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Guardie del corpo

Se n'è parlato tanto e ora noi l'abbiamo giocato e finito per voi: ecco la nostra recensione

RECENSIONE di Antonio Jodice   —   27/05/2014

Sono due anni che non si fa che parlare di Aiden Pearce, o che almeno se ne parla parecchio. Un vigilante americano che ruba ai ricchi per dare a se stesso, così pare almeno, e che per farlo ricorre al hack più selvaggio di una rete informatica globale che controlla e contiene i dati di tutta la popolazione di Chicago. La storia è ormai nota, ovvero quella di un furto andato male che gli mette alle calcagna un'associazione criminale senza scrupoli che, nel tentativo di eliminarlo, causa la morte accidentale della nipote. Da lì in poi Aiden vuole solo capire perché si è arrivati a tanto e, soprattutto, vuole vendicarsi ricorrendo a qualsiasi mezzo, facendosi terra bruciata attorno in un susseguirsi di comprimari, situazioni a volte al limite e diversi elementi di gameplay che funzionano, partendo da idee innovative per un genere di successo, quello dei free roaming, che fatica a dire qualcosa di nuovo. Col senno di poi, l'impresa più ardua di Aiden sembra essere stata il riuscire ad arrivare nei negozi, partendo da un trailer che ci aveva fatto domandare persino di che tipo di gioco potesse trattarsi da tanto pareva il frutto di un game designer visionario, arrivando a un sandbox che, sulla falsa riga di GTA, punta tutta la volontà di innovare nei mezzi che un cellulare fornisce al protagonista per interagire con l'ambiente. Preso atto di cosa si sta giocando, ci vogliono una trentina d'ore per finire Watch Dogs: a noi è piaciuto e ve lo consigliamo di giocare, provando prima a spiegarvi perché.

Dopo mesi di chiacchiere, è arrivato il momento della recensione di Watch Dogs!

Curiosità

Da oggi, sia su Android sia su iOS è possibile scaricare la companion app di Watch Dogs che, sempre in cambio di punti abilità e di esperienza per far crescere il proprio personaggio, consente di giocare anche non possedendo il titolo pacchettizzato e in maniera gratuita. Cosa si fa da tablet e smartphone? Si lancia la sfida a chi sta scorrazzando per Chicago e gli si scagliano contro volanti ed elicotteri della polizia. Chi è dentro il gioco vero e proprio deve scappare in auto e raggiungere l'ultimo dei checkpoint previsti.

Una spy story

Watch Dogs si conferma un titolo drammatico, una spy story che porta un uomo a scoprire se stesso attraverso la vita degli altri. Aiden alla fine del gioco sa chi è, ma solo dopo aver frugato in tutto il marasma che gravita intorno a lui e a Chicago, una città che viene infarcita di elementi quasi tutti funzionali alla giocabilità. Questo processo non avviene senza traumi, sì per il protagonista, ma anche per il giocatore, visto che la trama, adulta, viene raccontata attraverso una serie di bei personaggi a cui però non viene dato il giusto spazio, lasciando qua e là qualche buco narrativo di troppo. Alcuni protagonisti, senza voler scendere nei dettagli per non rovinare alcuna delle sorprese di cui il gioco è indubbiamente pieno, sono delle vere e proprie occasioni mancate, tanto son ben costruiti quanto troppo rapidamente lasciati al loro destino senza lasciare il giusto segno. La storia di per sé è piuttosto standard, ma è inevitabile affezionarsi ad Aiden, così imperfetto, e all'idea di volerlo aiutare a scoprire perché tanta violenza si è abbattuta sulla sua vita. Il motivo potrà non piacervi, il contesto potrà convincervi o meno, ma almeno non si può dire che i ragazzi di Ubisoft si siano limitati a svolgere un compitino cercando di riscuotere il successo che questi titoli possono raggiungere. Il cellulare di Aiden non si ferma mai e, come notato in precedenza, l'idea di poter profilare tutti gli NPC della città, rubandone il nome, il cognome, le inclinazioni sessuali, il redditto, fino a registrarne conversazioni private o scambi di messaggi, aiuta a non avvertirne la presenza come quella di semplici marionette animate, cosa che capita oramai di sovente in questo tipo di giochi in cui si vaga per ambienti enormi in cui è più facile distruggere un autobus con un lanciarazzi che scambiare due parole con un giornalaio. Watch Dogs non risolve questo problema, ma mette indubbiamente in pista un'idea che limita il senso di déja vù inevitabile in queste occasioni e che aiuta a sentirsi parte di un contesto vivo in cui degli abitanti hanno le loro cose da fare e i loro piccoli crimini da compiere.

