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I buoni vecchi dungeon di una volta

The Fall of the Dungeon Guardians è un'esperienza dedicata a chi ama i bei tempi andati

RECENSIONE di Lorenzo Fantoni   —   18/12/2015

Camminare in un dungeon pieno di trabocchetti, mostri e tesori è un grande classico dei videogiochi che risale a un'epoca in cui ci si ispirava ai grandi classici del gioco di ruolo per unire due mondi che spesso condividevano lo stesso pubblico. Di solito questi giochi sfruttavano una visuale esterna o un punto di vista dell'eroe di turno. Grandi classici come Dungeon Master, Eye of the Beholder e Double Dungeon si basano su questa seconda scelta e, nonostante rimangano dei grandi classici, non crediamo di fare un reato di lesa maestà se dichiariamo che la prima persona forse non è il modo più piacevole per muoversi all'interno di labirinti angusti. Questo non gli ha impedito di diventare un sottogenere amatissimo dai cultori dei giochi di ruolo che continuano ad apprezzarli, nonostante il mondo dei videogiochi sia passato ad esperienze differenti e un po' meno macchinose. Tuttavia, il successo e l'affetto dimostrato per giochi come Legends of Grimrock dimostrano che c'è ancora ampio spazio per chi volesse attualizzarne grafica e idee con un pizzico di nostalgia, ed è esattamente ciò che i Mana Games hanno fatto con The Fall of the Dungeon Guardians.

Cercate un gioco di ruolo vecchio stampo? Ecco a voi The Fall of the Dungeon Guardians!

Mai soli nel buio

Dopo l'introduzione ci troviamo molti metri sottoterra in una prigione che proprio in quel momento è stata oggetto di un elaborato piano di evasione. Il nostro scopo sarà guidare un team di quattro eroi alla ricerca di 15 detenuti particolarmente pericolosi. Data l'impostazione estremamente classica del gioco, il party è composto da quattro componenti che possiamo assemblare a nostro piacimento.

I buoni vecchi dungeon di una volta

Ci sono i tank, gli healer, i rogue, i warlock, i maghi, gli arcieri e così via. Se proprio non ci basta possiamo anche crearne di nuovi a nostro piacimento, l'importante sarà riunire un gruppetto ben bilanciato perché altrimenti dureremo veramente poco là sotto. Fortunatamente il gioco ha ben sette livelli di difficoltà, che vanno dal "puoi tranquillamente passeggiare raccogliendo fiorellini" a "dubitiamo che tu possa uscirne vivo anche se hai sviluppato questo gioco", quindi chiunque potrà trovare una sfida adeguata alla propria bravura. Tuttavia, la nostra impressione è che, anche ai livelli medio bassi, il gioco tenda col tempo a diventare molto sbilanciato e quasi inaccessibile: alcuni scontri sono semplicemente troppo difficili per il livello dei nostri personaggi e "grindare" non è molto facile visto che i nemici più semplici non rinascono, o almeno così ci è sembrato. Nonostante la grafica poligonale, The Fall of the Dungeon Guardians va giocato proprio come un vecchio gioco di ruolo in 3D, quindi per spostarsi bisogna seguire una rigorosa griglia, un passo alla volta, compiendo solo rotazioni di 90°. Fortunatamente possiamo almeno usare il mouse per guardarci intorno, selezionare i bersagli e attaccare.

Botte da orchi

Il combattimento è in tempo reale, veloce e brutale, ma per essere apprezzato a pieno richiede una certa dose di esperienza. I quattro personaggi attaccheranno automaticamente, a meno che non si voglia tenere un membro in disparte, mentre noi dovremo gestire le due abilità che hanno a disposizione. Premendo la barra spaziatrice il gioco andrà in pausa e potremo decidere la loro sequenza di utilizzo, tenendo a mente che esiste il cooldown dell'abilità e quello generale, che impedisce di "spammare" troppi incantesimi in pochissimo tempo. Grazie a questo sistema gli scontri saranno intrisi di tattica, anche se l'impressione è che ai livelli più alti alcuni scontri siano semplicemente impossibili.

