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Transistor, recensione

Dopo Bastion i Supergiant games ritornano su PC e PlayStation 4 con un'avventura piena di personalità

RECENSIONE di La Redazione   —   22/05/2014

L'ascesa degli sviluppatori indipendenti è oramai passata di moda e non per giudizi di merito negativi: adesso sono una realtà soprattutto su PC, ma anche per quanto riguarda le piattaforme PlayStation, Sony ha dimostrato di voler dare spazio a titoli pubblicati in maniera autonoma e creati da gruppi di persone ristrette, che spesso possono sperimentare di più e meglio dei colleghi in possesso di budget importanti.

Transistor, recensione

Proprio per questo bisogna giudicare le loro produzioni senza avere (troppi) occhi di riguardo, il mercato è saturo e non mancano esponenti di assoluto livello. Fatte queste dovute premesse, i dodici che compongono Supergiant Games hanno creato nel 2011 quella piccola perla corrispondente al nome di Bastion, che abbiamo giocato a più riprese sempre con un gusto particolare. Transistor vuole rappresentare un'evoluzione dell'idea originale e coincide con la volontà di auto pubblicarsi su PC e PlayStation 4, la piattaforma che abbiamo utilizzato per la recensione del gioco. L'ambientazione si sposta in un mondo digitale che ricorda un mix tra cyberpunk ed un futuro distopico dominato dalla tecnologia: i cittadini di Cloudbank possono cambiare il tempo oppure ordinare una pizza mediante terminali appositi, addirittura edifici ed intere sezioni possono essere creati o disfatti da unità robotiche chiamate Processo. Una cosa abbastanza surreale, se vogliamo, che vede come forti oppositori gli Orchestrali, un gruppo di persone che vogliono dare dignità al processo e interrompere questi continui cambiamenti. Quando tutto cambia nulla cambia e, come accade spesso in questi frangenti il fine giustifica i mezzi, a costo di mietere vittime per quello che viene visto come un bene supremo.

Transistor è la nuova opera degli stessi creatori di Bastion, ma stavolta non si sono superati

Start

Voi siete Red, cantante estremamente famosa nel quartiere di Goldwalk, che una sera subisce un attentato e perde la sua voce, ma riesce a scampare alla morte grazie al sacrificio di un suo caro amico, trafitto da una spada molto potente e dai poteri particolari.

Transistor, recensione

Il suo nome è Transistor ed ha la capacità di intrappolare l'anima di persone decedute; grazie alle ultime vicende rimane di fianco alla protagonista principale, ma diventa anche obiettivo degli Orchestrali, che la rivogliono indietro per ultimare i propri scopi. Qui comincia il gioco: una storia di vendetta che approfondisce il rapporto tra la protagonista e Transistor, con un tocco di romanticismo e di messaggio politico che si affaccia a più riprese all'interno delle strade digitali di Cloudbank. Gli sviluppatori hanno giocato molto con informatica e programmazione, sia dal punto di vista visivo che per quanto riguarda i nomi veri e propri: ad ogni avanzamento di livello o incontro con personaggi chiave della storia, Transistor è in grado di assimilare nuove funzioni, che hanno nomenclatura molto cara a chi programma per hobby o per passione, come Breach o Get. Ogni funzione può essere associata come attacco principale ai tasti frontali del DualShock 4; in alternativa, inserita come potenziamento (mediante slot appositi, da sbloccare) per altre funzioni oppure come abilità passiva; ovviamente in base al posizionamento cambiano gli effetti e bisogna sperimentare per ottenere le soluzioni più efficaci. Ogni funzione utilizza una certa quantità di memoria e può essere installata in Transistor solo se ce n'è a sufficienza nello stack; inutile dire che può essere espanso avanzando di livello. Qualche nota sull'interfaccia. La barra delle abilità è quasi sempre visibile in basso al centro, cosa che ha portato gli sviluppatori ad inserire i sottotitoli nella parte superiore dello schermo. Una scelta criticabile perché porta ad alzare costantemente la testa e perché comunque le icone delle funzioni di potenziamento sono a malapena visibili e poco chiare; a questo punto sarebbe stato meglio posizionare le abilità in basso a destra con la classica conformazione a croce, e ripristinare i sottotitoli nella loro posizione comune ed ideale.

Transistor, recensione

La stessa farraginosità si riscontra quando si utilizzano i punti di accesso presenti all'interno di Cloudbank per cambiare le funzioni: avremmo gradito meno passaggi anziché dover sempre uscire e rientrare nei menu dedicati, anche perché cambiando le combinazione è possibile approfondire maggiormente (sbloccando pezzi di biografia) la storia dei personaggi legati a ciascuna di essa. Al netto di queste critiche il sistema di potenziamenti permette di sperimentare diverse soluzioni in base al proprio stile di gioco e ai risultati più efficaci; il combattimento è infatti il vero fiore all'occhiello di questa produzione, perché alterna scontri isometrici in tempo reale, come già accennato, ad una sorta di pianificazione preventiva a turni, necessaria per gli avversari più impegnativi perché attaccano costantemente la protagonista principale. Alla pressione del tasto R2 quindi, il tempo viene interrotto e compare una barra temporale posizionata in alto: qualsiasi azione di Red consuma una porzione di tempo, e fino all'esaurimento è possibile pianificare una serie di mosse in successione mentre i nemici rimangono (più o meno) inermi. Una volta assimilati gli effetti di ogni attacco non si corre mai il rischio di spezzare troppo l'azione, ma anzi questo doppio sistema aggiunge profondità e divertimento rendendo il combattimento uno degli elementi più riusciti di Transistor. Non c'è un settaggio di difficoltà predefinito, ma all'accrescere del livello si ottiene l'accesso ad un numero crescente di limitatori, celle che potenziano gli avversari e introducono delle penalità, ma che in cambio permettono di acquisire maggiore esperienza dopo ogni scontro portato a termine con successo.

