39

Il picchiaduro che ci voleva

Grazie agli autori di BlazBlue, la saga di Akira Toriyama intraprende la strada videoludica giusta

RECENSIONE di Christian Colli   —   14/10/2015

Quando Bandai Namco ha annunciato che sarebbe stato Arc System Works a sviluppare Dragon Ball Z, il nostro interesse nei confronti dell'ennesimo picchiaduro ispirato al famosissimo manga di Akira Toriyama è schizzato alle stelle. Avevano appena finito di giocare il mediocre Dragon Ball Xenoverse di Dimps, stanchi di picchiaduro semplicistici basati sullo scambio di onde energetiche e affini, e conoscevamo bene il curriculum di Arc System Works, il quale vanta non solo i famosissimi BlazBlue, Guilty Gear, Arcana Heart e Persona 4 Arena, ma anche un paio di brawler basati sulle avventure di Goku usciti per Nintendo DS diversi anni fa, cioè Super Sonic Warriors e Super Sonic Warriors 2. Famoso per la sua abilità nell'impiego della grafica bidimensionale e per il tecnicismo che contraddistingue i suoi picchiaduro, Arc System Works sembrava proprio lo sviluppatore giusto per questa missione, ma restavano comunque delle perplessità circa la piattaforma in questione, una console portatile che non si adatta proprio benissimo al gameplay frenetico e alla complessità visiva dei suoi giochi. Il risultato è l'incarnazione videoludica di Dragon Ball Z più convincente degli ultimi anni, che forse avrebbe potuto dire di più...

Nonostante alcuni problemi, Extreme Butoden è semplicemente il miglior picchiaduro di Dragon Ball Z

No More Clones

Una delle prime perplessità sorte seguendo lo sviluppo del gioco, nei mesi che ne avevano preceduto l'uscita, riguardava il roster dei combattenti: Dragon Ball Z Extreme Butoden conta ventiquattro personaggi giocabili presi un po' da tutte le serie che compongono la lunga saga, compresa la recentissima Dragon Ball Super (o per meglio dire i due lungometraggi La Battaglia degli Dèi e La Resurrezione di "F" che compongono almeno l'inizio della nuova serie TV). Sebbene il numero dei lottatori sia più che adeguato - pur essendo ben lontano dagli oltre cinquanta personaggi selezionabili nei giochi targati Dimps - lascia un po' l'amaro in bocca la loro varietà: il roster, infatti, ripropone gli stessi personaggi in più forme.

Il picchiaduro che ci voleva

Il protagonista Goku, per esempio, può essere selezionato in versione normale, Super Saiyan, Super Saiyan God e addirittura Super Saiyan God Super Saiyan. Anche Vegeta è giocabile sia in forma normale che Super Saiyan, ma forse il paradosso si raggiunge con Gohan, un personaggio non molto amato in Giappone che, però, è stato proposto da bambino, da bambino Super Saiyan 2, da adulto Super Saiyan e da adulto "scatenato" (cioè nella "forma" super potenziata assunta durante la saga dei Buu). A prima vista, si potrebbe pensare che queste forme siano "cloni", reskin degli stessi sprite e poco più, ma in realtà gli stessi personaggi condividono solo una manciata di combo o animazioni, mentre le mosse speciali sono completamente diverse. Ciò non toglie, però, che nel tentativo di economizzare sullo sviluppo (in fondo, tra Gohan adulto "scatenato" e Gohan adulto Super Saiyan, la differenza visiva è solo il colore dei capelli!) Arc System Works ha effettivamente messo da parte alcuni personaggi che sarebbe stato interessante controllare, come gli Androidi 16 e 17, Tenshinhan, Cooler o tanti altri, preferendo al loro posto villain come Radish e Nappa, praticamente i Saiyan più sfigati della galassia. Fortunatamente, il roster conta comunque molti dei personaggi più apprezzati dal fandom, inclusi il Trunks del futuro, Piccolo, Gotenks, Majin Buu, eccetera. Ogni personaggio è stato minuziosamente riprodotto in due dimensioni, impiegando la tipica cura che Arc System Works rivolge alla grafica 2D: gli sprite sono dettagliati e di dimensioni generose, le animazioni fedelissime alla serie animata, l'effettistica legata alle loro tecniche speciali più famose sufficientemente spettacolare. Lo sviluppatore ha anche giocato sulle limitazioni imposte dall'hardware, risparmiando su alcuni frame di animazione per rendere certe combo o alcuni movimenti particolarmente subitanei: sono stacchi che balzano all'occhio, ma che non infastidiscono più di tanto, e che probabilmente limitano i cali di frame rate che si verificano quando gli scontri si fanno troppo caotici. I fan del franchise, infatti, non dovrebbero disperarsi: sebbene non possano controllare direttamente tutti i loro beniamini, scopriranno che praticamente ogni personaggio inventato da Toriyama (Lunch compresa!) esiste nel gioco sotto forma di Assistente Z.

