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Terra di nessuno

A tu per tu con i cattivissimi alieni di City Interactive

RECENSIONE di Mattia Armani   —   26/09/2013

La lotta per un pezzo di terra sperduto nello spazio fa da sfondo alle vicende narrate in Alien Rage, sparatutto in prima persona che si presenta a noi con un'interfaccia accattivante, una presentazione suggestiva e un doppiaggio, in inglese con sottotitoli in italiano, di buon livello. Il contorno, insomma, è valido, soprattutto in relazione al valore di produzione del titolo, anche se quello che conta in questi casi è, ovviamente, il gameplay.

Terra di nessuno

In questo campo Alien Rage, sviluppato da City Interactive usando l'Unreal Engine, si rifà alla vecchia scuola rivolgendosi agli amanti degli shooter frenetici e pieni di esplosioni. Un titolo il cui gameplay ruota attorno a dieci armi che potremmo definire classiche, ognuna dotata di doppia modalità di fuoco, e che ci propone un grado di sfida elevato, come mette da subito in chiaro il livello di difficoltà più basso che ricade sotto la dicitura "impegnativo". Non che questo si traduca in un'esperienza impossibile da affrontare, anche grazie ai numerosi checkpoint da cui è possibile ripartire anche dopo aver chiuso e riavviato il titolo, ma il rischio di morire è concreto, soprattutto se si vuole ottenere un buon punteggio che viene determinato dalla precisione dei colpi, dalla varietà delle uccisioni e dall'abilità nello sfruttare i vantaggi ambientali.

Alien Rage ci piazza su un freddo asteroide popolato da creature spietate e decise a eliminarci

Spara a tutto quello che si muove

Pur rifacendosi direttamente agli shooter d'epoca, Alien Rage sfoggia qualche feature tipica dei nostri tempi la più moderna delle quali è indubbiamente rappresentata dall'evoluzione del personaggio. Accumulando punti è infatti possibile sbloccare svariati perk che aumentano l'efficacia del nostro personaggio nella modalità single player e sotto intendono la necessità di rigiocare le missioni una volta sbloccate tutte le abilità speciali per poter ottenere i migliori punteggi possibili. Non si tratta, comunque, dell'unico elemento differente rispetto alla formula classica degli sparatutto, con il multiplayer che pur non includendo i summenzionati perk consente ai giocatori di selezionare la razza e le armi di partenza equipaggiate. Inoltre la salute si rigenera automaticamente, le raffiche lunghe riducono la precisione dell'arma, le coperture si danneggiano esponendo chi le usa per proteggersi e i colpi alla testa, soprattutto in single player, sono un elemento determinante del combattimento. I nemici, infatti, possono incassare una grande quantità di colpi al corpo mentre i colpi alla testa causano danni enormi.

Terra di nessuno

Questi, però, devono essere portati con precisione, tenendo conto della posizione del capo e di eventuali protezioni. Per quanto riguarda tutto il resto, l'esperienza è quella dei classici shooter con grossi mitragliatori dotati di lancia granate e colpi in quantità, barili esplosivi, nemici che compaiono improvvisamente da dispositivi di teletrasporto e boss di fine livello. Le modalità di fuoco secondarie sono tutte basate sul medesimo tipo di munizione e questo vuol dire che se ne possono accumulare al massimo cinque in totale. Sta poi al giocatore decidere con quale delle tre armi equipaggiate utilizzare il proiettile speciale che può assumere la forma di una granata, di una raffica molto potente, di un globo di energia e via dicendo. Niente di particolarmente nuovo, sia chiaro, ma questa impostazione ha consentito agli sviluppatori di arricchire le potenzialità offensive delle armi mantenendo il tutto estremamente accessibile e intuitivo. D'altronde, l'obiettivo evidente di Alien Rage è quello di proiettare il giocatore in un turbine di colpi, esplosioni, dichiarazioni altisonanti e teste che esplodono riversando sul pavimento fluidi viscosi. Nessuna esplorazione, nessuna componente stealth e poco spazio per gli aggiramenti. La fuga è l'unica opzione in caso di errore; la mira trionfa sul movimento e la scelta tattica più rilevante riguarda la selezione delle armi con quelle umane più precise e orientate al combattimento a distanza e quelle aliene meno precise ma più potenti. E spesso conviene addirittura attenersi alla pistola che, grazie all'estrema efficacia dei colpi alla testa, risulta fin troppo efficace. Per fortuna il livello di sfida risente relativamente di questo sbilanciamento visto che l'arma non è sempre facile da utilizzare poiché alcuni avversari si muovono rapidamente, caricano, svolazzano per lo schermo usando jetpack e diventano invisibili.