I buoni vecchi dungeon di una volta

Visto che non è possibile scegliere la posizione dei vari componenti del party, i nemici baseranno i loro attacchi sull'aggro, quindi si concentreranno sul personaggio che fa più danni o che ha saputo attirare la loro attenzione con le abilità specifiche per i tank. Il problema di questo sistema è che col tempo tende a diventare molto rigido: una volta trovato il bilanciamento adatto si tratta semplicemente di mettere in pausa, premere le abilità giuste e poi ripetere il tutto fino alla morte del mostro. Ai livelli più alti sarà comunque molto importante sapere gestire i nostri quattro eroi per evitare che creature più grosse se la prendano con maghi o ladri particolarmente fragili; insomma, la solita storia. Ovviamente non manca neppure il bottino, completamente casuale, che può fornirci fin da subito ottime armi con cui livellare velocemente o farci sudare quello scudo che proprio vi servirebbe per aumentare la sopravvivenza del "tank". Lo sviluppo dei personaggi è tradizionale e ben impostato come il resto del gioco: ci sono un bel po' di specializzazioni che permettono di rendere unico il nostro gruppo di avventurieri e che andranno scelte in base al nostro stile di gioco. Anche in questo caso, come nella selezione del party, una scelta sbagliata potrebbe rivelarsi col tempo più dannosa di una stanza piena di trappole e scheletri.

Muri, muri e ancora muri

Essendo un titolo indipendente ambientato in un dungeon, The Fall of the Dungeon Guardians non offre molti panorami con cui rinfrancare la vista. Questo non vuol dire che sia un gioco visivamente brutto, ma diciamo che si attesta nella media della sua categoria, senza brillare particolarmente per la propria bellezza.

I buoni vecchi dungeon di una volta

Anche i nemici non sono poi moltissimi, visto che avremo a che fare con scheletri di vario tipo, ratti giganti e poco di più; solo i quindici ricercati offriranno un tocco di novità. Fortunatamente per orientarsi esiste un sistema di mappe molto particolare. In ogni livello c'è una mappa "base" che ci permette di capire quali stanze abbiamo già visitato, e una "speciale" che contiene tutti i segreti sparsi in giro per stanze e corridoi. Ovviamente la seconda è molto più difficile da raggiungere. L'unico vero difetto di questo titolo è che alla lunga la banalità degli ambienti potrebbe stancare, d'altronde parliamo di un titolo che può tranquillamente occupare circa 30 ore del vostro tempo, però è anche vero che gli appassionati del genere sanno benissimo a cosa vanno incontro. I dungeon crawler si chiamano così perché si esplorano ambienti chiusi e angusti, non sono realizzati per chi vuole fare una passeggiata in un campo di fiori. Anche l'interfaccia non è proprio il massimo. I tasti sono tutti molto piccoli e nella concitazione del momento può capitare di sbagliare qualche clic. Per raccogliere gli oggetti bisogna avvicinarsi, guardarli, trascinarli in una borsa e poi rimettere a posto la visuale e non esiste un tasto per girarsi di 180°. Sono piccolezze che non intaccano la solidità complessiva del gioco, ma che possono dar fastidio sul lungo termine.

Conclusioni

Digital Delivery Steam
Prezzo 19,99 €
Multiplayer.it
7.5
Lettori (4)
8.3
Il tuo voto

The Fall of the Dungeon Guardians è un prodotto ben confezionato e pensato per un pubblico preciso: quello di chi ama certe atmosfere ormai perdute di giochi di circa venti anni fa. Gli amanti del gioco di ruolo ne saranno senza dubbio soddisfatti e faranno finta di non vedere la generale povertà grafica, la ripetitività dei combattimenti, una curva di difficoltà bizzarra e l'interfaccia abbastanza macchinosa, per gli altri invece potrebbe essere un ottimo corso per capire come erano i giochi di una volta, con pregi e difetti del caso.

PRO

  • Un'ottima riproduzione per amanti del genere
  • Un sacco di alternative per il party e lo sviluppo dei personaggi
  • Molto longevo

CONTRO

  • Graficamente povero
  • Combattimenti alla lunga noiosi
  • Difficoltà poco calibrata