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Fallout Shelter, recensione

Fallout Shelter ci mette nei panni del supervisore di un vault, una figura costretta a prendere decisioni difficili nel nome della sopravvivenza

RECENSIONE di Mattia Armani   —   20/06/2015

Torturati da anni di attesa e da una politica di segretezza piuttosto robusta, milioni di fan vogliosi di reimmergersi nelle atmosfere della serie Bethesda si sono fiondati su Fallout Shelter spendendo, tra l'altro, parecchi soldi. Tanti da portare il gestionale mobile spuntato dal nulla al terzo posto della classifica dei più remunerativi dell'App Store in barba a un colosso come Candy Crush. Ma nonostante non manchino microtransazioni piuttosto onerose, il Vault manager di Bethesda è gratuito e la buona notizia è che si tratta di un titolo completamente fruibile anche senza mettere mano al portafogli.

Fallout Shelter, recensione
Fallout Shelter, recensione

Il gameplay di Fallout Shelter, un titolo che ci mette nei panni di quel supervisore che tanto ha odiato chi ha giocato il primo Fallout, ruota quasi interamente attorno alle risorse del Vault che permettono di garantire luce, acqua e cibo ai sopravvissuti che si presentano alla nostra porta in cerca di salvezza. Ammettendo sempre più sopravvissuti si sbloccano nuove strutture che permettono di ampliare le funzionalità del rifugio antiatomico. Il nostro compito, trascinando i personaggi in modo decisamente intuitivo, è quello di assegnare nuovi operai alle strutture, controllando che le statistiche dei personaggi siano quelle adatte alla mansione di cui si occuperanno, garantendo che la forza lavoro e la produttività complessiva siano sempre sufficienti per garantire all'intero Vault sostentamento, cure e buon umore. Ma ci sono anche attività secondarie che riempono efficacemente i tempi morti come l'esplorazione delle Wasteland. Tra l'altro inviare uno o più sopravvissuti nelle Wasteland è un'attività piuttosto utile visto che si possono ottenere risorse aggiuntive come i tappi che sono essenziali per costruire e migliorare le strutture ed esperienza. Quando si inviano degli esploratori la telecamera resta fissa sul rifugio che cresce costantemente tra sopravvissuti che soffocano gli incendi, procreano e aumentano la produttività attraverso la funzionalità sprint per ovviare a eventuali mancanze di risorse. Ma durante la fase esplorativa possiamo interagire con gli indomiti esploratori seguendo un diario corredato da statistiche che ci indicano quando usare cure o farmaci antiradiazioni oppure quando è il caso richiamare l'eroico sopravvissuto alla base. I viandanti cercano di fuggire dalle situazioni disperate e spesso ci riescono ma la morte, fuori e dentro il Vault, è sempre in agguato tra radiazioni, predoni, fame e incendi. Ma nel caso in cui uno dei nostri sopravvissuti ci lasci le penne lo possiamo riportare in vita spendendo gli inestimabili tappi. Non tutte le strutture producono risorse o equipaggiamento ma sono comunque fondamentali perché l'ecosistema sopravviva. I ripostigli consentono di conservare più oggetti, gli ascensori di ampliare il Vault in profondità e i dormitori di aumentare il numero di sopravvissuti ospitabili garantendo loro anche la privacy necessaria per procreare. Qualche abitante dai lineamenti non troppo piacevoli potrebbe avere qualche difficoltà a trovare un partner ma ecco che il bar consente di aumentare il carisma anche se, come ben sappiamo, se Fallout Shelter fosse un simulatore sarebbe quello che beve a trovare tutti gli altri decisamente più affascinanti di quello che sono. Al netto delle licenze del gameplay, in ogni caso, la vita va avanti anche sotto terra e la ricerca di una nuova normalità costringe gli sventurati infanti a frequentare la scuola anche nel bel mezzo dell'apocalisse. Il risultato non sarà un nuovo Vault Dweller ma un bambino intelligente sarà presto un ottimo scienziato e potrà contribuire con più efficacia alla sopravvivenza dell'umanità.

Fallout Shelter trasforma la sopravvivenza post atomica in una questione gestionale

Negli scomodi panni di un supervisore

Fallout Shelter non è un titolo particolarmente complicato ma non è nemmeno povero di contenuti e diventa parecchio complesso quando ci troviamo a dover gestire l'assegnazione e l'equipaggiamento di un centinaio di abitanti. Quest'ultimo, composto da un'arma e da un capo di vestiario, li aiuta a sopravvivere all'esterno ma consente anche di aumentare specifiche caratteristiche che sono essenziali per migliorare le funzionalità delle strutture. Assegnare il giusto sopravvissuto alla giusta mansione incrementa l'efficacia del generatore che garantisce energia, del depuratore per l'acqua pulita e del centro medico che consente di creare stimpack. Le strutture sono varie e includono l'ingresso che permette di ostacolare i predoni. Se questi superano le difese sono i cittadini a dover intervenire ed è bene che siano equipaggiati a dovere.

