Finalmente Ouya. Dopo un anno passato ad aspettare l'arrivo della console Android, i backer del progetto su Kickstarter hanno ricevuto negli ultimi mesi la loro unità, seguiti da tutti gli altri comuni mortali che hanno potuto godere dell'uscita di Ouya sul mercato, avvenuta lo scorso
25 giugno. Una console seguita a lungo e con curiosità dal pubblico di videogiocatori, per più di un motivo: in primis, lo straordinario successo da essa ottenuto sulla piattaforma di crowdfunding, al punto da raggiungere la ragguardevole cifra di oltre 8,5 milioni di dollari raccolti a fronte dei 950.000 richiesti inizialmente. Chiusasi il 9 agosto 2012, la campagna di Ouya su Kickstarter è diventata uno dei principali simboli del sito, preso d'assalto anche dagli altri sviluppatori, anticipando una vera e propria rivoluzione. Già, perché l'uscita di una console Android libera, senza DRM e con contatto diretto tra sviluppatori e pubblico non poteva essere vista in modo diverso, considerata l'ambiziosa promessa di "liberare" gli spiriti dei videogiocatori un po' meno convenzionali dal giogo di società come Microsoft, Nintendo e Sony, oltre a tutta la schiera di publisher. L'entusiasmo sollevatosi su Kickstarter è dunque da ricercare proprio in ciò che Ouya ha rappresentato sin dalla sua presentazione, confortato dalla presenza di veterani del settore videoludico nel team, come il boss del progetto Julie Uhrman. Dopo avere un po' contrariato la mandata finale di backer (tra cui chi scrive), che hanno ricevuto Ouya successivamente alla sua uscita sul mercato quando avrebbero dovuto mettere le mani su di essa in anteprima, il team spera ora che la console possa bissare successo ed entusiasmo ottenuti in fase di finanziamento.
Confezione e design
La scatola della versione di Ouya inviata ai backer si presenta in modo diverso da quella retail, piuttosto minimalista con elementi tutti di colore nero. Una volta fatto scorrere il cartone che fa da involucro e aver letto la commovente scritta
"Thank you for believing", troviamo la console e il primo pad (gli eventuali controller aggiuntivi sono stati spediti a parte, singolarmente) in bella mostra sulla plastica interna. La dotazione aggiuntiva comprende ovviamente un cavo di alimentazione, più uno striminzito libretto d'istruzioni e un cavo HDMI, che i creatori di Ouya hanno ben pensato di aggiungere nella confezione. Un cavo po' corto per la verità, soprattutto se la console è destinata a finire nel vostro salotto tra il groviglio di tutte le altre che già possedete. Una volta presa in mano, Ouya fa sfoggio del lavoro di design compiuto da Yves Béhar (uno piuttosto famoso nel suo campo), mostrandosi elegante anche nelle sue finiture in plastica, ma soprattutto compatta nei suoi 75 mm misurati nei vari lati che compongono la sua forma, paragonabile a quella di un cubo di Rubik. Ottimo anche il peso di 300 g, che vi permetterà insieme alle dimensioni ridotte di mettere la console praticamente in qualsiasi posto vogliate, anche nel caso in cui, come dicevamo, il vostro salotto sia già bello affollato. Il controller di Ouya è alimentato da 2 batterie AA poste sotto altrettanti pannelli sul lato frontale, si presenta in una forma abbastanza convenzionale, con un design ereditato principalmente da quello del collega in dotazione a Xbox 360. Lo stick analogico sinistro si trova quindi più in alto e spostato verso l'esterno rispetto a quello destro, per fare spazio a una croce direzionale a 8 punti. Il numero di pulsanti segue la tradizione ormai consolidata nell'industria, con 8 tasti distribuiti in numero uguale tra fronte e dorso: per questi ultimi, la disposizione è quella classica a rombo, con simboli e lettere rimpiazzati dalle O, U, Y e A che compongono il nome della console. Nonostante il lavoro svolto dal team di Ouya per limare le imprecisioni del controller, come quella dei tasti che restavano bloccati una volta premuti (soprattutto la O), il pad è nel complesso paragonabile a quelli che per altre console definiremmo low-cost: sia in termini d'impugnatura, sia di feedback fisico dei vari elementi, non soddisfa pienamente. L'acquisto di un secondo controller è dunque sconsigliato, alla luce del fatto che siamo di fronte a una console Android che fa uso di Bluetooth e offre quindi la possibilità di usare anche joypad come quelli di PlayStation 3 e Xbox 360, per i quali sono già presenti su Internet guide passo-passo.
