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Transformers: The Dark Spark, recensione

Dopo i due ottimi capitoli sviluppati da High Moon Studios, i Transformers tornano in concomitanza con il film

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   01/07/2014

Completata la campagna di Transformers: The Dark Spark, ci siamo posti qualche domanda. Innanzitutto, il franchise ha venduto finora a sufficienza da giustificare l'investimento sostenuto da Activision? I primi episodi si sono avvicinati al milione di copie vendute, il che potrebbe essere ritenuto un buon risultato per una serie tutto sommato giovane, dai costi produttivi non esorbitanti. Dunque come mai lo sviluppo di questo nuovo capitolo, che potremmo considerare una sorta di mezzo tie-in cinematografico, è stato affidato a Edge of Reality anziché ai soliti High Moon Studios? Qui la questione si infittisce, perché sembra che lo studio californiano stia attualmente lavorando alle versioni Xbox 360 e PlayStation 3 di Call of Duty: Advanced Warfare e non, come i fan speravano, a un'edizione per Playstation 4 e Xbox One di Transformers. Considerando poi che High Moon Studios non è Naughty Dog, appare improbabile che una metà del team stia segretamente progettando un ritorno in grande stile per Optimus Prime e i suoi fedeli Autobot. Insomma, le possibilità che The Dark Spark sia un momentaneo "tappabuchi" come lo è stato Batman: Arkham Origins (che peraltro come tappabuchi era ottimo: ad avercene così!) sono poche e c'è grande incertezza su quello che sarà il futuro di un franchise su cui nel 2010 nessuno scommetteva, ma che ha dimostrato invece di saper interpretare al meglio lo spirito dei robot trasformabili che Hasbro decise di importare negli USA all'inizio degli anni '80, seguendo un'intuizione che si è poi rivelata un successo planetario.

Transformers: The Dark Spark delude le aspettative dei fan della serie dopo due ottimi episodi

Nel bene...

La campagna di Transformers: The Dark Spark ha una gran bella parte centrale, e lo diciamo in tutta sincerità. I livelli intermedi, che nell'ottica della peculiare trama a base di varchi spazio-temporali si svolgono su Cybertron, dunque con gli Autobot e i Decepticon ridisegnati da High Moon Studios, sono i più coinvolgenti, quelli con un tasso di sfida maggiore e in cui la possibilità di trasformarsi da robot a veicolo assume un senso vero e proprio anziché porsi come una mera opzione.

Transformers: The Dark Spark, recensione

Ci sono infatti stage che si sviluppano in verticale e richiedono dunque che ci si trasformi in un'astronave per raggiungere la destinazione di turno, come quando controlliamo il glaciale Shockwave (che qui diventa una navicella, non una pistola) o il leader degli Insecticon, Sharpshot. Oppure ancora quando, ai comandi di Jetfire, ci viene chiesto di attraversare la struttura interna della carcassa di Trypticon, piena di trappole e imboscate. Come già successo in passato, ci si trova insomma sia dalla parte degli Autobot sia da quella dei Decepticon, a seconda del momento, e non mancano sequenze spettacolari per i fan della serie, come quando possiamo controllare l'enorme Bruticus e fare piazza pulita dei "minion" che costituiscono il grosso dei rispettivi eserciti; oppure quando, in uno degli ultimi livelli, ci viene concesso di sfogare la nostra voglia di devastazione nei panni robotici di Grimlock, benché si tratti della versione filmica del personaggio, dunque più un drago che non un tirannosauro. Abbiamo accennato poc'anzi al grado di sfida, che al livello di difficoltà normale è sorprendentemente alto e fa cambiare rapidamente idea a chi si aspettava un action game molto semplice, finanche banale.

Transformers: The Dark Spark, recensione

Manca un sistema di appostamento e bisogna sfruttare al meglio i ripari (quasi tutti distruggibili, ad ogni modo), ma lanciarsi a testa bassa durante uno scontro a fuoco si traduce nella maggior parte dei casi in un game over e nel dover ricominciare dall'ultimo checkpoint, nell'ottica di un sistema poco propenso a premiare questo tipo di approccio. In alcune situazioni, per giunta, i checkpoint risultano un bel po' distanziati ed è dunque necessario procedere con tutta la calma e la precisione possibili per non dover ripetere una generosa porzione di gioco. Un ulteriore aspetto positivo di questa produzione sono le armi, capaci di dare grande soddisfazione. Il "cannone da mischia", ad esempio, fa saltare in aria i nemici che è una bellezza, ma non mancano lanciagranate con esplosione a comando, fucili di precisione, mitragliatrici di vario genere, pistole dalla potenza sorprendente, dispositivi spara-lame e altro ancora, inquadrate in un contesto che però, sulle prime, non appare particolarmente intuitivo e che sfrutta nel modo peggiore possibile lo sblocco di nuovi oggetti e dotazioni extra, nella forma di casse che bisogna aprire dal menu di pausa, spezzando il ritmo dell'azione.

