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Le radici della paura

Il remake del capostipite della leggendaria saga di Capcom torna in una nuova veste in alta definizione

RECENSIONE di Massimo Reina   —   19/01/2015

Quello dei remake o della riproposizione di alcune grandi saghe videoludiche del passato in apposite edizioni speciali rimasterizzate in alta definizione è un fenomeno sempre più diffuso. Per le aziende produttrici si tratta spesso di operazioni commerciali che puntano molto sul fattore nostalgia, ma per gli appassionati si rivelano spesso l'occasione per poter rivivere certe emozioni, o di provarle per la prima volta per coloro che non hanno potuto giocare un titolo all'epoca del suo rilascio originale. È il caso di Resident Evil per PlayStation 4, una riedizione in alta definizione del remake del capostipite della saga, uscito originariamente su GameCube nel 2002 riscuotendo tra l'altro un certo successo di critica e pubblico grazie soprattutto a un comparto grafico di prim'ordine per l'epoca, e a una serie di accorgimenti tecnici e novità rispetto alla versione del 1996, come la presenza di nuovi scenari, la diversa dislocazione di file di testo, oggetti, puzzle e nemici, e un maggior approfondimento delle tematiche relative alla storia, grazie anche alla presenza del personaggio di Lisa Trevor. L'edizione rimasterizzata, lo diciamo subito, è di fatto un clone migliorato della versione originale, con tutti i pregi e i difetti che ne derivano. Ma procediamo con ordine.

Le radici della paura

Resident Evil HD Remaster ripropone il remake del papà del genere survival horror in alta definizione

Quella villa accanto al cimitero

Per quei pochi che ancora non lo conoscono, e per rinfrescare la memoria a tutti gli altri, il gioco è ambientato nel 1998 e racconta di come, a seguito della sparizione di un gruppo di campeggiatori e di strani incidenti sulle montagne nei pressi della cittadina di Raccoon City, il Dipartimento di Polizia locale invia a indagare il B.R.A.V.O. team del reparto speciale S.T.A.R.S. Ma i suoi membri scompaiono a loro volta poco dopo, e il comando è costretto a mandare sulle sue tracce una seconda squadra, quella denominata A.L.P.H.A. Attaccati apparentemente da un branco di cani inferociti, quattro dei suoi componenti si rifugiano in una vecchia villa signorile, dove si ritrovano ad affrontare un vero e proprio incubo ad occhi aperti, in una disperata lotta per la sopravvivenza.

Le radici della paura

La magione, che appartiene a Lord Oswell E. Spencer, nasconde infatti nelle sue viscere i laboratori segreti di una sua compagnia chiamata Umbrella Corporation, dove si sperimentano agenti patogeni letali e armi biologiche conosciute come B.O.W. A seguito di un incidente, il terribile T-virus è sfuggito al controllo degli scienziati, infettando tutti gli occupanti dell'area: la villa e i suoi dintorni sono ora popolate da zombi e creature mutate estremamente aggressive. A questo punto entra in ballo il videogiocatore, che nei panni degli agenti Chris Redfield o Jill Valentine deve cercare, come detto prima, di risolvere il caso, sopravvivere e fuggire. Una volta caricato il gioco, l'utente può selezionare il rapporto d'aspetto dello schermo, disponibile sia nel tradizionale formato 4:3 che nel nuovo 16:9 in widescreen (si possono comunque alternare in ogni momento semplicemente accedendo al menu di gioco), uno dei tre livelli di difficoltà e quale protagonista interpretare fra i due citati prima, che sono disponibili sia coi costumi della S.T.A.R.S., che con quelli più recenti della B.S.A.A. La scelta di interpretare un agente piuttosto che l'altro non ha un valore solo estetico, ma cambia l'approccio alla partita, dato che con loro variano il tipo di armi da difesa automatica, la disposizione di taluni oggetti, alcune cose da fare e i personaggi che si incontrano. Ad ogni modo, essendo l'una legata all'altra, alla fine le due avventure si giocano entrambe. Per quanto concerne il gameplay, la struttura resta ovviamente la medesima per entrambi i personaggi, e identica a quella dei primi capitoli della serie, con le telecamere fisse e le inquadrature di stampo cinematografico che cambiano costantemente anche nello stesso ambiente, e che contribuiscono ad aumentare la tensione.

