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Il peso dei ricordi

A caccia di ricordi con Nilin in una Parigi mozzafiato

RECENSIONE di Dario Rossi   —   03/06/2013

Remember Me, in origine Adrift, è il primo progetto della giovane casa francese Dontnod, studio che accoglie sviluppatori provenienti da Ubisoft, Criterion Studios e Quantic Dream. Nato nel 2008, il gioco ha subito una gestazione estremamente travagliata, fin quasi a rischiare la cancellazione, trovando nuova linfa (e fondi) grazie a Capcom, che ha deciso di produrlo e distribuirlo. Ambientato in una Parigi futuristica, il titolo abbraccia in pieno il filone cyberpunk con una premessa non originale, ma sempre intrigante, quella della manipolazione dei ricordi, e lo fa sfruttando una protagonista femminile di raro fascino, ironicamente la maggiore fonte di grattacapi per i programmatori. Le sorprese però non finiscono qui.

Teste vuote

2084. È un giorno come un altro nel futuro di Neo-Paris, un futuro governato dal Sensation Engine, per gli amici Sensen, un rivoluzionario impianto cerebrale che permette di scaricare e condividere i ricordi online. Posizionato sulla nuca, questo sinistro ologramma arancione simile a una valvola rende le persone come degli hard disk, avviandosi verso una disumanizzazione inesorabile. In questo caotico scenario vestiamo i panni dell'errorista Nilin, una prodigiosa cacciatrice di ricordi in grado non solo di prelevarli dal Sensen, ma anche di modificarli a piacimento. Ora però non c'è tempo per pensare a questo, perché Nilin è in grossi guai, imprigionata nella Bastiglia, la principale prigione della città, la ragazza si ritrova privata dei ricordi e in procinto di subire una poco rassicurante terapia di "riconversione". L'intervento del misterioso Edge impedisce il precipitare degli eventi, fornendo alla nostra eroina una via di fuga. Passato l'iniziale sgomento, Nilin cerca di organizzarsi per ritrovare la sua identità e scoprire i responsabili di ciò che le è accaduto. Una serie di eventi, incontri più o meno fruttuosi e una lunga serie di missioni governano il plot del gioco, fino a sfociare nell'immancabile colpo di scena finale.

Il peso dei ricordi

Botte personalizzate

Remember Me è un action in terza persona che mescola elementi diversi tra loro nel tentativo di offrire un'esperienza volutamente confusionaria, tanto che lo stesso gioco sembra un ricordo distorto innestato nel cervello di qualcuno. Molto forte si rivela la vocazione verso il platform, con parti che ricordano a più riprese sia i vari Assassin's Creed, Tomb Raider e Uncharted. Nilin si muove agilmente tra le insegne al neon e le finestre, calandosi con la grazia di una gattina dai cornicioni, ma presenta anche una indole da vera guerriera, particolarmente utile considerando gli innumerevoli combattimenti che la vedono coinvolta. La multinazionale creatrice del Sensen, denominata MEMORIZE, ha allestito una milizia di soldati super tecnologici, i SABRE, che rappresentano i nemici principali del gioco e vengono supportati da micidiali droni. Come se non bastasse ci troviamo ad affrontare anche gli inquietanti Leapers, mutanti e barboni reietti impazziti a seguito di un rigetto del Sensen e che dominano i bassifondi della città.

Il peso dei ricordi

Questi spiacevoli incontri si traducono in sezioni di combattimento sempre più complesse e caratterizzate da un sistema di combo personalizzabile. Il giocatore è in grado di assegnare liberamente su ognuno dei tasti che compongono le combo quattro serie di abilità, chiamate Pressens, che garantiscono una serie di bonus aggiuntivi in battaglia. Questi riguardano sia la capacità di curarsi, sferrare colpi potenti o aumentare l'effetto della catena. L'idea è davvero innovativa, perché permette di elaborare strategie diverse a seconda che si prediliga un approccio difensivo o di puro attacco. A questi aggiungiamo i fondamentali attacchi speciali, che possono essere eseguiti attraverso una ghiera richiamata con il grilletto sinistro. Questi spaziano da micidiali bombe logiche, feroci scariche di colpi e la possibilità di sabotare i droidi di supporto, in maniera che si rivoltino contro i loro stessi padroni. Per ultimo Nilin può interagire con il connettore Sensen dei nemici una volta che hanno ricevuto una dose sufficiente di colpi, in maniera da dargli il colpo di grazia. Gli attacchi avversari vengono invece evitati attraverso un'apposita mossa da effettuare alla vista del punto esclamativo sopra il nemici, in maniera del tutto analoga ai Batman di Rocksteady Studios, titoli dai quali Dontnod palesemente si ispira. L'utilizzo delle mosse speciali è particolarmente risolutivo negli scontri contro i boss, lunghi ed estenuanti.