Obiettivi Xbox 360

Se non altro, gli Obiettivi presenti in Transformers: The Dark Spark sono piuttosto sfaccettati e spaziano un po' in tutti i campi dell'esperienza. Per ottenerli bisogna infatti portare a termine un determinato numero di eliminazioni con ogni arma, raccogliere degli oggetti e completare sequenze di gameplay senza commettere errori, ad esempio quando, con Optimus Prime, dobbiamo penetrare in un avamposto dei Decepticon cercando di non farci beccare dai rilevatori laser. Parte degli achievement sono poi dedicati alla modalità Escalation.

...e nel male

Elencati doverosamente quelli che sono i pregi di Transformers: The Dark Spark, vediamo invece perché questo episodio sviluppato da Edge of Reality si pone sostanzialmente al di sotto dei due capitoli curati da High Moon Studios. In primo luogo si tratta di una questione di contenuti: il multiplayer online competitivo è stato del tutto rimosso, lasciando alla sola modalità cooperativa Escalation, peraltro priva di novità, il compito di aumentare la durata dell'intrattenimento una volta terminati i quattordici livelli della campagna, che è possibile affrontare solo ed esclusivamente in single player. La stessa campagna, come spiegato in precedenza, vanta una fase centrale di spessore ma appare decisamente scarsa nella parte iniziale e in quella finale, non a caso gli stage ambientati nel presente filmico, con Optimus Prime e tutti gli altri caratterizzati dal design in stile "guazzabuglio" che è valso a Michael Bay un posto d'onore nella classifica mondiale delle maledizioni da parte dei fan dei Transformers originali. Se infatti in tali frangenti non viene meno un gunplay solido, con le armi che spesso e volentieri finiscono le munizioni, costringendoci a cambiarle appena possibile o a cercare disperatamente rifornimenti in giro per le location, a crollare è il level design.

Transformers: The Dark Spark, recensione

Sia per quanto concerne la progettazione degli scenari che la loro realizzazione tecnica, terribilmente "old gen" anche su Xbox 360; figuriamoci su PC, PlayStation 4 e Xbox One, che a quanto pare soffrono in modo particolare la natura cross-gen di questo tie-in. Non è solo la conta poligonale a venire meno, ci sono anche cali di frame rate piuttosto evidenti (specie durante i primi istanti di ogni missione) e texture che in alcuni casi risultano letteralmente inguardabili (vedi il modello di Megatron su Cybertron... talmente pieno di pixel da sembrare uno scherzo). Ci siamo inoltre imbattuti in due o tre bug piuttosto gravi, che obbligavano a ricaricare l'ultimo checkpoint perché un determinato avvenimento non si verificava e l'azione non poteva dunque continuare. Il comparto sonoro può contare su di un buon doppiaggio in inglese, con alcuni attori del film, ma il fatto che durante i dialoghi l'audio generale si abbassi è una scelta che francamente non condividiamo e che mina il coinvolgimento di determinate sequenze d'azione.

Conclusioni

Versione testata: Xbox 360
Multiplayer.it
5.0
Lettori (8)
6.1
Il tuo voto

Eravamo preoccupati dal passaggio di testimone operato per la realizzazione di Transformers: The Dark Spark, e purtroppo le nostre perplessità sono state confermate. Sarà l'essersi dovuti occupare da soli di un prodotto destinato a sei piattaforme diverse, sarà un curriculum non proprio strabiliante, gli sviluppatori di Edge of Reality non hanno saputo utilizzare al meglio il pur ottimo materiale a loro disposizione, eliminando alcuni aspetti dell'esperienza (il multiplayer online competitivo), riproponendone altri senza cambiamenti di sorta (Escalation) e andando a comporre una campagna in single player che parte male, ha i suoi momenti positivi nella fase centrale ma poi torna a sprofondare nella mediocrità di un finale ancora una volta aperto. Speriamo che il prossimo appuntamento con i Transformers, magari solo su next gen, sia all'altezza dei due capitoli targati High Moon Studios.

PRO

  • La parte centrale della campagna ha un suo perché
  • Armi ben valorizzate, qualche momento spettacolare
  • Tutto sommato gradevole per un fan dei Transformers...

CONTRO

  • ...ma il calo rispetto ai due precedenti capitoli è netto ed evidente
  • Della grafica si salva solo il design dei personaggi, e non è opera degli attuali sviluppatori
  • La modalità multiplayer competitiva è stata eliminata