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Sogni da mondi lontani

Kingdom Hearts arriva su PlayStation 3 con una rimasterizzazione a lungo attesa.

RECENSIONE di Marco Perri   —   10/09/2013

Fino ad oggi, Square Enix aveva un debito con i fedeli appassionati del suo cross-over più famoso. Dopo aver riempito l'attuale generazione di spin-off su portatili e cellulari, la holding nipponica non poteva lasciare i fan di Kingdom Hearts senza un degno capitolo che salutasse l'attuale console casalinga di Sony, partner storico sin dalle battute iniziali di PlayStation One. Ragione economica a parte, una legge non scritta accendeva gli animi di chi, a fine 2006, rimase con l'amaro in bocca nello scoprire che Kingdom Hearts II non era la fine della saga, scorgendo un inevitabile terzo capitolo tra le nebbie della generazione alle porte. Un'eredità mai affidata a PlayStation 3, con un Tetsuya Nomura incapace di scongiurare, episodio dopo episodio, l'accrescere di considerazioni piuttosto ostili da parte dei fan verso il trend di sviluppare nuovi titoli del franchise su altre piattaforme. Fin dai suoi primi, timidi passi nel mercato, PlayStation 3 era assorta a furor di popolo a degna erede per la conclusione della trilogia. Anche se non proprio nella forma desiderata, Kingdom Hearts arriva finalmente in alta definizione, riportando in auge un piacevole sentore di malinconia vecchio di una dozzina di anni, e lo fa, come da tradizione nomuriana, con un titolo particolarmente eccentrico. La compilation di casa Square incorpora due capitoli giocabili, rispettivamente il primo episodio in versione rivisitata ed il Chain of Memories contenuto nell'edizione riproposta del secondo capitolo, estrapolati a parti alterne dalle edizioni I e II del Final Mix+. Come contorno tra una sessione e l'altra Nomura ha inserito le sequenze del 358/2 Days, capitolo per Nintendo DS, rimasterizzate per permetterne una visione senza soluzione di continuità e scoprire i retroscena di Roxas e Axel. Cosa ne rimane oggi della magia di Kingdom Hearts?

Eterni Peter Pan

Naturalmente non parliamo delle sessioni nelle terre di Wonderland, bensì della capacità tutta attuale di Kingdom Hearts di riportare con naturalezza in quelle atmosfere sognanti di tanti anni fa, quando giocoforza eravamo tutti più spensierati e avvantaggiati nel fare nostri i messaggi di amicizia e coraggio tanto cari a Nomura. La forza intrinseca della fatica nata dalla fusione tra Disney e Squaresoft è stata sempre e solo una: saper equilibrare in maniera ideale il carisma dei personaggi Square con la sempreverde simpatia di quelli Disney, aiutati da una trama innovativa e dalla colonna sonora di Yoko Shimomura. Da quei giorni meno inflazionati Squaresoft ha fatto in tempo ad accettare le dimissioni di Sakaguchi, fondersi con Enix, cambiare nuovamente presidente e modificare le sue strategie in ambito videoludico, ma rispetto e riconoscenza verso una delle sue saghe principali restano forti. Complice lo smarrimento degli asset originali, il team di Nomura ha ricreato dalle basi i modelli poligonali, le texture, gli ambienti e le tonalità dell'edizione Kingdom Hearts: Final Mix+, permettendo così al titolo di presentarsi in forma smagliante alle nuove generazioni di papabili appassionati.

Sogni da mondi lontani

Comparata al suo antenato, questa versione in alta definizione porta in grembo un quadro d'insieme molto più luminoso, pulito, con colori e texture piene che ammorbidiscono una mole poligonale ormai datata, da sommare alla possibilità di saltare le scene di intermezzo. A livello di contenuti, Square riprende quanto aggiunto a suo tempo con la versione Final Mix+: telecamera dinamica affidata allo stick destro, "quick time event", boss segreti, livelli di difficoltà e scene di intermezzo aggiuntive. L'aggiornamento tecnico è stato senza dubbio l'obiettivo principale del team: avremmo apprezzato una migliore gestione del salto di Sora e dei punti di collisione, così come una maggior fluidità nelle accelerazioni e nei movimenti; Nomura ha evidentemente preferito non snaturare il gameplay secco tipico del primo Kingdom Hearts. Forte della sua offerta ludica e dell'atmosfera unica, quanto proposto riesce ad accontentare i fan storici, vogliosi di rimettere mano ai mondi che hanno imparato ad amare, ma non solo loro: Square Enix è riuscita in maniera egregia ad ammodernare la grafica, ora pronta per attrarre nuovi fan, con un compromesso di gameplay che, anche a fine 2013, appare facilmente digeribile in virtù delle migliorie apportate nel primo Final Mix+. La dolcezza del primo Kingdom Hearts rimane immutata, ed equamente affascinante, anche dopo anni.

Kingdom Hearts 1.5 HD Remix riporta la saga su PlayStation 3: tanti contenuti per vecchi e nuovi fan

Cuori o picche?