Guardie del corpo

La mappa, comunque piuttosto vasta, si dipana tutta tra porti industriali, una downtown ricca di grattacieli e una piccola parte rurale subito fuori, area in cui alberi e laghi danno un po' di respiro alla claustrofobia da palazzi che si prova per quasi tutto il tempo. Le strade sono disseminate di opportunità di intervento col cellulare che può servire per cambiare i colori dei semafori, alzare piloni spartitraffico, sollevare ponti levatoi e far esplodere tombini, ma il sapiente level design del team ha fatto sì che l'esperienza non si tramuti in un premere a caso il pulsante di Hack sul pad per far accadere di tutto per liberarsi, in caso, di polizia e inseguitori. Ben presto ci si accorge che non tutte le strade hanno quel che fa al caso nostro e che bisogna destreggiarsi per ottenere il risultato sperato, bisogna cercare di dirigersi verso zone che sappiamo di poter sfruttare a dovere o ricorrere a strategie alternative come il cercare dove nascondersi, magari sdraiandosi all'ombra del cruscotto della macchina che si sta utilizzando. L'altra novità è che in Watch Dogs, quando la polizia si allerta o i cattivi ci inseguono, si può ragionevolmente scappare raggiungendo l'acqua e nuotando o rubando un motoscafo, perché non esiste un motivo razionale per cui si debba sempre trovare una pattuglia ad attenderci sull'altro lato di un fiume enorme quando si siano seminate quelle che ci inseguivano sull'altra sponda. La città quindi diventa strumento per fare cose e la vera arma al servizio del protagonista, che può uscire indenne da un combattimento anche grazie ai tanti elementi interattivi del fondale e alla tecnologia indossata dai suoi assalitori.

Guardie del corpo

Il combat system che non ti aspetti

La mappa di Chicago si infittisce ben presto di icone con cose da fare. Le icone gialle indicano i vari step della missione principale, quelli in blu e in grigio le tante attività parallele. Già le missioni principali offrono sufficiente varietà visto che quasi mai si risolvono in un vai al punto A e raccogli l'oggetto B e che spesso offrono diversivi all'azione pura e che indugiano spesso in ottime meccaniche stealth sia a piedi che in macchina. Fondamentale, in ogni caso, è l'analisi dell'ambiente che va fatta passando da una telecamera di sorveglianza all'altra e riuscendo a capire come, dove e quando muoversi. In più di un caso ci viene anche chiesto di guidare verso la fuga un altro dei personaggi, indicandogli dove nascondersi o dove correre per evitare pattuglie e guardie, studiando le mosse degli NPC e attirandoli in vicoli ciechi facendo trillare cellulari o facendo scattare l'allarme delle auto parcheggiate.

Guardie del corpo

Un ottimo sandbox quindi, aiutato da diverse idee intelligenti come quella di costringere il giocatore a hackerare persino le telecamere mobili (simil go pro) installate sui giubbotti dei cattivi di turno per farsi portare in stanze inaccessibili così da poter violare sistemi di sicurezza o interruttori altrimenti irraggiungibili. Quando Watch Dogs dà il meglio, ci sono pochissimi istanti per fare tutto ciò, pena il fallimento o il dover ricorrere al combat system che comunque è ben realizzato. C'è un buon sistema di coperture, che dà problemi solo quando bisogna cambiare lato dello stesso riparo, e soprattutto c'è un vastissimo skill tree in cui spendere i punti abilità guadagnati scalando i 50 livelli di esperienza possibili e che danno ad Aiden una miriade di possibilità in più, distribuite tra skill di combattimento, capacità di hackerare sistemi sempre più complessi, costruire oggetti utili per mandare in blackout la città o per interrompere le comunicazioni tra le guardie, oppure per migliorare le sue possibilità di sopravvivere durante i lunghi inseguimenti in macchina o moto. Il modello di guida, però, non convince sia sotto il profilo della risposta dei veicoli sia sotto il profilo dell'audio. I colpi si sentono, le esplosioni che si possono causare hackerando esplosivi o centraline mentre i nostri avversari ci passano davanti ignari sono esaltanti e la sensazione di poter sposare approcci sempre diversi è semplicemente appagante. Un po' come i personaggi, purtroppo, non tutto il potenziale viene portato alle estreme conseguenze e non si arriva mai allo scontro a fuoco in cui realizzarsi come dei veri e propri eroi urbani, ma un buon tasso di sfida lo si può trovare in una serie di missioni secondarie in cui bisogna sconfiggere gli avamposti di alcune gang disseminate sul territorio che di solito richiedono di liberarsi la strada fino al capetto di turno senza però poterlo uccidere.

