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Infiltrazione breve

Light è il classico esempio di un'ottima idea concretizzata a metà

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   15/07/2014

Light nasce da un'idea semplice e potenzialmente vincente. Gli sviluppatori hanno preso le meccaniche base di qualsiasi gioco stealth e le hanno applicate a uno stile grafico minimalista azzeccatissimo, che sembra uscito da un progetto di Visio. Ogni ambiente è descritto nei suoi tratti essenziali da linee luminose, mentre gli esseri umani sono rappresentati da dei quadratini rotanti, colorati diversamente a seconda della tipologia. Così le guardie armate sono rosse, il protagonista è blu, i personaggi speciali sono viola e i cittadini innocenti sono color violetto.

Infiltrazione breve

L'intero gameplay consiste nell'evitare di essere visti da guardie e telecamere di sorveglianza. Ogni avversario è dotato di un cono visuale che va evitato come la peste nascondendosi dietro i vari oggetti dello scenario. La guardie sono in grado di riconoscere immediatamente il protagonista come pericoloso, sparandogli addosso per festeggiare la scoperta, mentre le telecamere hanno un margine di tolleranza maggiore e quando attivate si limitano a mettere in allarme l'intero esercito presente in una mappa. Una volta scoperti, o una volta uccisa una guardia, partirà un timer di due minuti che annuncerà l'arrivo dei rinforzi, che è anche un consiglio per sbrigarsi a finire la missione. Raggiunti tutti gli obiettivi prescritti (trovare documenti, uccidere qualcuno, violare dei server e così via), ci si può dirigere verso l'uscita. Alla fine di ogni missione vengono assegnati dei punti in base a come ci si è comportati. I punteggi migliori vengono dati per non aver ucciso nessuno a parte gli obiettivi (quando ci sono obiettivi da uccidere), o per aver concluso la missione entro un tempo stabilito. Come vedremo, il punteggio è l'unico movente che possa far rigiocare qualcuna delle mappe. Le uniche altre interazioni disponibili sono l'hacking di porte e telecamere attraverso i terminali e la possibilità di cambiarsi d'abito in modo da ingannare guardie e telecamere così da ridurne il livello d'attenzione, che nel gioco si traduce con l'impiccolimento del cono visuale.

Qualche nota aggiuntiva

    Il primo prototipo di Light doveva servire a ottenere fondi da una campagna Kickstarter. Fu lì che Team17 lo notò e decise di fare da publisher a Just a Pixel, lo sviluppatore, ritornando a lavorare con le terze parti dopo vent'anni.
    Light racconta la storia del classico personaggio senza memoria che deve recuperarla nel corso del gioco. Non vi diciamo molto perché è uno degli elementi più interessanti da scoprire, anche se non è originalissima
    I testi di gioco sono tradotti in molte lingue, italiano compreso.

Light è un gioco con del potenziale, peccato che lo sprechi con un'esecuzione discutibile

Una passeggiata

Light ci ha davvero coinvolti. Lo sappiamo che avete già visto il voto a fine recensione e quindi questa affermazione vi risulterà strana, ma quello che offre è fatto abbastanza bene. Peccato che offra davvero poco. Durante i primi minuti di gioco è facile innamorarsi di meccaniche così essenziali eppure così funzionali per l'economia delle partite. I primi livelli vanno via che è un piacere, tra fughe rocambolesche, corpi nascosti in mobili posizionati strategicamente, terminali violati, corridoi scrutati in cerca di guardie e telecamere e così via.

