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Non chiamatelo XCOM

Dopo una campagna di successo su Kickstarter, Hard West è finalmente arrivato su Steam

RECENSIONE di Rosario Salatiello   —   25/11/2015

Per uscire sul mercato nello stesso periodo in cui vi si affacciano anche blockbuster come Assassin's Creed, Call of Duty e Tomb Raider ci vuole una bella dose di coraggio, che evidentemente non manca ai ragazzi di Creative Forge Games. Il loro progetto Hard West si è del resto rivelato ambizioso sin dall'inizio, quando su Kickstarter si presentava come uno strategico in cui avrebbero svolto la loro parte anche elementi d'esplorazione e avventura: con tali premesse, la campagna di crowdfunding si chiudeva a metà 2014 con 100.000 dollari raccolti, rimandandoci poi a quasi un anno dopo fino al primo contatto reale che abbiamo avuto con questo gioco. A qualche mese fa risale infatti la prova della versione demo data in mano ai backer, in occasione della quale spendemmo parole d'apprezzamento, accompagnate anche da qualche dubbio sulle parti di Hard West ancora da scoprire. L'arrivo dell'edizione finale, avvenuto qualche giorno fa sul solito Steam, ci permette finalmente di trarre le conclusioni.

Hard West non è un semplice XCOM al tempo dei cowboy: ottimo lavoro, Creative Forge!

Per un pugno di dollari

Hard West è un titolo giocabile esclusivamente in modalità singola, dove in assenza di altre tipologie di gioco è la campagna che va a costituire l'intera anima dell'esperienza. La storia raccontataci da Creative Forge si apre con il viaggio di una famiglia sulla via dell'Oregon Trail, per andare alla ricerca di fortuna: durante il tragitto, qualcosa va inevitabilmente storto, obbligando padre e figlio a recuperare la propria moglie e madre da un gruppo di malviventi.

Non chiamatelo XCOM
Non chiamatelo XCOM

La cosa non andrà a finire proprio bene, e i due si ritroveranno senza più averi in una terra tanto sconosciuta quanto pericolosa: facciamo così la conoscenza del nostro Warren, che sarà comunque in grado di trovare l'amore nella bella Florence, pur senza rinunciare al suo obiettivo di tornare a seguire l'Oregon Trail. A beneficio di chi non avesse letto il provato di Hard West, ricordiamo che l'ambientazione non è proprio quella di uno spaghetti western, ma piuttosto si colloca nel "weird west" di Dal Tramonto all'Alba, unendo al classico mondo fatto di pallottole e cowboy elementi legati all'horror e al soprannaturale. Per farci un'idea di quello che ci aspetta, basti pensare che a narrare la storia è la Morte stessa, vera protagonista della vicenda raccontata attraverso otto capitoli, ognuno dedicato al punto di vista di un personaggio con intrecci indubbiamente interessanti. Nonostante gli inevitabili cliché, la narrazione messa a punto dagli sviluppatori è in grado di tenere il giocatore incollato alla scrivania, sfruttando anche la parte di Hard West in cui non si spara. Tra una missione e l'altra, il gioco ci dà infatti la possibilità di esplorare la mappa della zona in cui si svolge la porzione di racconto, visitando posti che consentono alla storia di andare avanti ma anche a noi di prendere decisioni che vanno in qualche modo a influenzare gli eventi successivi. Si può per esempio scegliere se svolgere un'azione per indebolire un nemico piuttosto che un altro, o anche andarsene in giro a raccogliere soldi per poi spenderli al mercato, dove comprare armamenti e oggetti da usare in battaglia. L'esplorazione della mappa permette inoltre di reclutare alleati aggiuntivi da portare con sé nella sparatoria successiva. Volendo trovare un pelo nell'uovo alle dinamiche pensate da Creative Forge, ci viene da dire che Hard West fa troppo poco per invogliare il giocatore a lasciarsi prendere dalla modalità esplorativa rispetto a quella strategica, in valore assoluto nettamente più ispirata. Speriamo che prima o poi un espansione o un sequel possano dare più spazio a questa modalità.

Questione di fortuna

A guardarlo di sfuggita, Hard West può sembrare solo un clone di XCOM dedicato al vecchio west. Per certi versi è ovviamente così, ma limitare la creatura di Creative Forge a questo paragone - per quanto eccellente questo possa essere - non gli fa giustizia.