Le radici della paura
Le radici della paura

Il fatto di non sapere talvolta cosa lo aspetta dietro l'angolo, spinge l'utente a stare all'erta, e lo costringe sovente a fermarsi un attimo in silenzio, per ascoltare un lamento o dei passi che possano tradire la presenza di un nemico non ancora inquadrato dalla telecamera. Immancabili poi le porte che si aprono solo dopo un breve filmato, i bauli "magici" dove conservare gli oggetti che al momento non servono ed occupano spazio nei pochi slot disponibili nell'inventario dei protagonisti, i proiettili e i nastri di inchiostro da centellinare, rispettivamente per non trovarsi sprovvisti di ricariche durante gli scontri coi boss, o per salvare al momento giusto la partita utilizzando le apposite macchine da scrivere. A tal proposito ci preme aprire una breve parentesi: è innegabile che viste ai giorni nostri certe meccaniche possano risultare vetuste e far storcere il naso a qualche giocatore. Tuttavia non bisogna dimenticare l'età del gioco e il fatto che questo Resident Evil non è un reboot, quindi un prodotto rifatto da zero come per esempio il nuovo Tomb Raider, ma una riedizione in alta definizione di un gioco del 2002, a sua volta remake di un titolo del 1996. Ragion per cui è abbastanza logico che non possa offrire stravolgimenti di sorta alla giocabilità o a certi schemi. Proprio per questo motivo riteniamo che i fan dell'originale o dei survival horror in generale, come noi lo troveranno ugualmente bello da giocare, così come siamo consapevoli che coloro che sono alla ricerca di un titolo tecnicamente in linea con gli standard attuali, potrebbero non apprezzarlo fino in fondo, e rivolgeranno probabilmente le proprie attenzioni altrove. Tornando comunque al gioco e alla nostra recensione, le cose da fare durante l'avventura sono parecchie: esplorare gli ambienti alla ricerca di indizi e spiegazioni sulla villa e sui suoi ex occupanti, trappole da evitare, enigmi da risolvere e mostri da eliminare (non necessariamente). Questi spaziano dai classici zombi, lenti ma letali se incontrati in spazi angusti o in grande numero, ai terribili hunter, creature simili a enormi rettili umanoidi in grado di staccare di netto le teste dei loro nemici, fino agli animali mutati (dobermann, ragni, squali, serpenti e così via). Ci sono poi delle creature chiamate Crimson Heads, che altri non sono che una variante più veloce e furiosa dei morti viventi "normali", e quindi molto ostici da sconfiggere. Questi esseri dalla pelle color rosso acceso e dalle lunghe unghie, sono difatti una sorta di evoluzione dei comuni zombi. Quando non vengono colpiti al cervello o privati della testa, in alcuni casi i cadaveri rimasti per terra continuano a rigenerarsi e dopo un certo lasso di tempo possono mutare in Crimson Heads, balzare in piedi e iniziare a correre dietro ai malcapitati Chris o Jill. La soluzione, quando si incrociano dei corpi inermi sul pavimento, è quella di bruciarli prima della trasformazione. Per farlo il videogiocatore ha a disposizione una fiaschetta che può riempire di cherosene (due usi per volta) da appositi contenitori, per poi versarlo sui cadaveri in modo da incendiargli con l'ausilio dell'accendino. Il nostro consiglio è quello, quando possibile, di dedicare un po' di tempo a questa operazione in modo da facilitarsi il compito più avanti nell'avventura, evitando di incrociarli da "vivi".

Trofei PlayStation 4

Nella sua nuova incarnazione in alta definizione, Resident Evil propone al pubblico ben 45 Trofei, compresi quelli segreti. 28 sono quelli di bronzo, 15 quelli d'argento, 1 d'oro e 1 di platino. Per ottenerli bisogna , da quelle più semplici come bruciare uno zombi o sconfiggere per la prima volta un nemico, a quelli via via più complessi, come finire il gioco senza salvare nessuno dei comprimari, prendere tutte le armi o completare l'avventura nella modalità Nemici Invisibili.

Paura in alta definizione

Cosa c'è quindi di realmente diverso in questa edizione, rispetto all'originale su GameCube? La risposta è da ricercare nel comparto grafico, di cui parleremo approfonditamente tra poche righe, e nei comandi. Questi presentano infatti un doppio schema di controllo opzionali, che prevedono quindi la possibilità di giocare con quelli classici oppure con un set completamente nuovo, che sfrutta i dorsali superiori sinistro e destro del pad di PlayStation 4 per mirare e sparare (rigorosamente da fermi), o le levette analogiche per gestire la posizione del corpo e i movimenti dei protagonisti, che avvengono contestualmente alla posizione assunta dai loro corpi sullo schermo. Il nuovo sistema di controllo funziona, ma a volte diventa paradossalmente il vero punto debole del gioco. Certamente prendendoci la mano gli utenti possono riuscire a comandare adeguatamente i personaggi, ma vuoi per i repentini cambi di inquadratura, vuoi per la meccanica di controllo, in alcune situazioni scappare dai mostri può essere un problema. Visto che è possibile passare da uno schema di comandi all'altro quando si vuole, o addirittura utilizzarli entrambi alternativamente