Guardie del corpo

Tanta complessità meritava però qualche missione tosta in più, senza dubbio. Dove invece c'è poco da obiettare è nel level design della città e delle banche dati che vanno hackerate per avere accesso a tutte le missioni e ai dati dei diversi distretti di Chicago. Immaginate una serie di centraline sparse su muri e dentro stanze che si devono raggiungere fisicamente o visivamente ricorrendo alle onnipresenti telecamere di sicurezza. Visto che Aiden non è un super uomo, non può arrampicarsi dove gli pare ma deve capire dove dirigersi, dove esplorare per trovare i cavi e gli snodi utili per intrufolarsi in questi complessi sistemi di sicurezza. Ecco quindi che le strade e i palazzi si riempiono di grandi puzzle ambientali che costringono a guardare e capire come leggere mura e pareti in quello che è un ottimo modo per recuperare la mappa di una città che non è più solo una mega arena in cui far esplodere cose. Per capire al meglio questo concetto basta una delle missioni opzionali in cui bisogna scannerizzare dei codici QR giganti stampati su pareti e cartelloni, anche distanti tra loro. Aiden deve trovare la giusta telecamera che permetta di affiancare le diverse parti del codice in modo che si appiattiscano in un'immagine bidimensionale da poter rilevare. Trovare idee così fresche e innovative in un gioco tripla A piuttosto che in un titolo indie è indubbiamente una piacevole sorpresa.

Un guardone troppo discreto

Dopo tutto Aiden è un guardone, uno che può con un pulsante frugare nella vita delle persone e farsi i fatti loro, anche quelli più privati. Il contesto è messo in piedi, il pretesto pure e ci sono alcune missioni secondarie in cui, risolvendo i soliti meccanismi di centraline e contatti, ci si può intrufolare in una serie di appartamenti in cui assistere a scene di un quotidiano un po' malato che va da coppie in crisi, ad amici che non diventeranno amanti, passando per stalker professionisti e idraulici che rimorchiano subito dopo aver riparato un tubo nella cucina di un'avvenente ragazza in difficoltà. Il fatto è che Ubisoft, pur avendo tra le mani un gioco comunque targato PEGI 18, lascia tutto troppo in superficie e che le possibilità offerte a livello narrativo da questo impianto vengono solo scalfite.

Guardie del corpo

Non stiamo dicendo che Watch Dogs avrebbe potuto dare la scena a una serie di immagini da porno amatoriale, ma di sicuro dopo Mass Effect o dopo certi momenti epici di GTA IV speravamo in un titolo maturo nel senso più vero del termine. Più coraggioso, in buona sostanza. La stessa trama del gioco, verso la metà circa, ha un momento che potrebbe davvero dare il la a un gioco seminale dal punto di vista della forza narrativa, mentre finisce solo per restare il momento più coinvolgente del gioco (per noi si tratta di una fase che vale davvero il resto) e per dare il la a una serie di missioni secondarie comunque piacevoli da affrontare. Dove invece Morin e soci fanno centro è in quelli che vengono chiamati Digital Trips, quattro mini giochi scatenati dall'assunzione di droga digitale e che proiettano Aiden in mondi alternativi che gli permettono di fare cose come volare tra i palazzi, rimbalzando sui petali di enormi fiori poligonali, o vestire i panni di un mega ragno meccanico con cui distruggere macchine, camionette della polizia e antenne paraboliche, saltando da un tetto all'altro e raccogliendo bonus. Lasciando da parte una sorta di Carmageddon in cui fare punti arrotando passanti indemoniati, quella che ci è piaciuta di più è l'aprirsi di una Chicago avvolta di nebbia in cui superare la guardia di soldati, lontani cugini degli hellgast di Killzone, per riuscire a violare dei punti di controllo sempre più lontani con un ottimo mix tra aperta violenza e necessità di ricorrere alle meccaniche stealth del gioco. Ognuna di queste attività ha uno skill tree dedicato e pure complesso da sbloccare per ottenere punteggi sempre più alti nei digital trip stessi, ma il raggiungere un certo livello sblocca abilità buone anche per la campagna single principale, cosa vera del resto per ciascuna delle diverse tipologie di missioni opzionali. Insomma, di cose da fare ce ne sono un bel po' e oltre al tempo da dedicare per arrivare ai titoli di coda, si possono passare decine d'ore, stimiamo intorno alle cinquanta, per finire tutte le attività secondarie possibili. I contenuti non mancano, quindi, e sono supportati da un gameplay che, come detto, funziona sotto quasi tutti i punti di vista.

Guardie del corpo

Trofei PlayStation 4

I free roaming, si sa, non sono mai semplici da platinare e Watch Dogs non fa eccezione. Ci sono, ovviamente, i trofei legati al completamento dei diversi capitoli della main quest, ma riuscire a completare l'opera richiederà molto tempo. Tra attività online e quelle legate alle diverse skill, ci si deve armare di un bel po' di pazienza.