Il Chain of Memories per Game Boy Advance fu un capitolo certamente atipico, ma ciò nonostante non gli fu difficile raggiungere il milione di copie vendute nel solo Nord America. Nel 2004 la popolarità del brand era fortissima e Square Enix scelse di implementare un sistema di combattimento basato su carte, curioso ma al contempo adatto per le specifiche di portabilità richieste; riprendendo di sana pianta le ambientazioni del primo episodio, il capitolo tascabile propose meccaniche alquanto ostiche da gestire ma senza dubbio divertenti. Non è un caso che nel 2007 il publisher lo abbia inserito nella seconda raccolta Final Mix+, in una nuova veste a tre dimensioni in cui gestire più comodamente i mazzi ed una regia narrativa meno criptica e più esplicativa. Il secondo titolo giocabile incluso in questa 1.5 HD Remix è esattamente la trasposizione in alta definizione di Re: Chain of Memories.

Sogni da mondi lontani

Complice un'età anagrafica certamente minore, il lavoro di conversione è visibilmente meno ambizioso in quanto inferiore è anche la distanza visiva che separa il remake del 2007 con il primo episodio del 2002. Anche qui vi è un buon impegno di aggiornamento di risoluzione e di pulizia, ma il lavoro che c'è stato dietro è di sicuro meno evidente. Esclusa l'aggiunta dei QTE e della telecamera dinamica, non vi sono differenze ludiche rispetto a quanto già visto nel 2007: l'introduzione della pressione di tasti ad eventi stringe su pattern ben definiti gli scontri con i boss, rendendo l'esperienza appetibile anche a quei fan che per l'evidente difficoltà avevano lasciato da parte l'episodio per Game Boy Advance. Di certo la struttura a compartimenti stagni delle stanze ed un sistema di avanzamento ancorato a vecchi dettami rende il gioco meno universale per i nuovi arrivati, contribuendo a relegarlo nella sua nicchia di gameplay. Il modello di combattimento sa regalare belle soddisfazioni, oggettivamente più strategiche rispetto al primo capitolo, e come tale richiede molto più tempo per essere padroneggiato e sfruttato nella sua integrità. Da sottolineare come Square Enix abbia scelto di non rifare le scene di intermezzo aggiungendo la sincronizzazione del labiale, presente invece in Kingdom Hearts II.

Trofei PlayStation 3

Ampia caratterizzazione per i 110 trofei offerti, divisi in 56 per il Final Mix, 48 per il Re: Chain of Memories e 6 per il 358/2 Days. All'avanzamento nell'avventura di Sora e Riku (solo nel Re: Chain of Memories) e il completamento ai vari livelli di difficoltà si sommano i collezionabili, il raggiungimento di determinati livelli, la sconfitta dei boss segreti e la riuscita di particolari condizioni nei combattimenti.

Gelati salati

Conclude il pacchetto HD Remix la rimasterizzazione delle scene di intermezzo di Kingdom Hearts 358/2 Days, qui raccolte, inserite in successione ed alternate ai dialoghi dell'episodio su DS. Più di tre ore di filmati pongono la storia di Roxas ed Axel sotto i riflettori, garantendo un occhio onnisciente su quei fatti che per forza di esclusiva erano destinati ai soli possessori del portatile Nintendo. In questo caso, il lavoro maggiore riguarda l'aumento di risoluzione dei modelli poligonali rispetto a Nintendo DS, ben più evidenti nelle sequenze costruite con il motore di gioco che non quelle in computer grafica.

Sogni da mondi lontani

Sicuramente la parte meno profonda in quanto non interattiva, la versione in alta definizione del 358/2 Days offre una trama basata su comprimari portati in auge principalmente nel secondo episodio, qui non presente: proporre in questa prima raccolta scene di tali personaggi rimane una scelta certamente singolare. È indubbio come Square Enix abbia voluto offrire una prima tranche della saga di Kingdom Hearts, una sorta di assaggio per un'inevitabile seconda raccolta che porti al terzo episodio; per quanto singolare la soluzione scelta risulta saggia e completa per i due episodi giocabili, un po' meno per la parte esclusivamente cinematografica. L'universo sviluppato nel corso degli episodi ha portato molti fan a non riuscire a fare esperienza di ogni singola produzione, specialmente i titoli per portatili, e la raccolta proposta racchiude l'occorrente per introdurre all'ambientazione ed alla complessa tela di rapporti ed eventi ideata da Nomura.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.8
Lettori (297)
9.4
Il tuo voto

La raccolta proposta da Square-Enix riesce nell'obiettivo di portare un po' di atmosfera di Kingdom Hearts su PlayStation 3. Il primo, intramontabile episodio ricorda al mondo quanto fosse ispirata e coraggiosa la Squaresoft del 2002; l'impegno profuso per aggiornare il gioco ad oggi è notevole e apprezzabile anche da chi l'universo non lo conosce, e rappresenta il vero protagonista su cui ruota questo 1.5 ReMIX. La parte relativa al Chain of Memories, non potendo raggiungere lo spessore del predecessore, ha una diversa ambizione che riesce a rispettare con dignità, mantenendosi su buoni livelli qualitativi. Tralasciando l'offerta cinematografica a se stante del 358/2 Days, Kingdom Hearts 1.5 HD ReMIX è un punto di partenza ideale per rivivere vecchie emozioni e farne provare di nuove a tutti i futuri, e fortunati, appassionati del magico universo di Sora e compagni.

PRO

  • Il fascino di Kingdom Hearts è eterno
  • Ottimo lavoro di aggiornamento tecnico
  • Sistema di carte sempre divertente...

CONTRO

  • ... ma semplificato negli scontri con i boss
  • Alcune animazioni sono ancora troppo statiche
  • Poche aggiunte concrete rispetto ai Final Mix+