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The Banner Saga, recensione

Stoic Studio ci porta in viaggio nel freddo di The Banner Saga: avete preparato la vostra carovana?

RECENSIONE di Rosario Salatiello   —   14/01/2014

Del successo di The Banner Saga su Kickstarter si è ormai parlato in più occasioni, compresa quella che ci è stata offerta dal nostro recente provato del gioco, risalente a circa tre settimane fa.

The Banner Saga, recensione

Per chi dovesse essersi collegato solo ora, ricordiamo in breve che la fatica del neonato team Stoic Studio è stata finanziata con 723.886 sonanti dollari attraverso la piattaforma di crowdfunding, alla quale il trio composto da Alex Thomas, Arnie Jorgensen e John Watson ha deciso di ricorrere in fase di pianificazione. Dopo aver lavorato a Star Wars: The Old Republic, i tre hanno infatti lasciato le dolci acque di BioWare, società nel cui libro paga essi apparivano, abbandonando una fetta di mondo videoludico dominata dai publisher per lanciarsi all'interno della scena indipendente; un salto nel vuoto per molti versi ma, come da loro dichiarato, anche la possibilità di respirare un'aria nuova che permettesse di mettere in moto tutto il loro estro, con l'obbligo di rispondere solo ai backer che hanno deciso di finanziare il titolo. Dopo essere rimasti impressionati sin dal primo momento dal suo stile inconfondibile, abbiamo seguito con curiosità lo sviluppo di The Banner Saga, fino al momento del suo arrivo sul mercato: l'ora è finalmente giunta, visto che proprio oggi l'opera realizzata da Stoic è in arrivo su Steam. Dopo tutto questo preambolo, non abbiamo voluto mancare per niente al mondo l'appuntamento con la nostra carovana e il suo lungo viaggio, dal quale torniamo per raccontarvi come sono andate le cose.

Il combattimento

Le battaglie di The Banner Saga si svolgono attraverso un sistema di turni abbastanza classico, all'interno del quale la fase attiva prevede la possibilità di spostare il personaggio controllato per poi scagliare l'eventuale attacco. Quest'ultimo coinvolge due parametri: armatura e forza. La prima permette di limitare il danno subito, mentre la seconda ha la duplice funzione d'individuare la quantità di punti ferita rimanenti, così come i punti danno che lo stesso personaggio può infliggere, nel conto finale determinato dalla formula "danno = forza - armatura". Personaggi indeboliti finiscono così per effettuare attacchi poco potenti, risultando però utili per continuare a scalfire l'armatura avversaria: a ogni attacco è infatti possibile scegliere se indirizzare il colpo verso l'armatura o i punti vita. Il sistema di base viene poi accompagnato dai cosiddetti punti volontà, dai quali dipende la possibilità d'uso delle abilità speciali in dote a ogni personaggio, che può spendere gli stessi anche per percorrere un maggiore numero di caselle o potenziare un normale attacco. Le prime fasi di gioco spiegano comunque in modo esauriente il tutto.

Per il bene comune

Fortemente ispirato da tutto ciò che è nordico, l'universo di The Banner Saga è popolato da tre razze: umani, varl e dredge. Sui primi c'è ovviamente ben poco da dire, mentre i secondi sono un incrocio tra normali uomini e animali, effettuato da una divinità per dare vita a dei veri e propri giganti dalle fattezze umane, ma dotati di due lunghe corna sulla fronte, oltre che di una forza straordinaria e della capacità di vivere centinaia di anni. Soprattutto in alcuni casi, umani e varl si sopportano in realtà a malapena, ma la storia di The Banner Saga racconta di un'alleanza nata per fronteggiare la minaccia dei dredge, esseri simili a dei robot dotati di una forte corazza. Dopo essere stati confinati per lungo tempo nei più remoti territori del nord, in seguito alla sconfitta subita nel corso di una delle Grandi Guerre ricordata dai varl più anziani, i dredge tornano alla carica, invadendo il sud come un fiume in piena con tutte le loro forze: questo, insieme all'inizio di un gelido inverno causato da un sole pallido, sembra presagire la fine del mondo immaginato per noi da Stoic. Tali eventi pre-apocalittici s'intrecciano con la storia di Rook, capo-villaggio dell'est intenzionato a difendere sua figlia Alette a ogni costo, insieme a tutti i propri cari. Come annunciato dagli sviluppatori, lo svolgimento della trama di The Banner Saga è in grado di mutare a seconda delle scelte effettuate dal giocatore, che attraverso le 12 ore di gioco (confermate anche dalla nostra esperienza) viene posto di fronte a scelte di ogni tipo, alcune in grado d'influenzare eventi di poco conto tra quelli in procinto di accadere, come la possibilità di guadagnare risorse, altre in grado di salvare vite, o viceversa di portare qualcuno a lasciarci la pelle.

The Banner Saga, recensione

Al di là di quanto lasciato alla volontà del giocatore, più che seguire le vicende di un singolo personaggio il racconto finisce per coinvolgere chi sta davanti al monitor nella sua totalità, invogliando sin dalle prime battute a completare tutto in un lungo respiro: da questo punto di vista, le meccaniche di gioco ricordano quelle dei libri game di moda qualche anno fa, facendo leva anche sull'impossibilità di salvare la partita a proprio piacimento, per incoraggiare il giocatore ad accettare lo svolgersi degli eventi senza l'impulso di tornare indietro. In questa ottica va letta la scelta di fare anche delle sconfitte in combattimento una parte della storia, rendendole dei punti di snodo della trama: solo in alcuni casi, perdendo una battaglia cruciale il gioco sarà riavviato dall'ultimo checkpoint automatico.

