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Loadout, recensione

Edge of Reality strizza l'occhiolino a Team fortress 2 col suo nuovo, bizzarro sparatutto free to play

RECENSIONE di La Redazione   —   18/02/2014

Dici free to play ed il coro di disapprovazione, immediato, spesso unanime e senza possibilità di appello, si leva altissimo nel cielo digitale della rete, sintomo che tale approccio non sia ancora pienamente recepito da una larghissima fetta di videogiocatori, in particolare da quella hardcore e più tradizionalista.

Loadout, recensione

Eppure, oltre che essere un modello decisamente ben affermato e con rosee prospettive di crescita economica, tra i cosiddetti titoli free to play si annoverano "pezzi da novanta" con community vastissime ed oltremodo soddisfatte: basti pensare a Planetside 2 e Hawken, all'apprezzatissimo World of Tanks, al fenomeno League of Legends ed allo spettacolare War Thunder dei Gaijin Entertainment, uscito di recente anche su Playsation 4. Per determinati generi, ed in particolare per quelli con una forte componente competitiva, il modello free to play non rappresenta dunque un ostacolo sulla strada del successo, almeno fin quando non si sfocia nell'insopportabile "pay to win" che avvantaggia sistematicamente chi decide di spendere del denaro, sbilanciando le produzioni negli equilibri e nelle fondamenta. Il titolo che ci accingiamo ad analizzare in questo articolo, il freschissimo Loadout di Edge of Reality, fortunatamente non rientra nella seconda ed odiosa categoria, tutt'altro. Dopo aver scoraggiato molti videogiocatori nei primissimi giorni a causa di pesanti problematiche nel matchmaking, ad un paio di settimane dal lancio possiamo tranquillamente affermare che questo bizzarro sparatutto in terza persona rappresenta una tra le più appaganti, oneste e divertenti esperienze free to play sul mercato. Se siete curiosi più avanti vi diciamo perché.

Edge of Reality strizza l'occhiolino a Team fortress 2 col il bizzarro Loadout

La guerra dei cloni

Prendete Team Fortress 2, aggiungete una spruzzata di Team Fortress 2, mescolate amalgamando il tutto con una porzione di Team Fortress 2 e, suvvia, avete capito... ma buttateci dentro anche una bella dose di comicità grossolana con stampato "made in USA" sulla faccia, o sul deretano se preferite. Sì perché alla stregua dell'irriverente ed iconico shooter made in Valve, dal quale diciamo che trae "profonda" ispirazione, Loadout fa fortissimamente leva sulla vena comica e demenziale, declinata tuttavia con un concentrato di volgarità, brutalità ed assurdità ben oltre il politicamente corretto.

Loadout, recensione

Tra smembramenti, copiosi fiotti di sangue e viscere in bella mostra che sostengono il grottesco spettacolo su schermo, infatti, non c'è un'animazione, una modalità o una situazione che non sia fatta per strappare qualche sana risata, pur senza perdere di vista la competitività - un po' "caciarona", lo ammettiamo - di un qualsiasi shooter più serioso. Cuore pulsante e marchio di fabbrica dell'esperienza targata Edge of Reality è la completa e vastissima personalizzazione delle armi; non esistendo le comuni classi di altri prodotti congeneri, infatti, è compito del giocatore attraverso la propria fantasia, i crediti guadagnati in gioco (chiamati blute) ed una sconfinata pletora di gadget ed accessori - per oltre 50 milioni di combinazioni differenti - creare la propria macchina di morte perfetta. Partendo da uno dei quattro chassis di base, ovvero fucile, raggio, razzo ed impulso, è possibile modificare un numero impressionante di settings che, progredendo nel gioco, permettono di creare bocche da fuoco con proprietà uniche ed incredibili, dallo sniper in grado di curare i propri compagni sino a fucili che sparano palle chiodate, passando per lanciarazzi col rateo di fuoco di una mitragliatrice.

Loadout, recensione

E' indubbio che affrontando giocatori con determinate armi, data la sconfinata varietà, si possa avvertire un briciolo di sbilanciamento, ciò nonostante gli sviluppatori hanno fatto tutto il possibile per rendere gli scontri a fuoco avvincenti anche con gli arsenali meno esotici e sviluppati. Un aspetto fondamentale degli upgrade è rappresentato dal fatto che essi possono essere acquistati solamente attraverso la valuta del gioco, i già citati blute che si accumulano facilmente partita dopo partita. Con il denaro reale è invece possibile compare soltanto - e qui sta tutta la mirabile onestà di Loadout - i classici boost per l'esperienza, provocazioni, slot ed un generoso set di gingilli e vestiti per agghindare e personalizzare l'estetica dei tre avatar attualmente disponibili, ovvero una caricatura spudorata di Rambo chiamata Axl, T-Bone che strizza l'occhiolino a Mister T ed Helga, una gentile donzella con qualche problema di sovrappeso. Giusto per rendere l'idea dei costumi in vendita e dei toni irriverenti del gioco, pensate che è possibile acquistare una versione completamente ignuda di Axl con i pixel sfocati che tuttavia non nascondano affatto alcuni dettagli e lo stato diciamo di "allegria" del suddetto.