Caratteristiche e prestazioni
Dal punto di vista della componentistica nuda e cruda, nel cubo di Ouya è presente un chipset Nvidia Tegra 3 T33, ultimo modello della sua generazione. La CPU è una 1.7 GHz Quad-Core ARM Cortex-A9,
accompagnata da 1 GB di RAM DDR3. Lo spazio d'immagazzinamento è offerto da una memoria flash interna da 8 GB, mentre le uscite comprendono un'unica porta USB 2.0, una Micro USB per collegare la console al PC e le porte Ethernet e HDMI. Con l'arrivo dei dispositivi dotati di Tegra 4 ormai imminente, dal punto di vista tecnico Ouya è quindi praticamente già obsoleta: inutile perdersi in giri di parole, visto che su questo argomento il team è stato più che chiaro, anticipando la possibilità di aggiornamenti anche per quanto riguarda l'hardware, come del resto avviene per il resto di dispositivi Android presenti sul mercato. Qualcosina in più poteva forse essere fatto comunque, considerando che i componenti di Ouya sono praticamente quelli presenti su smartphone e tablet di ultima generazione, spesso e volentieri dotati anch'essi di uscita HDMI per la connessione al televisore. In base all'esperienza coi primi giochi provati, Ouya si dimostra al pari dei tablet che montano lo stesso tipo di chipset, andando in difficoltà solo con la presenza di numerosi elementi 3D. Del totale di memoria interna sopra citato, il residuo disponibile si riduce a circa 5 GB: comunque sufficiente anche in caso di download compulsivo sullo store della console, visto che giochi e applicazioni in generale non occupano tanto spazio. Le ventole presenti nel dispositivo fanno abbastanza bene il loro dovere, permettendo a Ouya di scaldarsi dopo un'intensa sessione di gioco ma mai a livelli preoccupanti.
Ouya non è ancora la rivoluzione annunciata, ma la console Android ha dell'indubbio potenziale
Software e giochi
La versione Android installata su Ouya è la 4.1 Jelly Bean, resa praticamente irriconoscibile però dal lavoro degli sviluppatori. Appena accesa la console e ricevuto un "OUYA" in segno saluto,
la console ci mette davanti al suo menu essenziale, composto da 4 voci principali. La prima, Play, permette di accedere all'elenco di tutti i giochi installati, dal quale lanciarli o rimuoverli per liberare spazio sulla memoria. Discover è invece il portale d'accesso al marketplace di Ouya, per consultare la lista di applicazioni disponibili: oltre a una ricerca diretta, sono presenti anche alcune "playlist", come quella scelta dal team di Ouya e l'immancabile elenco di titoli particolarmente gettonati dalla comunità di giocatori. Il menu Make permette di usare il browser, accedere agli strumenti per gli sviluppatori (il Development Kit è facilmente reperibile), ma soprattutto caricare applicazioni in side-load, estendendo così le applicazioni a disposizione sulla propria console, che purtroppo per scelta del team non può godere del supporto a Google Play. Lo stesso software di navigazione in dotazione può essere usato per effettuare il download dell'APK di turno, caricandolo sulla memoria esterna per poi installarlo seguendo la relativa procedura. Il menu Manage, infine, permette di avere accesso a tutte le impostazioni di Ouya, consentendo il reset alle condizioni di fabbrica e la configurazione di altri elementi, come i controller collegati, la rete wireless e così via. Si tratta di fatto della sezione del software di sistema maggiormente vicina ad Android base, i quali utenti si troveranno quindi a proprio agio. Per quanto riguarda i giochi, il team di Ouya conta attualmente sul sito ufficiale oltre 200 titoli, numero destinato a espandersi ulteriormente con le promesse effettuate da sviluppatori e publisher, con alcune società come Square-Enix e Sega in prima fila nel voler supportare la console Android. Non a caso, tra i titoli di lancio troviamo anche Final Fantasy III, insieme ad altri giochi già disponibili per altri dispositivi come smartphone e tablet: la maggioranza, a dire la verità, visto che le esclusive Ouya almeno per ora sono piuttosto poche. La situazione è comunque migliorata con l'arrivo della console sul mercato, al quale ha coinciso l'arrivo di quello che è attualmente il gioco in cima alle preferenze: TowerFall. Si tratta di un gioco simile a Super Smash Bros. nelle dinamiche, giocabile in modalità multiplayer locale di tipo competitivo; proprio quella dei party game sembra essere la strada primaria intrapresa da Ouya, vista la presenza di un altro titolo particolarmente gradito alle masse come BombSquad. Da segnalare anche Hidden in Plain Sight, una sorta di Assassin's Creed in multiplayer, ma in 2D. Discorso a parte lo meritano poi gli emulatori, presenti in numero abbastanza elevato e supportati ufficialmente per rendere Ouya potenzialmente anche una macchina perfetta per il retrogaming: è già possibile scaricare e installare alcune versioni dei vari software di emulazione realizzate ad hoc, con le quali caricare e giocare eventuali ROM in proprio possesso attraverso l'uso di una chiavetta USB.
In conclusione
Quello di Ouya è evidentemente un cantiere in divenire, che allo stato attuale delle cose mostra tante potenzialità, di fronte a quella che è però poca carne al fuoco. Al di là dei legittimi dubbi sulla longevità dell'ecosistema concepito da Julie Uhrman e dal suo staff, attualmente i titoli per cui valga la pena effettuare l'acquisto di Ouya sono davvero pochi, e anche il fatto che la console costi solo 99$ perde la sua forza, dopo aver preso in considerazione che a una somma di poco superiore è possibile portarsi a casa una delle console più blasonate. Per i cosiddetti smanettoni, per chi ama l'emulazione e per chi vuole un modo per prendersi una pausa dal mercato mainstream che ben conosciamo, esplorando idee e giochi, Ouya può essere già una soluzione valida. Tutti gli altri faranno probabilmente bene a rinviare la decisione di qualche tempo, in attesa di capire come si metterà effettivamente la situazione.