Chigago di notte

Ubisoft ha sempre parlato di Watch Dogs come di un vero e proprio gioco next gen e, se sicuramente molte delle idee alla base sono innovative e aiutano a supportare questa sensazione, sarà inevitabile che chi gioca non si aspetti un'evoluzione in questo senso anche dal punto di vista visivo. Abbiamo giocato con la versione PlayStation 4, ma più volte è stato detto che anche sulle console della passata generazione l'esperienza dovrebbe essere in tutto e per tutto simile.

Guardie del corpo

Chicago è interattiva in decine di elementi su schermo, ottimo è il sistema particellare e quello delle luci dinamiche, valorizzate soprattutto nelle fasi notturne, quando palazzi e lampioni si illuminano per le scintille che scaturiscono da quadri elettrici o esplosivi detonati senza che il motore rallenti dai 30 frame mostrati su schermo. Questa velocità e solidità si apprezzano soprattutto nei Digital Trips quando nei panni del ragnone meccanico ci si trova a decine di metri d'altezza con le strade che esplodono aiutate dal convincente motore fisico e dalle animazioni ben disegnate di NPC e di Aiden. Il complesso, però, tradisce la natura cross-gen del progetto, inevitabilmente. Quando sorge il sole e sale allo zenith, la grafica di Watch Dogs sembra incredibilmente appiattirsi, con un'immagine troppo poco contrastata e in cui la forte illuminazione mette in risalto texture non all'altezza e strutture poligonali studiate per girare su hardware troppo diversi tra loro. L'acqua è bella, parente stretta di quella di Assassin's Creed IV, ma gli alberi e l'erba che ondeggiano rigidi al vento così come le bandiere americane tese dai palazzi della downtown finanziaria lasciano l'amaro in bocca in chi si è appena comprato una tra PlayStation 4 e Xbox One. Su PC le cose potrebbero andare diversamente da quel che abbiamo visto in sede di anteprima a Parigi qualche tempo fa, ma per questo servirà mettere sotto torchio il codice definitivo.

Guardie del corpo

Le idee da nuova generazione continuano nel reparto online per quei giocatori che decidono di lasciare il proprio mondo aperto alle intrusioni in rete degli altri che possono intrufolarsi per compiere veri e proprio agguati digitali da sventare entro un tempo limite profilando tutti i personaggi di una determinata area alla ricerca dell'intruso. Non sappiamo quanto possa durare la volontà di dedicarsi a queste attività come alle corse online tra otto giocatori o a delle sessioni in cui seguire di soppiatto un altro giocatore a sua insaputa, ma tutte quante contribuiscono a dare l'idea di un mondo crepato da falle informatiche in cui possono accadere nuove cose. Ottima la colonna sonora con una bella selezione di brani originali che spaziano dall'elettronica, al rock, passando per l'hip hop. Le canzoni non sono moltissime e tendono ben presto a ripetersi mettendo in risalto come i gruppi più famosi non siano poi molti, gli amanti della buona musica potrebbero però trovare un paio di buone indicazione per il loro prossimo acquisto digitale. Del doppiaggio e dell'adattamento in italiano, purtroppo, non sappiamo dirvi perché la versione su cui abbiamo recensito Watch Dogs era quella con la sola lingua inglese. Su questo, quindi, dobbiamo rimandare a un incontro successivo.

Conclusioni

Versione testata: PlayStation 4
Multiplayer.it
9.0
Lettori (714)
7.7
Il tuo voto

Watch Dogs non rivoluziona certo il genere dei free roaming, ma finisce comunque per portare una serie di idee innovative che si concretizzano in un ottimo titolo, il quale spinge a giocare sino ai titoli di coda. Alcune tematiche scabrose vengono affrontate in maniera troppo pulita, e l'impatto narrativo si disperde nei meandri di una storia a metà tra il thriller e lo spionaggio alla Tom Clancy, con alcuni dei personaggi che avrebbero meritato una sorte migliore. Nonostante un impianto tecnico che porge il fianco a più di una critica, è proprio su next gen che Watch Dogs assume il suo senso più compiuto perché c'è grande voglia di giochi così ricchi di contenuti e con una così alta attenzione ai dettagli. In questa Chicago si possono passare decine d'ore guardandosi in giro e cercando spunti per scoprire le tante possibilità offerte dall'ottimo gameplay e level design pensati da Ubisoft, e se Watch Dogs è chiaramente un inizio, come lo fu il primo Assassin's Creed, qui le idee sembrano più chiare di allora... e sappiamo tutti com'è andata a finire a partire dalle avventure italiane di Ezio.

PRO

  • Tante nuove idee che si tramutano in giocabilità
  • A tratti la freschezza di un indie
  • Ottimo combat system e complesso skill tree
  • Buon design sia per le missioni principali che opzionali
  • Tanti contenuti e dettagli

CONTRO

  • Dal punto di vista tecnico patisce un po' l'essere cross gen
  • Modello di guida non convincente
  • Alcuni ottimi personaggi sono abbandonati a loro stessi
  • Ci voleva più coraggio su certi temi