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Cacciatori di teste

La nostra recensione del nuovo titolo di Suda 51; Mondo Zappa ci aspetta!

RECENSIONE di Dario Rossi   —   27/08/2013

Ultima follia partorita dalla fervida mente di Gouchi Suda, in arte Suda 51, Killer is Dead recupera - non solo nel nome - le coordinate di Killer7, passando per il recente No More Heroes. Alla stessa maniera il gioco presenta un'estetica in cel shading dal taglio fortemente autoriale, inequivocabilmente giapponese nell'indole, ma anche ispirato al cinema e la letteratura occidentale. Per esempio è impossibile non avvertire diverse analogie con le opere di Quentin Tarantino, che a sua volta ironicamente si ispira all'oriente, creando una fusione culturale di indubbio fascino. Il personaggio principale ha un nome che da solo è già tutto un programma: Mondo Zappa. Ma siamo solo all'inizio, visto che l'aitante giovanotto si presenta addirittura con un braccio bionico e nessun ricordo del proprio passato.

Cacciatori di teste

L'unico punto fermo per Mondo è la sua incredibile abilità con la katana, un talento che lo porta ad essere assunto in un'agenzia decisamente particolare, in quanto incaricata di effettuare esecuzioni su commissione. La campagna del gioco è divisa in tredici capitoli strutturati come cortometraggi, in ognuno l'agenzia viene contattata da vari e facoltosi clienti che forniscono i dati sulle vittime designate. Non aspettatevi niente di convenzionale; tra gli obiettivi troveremo un ladro di orecchie, un misterioso uomo che vive nella faccia oscura della Luna, un monaco protetto dallo spirito di una tigre, e così via. Mondo alla fine di ogni capitolo consegna la testa della vittima al cliente, provocando effetti più o meno esilaranti che vi lasciamo il piacere di scoprire da soli. Ma c'è anche spazio per una linea narrativa maggiormente seriosa, che si fa lentamente strada tra questi episodi improbabili, raccontando il passato del nostro personaggio con una formula che abbiamo trovato molto simile a quella di Cowboy Bebop. Le analogie con l'opera di Shinichiro Watanabe non si fermano qui, visto che tutti i personaggi dell'agenzia presentano legami più o meno evidenti, a partire dal boss di colore con innesti cibernetici, la bellona di turno e la ragazzina scanzonata.

È dura essere un duro

Killer is Dead è il tipico action slasher di stampo giapponese: visuale in terza persona, combattimenti a profusione e ritmi sostenuti, il tutto ancorato a un sistema di combattimento che fa della semplicità la propria bandiera. Lo sviluppo ha portato a un titolo molto conciso, quasi interamente focalizzato sugli scontri all'arma bianca, ma con una serie di defezioni piuttosto significative. Una di queste è l'impossibilità di saltare, un fattore che riduce non poco la varietà delle fasi di distensione, comunque presenti, ed eliminando qualsiasi traccia di elementi platform. C'è da dire che anche nell'ottica del puro combattimento ci è mancato non poter colpire i nemici con attacchi aerei o a mezz'aria, inanellando combo devastanti in puro stile Devil May Cry.

Cacciatori di teste

Fortunatamente i programmatori hanno lavorato alacremente sulle basi, attingendo più di un'idea da Bayonetta di Platinum Games, nella fattispecie nelle mosse di evasione e relativi contrattacchi. Mondo possiede due mosse offensive, la prima è affidata alla sua katana e rappresenta il colpo principale, mentre la seconda è un colpo effettuato col braccio bionico con lo scopo di spezzare la difesa nemica. Lo stesso braccio è in grado di sparare colpi a distanza, caratteristica che si rivela utile sia contro i plateali boss che per sbaragliare i nemici più distanti. Lo spettacolo però inizia solo dopo aver scatenato l'Adrenaline Rush, una serie di devastanti mosse speciali attivabili con il grilletto destro. Questi colpi utilizzano i poteri oscuri di Mondo e possono essere eseguiti consumando una quantità di sangue, rappresentato in un apposita barra, che può essere recuperato uccidendo i nemici. I corpi rilasciano anche dei cristalli lunari utili per acquistare nuove mosse e abilità, come quella che permette di consumare sangue per recuperare punti vita. Una struttura che adotta quindi degli elementi da gioco di ruolo per conferire una certa varietà, ma le sorprese di Killer is Dead non si fermano qui.

Killer is Dead conferma il talento di Suda 51 nel produrre action pieni di personalità

Vita da playboy

Una volta completato un capitolo della campagna veniamo trasportati nell'agenzia, dove possiamo scegliere se affrontare il successivo o dilettarci in qualche attività alternativa, oppure acquistare nuovi item nel negozio interno con i soldi guadagnati nelle varie missioni. Da segnalare la possibilità di pagare l'assistente personale di Mondo, in modo da palesarsi in caso di morte per riportarlo in vita dopo aver superato un "quick time event". L'aggiunta più bizzarra è quella delle simulazioni di seduzione, Mondo ha infatti la possibilità di passare momenti di intimità con affascinanti fanciulle, una parentesi che attiva un vero e proprio minigioco sexy. Lo scopo è quello di riempire la barra di eccitazione del protagonista, osservando il corpo della ragazza senza incrociare il suo sguardo.

