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Paura del buio?

L'intrigante platform Feist è nato come semplice prototipo per diventare il motivo fondante della software house Bits & Beasts

RECENSIONE di Mattia Armani   —   27/07/2015

Il prototipo di Feist è venuto al mondo nel lontano 2008 ed è stato in qualche modo precursore per quanto riguarda uno stile visivo sempre più diffuso e decisamente efficace. Purtroppo quel prototipo non è divenuto un progetto vero e proprio fino al 2013, quando i due sviluppatori svizzeri Adrian Stutz e Florian Faller, spinti dalle richieste dei fan, hanno deciso di fondare Bits & Beasts e di convertire Feist nel titolo di debutto della loro software house.

C'è voluto parecchio tempo perchè accadesse ma finalmente Feist è arrivato a destinazione

Un'oscura foresta

Feist è un platform suggestivo che come il celeberrimo Limbo gioca con le ombre e non ha bisogno di dialoghi o testi per raccontarci la sua storia. Il mondo di Feist è buio, un'oscura foresta piena di pozze di creature ostili, tronchi basculanti, oggetti mobili e funghi da sfruttare per superare creature immonde e per raggiungere i rami più alti che spesso sono fondamentali per superare la alture più imponenti. Ma c'è un ostacolo più infido che può diventare letale nel caso dei combattimenti e questo ostacolo è la melma che impedisce i movimenti del peloso protagonista e può diventare un grosso problema durante i combattimenti.

Paura del buio?
Paura del buio?

Se il contrasto estremo tra lo sfondo e gli oggetti in primo piano rende ogni cosa ben visibile e identificabile, il fango non si vede a causa della scura uniformità del terreno sopra al quale si ergono solo le sagome di grandi alberi e di ciò che ci ostacola o ci protegge come nel caso di funghi e tronchi cavi. Per fortuna i mostri godono di una maggiore benché debole illuminazione e questo ci permette di ammirare un livello di dettaglio decisamente elevato tra aculei flessuosi, energumeni pelosi e masse mollicce che rotolano nella nostra direzione quando sollecitate. Ma anche quando l'unica cosa illuminata è lo sfondo la cura per il particolare ci permette di godere di finezze come i peli del nostro personaggio, il manto erboso, i dardi conficcati nel terreno o le imperfezioni e le spaccature di un grosso tronco cavo. Inoltre il titolo sfoggia animazioni che pur non essendo particolarmente complesse sono decisamente fluide e ci regalano, in combinazione con un sistema di controllo semplice e reattivo, un'azione scorrevole ed elegante. Il personaggio è leggero, quando salta fluttua nell'aria beneficiando in maniera massiccia dell'inerzia e questo significa che anche la rincorsa più insignificante può risultare decisiva mentre un solo passo falso può portarci in situazioni spiacevoli. D'altronde, come abbiamo detto poc'anzi, il fango riduce nettamente la mobilità di un protagonista che si trova spesso braccato da creature decisamente pericolose. Talvolta il superamento di un ostacolo richiede di esaminare attentamente l'area per trovare un oggetto o un appiglio che consenta di raggiungere una posizione elevata e quindi l'obiettivo con un poderoso salto, ma di veri e propri puzzle alla Limbo non v'è quasi traccia. La fisica è importante e viene sfruttata anche in alcune situazioni che includono tronchi d'albero basculanti, massi rotolanti e lo sfruttamento di strani frutti spinosi per creare appigli ma si tratta di situazioni facili da comprendere, studiate per mettere in difficoltà solo con l'aggiunta di mostri, slavine e pericoli assortiti. L'azione, in sostanza, la fa da padrona e la vera sfida sta tutta negli scontri che sono difficili, talvolta lunghi e spesso disperati.

Non il solito platform

Alcuni nemici reagiscono semplicemente alla nostra presenza mentre altri sono intelligenti, caricano, aspettano, sono in grado di stanarci e lanciano tutto quello che trovano, protagonista compreso. Non badano però alle trappole e spesso sono proprio queste la chiave di volta per superare situazioni apparentemente insormontabili con le armi a disposizione. Sassi, pigne, bastoni e salti possono aiutarci e in alcuni frangenti sono fondamentali per neutralizzare determinati nemici ma non sono sempre sufficienti per affrontare combattimenti spesso scoordinati e brutali.

Paura del buio?
Paura del buio?