Il peso dei ricordi

Remixare, che passione!

Ma Remember Me non è solo salti e arti marziali: i programmatori hanno inserito fasi stealth in cui dobbiamo evitare droidi da ricognizione, e altre dove ci ritroviamo ad affrontare una serie di enigmi ambientali. Tra la necessità di spostare oggetti o bypassare terminali grazie ai poteri racchiusi nel guanto di Nilin, si distinguono alcune parti in cui è necessario assimilare i ricordi altrui per proseguire. In questo caso vediamo sovrapposte a schermo immagini olografiche che ripetono in loop sequenze precalcolate, come l'apertura di porte chiuse o il superamento di trappole micidiali, che servono da guida per l'azione da intraprendere.

Il peso dei ricordi

L'aggiunta più bizzarra è però rappresentata dal remix dei ricordi, una caratteristica abbondantemente sbandierata dal direttore del gioco Jean-Max Moris e che evidenzia i legami dello studio di sviluppo con Heavy Rain. Si tratta sostanzialmente di sequenze che Nilin deve alterare per cambiare il corso degli eventi. Tali sequenze sono veri e propri cortometraggi costruiti con il motore di gioco, con la possibilità di essere riavvolti in qualsiasi momento tramite la levetta analogica, proprio come fosse un film. Lo scopo è quello di alterare particolari del ricordo per modificarne l'esito, giusto per fare un esempio dobbiamo impedire a una cacciatrice di taglie di ucciderci o indurre al suicidio la nostra vittima, facendogli credere di aver assassinato la moglie. Purtroppo è impossibile spingersi oltre sui dettagli per non rovinare la sorpresa, ma l'esperimento si rivela molto stimolante, creativo e decisamente originale, anche se un po' slegato dal resto. Siamo riusciti addirittura ad ottenere un obiettivo raggiungendo un esito del ricordo non previsto come ottimale. Peccato per il loro numero esiguo: avremmo gradito un approfondimento maggiormente integrato con il gioco base, che nonostante queste piacevoli parentesi rimane ancorato a meccaniche ormai consolidate sul mercato.

Il peso dei ricordi

Follia digitale

Graficamente Dontnod riesce a dipingere un universo cyberpunk affascinante che denota il tipico gusto europeo: il lavoro sui costumi e le ambientazioni è a dir poco sontuoso e focalizzato al massimo sull'affascinante protagonista, ma anche tutto il resto denota una cura notevole. L'Unreal Engine è sempre una garanzia in termini qualitativi e garantisce texture definite, un elevato carico poligonale e cromatismi ricchi, un po' meno le animazioni. La confidenza del team di sviluppo a ogni modo è quasi impressionante e porta una resa del tutto priva di rallentamenti o tearing, con un framerate ancorato ai trenta fotogrammi al secondo e un'ottima pulizia video, ma la parte del leone è rappresentata dal sonoro.

Il peso dei ricordi

Il musicista Olivier Deriviére ha sfornato un vero capolavoro visionario che farà scuola, con una prevalenza di parti sinfoniche arricchite da sessioni elettroniche e dissonanze che entrano in loop come malsani virus. L'audio è totalmente sincronizzato con l'azione per dare l'idea della supremazia del codice binario sulla realtà, mentre l'irriconoscibile tema principale viene suonato interamente solo alla fine del gioco. Il gioco è completamente localizzato in un italiano di buona qualità, anche se il numero di doppiatori non è certo eclatante. Decisamente gradevole anche la scelta cromatica, che predilige la tonalità bianco e arancio per ottenere un contrasto alienante tra la pulizia asettica dei quartieri alti di Neo-Parigi (o la stessa Bastiglia), contrapposta al degrado dei bassifondi. Peccato che la storia non riesca a rendere giustizia alla resa visiva, risultando piuttosto confusa e non molto ben narrata, considerando la penuria di cutscene e i dialoghi non proprio brillanti. La maggior parte degli elementi vengono poi forniti nelle sequenze di caricamento tra i capitoli di gioco, compromettendo il tessuto narrativo. Gli sviluppatori hanno dichiarato di essersi ispirati a George Orwell per la storia, ma a conti fatti sono ravvisabili molti più legami con Ghost in the Shell di Masamune Shirow.

