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The Swapper, recensione

Può un puzzle platform game portare il videogiocatore a riflettere su se stesso?

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   20/06/2013

Se volessimo tentare di descrivere The Swapper con una sola parola, lo definiremmo sicuramente coraggioso. Potendo aggiungerne un'altra, parleremmo di spregiudicatezza. Facepalm Games, lo studio di sviluppo che lo ha realizzato, ha scelto di non scendere a compromessi lavorando con enorme rigore e creatività per far collimare le meccaniche di gioco con il lato narrativo, scegliendo contemporaneamente di affrontare temi profondi senza stare troppo a pensare al mercato.

The Swapper, recensione

Il risultato è che sullo schermo ci ritroviamo con qualcosa di completamente diverso da ciò che ci aspettavamo. The Swapper fornisce al giocatore due strumenti che rappresentano il core del gameplay: un clonatore da polso e lo Swapper che dà il titolo al gioco. Il primo è un apparecchio che serve per creare dei cloni del protagonista. Massimo se ne possono generare quattro che seguono i nostri movimenti in tutto e per tutto. I cloni sono creabili entro il campo visivo del personaggio, ma non dietro i vari ostacoli. Così non è possibile plasmarne uno dietro a un muro, dove magari c'è un pulsante da premere, ma bisogna trovare il modo di aggirare il problema partendo da un'altra posizione in vista. I cloni possono essere facilmente riassorbiti: basta toccarli per vederli letteralmente svanire. Nel caso in cui vengano lasciati indietro o rimangano intrappolati da qualche parte, muoiono. Il secondo strumento, lo Swapper, è anche quello più interessante da usare: permette di spostare l'anima da un corpo a un altro. Lo definiamo il più interessante perché è intorno ad esso che il gioco detta i suoi temi e l'asse narrativo, costruito con mezzi molto semplici, soprattutto testuali, inizia a estendersi fino allo splendido finale (di cui, ovviamente, non vi diremo nulla). Il gameplay diventa così un modo per riflettere sull'anima e sulla sua esistenza, su cosa comporta poter "cambiare corpo" e sulle conseguenze della morte dei cloni e il loro essere comunque parte di un tutto, che andrà irrimediabilmente perduto con l'avanzare della storia.

Frammenti d'anima

I quesiti filosofici aperti dal gioco si incastonano in un mondo fantascientifico, la stazione Theseus, costruito come se fosse un immenso ventre: spazi chiusi e oscuri che sembrano abbandonati da millenni, dove comunque i segni del passaggio degli esseri umani sono ben visibili (anzi, immanenti).

The Swapper, recensione

Lo scenario in sé comunica una certa inquietudine, che accresce e magnifica il senso di oppressione creato dalla trama. Sarà per lo stile visivo (ogni livello è stato prima costruito con la plastilina e materiali reali, per poi essere riprodotto in gioco), oppure per l'accorto uso della musica e degli effetti sonori, ma è innegabile che The Swapper riesca a catturare il giocatore nelle sue spire, coinvolgendolo senza per questo regalargli facili vie di fuga o situazioni telefonate. È qui che abbiamo visto la spregiudicatezza e il coraggio degli sviluppatori di cui parlavamo sopra: in questo essere riusciti a creare un'opera personale e narrativamente potente intorno al gameplay, senza la necessità di spendere miliardi in sequenze filmate o scriptate (che poi sono più o meno la stessa cosa realizzata con mezzi diversi) o altre soluzioni amene. Sfidiamo chiunque a mettere The Swapper a confronto con i più ricchi titoli "story driven" tripla A per vedere quale riesca a sconvolgere il giocatore allo stesso modo senza dargli nessuna via di fuga.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
  • Processore Intel Core i7-3770K @ 3.50GHz
  • 16 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX680
  • Sistema operativo Windows 8

Requisiti minimi

  • Sistema operativo: Windows XP (SP3)
  • Processore: Dual Core CPU (2.2+ GHz Dual Core CPU o superiore)
  • RAM: 1 GB
  • Scheda video: serie GeForce 8800 o Radeon HD4800 con 512MB di memoria
  • Spazio su disco: 1GB
  • DirectX: 9.0c
  • Varie: Non supporta gli apparecchi con chip grafici Intel HD

Puzzle e struttura di gioco

È vero che ci troviamo di fronte a un puzzle platform game con puzzle asincroni ed è vero anche che l'apparente struttura alla Metroidvania è solo, appunto, apparente, e che l'esplorazione del mondo procede in modo lineare e senza dover continuamente tornare sui propri passi.

The Swapper, recensione

In realtà è possibile tornare indietro se non si è completata un'area, ma non si hanno mai nuovi poteri da usare e, al massimo, si possono risolvere i puzzle lasciati indietro sfruttando le conoscenze acquisite. Ammettiamo anche che alcuni puzzle sono piuttosto facili (ad esempio per superare un baratro basta costruire un clone dall'altro lato e poi usare lo Swapper per spostare l'anima), anche se nella seconda metà del gioco le cose si complicano parecchio e ci sono varie stanze che richiedono diverso tempo per essere domate. Soprattutto quando entrano in campo in modo massiccio le luci, alcune delle quali impediscono la creazione di cloni, altre l'uso dello Swapper e altre ancora l'uso di entrambi gli apparecchi, bisogna iniziare a pensare parecchio per sbrogliare la matassa. Ci sono anche altri ostacoli da tenere in considerazione, come la gravità che si applica diversamente a ogni clone creando diversi grattacapi, ma in generale si va avanti spediti senza rimanere bloccati troppo a lungo. Ecco, forse se c'è un difetto di The Swapper è che non sfrutta fino in fondo i suoi mezzi per creare maggiori difficoltà al giocatore. Va anche detto però che rimanendo fermi troppo tempo ci si troverebbe fuori dalla storia, che richiede invece continuità per essere compresa appieno. Insomma, anche la scarsa difficoltà sembra voluta per non spezzare la narrazione e renderla centrale nell'esperienza di gioco.

Conclusioni

Multiplayer.it
9.0
Lettori (30)
8.2
Il tuo voto

The Swapper richiede partecipazione in più di un senso. Può essere giocato come un mero puzzle platform game, ma sappiate che se è solo questo che cercate in giro c'è di meglio, oppure può essere affrontato per quello che è, lasciandosi trasportare dalla sua costruzione narrativa e accettando il fatto che alcuni concetti, non solo i puzzle, richiedano una buona capacità interpretativa per essere compresi. Fortunatamente i ragazzi di Facepalm, pur esprimendo il loro punto di vista, hanno cercato di non chiudere i temi, ma hanno lasciato aperte molte questioni, lasciando ai videogiocatori più intraprendenti l'onere e il piacere di esplorarli. Ovviamente se siete tra quelli che amano la pappa pronta, ossia che qualcuno vi conduca per mano dall'inizio alla fine spiegandogli tutto, allora lasciate perdere perché rischiate di rimanere delusi. Tutti gli altri troveranno una gemma che rimarrà sicuramente nel loro cuore di videogiocatori.

PRO

  • Trama profonda
  • Gameplay costruito intorno alla narrazione
  • Stilisticamente eccezionale

CONTRO

  • Un po' corto

Quante anime ha un essere umano? Cosa comporta clonare se stessi?