Non chiamatelo XCOM

L'elemento di maggior distinzione presentato da Hard West è senza dubbio il concetto di fortuna, in base al quale un colpo riesce a colpire il bersaglio oppure no. Funziona così: quando si attacca, la percentuale di successo del colpo viene confrontata con il numero di punti-fortuna posseduti dal nemico. Nel caso in cui la differenza sia positiva, la pallottola riesce ad andare a segno, altrimenti manca il bersaglio. A ogni colpo dell'avversario scampato, il personaggio di turno perde una quantità di fortuna legata al suddetto confronto, guadagnando viceversa punti nel caso in cui venga colpito. Si tratta di una dinamica sulla carta forse un po' difficile da comprendere, ma immediatamente assimilabile quando si è in gioco: la sua introduzione offre delle implicazioni abbastanza particolari, incoraggiando il giocatore a scegliere il momento giusto per uscire allo scoperto dall'immancabile sistema di copertura. A proposito di quest'ultimo, come già visto in occasione della prova è possibile usare tavoli e altri oggetti per costruirsi una copertura là dove non ci sarebbe: si tratta solo di un esempio d'interazione con lo scenario di Hard West, dove per esempio è possibile accorgersi della presenza di un nemico grazie alla sua ombra, o sparare attraverso una tenda per colpirlo. Al posto del solito albero delle abilità, Hard West propone una serie di carte da poker, ognuna associata a un'abilità attiva o passiva da assegnare a uno dei personaggi, in modo intercambiabile tra una missione e l'altra. Anche quest'idea si rivela molto carina, perché dando vita a combinazioni di carte che rispecchino mani vincenti a poker (per esempio una coppia d'assi) si possono sbloccare bonus aggiuntivi. Le abilità, così come le armi, presentano una variegata gamma di azioni, come la nostra preferita che permette di sparare a tutti i nemici presenti nel cono visivo del personaggio.

Il fatto che finora non si sia parlato di difetti non vuol dire che Hard West non ne abbia: le principali lamentele dei giocatori riguardano l'assenza di una modalità di guardia per i personaggi, a ragion veduta aggiungeremmo visto che i nemici ne sono invece dotati e non si lasciano pregare per sparare al nostro passaggio nel loro raggio d'attenzione. Il comportamento dell'intelligenza artificiale è inoltre altalenante: sebbene nel complesso gli scontri riescano a rendere necessaria una giusta dose di pensiero tattico, i nemici tendono a rimanere un po' troppo fuori dalla loro copertura, soprattutto quando vengono scoperti.

Non chiamatelo XCOM

Da rivedere anche il sistema di checkpoint: in alcuni casi la lunghezza di una singola missione può essere anche abbastanza elevata, ed essere costretti a ricominciare tutto da capo non è proprio il massimo. Questo succede più volte di quante si possa pensare, perché alla morte di un personaggio ritenuto fondamentale per il proseguimento della storia il gioco ci mostra un bel game over, costringendoci a riavviare la missione.L'analisi di Hard West restituisce un risultato estremamente positivo anche sotto l'aspetto stilistico, dove anzi questo titolo riesce a toccare vette d'eccellenza. Creative Forge ha evidentemente speso un bel po' di tempo nella caratterizzazione del mondo descritto all'interno del gioco, presentando scenari pieni di dettagli ed elementi classici del genere western, sapientemente accoppiati agli elementi soprannaturali che compongono l'ambientazione di questo titolo. Un'atmosfera cupa, che dà davvero la sensazione di trovarsi in bilico tra la vita e la morte in mezzo a pallottole, polvere e strani riti demoniaci, dipinta attraverso uno stile che strizza l'occhio alle graphic novel. Assolutamente di alto livello anche il sonoro, a partire dal doppiaggio della Morte, a cui sono affidati praticamente tutti i dialoghi visto il suo ruolo di narratrice, che all'occorrenza lascia spazio a una serie di brani composti per l'occasione da Marcin Przybyłowicz, in precedenza al lavoro anche su The Witcher 3.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • CPU: Intel i7 920 2.66 @ 4.20 GHz
  • RAM: 16 GB
  • Scheda video: GeForce GTX 970

Requisiti minimi

  • Sistema Operativo: Windows Vista, 7, 8, 10
  • CPU: AMD Athlon 64 X2 2.6 GHz / Intel Core 2 Quad 2.6 GHz
  • RAM: 4 GB
  • Scheda Video: Radeon HD 4670 (512 MB) / GeForce GT 430 (1024 MB)
  • Hard disk: 6 GB di spazio

Requisiti consigliati

  • Sistema Operativo: Windows Vista, 7, 8, 10
  • CPU: AMD Athlon II X4 3.1 GHz / Intel Core i5 3 GHz
  • RAM: 6 GB
  • Scheda Video: Radeon R7 260X (2 GB) / GeForce GTX 550 Ti (1 GB)
  • Hard disk: 6 GB di spazio

Conclusioni

Digital Delivery Steam
Prezzo 19,99 €
Multiplayer.it
8.0
Lettori (11)
7.7
Il tuo voto

Non ci aspettavamo un semplice clone di XCOM e non siamo stati delusi: Hard West ci è piaciuto molto. La fatica di CreativeForge ha un'identità ben delineata, accompagnata da un sistema di combattimento divertente e appagante all'interno del quale non manca però qualche difetto. L'assenza di modalità ed editor aggiuntivi toglie inoltre qualcosa alla rigiocabilità, ma nell'immediato ci sono sicuramente tutte le basi per lasciarsi trasportare dalla storia raccontata dalla signora Morte. In prospettiva futura, speriamo invece di tornare a sentire parlare di Hard West, perché il potenziale è elevato.

PRO

  • Il gameplay si conferma interessante e ispirato
  • Stilisticamente al top
  • La mappa di gioco ha un'utilità ben precisa...

CONTRO

  • ... che può essere però sottovalutata
  • Qualche scelta discutibile
  • Rigiocabiilità piuttosto bassa