Trofei PlayStation 4

Transistor mette a disposizione trenta trofei più il platino, cosa non comune per i titoli scaricabili, legati al completamento della storia, allo sblocco di tutte le funzioni, limitatori e biografie dei personaggi, alle sfide. Ottenerli tutti non rappresenta un grosso problema, basta finire il gioco due volte e quelli più ostici sono rappresentati da alcune sfide avanzate, che necessitano padronanza completa del sistema di combattimento di Transistor.

Return

Le funzioni a disposizione arrivano a sedici, e spaziano tra quelle legate ad attacchi più efficaci alle spalle, all'aumento di potenza o difesa, alla possibilità di attaccare anche nella fase di ricarica della pianificazione, e così via; combinandole ad esempio si può diventare invisibili rilasciando al contempo dei raggi che danneggiano i nemici, aumentare il numero di rimbalzi delle granate ad esplosione, creare una propria copia mentre si fugge dall'avversario. I punti di contatto e deja vu con Bastion non mancano: la voce narrante diversa nella forma ma non nella sostanza, le backdoor nei livelli che rappresentano le sfide per ognuna delle caratteristiche del gioco, i limitatori che mimano le funzionalità degli idoli per modificare la difficoltà a proprio piacimento. Dove Transistor differisce è nell'evoluzione narrativa, ancora più lineare e matura, e nel combattimento decisamente più strutturato, complesso e godibile. Dal punto di vista artistico il lavoro fatto da Supergiant Games è eccellente, la protagonista principale e tutti i personaggi sono disegnati con un tratto più piacevole e maturo che in Bastion; la morbidezza estetica dell'ambientazione si fonde con colori sgargianti ma non aggressivi; il risultato è davvero bello da vedere, e lo stile adottato ha una personalità fuori dal comune. La risoluzione 1080p aggiunge pulizia all'immagine e i 60 fotogrammi al secondo la rendono piacevole in movimento; solo in un paio di occasioni abbiamo notato qualche incertezza, nel momento in cui c'era un zoom che allargava il campo visivo. Nei combattimenti il motore grafico non batte ciglio, anche se c'è una discreta confusione visiva in seguito agli attacchi combinati, quando non si capisce facilmente costa sta succedendo. Il titolo è doppiato in inglese con la voce di Transistor identica a quella di Bastion, solo più metallica, mentre i sottotitoli sono disponibili anche in italiano; la colonna sonora e la voce di Ashley Barrett aggiungono un ulteriore livello di atmosfera alla produzione e completano un pacchetto tecnico sul quale è possibile spendere solo belle parole. In cosa pecca Transistor, allora? La storia nonostante sia raccontata bene grazie anche alla qualità del doppiaggio e del comparto tecnico è abbastanza confusionaria nelle prime battute e prenda troppo il sopravvento nella parte finale. Il finale è denso di significato ma diversi comprimari sono abbozzati e il tutto è abbastanza lineare, senza colpi di scena che sarebbero potuto essere esaltati anche dallo stile adottato.

Transistor, recensione
Transistor, recensione

Al di là dei combattimenti inoltre, il gameplay mostra potenzialità inespresse e si riduce a muoversi da un punto all'altro anche con discreto backtracking: proprio nelle battute iniziali l'utilizzo della barra di pianificazione Turn() mette a disposizione un piccolo puzzle ambientale nel quale bisogna attivare due dispositivi in "contemporanea"; ci siamo esaltati pensando alle possibilità di avere diversi rompicapo che sfruttano questa caratteristica, ed invece non ne abbiamo trovato nessuno, il gioco è puramente composto da combattimenti a spezzare un'esplorazione a sua volta al servizio della narrazione. Abbiamo portato a termine Transistor in circa quattro ore; è possibile disputare la classica nuova partita + (denominata Ricorsione) che permette di mantenere tutte le abilità ed il livello di Red, oltre che completare i risvolti della trama lasciati incompiuti. Anche con l'aggiunta delle sfide i contenuti non sono sufficienti a giustificare completamente il prezzo di 20€, che di questi tempi è assolutamente "premium" per produzioni del genere.

Conclusioni

Versione testata: PlayStation 4
Prezzo: 19,99€
Multiplayer.it
7.9
Lettori (69)
8.3
Il tuo voto

Non possiamo nascondere di essere arrivati alla recensione di Transistor con tante aspettative e di essere rimasti delusi, in parte, per le tante potenzialità inespresse sia in termini narrativi che di gameplay. Il gioco di Supergiant Games si è evoluto rispetto a Bastion dal punto di vista squisitamente visivo e attraverso un sistema di combattimento divertente e più complesso rispetto al passato. Non riesce a farlo invece in termini di gameplay, che poteva essere tranquillamente approfondito di più, ed offerta contenutistica, tendente al basso in relazione al prezzo di vendita, anche se si decide di terminare il gioco una seconda volta. Transistor è come uno snack di buona qualità: lo mangeresti con gusto, ma non se costa quasi come una cena.

PRO

  • Artisticamente squisito, ottima colonna sonora
  • Sistema di combattimento divertente e non banale
  • Storia raccontata bene e con preciso messaggio...

CONTRO

  • ...ma con personaggi abbozzati e pochi colpi di scena
  • Il gameplay mostra tante potenzialità inespresse
  • Poco contenuto e sostanza in relazione al prezzo