Le radici della paura
Le radici della paura

usando al posto delle levette analogiche la croce direzionale per replicare i movimenti della vecchia versione, in certi frangenti noi abbiamo preferito utilizzare, per comodità, proprio i comandi tradizionali. Passando alla parte tecnica, data la natura della produzione non c'è ovviamente da aspettarsi nessun stravolgimento grafico tale da far pensare a un cambio radicale, di quelli capaci di trasformare l'impianto visivo in qualcosa all'avanguardia. Tuttavia c'è ugualmente da sottolineare come i grafici Capcom abbiano svolto un lavoro decisamente valido considerando il materiale, non limitandosi a qualche semplice ritocco estetico, ma impegnandosi nell'apportare tutta una serie di modifiche e di ottimizzazioni che hanno restituito un prodotto di buona fattura, parecchio differente, in positivo, rispetto all'edizione per GameCube (potete vedere un confronto fra le due versioni in una foto qui a destra). Oltre all'incremento quindi della risoluzione, che su PlayStation 4 (PC e Xbox One) è in full HD a 1080p, col gioco che gira a 30 frame al secondo, abbiamo un vero e proprio restyling dei modelli poligonali dei personaggi, che tra l'altro possono contare su un set di nuove texture più dettagliate (soprattutto quelli di Chris e Jill in versione "adulta", tratti da Resident Evil 5), e un blocco di nuove animazioni che li rendono meno rigidi nei movimenti, anche se egualmente non molto reattivi, specie quando si deve mirare e sparare. Il tutto è corroborato dall'integrazione di nuove texture più rifinite anche per i fondali e gli oggetti, e da una serie di filtri d'immagine ed effetti vari di post-processing che non era stato possibile inserire nel gioco al momento del rilascio originale. Il riflesso del pavimento o dei vetri, le fiamme, i bagliori dei lampi, la nebbiolina, tutto contribuisce a rendere bene l'atmosfera di un luogo spaventoso dal quale si vorrebbe solo fuggire via. Perfino i bei giochi di luce e ombra, nonostante talvolta restituiscano, coi loro tagli netti, scenari molto scuri, danno il loro contributo. Per quanto riguarda la componente audio, nulla da eccepire: sia gli effetti sonori che la bella colonna sonora originale vengono riproposti in tutto il loro splendore, rimasterizzati in digitale col nuovo standard audio multicanale dolby surround 5.1.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store
Prezzo 19,99 €
Multiplayer.it
8.5
Lettori (158)
8.9
Il tuo voto

Difficile valutare un titolo di tale portata che però ha tanti anni sul groppone, senza prima fare una doverosa premessa, e cioè che per giudicarlo serenamente bisogna necessariamente tenere conto che esso non è un reboot, ma "solo" una riedizione migliorata di un capolavoro del passato. Partendo da questo presupposto, è evidente che questa versione di Resident Evil è la migliore che ci si potesse aspettare considerando il materiale di partenza, oltre che la conferma di come ancora oggi certi schemi tipici dei vecchi survival horror, se ben elaborati, possano ancora affascinare e spaventare il pubblico. A patto però di essere degli appassionati del genere, e di essere pertanto disposti a sorvolare su certi elementi che, se rapportati a quelli di produzioni più moderne, appaiono ampiamente superati. In estrema sintesi, se siete fan della saga o volete semplicemente gustarvi uno dei titoli più importanti della storia dei videogiochi moderni, questo rifacimento è imperdibile. In caso contrario, cioè a dire se siete alla ricerca di qualcosa di nuovo, potete guardare altrove.

PRO

  • Uno dei migliori Resident Evil di sempre, in alta definizione e con una grafica migliorata
  • Storia a suo modo interessante che costituisce la base tematica di tutta la serie
  • Restituisce tutto il fascino delle atmosfere dei veri survival horror di una volta
  • Ottima rigiocabilità garantita dai finali multipli e dai trofei da sbloccare

CONTRO

  • Nuovo e vecchio set di comandi potrebbero far storcere il naso a certi videogiocatori
  • Fare avanti e indietro o ripetere certi passaggi può risultare noioso per alcuni
  • Basteranno l'effetto nostalgia e il restyling soprattutto grafico per renderlo ancora appetibile al grande pubblico?