Strategia on the road

The Banner Saga racconta un viaggio di oltre 100 giorni, effettuato dalla carovana guidata da Rook e popolata da ogni tipo d'individuo che si possa incontrare per strada. A differenza di quanto pensato inizialmente, la vasta mappa di gioco può essere solo consultata dal giocatore, che tra le varie scelte a sua disposizione non ha dunque quella relativa all'esplorazione a proprio piacimento delle varie aree. La storia messa a punto da Stoic guida il caravan verso mete ben precise, lasciando invece a noi il compito di organizzare il viaggio, per sfamare le bocche dell'intero seguito, costituito da guerrieri così come da donne e bambini.

The Banner Saga, recensione

Si svolge quindi una perenne caccia alle provviste, fondamentali per non perdere le stesse unità che ci ritroviamo poi a impiegare in battaglia: gli incontri lungo la strada sono infatti tanti, così come le occasioni in cui c'è da mettere mano alle armi. In caso di scontri tra gruppi composti da numeri particolarmente alti, è possibile scegliere il tipo di approccio da adottare per lo scontro, riflesso nel diverso livello di difficoltà per lo scontro che andremo ad affrontare in prima persona. Una volta in battaglia, arriva il momento di scendere su quella che è una vera e propria scacchiera, sulla quale è possibile porre le proprie pedine scegliendo tra i vari personaggi al seguito della carovana in quel momento. Rispetto alla versione di prova testata in precedenza, è ora possibile sfruttare anche la possibilità di allenarsi in accampamento, testando così a dovere l'amalgama tra i componenti della formazione prescelta. La stessa occasione è utile anche per familiarizzare col sistema di combattimento, alle quali dinamiche abbiamo dedicato un apposito box. Pur potendo contare su alcune meccaniche ruolistiche come l'aumento di livello, chi dovesse essere alla ricerca di una certa libertà di personalizzazione dei personaggi resterà un po' deluso, visto che le armi da essi possedute non sono cambiabili o potenziabili in alcun modo, mentre c'è un unico slot destinato a oggetti in grado di modificare le statistiche. Questi ultimi possono essere trovati o acquistati, spendendo gli stessi punti che ci permettono di comprare provviste e far salire di livello i personaggi.

Con The Banner Saga, Stoic Studio mostra che da Kickstarter possono arrivare dei veri e propri gioielli

A bocca aperta

The Banner Saga è una vera e propria gioia per gli occhi. Il disegno a mano realizzato dagli artisti di Stoic non lascia davvero nulla al caso, curando in ogni singolo particolare i vari personaggi, da quelli principali a quelli più insignificanti.

The Banner Saga, recensione

Anche se la maggior parte degli eventi viene raccontata con disegni non animati, la mancanza di immagini in movimento non si fa sentire affatto, lasciando spesso il giocatore a bocca aperta per la capacità dei disegnatori di rappresentare una determinata scena. I movimenti della carovana ci vengono invece mostrati su un livello a scorrimento a due dimensioni, dove si alternano sfondi di vario genere a seconda del territorio visitato: anche in questo caso, il lavoro svolto da Stoic è stato praticamente perfetto, dando vita a quello che è sicuramente uno dei titoli dall'impatto visivo di maggior effetto da un bel po' di tempo a questa parte. Altrettanto da applausi è la colonna sonora, realizzata attraverso orchestra e voci: non poteva essere altrimenti, visto che è stata composta da quel Austin Wintory in grado di trionfare a BAFTA e VGA 2012 con il suo lavoro su Journey, oltre a ottenere una nomination per i Grammy Awards. In attesa di sapere se e quando ci sarà una traduzione italiana, occhio ai testi, perché la loro lunghezza (e a tratti complessità) potrebbe far perdere qualche passaggio anche a chi mastica abbastanza l'inglese.

Conclusioni

Digital Delivery: Steam
Prezzo: 22,99€
Multiplayer.it
8.9
Lettori (52)
8.8
Il tuo voto

A guardare le sue componenti dedicate a narrativa e stile, The Banner Saga brilla come solo pochi gioielli sanno fare. Tutte le attese riposte nella fatica di Stoic Studio sono state ripagate con un gioco che assorbe dall'inizio alla fine, attraverso una continua ricerca di nuove battaglie e nuove situazioni di bivio per dare vita alla propria versione della storia. Ottimo anche il sistema di combattimento, scalabile al punto giusto grazie alla possibilità di cambiare livello di difficoltà al volo. Il prezzo dell'eccellenza in questi ambiti è costituito da un'esperienza ruolistica poco profonda e dall'impossibilità di esplorare la mappa di gioco, presente praticamente solo a scopo enciclopedico. Non ci resta che augurarci anche per questo l'arrivo di un Chapter 2 ancora più grande: nel frattempo, il viaggio di The Banner Saga merita sicuramente di essere vissuto, anche più di una volta!

PRO

  • Grafica e sonoro da Oscar
  • Storia matura e articolata
  • Richiede tattica nei combattimenti

CONTRO

  • Mappa non esplorabile
  • Personalizzazione quasi a zero

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
  • Processore: Intel Core i7 860 a 2.8 GHz
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 670
  • Sistema operativo: Windows 7 a 64 bit

Requisiti minimi

  • Sistema Operativo: Windows XP SP3
  • RAM: 2 GB
  • Hard Disk: 3 GB di spazio

Requisiti consigliati

  • Sistema Operativo: Windows 7 SP1
  • RAM: 4 GB
  • Hard Disk: 6 GB di spazio