Infiltrazione breve

Giocando nemmeno ci si accorge del più grosso difetto di Light, che è anche quello che lo affossa: è davvero facile e breve. Quante volte si tollera la prima ora di un qualsiasi videogioco pensando che sia stata resa particolarmente semplice solo per essere un'introduzione alla sfida che ci aspetta nei livelli avanzati? Bene, Light, dopo la prima ora... finisce. Se si è particolarmente bravi, non si arriva nemmeno a vedere scoccare i fatidici sessanta minuti. A quel punto si è costretti ad aprire l'occhio che si era chiuso e a valutarne alcuni aspetti con meno benevolenza di quanto si sarebbe voluto fare. Prendiamo la già descritta meccanica dei due minuti di conto alla rovescia per l'arrivo delle guardie: teoricamente dovrebbero servire per metterci ansia e farci agire più velocemente, aumentando la difficoltà. In realtà ottengono l'effetto esattamente opposto, se si sa cosa fare. Così, se si vuole finire velocemente una mappa, basta indossare i vestiti dalla prima guardia che ci capita a tiro, nasconderne il cadavere e girare a caso alla ricerca dei nostri obiettivi. A parte nella penultima mappa, i due minuti che ci vengono dati sono sempre più che sufficienti per fare tutto. A volte avanza anche del tempo. Il perché sia possibile giocare in questo modo è presto detto: le mappe sono molto piccole ed è difficile non sapere cosa fare per più di qualche secondo di esplorazione casuale, anche perché gli obiettivi lampeggiano e sono visibili dietro ai muri. Insomma, il travestimento rende meno agguerriti i nemici al costo di un timer che ci regala tempo sufficiente per fare quello che vogliamo. Qualcuno a questo punto dirà che però così non c'è gusto e, trattandosi di uno stealth game, il bello è non farsi vedere e non uccidere nessuno.

Infiltrazione breve

Ovviamente sì, a patto che si ami andare a caccia del punteggio migliore, perché i punti extra sono l'unico movente che possa spingere a scegliere la via più difficile in Light, dato che uccidere non dà penalità in termini di sviluppo della storia. Ci voleva tanto in un gioco lineare come questo a inserire finali multipli? Stiamo parlando di dodici missioni, le prime due delle quali senza nemici. Certo, ogni tanto si muore, soprattutto nelle mappe finali, ma si tratta più di incidenti di percorso che di stimoli a cambiare stile di gameplay. Mettiamoci anche che le guardie hanno degli schemi di movimento piuttosto semplici e che già al secondo tentativo in ogni mappa avanzata, se si è osservata la situazione, è ovvio capire dove nascondersi per non farsi vedere. Tanto per dire, la facilità di Light è sottolineata dagli stessi obiettivi di Steam: finito il gioco ne avevamo sbloccati dodici su tredici, con l'unico ancora da raggiungere legato al numero delle volte che ci siamo travestiti. Insomma, non ci è stato dato nemmeno il gusto di penare ripetendo azioni inutili.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
  • Processore Intel Core i7 2600
  • 8 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 560 Ti
  • Sistema operativo Windows 7

Requisiti minimi

  • Sistema operativo: Windows XP
  • Processore: CPU Dual Core
  • RAM: 2 GB
  • Scheda video: Intel HD Graphics 3000, Nvidia GeForce GT 7800, ATI Radeon HD 4800 Series

Conclusioni

Digital Delivery Steam
Prezzo 11,99 €
Multiplayer.it
5.0
Lettori
ND
Il tuo voto

Light poteva essere un piccolo gioiello. Raramente ci è capitato di provare così tanto rammarico per un'occasione sprecata così malamente. Sarebbero bastati alcuni accorgimenti, come diversi livelli di difficoltà, qualche livello in più, magari un editor. Nulla. Light inizia e finisce nell'arco di un'ora, senza lasciare traccia e, soprattutto, senza spingere a farsi rigiocare. L'eccessiva brevità e facilità fa emergere anche una serie di altri difetti, sui quali si sarebbe potuto sorvolare. Così com'è è davvero difficile consigliarlo, nonostante lo stile grafico eccellente. Peccato.

PRO

  • Stile grafico minimale molto riuscito
  • Storia banale, ma ben raccontata

CONTRO

  • Dura davvero poco
  • L'eccessiva brevità mette in luce i difetti di alcune meccaniche
  • Non dà alcun motivo per rigiocare le mappe