Fallout Shelter, recensione

Per resistere alle radiazioni, alle piaghe, ai predoni e per migliorare le prestazioni della base è necessario badare al vestiario e alle armi che si possono ottenere esplorando le Wasteland oppure aprendo i classici cestini da pranzo caratteristici dell'ambientazione di Fallout. Questi possono anche essere acquistati, assieme agli ancora più classici tappi che fanno da moneta, ma possono essere ottenuti anche raggiungendo determinati obiettivi e non è mai necessario mettere mano al portafogli per fruire completamente del titolo. Certo i pacchetti più costosi che garantiscono oggetti rari possono aiutare parecchio chi può permettersi di acquistarli ma trattandosi di un titolo single player non c'è pericolo che questo fattore alteri il bilanciamento complessivo di un'esperienza che può rivelarsi piuttosto longeva. Fallout Shelter include un gran numero di strutture che si rendono disponibili via via che la popolazione del Vault aumenta fino a raggiungere le cento unità offrendoci un impegno gestionale piuttosto intenso. Ovviamente lo spazio disponibile non è infinito ed è qui che entrano in gioco i costosi upgrade per le strutture e l'aumento di livello degli abitanti che diventano sempre meno sacrificabili. Ma una volta sbloccato tutto la parte dominante la gioca l'attesa. L'attesa di cliccare sulle risorse prodotte da una stanza per immagazzinarle, l'attesa di un incendio su cui convogliare i sopravvissuti per spegnerlo prima che si propaghi ad altri ambienti, l'attesa di un attacco dei predoni o l'attesa del ritorno di un esplorato. L'esperienza, in sostanza, diventa in buona parte passiva anche se è sempre possibile ottimizzare quanto già costruito per ambire a valutazioni periodiche migliori o ricominciare tutto da capo per cercare di creare l'ecosistema perfetto.

Fallout Shelter, recensione

E c'è da dire che il comparto tecnico è di quelli invitanti. Non ci troviamo di certo di fronte a un prodigio della tecnologia ma visivamente Fallout Shelter è ben più curato della maggior parte dei titoli di questo genere. Personaggi bidimensionali animati con cura si muovono in una base che pur inquadrata di lato è completamente tridimensionale. La visuale ruota mentre spostiamo la visuale e si intravedono altri ambienti sullo sfondo che vengono sfruttati dai sopravvissuti assegnati alle varie stanze. I sopravvissuti che sono caratterizzati dall'azzeccato e iconico stile degli spot propagandistici di Fallout scambiano spesso battute, si ammalano, zampettano fuggendo dalle disgrazie, superano gravidanze e vanno a mangiare in un ambiente che diventa sempre più vivo e coinvolgente anche grazie al comparto sonoro che pesca a piene mani dalla serie alleviando quel bisogno di Fallout che non potrà essere soddisfatto fino al 10 novembre. Nel frattempo non ci resta che godere dell'adattamento in italiano di Fallout Shelter, dell'interfaccia intuitiva e del fatto che il titolo funziona anche in background consentendoci di fare dell'altro per rientrare in azione in base a quanto ci dicono le notifiche. Ed è una modalità di gioco, questa, da tenere bene a mente se non ci sono prese di corrente a portata di mano perché ci troviamo di fronte a un titolo che divora letteralmente la batteria. Inoltre, i caratteri dei menù sono di difficile lettura sugli schermi dell'iPhone 5 e 5S che risultano inevitabilmente svantaggiati rispetto a iPad e modelli successivi. In ogni caso quello che ci preme sottolineare è che Fallout Shelter è un vero e proprio videogioco, disponibile su App Store e in arrivo su Android, e non un'applicazione di contorno sviluppata per propinarci pubblicità e notizie consultabili altrove. Quella probabilmente arriverà con il titolo ma sarà incorporata nella ben più golosa companion app che, caricata su smartphone e inserita nel Pip Boy della collector da 119,99 dollari, promette di farci sentire dei veri vault dweller.

Conclusioni

Versione testata iPhone 1.0.2
Digital Delivery App Store
Prezzo Gratis
Multiplayer.it
7.5
Lettori (61)
8.0
Il tuo voto

Fallout Shelter è un gestionale gratuito non particolarmente profondo ma pieno di strutture, curato e piacevole tanto per gli occhi quanto per le orecchie. La longevità potrebbe precipitare una volta sbloccato tutto ma il margine di ottimizzazione del vault è tale da consentire ai perfezionisti di perderci sopra svariate ore di sonno. Se a questo ci aggiungiamo che le microtransazioni non sono invasive il risultato pur non potendo misurarsi con i grandi del genere gestionale è una manna per chi ha bisogno di rendere più sopportabile l'attesa di Fallout 4.

PRO

  • Decisamente godibile e curato
  • Microtransazioni non invasive
  • L'esplorazione riempe egregiamente i tempi morti

CONTRO

  • Non particolarmente profondo
  • Divora la batteria
  • Lo schermo dell'iPhone 5 risulta troppo piccolo per godere a pieno dell'esperienza