33

The Binding of Isaac: Afterbirth, recensione

Torna il ragazzino piangente, in un eccellente more of the same

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   03/11/2015

Isaac si sta facendo grande. Abbiamo già vissuto la sua sofferenza, che titolo dopo titolo è diventata più esibita che viscerale, dispersa com'è nel mare di altri spunti aggiunti con riedizioni ed espansioni. In questo senso Afterbirth (qui la recensione), la prima espansione di Rebirth, a sua volta versione riveduta e corretta di The Binding of Isaac sommato al DLC The Wrath of the Lamb, offre poco da discorrere e potrebbe esaurirsi con l'elenco di nuovi contenuti che l'installazione va ad aggiungersi alla già ricca offerta del pacchetto base.

The Binding of Isaac: Afterbirth, recensione

Edumnd McMillen e Nicalis hanno capitalizzato sul successo del gioco, sfornando una specie di cestone natalizio pieno di primizie. Isaac non è più Isaac, ma è il franchise di Isaac, o almeno la sua storia è diventata solo un satellite di un universo più grande espanso seguendo i feedback dei fan, in attesa che McMillen pubblichi finalmente il gioco dei gattini mostrato eoni fa e svanito nel nulla (li avrà messi in qualche scatola e non saprà decidere se sono ancora vivi o morti). L'indipendente ha capito il mercato, si è fatto publisher e ha aggiunto al mucchio un centinaio di ore di gameplay, una nuova modalità basata sul raggiungimento di obiettivi, la classica sfida giornaliera con classifiche online, nuove sfide, nuove stanze, nuovi oggetti (per un totale di cinquecento), segreti a iosa venghino siori, venghino. In un mondo ideale le espansioni sarebbero tutte così: trasformerebbero cioè il gioco base senza cambiarlo poi molto nei cardini del suo gameplay. Insomma, ci troviamo di fronte al classico arricchimento di un'opera che era comunque già completa di suo. In effetti dal punto di vista delle meccaniche Afterbirth modifica davvero poco Rebirth, nonostante lo sforzo compiuto.

Pulsanti, ristrettezze e altre nefandezze

Due delle novità di Afterbirth che più risaltano pensando al titolo base sono alcune caratteristiche inedite delle mappe. La prima sono i pulsanti: in alcune stanze ora non ci sono più nemici (o solo nemici), ma dei piccoli puzzle da risolvere.

The Binding of Isaac: Afterbirth, recensione

Niente di complicato, visto che basta premere dei grossi pulsanti posizionati sul pavimento per togliere di torno spuntoni o, semplicemente, per aprire porte. La difficoltà sta nel raggiungerli, visto che nella migliore delle ipotesi sono circondati da trappole. La seconda novità nella geografia dei livelli, molto più rilevante dei pulsantoni, riguarda la foggia di alcune stanze. Il primo The Binding of Isaac presentava ambienti di dimensioni fisse che riempivano una singola schermata di gioco. Con Rebirth sono state inserite stanze più grosse, che potevano essere rettangolari (due stanze affiancate) o quadrate (quattro stanze affiancate). Afterbirth lavora ancora su questo aspetto offrendo stanze a "L" e stanze strette, ossia in cui uno dei due lati ha dimensioni ridotte rispetto a quelle standard. Ognuna di queste nuove tipologie è usata per offrire sfide differenti, ferma restando la generazione procedurale dei livelli. Ad esempio le stanze strette vengono spesso associate a inseguimenti con nemici rigeneranti, mentre le altre a scontri di più ampio respiro, magari con qualche boss degradato a nemico comune nei livelli avanzati. Niente di rivoluzionario, ma la varietà non guasta mai. Ora mancano le stanze circolari e siamo a cavallo. Comunque è giusto riportare che anche le stanze normali hanno avuto una bella rinfrescata e ora sono molte di più, al punto che è diventato davvero difficile incontrarne due uguali. Gli sviluppatori parlano di più di mille completamente nuove. Non sappiamo se i numeri siano effettivamente questi (contarle è impossibile), ma è certo che sono moltissime.

Torna The Binding of Isaac con Afterbirth, la prima espansione di Rebirth... e ci è piaciuta!

Grandezza escrementizia

Dal punto di vista tecnico e stilistico Afterbirth cambia poco di quanto visto in Rebirth. Ci troviamo di fronte al solito fiume di escrementi, sangue e viscere, mitigato nell'impatto dall'abitudine, nonostante sia stato arricchito con nuovi nemici e ambientazioni.

The Binding of Isaac: Afterbirth, recensione

I nuovi nemici in particolare sono davvero molti, ma meritano un appunto, perché per la gran parte sono variazioni di altri già visti. Stesso discorso per i nuovi boss, ben fatti ma non impressionanti, soprattutto nei pattern di attacco che, tranne in alcuni casi, diventano immediatamente prevedibili. Certo, va detto che era difficile andare troppo oltre quanto si era visto nei precedenti episodi, straripanti di invenzioni visive e di gameplay. Inoltre era scontato che puntare sulla quantità avrebbe prima o poi prodotto una certa standardizzazione, evoluzione naturale e inevitabile portata dalla serializzazione. Così ben vengano i nuovi ciclopi o le nuove varianti dell'evergreen Monstro, se sono comunque forieri di un arricchimento complessivo di tutto il cast. Parlando di ambientazioni, ce ne sono di nuove come il sotterraneo allagato o la cantina in fiamme, ma a parte la già citata maggiore varietà, portano davvero poco in dote in termini di gameplay. Una menzione a parte merita la colonna sonora, completamente rivista nelle tracce di accompagnamento, simili ma molto più rockeggianti rispetto a quelle ascoltate in Rebirth. Alcune sono belle anche da ascoltare fuori dal gioco.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore Intel Core i7-4770
  • 16 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 960
  • Sistema operativo Windows 10

Requisiti minimi

  • Sistema operativo: 7
  • Processore: i3
  • RAM: 2 GB
  • Spazio su disco: 500 MB

Requisiti consigliati

  • Processore: i7
  • RAM: 4 GB

Conclusioni

Digital Delivery Steam
Prezzo 10,99 €
Multiplayer.it
8.2
Lettori (45)
9.3
Il tuo voto

Isaac, i suoi demoni e sua madre sono scesi a patti e hanno iniziato a dividersi i soldi, inscenando un conflitto in cui non credono più molto, ma facendolo con grande classe e rispetto per il pubblico pagante. Afterbirth è un'ottima espansione che aggiunge moltissimi contenuti ma che, allo stesso tempo, non stupisce e non si rivela essenziale come fu, ad esempio, The Wrath of the Lamb per il primo The Binding of Isaac. Insomma, il gioco è sempre lo stesso viaggio allucinante dentro il corpo e l'anima di Isaac, volendo ancora più difficile, ma con le cartoline acquistabili all'uscita. Il bimbo è cresciuto e ha iniziato a capitalizzare sulla sua tragedia. Se vi è piaciuto il gioco base, Afterbirth vi sta aspettando, perché contiene esattamente quello che sperate contenga.

PRO

  • Molti nuovi contenuti
  • Aggiunge effettivamente molte ore di gioco

CONTRO

  • Non ci sono novità sconvolgenti