Combattenti e assistenti

Dragon Ball Z: Extreme Butoden riflette l'approccio "casual" che molti sviluppatori stanno impiegando nei confronti del genere picchiaduro. Invece di proporre elenchi piene di complicate combo e rotazioni, fondamentalmente ogni personaggio si gioca alla stessa maniera: le combo di attacchi deboli, forti e energetici si eseguono allo stesso modo, anche se cambiano le animazioni e, in definitiva, il modo in cui interagiscono col bersaglio, rendendo ogni personaggio più o meno adatto a combattere in mischia, a respingere gli attacchi aerei e via dicendo.

Il picchiaduro che ci voleva

Ogni combattente dispone inoltre di due mosse speciali che consumano una parte dell'immancabile indicatore del ki, nonché degli attacchi "supremi" che lo consumano quasi tutto e che concludono le combo, spostando lo scontro in cielo o a terra con una delle tecniche speciali più famose e spettacolari del personaggio. Nonostante queste poche mosse costituiscano l'ossatura del sistema di combattimento, stiamo pur sempre parlando di un titolo firmato Arc System Works, e quindi pieno di manovre e meccaniche che lo rendono insospettabilmente complesso. Tra animazioni che possono essere "cancellate" per proseguire le combo, schivate istantanee a tempo, attacchi aerei e altro, i fan di serie come Guilty Gear riconosceranno subito il tocco dello sviluppatore, anche se forse edulcorato per rivolgersi a un pubblico più vasto. Ciò non di meno, Extreme Butoden si gioca che è un piacere. Il sistema di controllo - completamente personalizzabile - risponde subito agli input e il fanservice è assicurato tramite chicche come i teletrasporti a catena, gli scambi di combo e gli scontri tra onde energetiche da vincere premendo ripetutamente un tasto. In questo senso, Extreme Butoden si distingue da tanti altri giochi di Dragon Ball Z proprio perché non spinge al caricamento ossessivo dell'indicatore del Ki, che si ricarica comunque automaticamente a ogni colpo subito o inferto: data la frenesia dell'azione, è molto più difficile trovare uno spiraglio di tempo per fermarsi a caricare il Ki tenendo premuto l'apposito tasto.

Il picchiaduro che ci voleva

È meglio consumare il Ki con una mossa speciale, o tenere da parte quel 150% necessario a respingere una tecnica suprema che potrebbe costarci metà vita? Se questo tipo di meccanica rende molto più strategico il flusso dello scontro, bisogna comunque dire che il bilanciamento del roster in un certo senso rispecchia gli squilibri di potere del cast. Goku Super Saiyan God certo è molto più potente di Radish, perciò selezionarlo costa molto più Potere Drago, un valore numerico che sostanzialmente limita i personaggi e gli Assistenti Z che si possono scegliere. Il giocatore, infatti, può selezionare una combinazione di combattenti e di Assistenti Z che rispetti il Potere Drago e lo "spazio" concesso al suo team. I combattenti si scambiano al volo toccando i loro ritratti sullo schermo inferiore del Nintendo 3DS - perché, sì, in Extreme Butoden c'è pure il tag team! - mentre gli Assistenti Z fanno storia a sé. Essi, infatti, rappresentano effettivamente le mosse speciali completamente personalizzabili di ogni personaggio. Toccando il ritratto dell'Assistente Z selezionato, il personaggio in questione apparirà sullo schermo per compiere un attacco o conferire un bonus al giocatore. Yamcha balzerà sull'avversario col suo Artiglio del Lupo, Goten piomberà dal cielo sulla testa del nemico, Chichi griderà contro Goku oscurando lo schermo con un enorme fumetto, Tapion genererà una barriera temporanea impenetrabile intorno al giocatore, e via dicendo. Gli Assistenti Z sono un centinaio e hanno effetti diversi, e il giocatore può impiegarli per difendersi o attaccare, magari concatenando i loro colpi alle proprie combo per prolungare i suoi assalti. È un peccato che l'azione inevitabilmente rallenti ogni volta che sullo schermo compaiono troppi Assistenti Z, specie quando il loro intervento è accompagnato da effetti spettacolari che ricoprono l'intero schermo, ma per i fan si tratterà sicuramente di un piccolo prezzo da pagare per vedere in azione i loro eroi preferiti.

L'effetto 3D

L'effetto tridimensionale è modesto: "stacca" l'interfaccia, creando un campo di profondità che non aggiunge nulla al gameplay. Quando si combatte in aria, enfatizza la distanza tra i lottatori e lo scenario poligonale che fa da sfondo, ma rischia di diminuire ulteriormente il frame rate quando si usano gli Assistenti Z.

