Si parla spesso, in ambito mobile, di titoli "ultra arcade", ovvero giochi caratterizzati da un sistema di controllo particolarmente intuitivo e accessibile, che richiede spesso la pressione di un unico tasto. A dispetto della loro semplicità, si tratta di esperienze che sanno essere piuttosto coinvolgenti, e in alcuni casi nascondono dietro l'incredibile immediatezza anche un minimo di spessore.
Ci siamo posti tante volte la fatidica domanda: una produzione del genere potrebbe mai avere successo su di una piattaforma "fissa"? Ebbene, One Finger Death Punch fornisce una risposta più che eloquente a tale interrogativo. Le prerogative dell'indie game sviluppato da Silver Dollar, già disponibile su Xbox LIVE e al debutto su Steam, sono infatti tipicamente "causal": agendo su due soli pulsanti, nella fattispecie il click sinistro e destro del mouse (oppure due tasti della tastiera o del controller), dobbiamo controllare un maestro di arti marziali alle prese con orde virtualmente infinite di avversari che sopraggiungono dalla parte destra e sinistra dello schermo. Il nostro alter ego non si muove in modo diretto, bensì si sposta in una direzione o nell'altra in base al numero di colpi che vengono piazzati di qua e di là, secondo uno schema che prevede semplicemente un range d'azione e un focus sulla precisione degli attacchi, visto che al termine di ogni stage ci verrà consegnato un riconoscimento differente a seconda di quante volte abbiamo effettuato un pugno o un calcio a vuoto.
One Finger Death Punch offre un'esperienza divertente, frenetica e impegnativa, nonostante la semplicità
Kill Bill
La schermata di avvio di One Finger Death Punch offre la possibilità di accedere a due modalità: la campagna, con tre gradi di difficoltà da sbloccare, e il survival, anch'esso dotato di tre varianti.
Partiamo da quest'ultimo, che si pone come la tradizionale sfida a chi resiste di più, cercando di eliminare il maggior numero di nemici utilizzando un'unica barra dell'energia vitale e, dunque, dando fondo a tutte le proprie risorse in termini di prontezza e precisione. Fra le varianti c'è il Blind Survival, ovvero la stessa formula ma senza le indicazioni visive che fanno capire con che tipo di avversario abbiamo a che fare. Proprio da questo discorso partiamo per analizzare la campagna, composta da un'enorme quantità di stage spesso e volentieri dotati di regole differenti, in cui ci viene chiesto semplicemente di sconfiggere un determinato numero di nemici, sopravvivere fino allo scadere del tempo, distruggere un tot di oggetti dello scenario oppure accettare un confronto che si dipana attraverso più round dalla difficoltà crescente. I numeri della campagna sono una delle cose che colpiscono di più dell'offerta, visto che stiamo parlando di decine e decine di missioni: una soluzione eccellente per tamponare la rapidità con cui è possibile completare i livelli, e che in molti casi riesce a fornire una scappatoia rispetto all'intrinseca ripetitività dell'azione.
Onda della mano violenta di Hokuto!
Come accennato in apertura, il gameplay di One Finger Death Punch è particolarmente immediato, ma al contempo non banale. Utilizzando i controlli via mouse, bisogna cliccare sul pulsante sinistro o destro non appena un avversario entra nel nostro campo d'azione, inanellando spettacolari combo che vengono valorizzate in maniera eccellente grazie a brevi "rallentamenti" e alla presenza di effetti sonori che riescono a rendere molto bene l'idea dell'impatto.
È proprio l'impatto a fare la differenza fra un sistema di combattimento valido e uno mediocre, come diciamo sempre, e gli sviluppatori di Silver Dollar hanno saputo dimostrare in questo caso che è possibile ottenere tale effetto anche senza utilizzare una grafica dettagliata e moderna, anzi spaziando nel campo dell'estrema stilizzazione, proponendo personaggi che sembrano usciti da un cartello stradale ma che si producono in mosse fantastiche, mettendo talvolta in scena una grande dose di violenza (con impalamenti, occhi che volano via, ossa che si spaccano e teste mozzate) che viene però inevitabilmente smorzata dalla soluzione stilistica adottata. Lo spessore di cui si parlava nell'introduzione risiede, nella fattispecie, nella differenziazione fra gli avversari: ci sono quelli standard, che vanno eliminati con un semplice colpo nella loro direzione, e altri che, a seconda del colore, vanno colpiti due o tre volte, si muovono da una parte all'altra oppure danno vita a brevi scontri in cui bisogna riprodurre rapidamente gli input che vengono mostrati sullo schermo, come in un folle rhythm game. Si tratta di una formula che è molto più semplice da provare che non da spiegare, e che si pone alla stregua della classica "droga videoludica" dopo solo pochi minuti di gioco.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore: Intel Core i3 350M
- Scheda video: ATI Mobility Radeon 5650
- Memoria: 8 GB di RAM
- Sistema operativo: Windows 8
Requisiti minimi
- Processore: dual core da 2 GHz
- Scheda video: DirectX con 512 MB di RAM e Shader Model 3.0
- Memoria: 1 GB di RAM
- Sistema operativo: Windows XP, Windows Vista, Windows 7, Windows 8
Conclusioni
One Finger Death Punch vale ogni singolo centesimo dei 4,99 euro a cui viene venduto su Steam. Detta così può sembrare un'affermazione controversa, dunque giriamola in un altro modo: se il prezzo dovesse adeguarsi al divertimento e alla capacità di un gioco di provocare assuefazione, gli sviluppatori avrebbero dovuto chiedere molto di più. Ci troviamo infatti di fronte alla dimostrazione concreta che un certo tipo di prodotto può avere successo anche al di fuori del mercato mobile, conquistando persone che magari non avrebbero scommesso una lira sulla bontà di un'esperienza che va fruita utilizzando solo i due pulsanti del mouse. One Finger Death Punch coinvolge, diverte e mette alla prova i nostri riflessi attraverso una marea di livelli e di varianti, riuscendo a smorzare quasi del tutto l'inevitabile ripetitività dell'azione e consegnandoci un intrattenimento di qualità, pura droga videoludica a cui diventa difficile sottrarsi dopo un primo assaggio.
PRO
- Semplicissimo ma divertentissimo
- Fantastica resa dell'impatto
- Tantissimi livelli, diverse modalità
- Stile grafico peculiare a dir poco
CONTRO
- Inevitabilmente ripetitivo
- Interfaccia migliorabile