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Octodad: Dadliest Catch, recensione

La dura vita di un genitore appiccicoso

RECENSIONE di La Redazione   —   25/04/2014

Octodad: Dadliest Catch è una commedia in forma di videogioco piena di umorismo slapstick. E sì, c'è un padre di famiglia che in realtà è un polipo, ma nessuno se ne accorge, perché indossa una giacca. Si può pensare a un'idea più fuori da ogni logica? Difficile.

Octodad: Dadliest Catch, recensione

Ma il team di sviluppo ci ha creduto così tanto da sacrificare due anni e passa di vita privata per poterla realizzare, e ora, dopo una modesta raccolta fondi su Kickstarter e molti rinvii, sono pronti a farci giocare alla loro creazione. Lo scopo del gioco è superare le difficoltà quotidiane che incontra questo polipo disgraziato alle prese con azioni pensate per gli esseri umani: anche preparare il caffè può diventare una missione (quasi) impossibile se al posto delle mani si hanno due tentacoli. Il tutto senza combinare troppi guai, altrimenti il nostro travestimento sarà compromesso e dovremo ricominciare da capo. Come dicevamo all'inizio, il mondo sandbox di Octodad è lo sfondo sul quale va in scena una commedia famigliare, che alterna gag spassose a momenti più delicati. Si parla di accettazione, di amore, e di quanto il sostegno dei cari possa aiutare a superare le difficoltà. A pensarci bene, infatti, il nostro polipo è come se avesse un handicap fisico, e se guardiamo il gioco da questa prospettiva, c'è spazio anche per qualche riflessione in più su come possa essere complicato per alcune persone, malate o anziane, compiere azioni che per la maggior parte delle persone sono banali. Siamo partiti da un'idea comica e abbiamo finito per parlare di cose serie. Non ci aspettavamo così tanto da questo Octodad.

Octodad: Dadliest Catch, recensione

E lo stesso vale per il sistema di gioco, davvero ben fatto, soprattutto alla prova dei controlli, che funzionano a meraviglia, specialmente con un joypad tra le mani. Con un grilletto muoviamo la "gamba" sinistra e con quello opposto la "gamba" destra, mentre le due levette servono per muovere in altezza e profondità uno dei due tentacoli superiori, che grazie alle ventose di cui è dotato può raccogliere un oggetto per volta. Il fatto che il polipo sia viscido e privo di ossa fa il resto, permettendo al nostro involontario eroe di scivolare nei passaggi più stretti. Infine c'è un tutorial ambientato il giorno delle nozze tra il polipo e la sua attuale moglie che permette di prendere subito confidenza con i comandi nel modo migliore. All'inizio comunque è stato spiazzante trovarsi ai comandi di un polipo e più di una volta siamo stati pronti a scommettere che un'idea del genere non potesse funzionare. E invece ci sbagliavamo. Octodad: Dadliest Catch si conclude in tre ore circa, un tempo perfetto per godere dei suoi lati migliori senza che abbia il tempo di prenderci alla gola con gli inevitabili limiti.

Octodad è un sandbox spassoso con un polpo amorevole che cerca di sembrare un papà come gli altri

Il giorno del tentacolo

La prima parte del gioco è anche la più spontanea e spensierata. Si comincia con il preparare la colazione per i due figli per poi passare a grigliare gli hamburger, tagliare l'erba e spaccare la legna. Il momento migliore comunque è subito dopo, al supermercato. Qui possiamo scivolare in giro per gli scaffali e scoprire citazioni videoludiche, attivare gag segrete e goderci lo scompiglio creato dai nostri goffi movimenti. Fare la spesa non è mai stato così divertente, e la libertà d'azione concessa è inebriante.