Non è una visual novel

I picchiaduro di Arc System Works sono famosi anche per l'enfasi riposta nell'esperienza single player, spesso arricchita da storie lunghe e convulse narrate a mo' di visual novel tra un combattimento e l'altro. Extreme Butoden in un certo senso si adegua, ma non ci riesce pienamente. La storia che dovrebbe raccontare ormai la conoscono tutti, così lo sviluppatore ha preferito ripercorrerla sia attraverso la modalità Storia Z che nella sua versione alternativa, la modalità Avventura.

Il picchiaduro che ci voleva

La prima propone semplicemente una serie di combattimenti famosi in cui bisogna controllare dei personaggi specifici, seguendo sommariamente le storyline del manga e dell'anime, a partire dall'arrivo dei Saiyan: una volta completati tutti i capitoli, compresi quelli dedicati ai cattivi, si sblocca Broly come personaggio giocabile. La modalità Avventura, invece, racconta - completamente in italiano, per inciso, ma ricorrendo ai nomi originali di personaggi e tecniche - una specie di gigantesco "what if" in cui gli universi paralleli si incontrano e scontrano mentre Goku cerca le Sfere del Drago Supreme: in questo caso ci si sposta su una specie di mappa che ricorda quelle di alcuni Super Mario Bros. e si sceglie quale battaglia affrontare. Soddisfacendo certi requisiti si sbloccano i vari Assistenti Z, ma abbiamo trovato le richieste in questione un po' troppo severe, cosa che rende l'esperienza a tratti abbastanza frustrante, specie se si vuole collezionare tutto. Per fortuna, a ogni scontro si guadagnano degli zeny da spendere in un negozio virtuale per comprare vari power-up temporanei e non che, in teoria, dovrebbero rendere la vita più facile. A queste due modalità si aggiunge anche il Torneo Mondiale, dove forse Extreme Butoden esprime tutto il suo potenziale: il giocatore affronta una serie di scontri a difficoltà crescente, e se si vincono tutti si sblocca Bills, il dio della distruzione, come personaggio giocabile. In questa modalità, l'intelligenza artificiale è altissima e gli avversari inanellano combo lunghissime e spietate che bisogna imparare a contrastare facendo ricorso a ogni meccanica del gioco. Peccato solo che l'impiego di personaggi particolarmente forti abbassi notevolmente il livello di sfida, specie se si sacrificano gli Assistenti Z per un "dream team" composto dai personaggi più potenti dell'universo. Infine... be', non c'è praticamente altro. Il giocatore può scegliere di combattere contro il "computer" o un avversario umano, rigorosamente in locale: al di là del fatto che non si può giocare online, Arc System Works ha inizialmente dimenticato di implementare una modalità di allenamento che sarà aggiunta in futuro con una patch. L'assenza dell'online, comunque, è quel che pesa veramente su Extreme Butoden: oggi come oggi, la scena competitiva è il cuore della longevità di ogni picchiaduro, ma è molto difficile che dalle nostre parti ci si riunisca intorno a un fuoco per picchiarsi allegramente a suon di Kamehameha. Ci piacerebbe che anche questa modalità possa essere implementata con un aggiornamento a posteriori, ma al momento è assai improbabile, nonostante lo sviluppatore abbia promesso nuovi contenuti sotto forma di DLC.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.3
Lettori (10)
7.3
Il tuo voto

Dragon Ball Z: Extreme Butoden è un piccolo sogno che si avvera, un vero picchiaduro - e non uno sparatutto camuffato... - basato sulla straordinaria serie di Akira Toriyama che fa leva su un gran tecnicismo e su un originale sistema di personalizzazione, nonché su una splendida e coloratissima grafica bidimensionale. Peccato che la console portatile di Nintendo abbia imposto limiti tecnici e pratici che sminuiscono il risultato finale: su un'altra console forse avremmo potuto giocare online con un roster molto più ampio senza soffrire rallentamenti, ma non è detto che questo esperimento riuscito non possa avere un seguito ancora migliore sia su Nintendo 3DS che, magari, su console di nuova generazione. Intanto, si tratta senza alcun dubbio di una piccola perla che i fan di Goku e soci non dovrebbero assolutamente farsi sfuggire.

PRO

  • Sistema di combattimento tecnico e soddisfacente
  • Tantissimi Assistenti Z per personalizzare il gioco
  • Buona varietà di modalità single player

CONTRO

  • Non si può lottare online contro altri giocatori
  • Alcuni combattenti sono ridondanti
  • Vistosi cali di frame rate quando gli scontri si fanno caotici