Luci e ombre

Le 14 missioni della campagna scivolano via in circa sei ore alla difficoltà minima e ce ne vogliono un paio di più per completare il titolo selezionando quella intermedia. Non certo una longevità da record sebbene sia innegabilmente commisurata al prezzo esiguo, ma un pizzico in più di varietà nel gameplay, con sole due missioni che presentano variazioni rispetto alla formula spara e scappa, non avrebbe certo guastato, tanto più considerando che la trama è un mero pretesto e non offre grandi sorprese. Per fortuna, a rompere la monotonia ci pensa il comparto estetico, non particolarmente ispirato dal punto artistico ma comunque capace di dire la propria. Con Alien Rage, City Interactive è passata dal CryEngine 3 all'Unreal Engine ma non ha rinunciato a usare praticamente tutti gli effetti grafici disponibili del motore grafico adottato. La conta dei poligoni non è certo quella di un titolo next gen, ma le mappe sono ricche di dettagli e sono caratterizzate da scorci molto ampi, resi suggestivi da una moltitudine luci fantascientifiche e arricchiti da enormi meccanismi in movimento.

Terra di nessuno

Il tutto condito, come abbiamo anticipato, da effetti grafici in quantità che includono onde d'urto, esplosioni, laser, astronavi in movimento, particelle, sbuffi di vapore credibili e un uso sfrenato, ma azzeccato, del "depth of field". Il sistema di illuminazione è valido, le animazioni non sono niente male e l'impatto dei colpi è preciso e restituisce un ottimo feedback sensoriale. E tutto questo vale anche per il multiplayer sebbene in questo caso manchino, inevitabilmente, le stanze zeppe di esplosivo che distinguono la campagna single player da quella di altri shooter dello stesso tipo. Ma pur risultando meno spettacolare del single player, e parimenti privo di inventiva, il multiplayer è solido grazie a un netcode più che buono, alla chat integrata e al feedback sonoro che indica in modo chiaro i colpi andati a segno. Il gameplay, tra l'altro, non è male. Gli spawn sono ben distribuiti e il combattimento regala diverse soddisfazioni grazie al mix tra approccio tattico, dovuto alla mancanza di super armi e alla distanza di salto limitata, e gameplay intuitivo, votato alla frenesia e allo scontro diretto. Purtroppo, nonostante il potenziale e un gran numero di mappe, la componente agonistica di Alien Rage si perde nel nulla cosmico a causa delle due sole due modalità disponibili, entrambe di tipo deathmatch, e per la quasi totale mancanza di personalizzazione. Un vero record in termini di povertà e uno spreco di risorse che avrebbe potuto permettere al team di arricchire la componente single player.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
  • Processore: Intel Core i7 860 a 2.8 GHz
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 670
  • Sistema operativo: Windows 7 a 64 bit

Requisiti minimi

  • OS: Windows XP/Vista/Win 7/Win 8
  • CPU: Intel Dual Core 2,6 GHz o equivalente AMD
  • RAM: 2 GB
  • Scheda video: GeForce 8800 GT

Requisiti consigliati

  • OS: Windows XP/Vista/Win 7/Win 8
  • CPU: Core 2 Quad Core da 2 GHz o equivalente AMD
  • RAM: 4 GB
  • Scheda video: GeForce GTX 460

Conclusioni

Versione testata: PC
Digital Delivery: Steam
Prezzo: 19,99€
Multiplayer.it
7.0
Lettori (15)
8.0
Il tuo voto

Ennesima dichiarazione d'amore verso gli FPS classici, Alien Rage non porta niente di particolarmente nuovo nel mondo degli sparatutto e pecca alla grande dal punto di vista della varietà. Ma ottiene comunque la promozione in quanto esperienza caratterizzata da un single player intenso e da un gameplay privo di guizzi ma capace di dare diverse soddisfazioni. A questo dobbiamo poi aggiungere il contorno di buon livello e un multiplayer solido anche se estremamente povero e destinato all'oblio a meno che non arrivino corposi aggiornamenti in tempi brevi.

PRO

  • Grado di sfida elevato
  • L'offerta tecnologica è più che buona in relazione al prezzo
  • Single player frenetico e intenso...

CONTRO

  • ... ma estremamente lineare
  • Comparto artistico non molto ispirato
  • La varietà non è il punto forte dell'offerta