Octodad: Dadliest Catch, recensione

Si torna un po' bambini a furia di combinare così tanti disastri impunemente. E poi c'è la maledetta pizza surgelata da prendere, un passaggio che siamo sicuri ha fatto scervellare diversi giocatori, perché richiede una padronanza completa del nostro mostriciattolo marino. I compiti sono di solito puzzle basati sulla fisica o mini giochi di qualche tipo, ed è molto difficile inciampare in un game over improvviso. Da questo punto di vista la prima metà del gioco è molto incoraggiante, una qualità che ci avrebbe fatto piacere scoprire anche nel resto dell'avventura. Soprattutto, gli sviluppatori di Young Horse hanno avuto il buon senso di non chiederci una precisione millimetrica nelle azioni, che avrebbe rovinato completamente la festa. Una volta che l'oggetto giusto è vicino al posto in cui dobbiamo portarlo si posiziona da solo, come nel caso dei tronchi da spaccare. E non ci viene chiesto certo di infilare tutti gli alimenti ordinatamente in un carrello. Perciò tra humour sgangherato e teneri tentativi di non deludere le aspettative dei nostri famigliari si arriva alla sezione dell'acquario, la più lunga di tutto il gioco. Da qui in avanti scopriamo qualcosa di più sulle vicende che stanno dietro la nostra famiglia, con tanto di avventuroso flashback giocabile che ci fa vivere il rocambolesco incontro con la nostra attuale compagna. Purtroppo la gioia selvaggia di giocare con il mondo rallenta fino a scomparire nell'ultimissimo tratto di gioco, quando dobbiamo affrontare una volta per tutte la nostra nemesi, un cuoco di sushi deciso a smascherarci per stenderci sopra una polpetta di riso.

Octodad: Dadliest Catch, recensione

A partire dalla seziona ambientata nell'acquario, infatti, il gioco comincia a proporre sempre più sezioni di infiltrazione per sfuggire ai biologi marini - che riconoscono un pesce quando lo vedono (fantastico) - per poi intestardirsi su passaggi da equilibrista che causano spesso la fine immediata della partita. Per fortuna la varietà di situazioni ambientali, la presenza di punti di controllo e la brevità del gioco nel suo complesso impediscono alla frustrazione di raggiungere i livelli di guardia: quando cominciamo a sbuffare è il momento in cui riusciamo a superare l'ostacolo. Solo la telecamera causa qualche problema, soprattutto nell'infame scalata al castello dei divertimenti. Ma sono piccole macchie d'inchiostro che si notano poco sull'abito quasi impeccabile di Octodad: Dadliest Catch, il quale, grazie alla possibilità di giocare in cooperativa, può essere goduto in due per raddoppiare lo spasso. Oppure potete sempre ricominciare da capo una seconda partita e cercare tutti i segreti, o ancora divertirvi con le mod dello Steam Workshop. E se infine vi state chiedendo con un po' di malizia come sono nati i due bambini, be', aspettate di arrivare alla fine e vi farete un'ultima risata liberatoria.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
  • Processore Intel Core i7 2600
  • 8 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 560 Ti
  • Sistema operativo Windows 7

Requisiti minimi

  • Processore Intel Core 2 Duo 2.0Ghz o equivalente
  • RAM 2 GB
  • Scheda video Intel Core HD Graphics 4000, NVIDIA 8800 GT, ATI Radeon HD 4850 o superiore
  • Sistema operativo Windows XP SP3/Windows 7/Windows 8

Conclusioni

Versione testata: PC, PlayStation 4
Digital Delivery: Steam, PlayStation Network
Prezzo: 13,99€
Multiplayer.it
7.9
Lettori (13)
8.0
Il tuo voto

Octodad: Dadliest Catch riesce a portare sullo schermo scompiglio, gag spassose e genuino divertimento. È allo stesso tempo un sandbox festoso e una commedia che mette in scena il disagio di sentirsi fuori posto e la paura di essere rifiutati. Peccato solo che le dinamiche inconsuete e spiazzanti della prima parte del gioco lascino il posto a fughe dai boss e infiltrazioni silenziose che tarpano le ali alle sue potenzialità espressive. Ad ogni modo, per noi è già un piccolo classico.

PRO

  • Controlli fantastici
  • Imprevedivile e pieno di inventiva
  • Protagonista toccante e spassoso allo stesso tempo

CONTRO

  • La telecamera non sempre è nostra amica
  • Seconda parte del gioco meno coraggiosa