Mors tua vita mea

Al pantagruelico numero di upgrade per le armi e di oggetti estetici non corrisponde altrettanta ricchezza per ciò che concerne mappe e modalità, ciò nonostante le quattro ambientazioni (Fabbrica di Birra, Fessura Notturna, Parcheggio per il rimorchio e Distrutto) e le quattro modalità di gioco che scimmiottano quelle classiche presenti in altri third person shooter sono più che sufficienti per cominciare a divertirsi, in attesa che il team di sviluppo aggiunga altra preventivabile carne al fuoco.

Loadout, recensione

Il level design generale è decisamente buono e le mappe, seppur non grandissime, si sviluppano sia in verticale che in orizzontale, offrendo numerose strade alternative e soluzioni per assaltare o tendere agguati al nemico. Sebbene il quattro contro quattro possa apparire limitato per il tipo di gioco, orientato al caos più che all'oculatezza tattica, esso risulta invece la soluzione ideale, lasciando ampio margine di manovra - e dunque possibilità di successo - sia a chi si approccia da lupo solitario sia a chi decide di impegnarsi per il bene della squadra. Del resto vi sono ottime modalità da sfruttare in team play e comporre un quartetto affiatato è indubbiamente divertente ed efficace, in particolare in Estrazione, dove a turno vengono sorteggiati due "collezionisti" con lo scopo di raccogliere ed immagazzinare cristalli di blutonium, ed in Martello Pneumatico, un cattura la bandiera ove quest'ultima è rappresentata da un letale e gigantesco martello. Chiudono il quadro delle modalità attualmente disponibili Death Snatch, il classico deathmatch in cui è possibile raccogliere le piastrine (in questo caso il blutonium) dei caduti, e Blitz, il re della collina della situazione dove per vincere è necessario conquistare e proteggere un determinato punto della mappa. Il gameplay e le modalità di gioco, nel complesso, non offrono nulla di particolarmente fresco o innovativo, ciò nonostante tutto funziona a dovere e, al di là di qualche piccola sbavatura ancora presente nel matchmaking, le partite scorrono fluide e veloci come nei migliori titoli congeneri a pagamento.

Gratis è bello

La necessità di raggiungere il maggior numero di sistemi spesso impone agli sviluppatori di produzioni free to play il freno a mano tirato sotto determinati aspetti del comparto tecnico, tuttavia Loadout svolge egregiamente il proprio compito anche da questo punto di vista, facendo sfoggio di una grafica in cel shading gradevole ed artisticamente curata.

Loadout, recensione

Le opzioni video si limitano alla possibilità di attivare la sincronizzazione verticale, modificare la risoluzione, la distanza del campo visivo ed un generico livello qualitativo da basso ad alto, il tutto al servizio del gameplay che, grazie ad una granitica fluidità di 60 fotogrammi al secondo, risulta perfettamente fruibile anche su configurazioni non all'ultimo grido. Il lavoro più interessante è stato fatto indubbiamente sulle animazioni, capaci di strappare più di una risata a causa dell'estrema violenza caricaturale condita da scenette comiche - talvolta volgari - ed assurde. Basti pensare che in Loadout è possibile continuare a giocare anche dopo aver perduto la testa (letteralmente) dopo uno scontro a fuoco. Anche la colonna sonora e gli effetti sonori svolgono discretamente il proprio compito, mentre la traduzione in italiano, per quanto vada apprezzato lo sforzo, risulta totalmente da rivedere e degna in taluni casi delle migliori performance dei traduttori automatici per il web. Solido il netcode, che oggi garantisce partite scorrevoli senza particolari problemi di latenza e lag, dopo aver creato più di qualche grattacapo nei primissimi giorni post lancio.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
  • Processore Intel Core i7 2600
  • 8 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 560 Ti
  • Sistema operativo Windows 7

Requisiti minimi

  • Processore Intel Core 2 Duo o AMD
  • 2 GB RAM
  • Scheda Video ATI Radeon HD 4350, NVIDIA GeForce 6800 o Intel HD 3000
  • 4GB di spazio su disco

Conclusioni

Digital Delivery: Steam
Prezzo: Free to Play
Multiplayer.it
8.0
Lettori (40)
8.2
Il tuo voto

Sebbene non particolarmente profondo ed innovativo, Loadout rappresenta comunque l'archetipo di perfetto free to play, ovvero un prodotto col quale potersi divertire in spensieratezza anche senza spendere del denaro, delegando gli investimenti economici ai soli orpelli estetici e ad altre funzionalità che non inficiano gli equilibri del gioco. E' vero, nella maggior parte dei match si incontrano avatar del tutto identici e può sussistere qualche problema di bilanciamento a causa della incredibile varietà delle armi, tuttavia si tratta di un titolo godibile sotto ogni punto di vista e soprattutto divertente. Se saprà imporsi nei cuori dei giocatori è tutto da scoprire, ma la community è già florida, i server sono sempre affollati e le prospettive prevedibilmente rosee. Insomma, siamo innanzi ad una di quelle poche volte in cui gratis non fa rima con scorretto, mediocre e superficiale.

PRO

  • La personalizzazione delle armi
  • Spassoso e curato
  • Non è un pay to win

CONTRO

  • Poche mappe e modalità
  • La traduzione italiana