Cacciatori di teste

Una volta completato l'obiettivo abbiamo la possibilità di farle un regalo, a patto di averlo precedentemente acquistato nel già citato negozio; si spazia da orologi costosissimi a profumi, fino a speciali oggetti recuperabili solo dopo aver sconfitto determinati boss. Potete immaginarvi l'esito dell'operazione: a seguito di scenette piccanti possiamo godere di interessanti bonus, come nuove armi da montare sul braccio bionico che annoverano una micidiale trivella, un cannone a onde e un raggio congelante, senza escludere gli immancabili obiettivi. Seppure indubbiamente esilaranti per il fatto di essere totalmente slegati dal contesto, questi minigiochi non risultano poi così divertenti da affrontare e annoiano fin troppo in fretta, considerato il fatto che è necessario completarli più volte per arrivare al risultato. Lo stesso dobbiamo dire per le sidequest che vanno ad attivarsi progressivamente nella mappa del mondo, poco più di una serie di variazioni più o meno riuscite che servono solo ad allungare il brodo. La campagna non si distingue certo per la lunghezza, assestandosi sulle sette ore e con un capitolo ripetuto per due volte, ma con una buona rigiocabilità determinata dagli obiettivi e la possibilità di affrontare il tutto a livelli di difficoltà maggiori.

Obiettivi Xbox 360

47 obiettivi per un totale di 1000 punti giocatori sono i numeri che contraddistinguono Killer is Dead. Completare la campagna principale permette di conquistarne solo un terzo dei punti totali, per tutti gli altri occorre rimboccarsi le maniche per aggiudicarsi i vari extra, a partire dai vari completi, le side quest e le avventure romantiche. Buona fortuna!

Viva la sobrietà

Tecnicamente Killer is Dead si è appoggiata all'intramontabile Unreal Engine, qui davvero irriconoscibile. Tutta la produzione è dominata da un taglio stilistico molto marcato, dal cel shading usato ovunque per conferire un aspetto da manga alle trovate artistiche delle scene animate introduttive. Come detto siamo di fronte a un'amalgama multiculturale piena di riferimenti e citazioni, tra eccessi gore, siparietti comici e situazioni al limite dell'assurdo. Da annali la rivisitazione dell'Alice di Carroll fino alla presenza persistente di una procace infermiera che si presenta a cavallo di una siringa volante.

Cacciatori di teste

L'apice arriva nel boss fight che ci vede affrontare una locomotiva indemoniata (sic!). L'esasperazione grafica purtroppo non è priva di conseguenze, specie per l'uso smodato dei filtri che rende l'immagine spesso troppo scura e le scene non sempre leggibili, quando non proprio sgradevoli visivamente, mentre la caratterizzazione dei mostri, chiamati wire, non tiene il passo di quella dei protagonisti. Eccellenti si rivelano invece le trovate grafiche per evidenziare l'Adrenaline Rush e le galvanizzanti contromosse, con le immagini che passano al bianco e nero lasciando il solo colore del sangue, che ovviamente scorre a fiumi, esaltando lo spettatore. In un quadro quindi abbastanza variabile l'unica sicurezza proviene dal comparto audio, interamente curato da Akira Yamaoka. Lo storico compositore di Silent Hill si scatena in una colonna sonora che attinge da svariati generi, dall'elettronica, jazz, il rock e la musica classica, per creare una fusion piena di personalità e che riesce a diventare una vera e propria cassa di risonanza per lo stile eccentrico di Suda. Un'opera magistrale che non fa altro che confermare il talento di un grande musicista. Ultima nota che farà piacere ai puristi: il gioco presenta sia dialoghi in inglese che in giapponese, mentre in entrambi i casi sono garantiti i sottotitoli in italiano.

Conclusioni

Versione testata: Xbox 360
Multiplayer.it
8.0
Lettori (35)
7.5
Il tuo voto

Killer is Dead conferma il talento di Suda 51 nel produrre action pieni di personalità, tipicamente giapponesi, che faranno la gioia degli appassionati. Un calderone ricco di sapori, ma dove non tutto funziona sempre come dovrebbe, l'esasperazione grafica porta a risultati altalenanti, i minigiochi risultano piuttosto forzati, il sistema di combattimento è pienamente riuscito e i boss stupiscono per la loro spettacolarità, per contro è difficile sorvolare su alcuni tagli davvero incomprensibili, come la possibilità di saltare. La campagna poi è tutt'altro che lunga, arrivando al minimo sindacale e non senza l'aiuto di vari riciclaggi. Fortunatamente un titolo del genere presenta una discreta rigiocabilità, anche solo per sviscerare tutte le risorse dell'affascinante Mondo Zappa.

PRO

  • Tanta personalità
  • Sistema di combattimento accessibile e appagante
  • Soundtrack fantastica

CONTRO

  • Fin troppo esasperato graficamente
  • Piuttosto breve
  • Non si può saltare