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Il ritorno dell'armadillo del West

Dillon e Scott tornano dopo un anno a combattere gli odiosi mostri di pietra, ma questa volta non saranno soli...

RECENSIONE di Giovanni Polito   —   17/07/2013

Dopo il discreto successo del primo episodio, viziato da innegabili problemi di bilanciamento, il rude armadillo Dillon e il suo loquace aiutante Scott lo scoiattolo sono costretti a tornare in azione a causa di un nuovo, devastante attacco dei famigerati Grocks. Ghiotti di "mangiolini", una specie di suini albini che si nutrono di mangiolie, queste creature provenienti dalle viscere della terra attaccano senza un apparente criterio villaggi e fattorie sparse per il mondo di gioco. Già dopo il primo livello però, in Dillon's Rolling Western: The Last Ranger si scoprirà che questa volta un criterio esiste, ed è particolarmente fastidioso: obbiettivo dei mostri è infatti la ferrovia che attraversa i principali villaggi, trasportando i rifornimenti. Bloccare quel treno significa dunque, di fatto, affamare intere popolazioni.

Dillon's Rolling Western: The Last Ranger è un seguito che non corregge i difetti del predecessore

Ai cancelli!

La struttura di gioco di questo seguito resta dunque sostanzialmente invariata, basandosi sulle collaudate meccaniche di un tower defence con l'anima action; i Grocks infatti si muovono soltanto lungo sentieri prestabiliti e quindi, in teoria, sarebbe possibile organizzare e pianificare per bene la difesa.

Il ritorno dell'armadillo del West

In pratica però, la velocità e il numero dei mostri costringerà il coraggioso armadillo a furiosi rotolamenti per tutta la mappa di gioco, alla ricerca del nemico più vicino ai cancelli del villaggio. Esattamente come nel primo episodio, la fase esplorativa prima della battaglia serve ad accumulare risorse (essenzialmente minerali dalle miniere e mangiolie per incrementare i mangiolini); al termine della raccolta, un veloce rientro al villaggio permette di convertire i materiali o venderli. A livello strategico la prima, fondamentale opera da realizzare è il rinforzo per i cancelli, visto che una volta arrivati all'ingresso i mostri impiegheranno davvero poco a sfondarli; altrettanto importanti le torri di rilevamento, non fornite di armi ma utili per localizzare subito i Grocks. Purtroppo risultano poco funzionali proprio le torrette armate, piazzate in luoghi non sempre utili e dalla gestione quanto meno discutibile: i fucili infatti servono solo alla difesa della torre stessa, i mitragliatori hanno una portata media ma non sono particolarmente efficaci mentre i cannoni, devastanti, sono lentissimi nella ricarica. Il corpo a corpo costituisce dunque il metodo principale per la lotta e Dillon, grazie ai soldi ricavati dalle vendite degli oggetti trovati e dai compensi per le missioni superate, può acquistare potenziamenti e armi da indossare direttamente. Gli aculei sulla "corazza" ad esempio aggiungono potenza distruttiva all'attacco rotante, così come i guanti di livello più alto rendono le "artigliate" sempre più efficaci (ma, dal livello 2 in poi, i potenziamenti sono soggetti ad usura e rottura). I cristalli esplosivi e congelanti fungono invece da bombe e da "rallentamenti" per i Grocks presenti nell'area di influenza. Lo scontro vero e proprio avviene però non con il Grock intero ma con tanti piccoli cloni all'interno di un'arena, da attaccare rotolando e usando lo stilo come una sorta di elastico virtuale. Sebbene il livello generale di difficoltà si mantenga piuttosto alto, il sistema permette, dopo il primo "Game Over", di aumentare le risorse disponibili sin dall'inizio, facilitando acquisti e potenziamenti.

Il ritorno dell'armadillo del West

L'effetto 3D

Tranquillamente evitabile, l'effetto tridimensionale non aggiunge nulla di interessante all'impatto visivo ma soprattutto, durante gli scontri, potrebbe provocare grossi fastidi; il consiglio è di disattivarlo, quanto meno nelle scene più concitate.

Meglio male accompagnati che soli!

L'unica forse vera novità presente in Dillon's Rolling Western: The Last Ranger è dunque la possibilità, in alcuni livelli, di affrontare la battaglia non da soli ma con un compagno, reclutato nel saloon del villaggio (che funge da base e ricovero).

Il ritorno dell'armadillo del West

In una prima fase il "nuovo acquisto" (tre se ne incontreranno nel corso dell'avventura: Gallow, Bearboom e Nomad) si dimostra veramente utile, visto che è possibile ordinargli di compiere le azioni più noiose, come la raccolta dei minerali o delle mangiolie. Una volta iniziata la vera e propria aggressione, il partner parteciperà attivamente alla lotta, recuperando in certi casi la partita. Tuttavia, non sempre quello che sembra positivo all'inizio si mantiene tale per sempre e il lettore, se interessato, avrà modo di scoprire alcuni colpi di scena che qui preferiamo non svelare. Fanno la comparsa anche le prime piccole battaglie contro i boss, strutturate come i vecchi duelli del far west, belle da vedere ma non ben ottimizzate, almeno nel nostro caso, con il touchscreen resistivo di 3DS. Dal punto di vista tecnico nulla di nuovo sotto il sole: il risultato è sempre gradevole, privo di cali di frame rate ma anche lontano anni luce da dettagli ultradefiniti e texture in HD. Quella che funziona bene però è l'atmosfera, un misto tra il serio di alcuni dialoghi e il faceto degli animali antropomorfi, ispirata ai film di Clint Eastwood della prima ora.

Conclusioni

Versione testata: 3DS
Digital Delivery: Nintendo eShop
Prezzo: 9,99€
Multiplayer.it
6.8
Lettori (5)
7.7
Il tuo voto

Dillon's Rolling Western: The Last Ranger rientra alla lettera nella non tanto lusinghiera definizione di "more of the same", nel senso che è identico al predecessore, con pochissime cose in più. Come conseguenza, l'acquisto è consigliato a chi ha divorato il primo episodio e sente la mancanza delle avventure di Dillon e Scott; per tutti gli altri, nonostante il prezzo budget, restano criticità non di poco conto, come il bilanciamento e la ripetitività di fondo.

PRO

  • Una originale combinazione tra action e tower defence
  • Il potenziamento di Dillon è in teoria ampio
  • Comunque molto longevo e impegnativo

CONTRO

  • Poche novità rispetto al prequel
  • La struttura di gioco impedisce potenziamenti organici
  • Difficoltà calibrata male