Gli esseri che abitano il mondo di Feist, parte mostri e parte animali legati a una natura oscura e ostile, sono robusti e minacciosi, sempre più numerosi, talvolta difficili da uccidere con le semplici armi a nostra disposizione e in molti casi capaci di inseguirci senza sosta rendendo ogni salto sbagliato una condanna a morte. Superati i primi placidi livelli la disparità di forze può diventare schiacciante ed è bene tenere sempre a mente ogni possibilità, compresa quella di utilizzare alcune creature a nostro vantaggio, imbracciandole come armi o sfruttandole per raggiungere luoghi altrimenti inaccessibili. Infine, a rendere le cose ancora più ostiche, non c'è alcuna interfaccia visiva e questo significa che non è possibile seguire lo stato di salute del protagonista che potrebbe essere in splendida forma o tragicamente prossimo alla dipartita. La difficoltà, in sostanza, è elevata ma il mix di brutalità e frustrazione, fortunatamente condito con checkpoint in quantità, è ciò che rende Feist intenso e degno di attenzione, al di là dell'eventuale gradimento dell'impostazione visiva, in un genere ormai letteralmente zeppo di esperienze ricche, magiche e spesso innovative. Peccato per la durata esigua e per qualche problema non sempre trascurabile. Ci è capitato, per esempio, di veder morire il nostro personaggio a causa di una trappola già scattata perché questa non è stata attivata nel modo previsto dagli sviluppatori. Inoltre il piazzamento casuale dei mostri combinato con l'elevata difficoltà può metterci di fronte a sfide improbe. Infine le armi si rompono e quando finiscono capita di essere costretti a caricare un checkpoint nell'impossibilità di proseguire. Non ci troviamo, insomma, di fronte a un'esperienza bilanciata a puntino anche se possiamo comunque dire che il lungo sviluppo di Feist lo ha portato laddove voleva arrivare. L'atmosfera, complice la suggestiva e malinconica colonna sonora firmata dal compositore polacco Tomek Kolczynski, non manca di certo e l'azione può regalare enormi soddisfazioni sia in termini di sfida sia per quanto riguarda la carica emotiva. Il mondo fiabesco, lo stile visivo peculiare, i profondi tunnel che ci costringo a vagare in un continuo di chiaroscuri e la violenza di una natura impietosa si compenetrano, si bilanciano e si contrastano portandoci un qualcosa di molto particolare sebbene privo di innovazioni vere e proprie.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Sistema operativo: Windows 7
  • Processore: Intel Core i5 4440
  • Memoria: 16 GB RAM
  • Scheda video: GeForce GTX 780

Requisiti minimi

  • Sistema operativo: Windows XP, Windows Vista, Windows 7, Windows 8.1
  • Processore: Intel Core i3 o equivalente AMD
  • Memoria: 2 GB RAM
  • Scheda Video: Intel HD 4000 o superiore

Requisiti consigliati

  • Sistema operativo: Windows Vista, Windows 7, Windows 8.1
  • Processore: Intel Core i7 o equivalente AMD
  • Memoria: 4 GB RAM
  • Scheda video: Nvidia GTX 280 / ATI Radeon HD 4870 o superiore

Conclusioni

Digital Delivery Steam, GoG, Humble Store, Sito Ufficiale
Prezzo 14,99 €
Multiplayer.it
7.5
Lettori (4)
7.4
Il tuo voto

Pur non privo di problemi, Feist è un titolo intenso e coinvolgente ed è un ottimo biglietto da visita per la neonata Bits & Beasts. Lo stile è ispirato, la colonna sonora suggestiva e i nemici, ben differenziati e imprevedibili, compensano l'inevitabile frustrazione che comporta il mix tra casualità e impostazione "trial and error". L'unica vera pecca, in definitiva, è la scarsa durata dell'esperienza che con circa tre ore di gameplay si esaurisce in men che non si dica. Per fortuna il prezzo non è elevato e la rigiocabilità è garantita dalle situazioni sempre differenti, ma considerando i tempi di sviluppo ci saremmo aspettati qualcosa in più.

PRO

  • Un action platform intenso e suggestivo
  • Approccio ai combattimenti particolare
  • Piacevole da guardare e da ascoltare

CONTRO

  • L'ottimo concept è appannato da alcune ingenuità
  • Una sola ambientazione
  • Finisce in men che non si dica nonostante la difficoltà elevata