Obiettivi Xbox 360

Remember Me presenta 50 obiettivi per un totale di 1000 punti giocatore; concludere l'avventura ve ne farà guadagnare poco più di 200, il resto richiede il ritrovamento dei collezionabili o l'esecuzione di determinate azioni, come realizzare una combo composta da 17 Pressens. Il più esilarante è quello che si ottiene dopo essere stati uccisi cinque volte dai droni da ricognizione, eventualità tutt'altro che rara, che vi porterà 30 ambiti punti. Non tutto il male viene per nuocere!

Dov'è il problema?

Come abbiamo già detto tra le righe della recensione, Remember Me non è un prodotto innovativo, forse per venire incontro alle esigenze di mercato: il gioco segue in maniera abbastanza canonica una struttura consolidata, alternando le fasi platform con i combattimenti per tutta la sua durata. Gli innesti stealth e i puzzle ambientali sono semplici congiunzioni per conferire varietà alla formula, sebbene piuttosto brillanti, soprattutto i secondi che richiedono un minimo di ragionamento per essere superati. Il problema sostanzialmente è proprio l'esecuzione di quella che possiamo considerare come l'ossatura principale. I combattimenti non riescono ad evolversi come in altri esponenti del genere, risultando ripetitivi e talvolta frustranti.

Il peso dei ricordi

Anche se le abilità speciali vengono acquisite gradualmente attraverso i punti esperienza non si avverte mai una reale crescita delle proprie capacità, in quanto il gioco non fa altro che alternare nemici che richiedono pattern diversi per indurre all'errore, o che rompono continuamente le catene circondando Nilin. La varietà degli avversari è poi molto limitata, in sostanza si tratta di variazioni di colore dello steso modello di soldato SABRE, i droidi e i reietti, cambia solo il modo in cui combatterli. Le fasi platform seguono una linea analoga, oscillando tra l'elementare e il farraginoso, col secondo caso che sfocia spesso e volentieri in eccessi da "trial & error". Insomma, Remember Me è indubbiamente un titolo impegnativo, ma la curva di difficoltà è più legata alla lunaticità del game design piuttosto che alle abilità del giocatore. I livelli sono molto lineari e non c'è modo di ritornare nelle vecchie zone visitate, ma è possibile rigiocare gli episodi singolarmente per il ritrovamento degli oggetti collezionabili, presenti in grande quantità, che permettono di sbloccare gallerie 3D e gli immancabili obiettivi. L'avventura presenta una durata adeguata, assestandosi tra le otto e le dieci ore, ma non sono presenti modalità aggiuntive né online per allungare la vita del prodotto.

Conclusioni

Versione testata: Xbox 360
Multiplayer.it
6.9
Lettori (68)
8.0
Il tuo voto

Remember Me è un prodotto che dimostra continuamente come lo sforzo profuso nella creazione di un mondo affascinante e credibile ha tolto spazio a tutto il resto. Ci sono diverse idee apprezzabili, come quella delle sezioni dedicate ai ricordi, davvero innovative ma esigue in numero e totalmente slegate dal resto. La maggior parte del tempo di gioco viene speso in sezioni qualitativamente altalenanti e lineari al limite della schematicità. Nonostante la trovata delle combo personalizzate, che potrebbe creare un nuovo corso, la realizzazione dei combattimenti non tiene il passo dei migliori esponenti del genere, mentre l'indubbio fascino della protagonista non riesce a sorreggere da solo una storia confusa e tutt'altro che memorabile. È un vero peccato, perché il gioco di Dontnod vanta una realizzazione tecnica e artistica di primo livello, ma purtroppo l'abito non fa il monaco.

PRO

  • Tante belle idee
  • Le sequenze remixate si fanno notare
  • Splendido sia dal punto di vista tecnico che artistico

CONTRO

  • Combattimenti monotoni e stancanti
  • Sezioni platform approssimative
  • Estremamente lineare

Un mondo affascinante e credibile che ha tolto spazio al gameplay