione del termine, e come nella maggior parte dei button-masher gli scontri non sono particolarmente impegnativi (tranne quelli con alcuni boss), soprattutto quando si ha la possibilità di lanciare potenti incantesimi, anche se la presenza di un buon numero di nemici sullo schermo e la possibilità di muovere i personaggi nelle tre dimensioni, talvolta concede all'utente un approccio un tantino più strategico al livello. Durante la battaglia si trovano poi oggetti che aumentano alcune abilità temporaneamente, le classiche smart bomb che possono essere lanciate utilizzando delle ampolle magiche, e anche delle armi con le quali eventualmente sostituire la seconda equipaggiata.

Orchi, maghi e guerrieri

Presenti pure degli animali cavalcabili, che cambiano l'approccio al gioco a seconda delle caratteristiche della creatura catturata dal personaggio. Sacred Citadel può essere giocato da soli oppure in multiplayer sia in locale che online fino a tre giocatori. E sulla rete tale modalità si mantiene piuttosto fluida e giocabile. Sempre via internet è inoltre possibile confrontare i propri punteggi con quello di altri giocatori sparsi per il mondo grazie a una classifica appositamente adibita allo scopo. Chiudiamo dando uno sguardo all'aspetto tecnico del videogioco. Per quanto riguarda la grafica, SouthEnd Interactive ha optato per uno stile non molto dissimile da quello di alcuni cartoni animati americani. Ne derivano quindi personaggi principali ben caratterizzati, animati discretamente e in maniera differente a seconda della stazza e della classe (la maga Serafina esegue per esempio mosse aggraziate quanto letali), scenari ben colorati e impreziositi dalla presenza di elementi animati come la neve, il fuoco o la pioggia. Qualche pecca per i nemici, poco vari a livello di design. L'audio si attesta invece su livelli normali, svolgendo adeguatamente comunque il suo "compito": le musiche che accompagnano l'azione sono classificabili come senza infamia e senza lode, non disturbano ma non esaltano, gli effetti sonori di gioco sono nella media e le poche voci utilizzate dai tecnici per i vari personaggi sono tutto sommato azzeccate.

Conclusioni

Versione testata: PlayStation 3
Digital Delivery: PlayStation Network
Prezzo: 14,99€, 1200 Microsoft Point
Multiplayer.it
7.0
Lettori (5)
3.6
Il tuo voto

Per gli amanti dei vecchi beat-em-up e degli hack and slash di stampo prettamente fantasy, Sacred Citadel potrebbe essere il gioco giusto per riassaporare appieno quel tipo di divertimento, di sensazioni offerte da un genere molto in voga negli anni '80 e '90. Pur non offrendo nessuna vera innovazione dal punto di vista della giocabilità proprio per il suo voler essere tradizionale fino in fondo, il titolo sviluppato da SouthEnd Interactive si conferma un buon esponente dei picchiaduro a scorrimento, grazie soprattutto a una giocabilità divertente, immediata e a una grafica ben fatta. Se a questo aggiungiamo una componente multigiocatore in locale e online, oltre alla possibilità di rigiocare a piacimento i vari scenari utilizzando un diverso personaggio per volta, il quadro appare più che completo. Le più grosse pecche a nostro giudizio è la durata complessiva dell'avventura, che si attesta intorno alle quattro-sei ore, e la mancanza di spunti memorabili che ne innalzino il voto.

PRO

  • Divertente e immediato
  • Gli scontri coi boss sono meno semplici di quanto possano sembrare
  • La modalità multigiocatore

CONTRO

  • Poche differenze nelle mosse dei vari personaggi
  • Trama risibile e pochi spunti memorabili
  • Nonostante la rigiocabilità, la longevità non è elevata