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Dio non gioca a dadi, ma la morte sì

Per arrivare su Marte saresti disposti a mangiare un vostro amico?

RECENSIONE di Lorenzo Fantoni   —   13/01/2016

L'uomo di oggi guarda alle stelle con rispetto e ammirazione, sperando un giorno di superare quella che a tutti gli effetti è diventata la nuova frontiera dell'intelletto e dell'essere umano. Ci piacerebbe poter prendere uno shuttle e passeggiare sulla Luna, immaginiamo una colonia su Marte, ipotizziamo la colonizzazione di nuovi pianeti abitabili simili alla Terra. Tutto molto bello, peccato che ci sia un piccolo problema: un po' come la frontiera dei film western, lo spazio è un posto pericolosissimo dove ogni errore è potenzialmente mortale. Se non ci credete, provate Tharsis. Questo semplice ma cattivissimo titolo indie è fondamentalmente un gioco da tavolo per un solo giocatore, in cui dobbiamo controllare quattro membri di un'astronave diretta su Marte in cui tutto andrà storto. L'obiettivo è farcela in dieci turni, barcamenandosi tra guasti, cibo, pazzia e cannibalismo.

Tharsis: un viaggio verso Marte tra avarie, pazzia e cannibalismo!

Spazio, ultima imprecazione

Tanto per metterci subito nella giusta predisposizione mentale, il tutorial di Tharsis, perfetto nel suo spiegare con chiarezza le basi del gioco, inizia con la morte del quinto membro dell'equipaggio. Ogni volta che inizieremo una nuova partita lo faremo dal punto esatto in cui il poveretto ci lascia le penne, e fidatevi se vi diciamo che questa cosa succederà molto, molto spesso.

Dio non gioca a dadi, ma la morte sì

Il resto della storia di Tharsis viene narrata attraverso piccolo scene d'intermezzo tra un turno e l'altro che, purtroppo, si ripeteranno sempre uguali ad ogni sessione, anche se per fortuna potremo saltarle istantaneamente. La nostra conoscenza della storia si baserà solo su quanto saremo bravi e fortunati a progredire nel gioco, sappiate tuttavia che sarà molto difficile vedere la fine perché, forse lo avete intuito, Tharsis è un gioco dannatamente difficile, ai limiti del sadismo che si inserisce in quel filone di titoli complessi e cattivi in stile FTL, The Banner Saga e così via. Fondamentalmente è come Gravity o The Martian, ma peggio. Tutto il gioco si basa su un numero variabile di dadi da sei con cui potremo decidere se riparare parti della nave, curare l'equipaggio, progredire nella ricerca oppure ottenere del cibo. Ogni dado è preziosissimo e non può assolutamente essere sprecato perché il suo collocamento può fare la differenza fra un altro turno o una morte orribile. In verità non c'è un momento del gioco in cui la suddetta morte orribile non sia vicina come un tetro spettro che incombe sull'intera missione, basta un singolo dado sfortunato per far precipitare tutto nel letame più profondo e nella conseguente tempesta di pugni sul tavolo condita da improperi.

Benvenuti sulla Iktomi

Il nostro sfortunato vascello diretto verso il pianeta rosso è diviso in sette sezioni, ognuna dotata di una specifica funzione. L'ospedale curerà gli astronauti feriti, la serra fornirà cibo, il centro di comunicazioni permette di parlare con la base e ridurre lo stress. Ogni turno una o più di queste sezioni subiranno dei guasti che potranno intaccare lo scafo della nave o ferire l'equipaggio e dovranno essere riparati entro lo stesso turno per evitare che ciò accade. Per farlo dovremo posizionare uno dei quattro astronauti nell'apposito modulo e lanciare dei dadi ed è qua che il sadismo del gioco si palesa in tutta la sua grandezza.

Dio non gioca a dadi, ma la morte sì

Ogni guasto può essere riparato sommando un certo risultato dei dadi; quindi se è un guasto da 26 punti bisognerà cercare di inviare sul posto il membro con un numero di dadi abbastanza alto da risolvere la situazione entro il turno. Sì perché ad ogni turno in cui non mangiano, gli astronauti perdono un dado, diventando col tempo affamati e inutili per risolvere anche le situazioni meno critiche. Per evitare questo problema o spendiamo dei dadi nella serra oppure... be', i cadaveri dei nostri compagni morti sono ancora in ghiacciaia, pronti per essere scongelati e usati come razioni d'emergenza. Il costo sarà un punto vita e l'equilibrio mentale dell'equipaggio che inizierà a prendere decisioni sempre meno razionali. Ad ogni turno infatti dovremo anche decidere fra due scelte differenti che influenzeranno le mosse successive, come scegliere se riparare lo scafo o curare sé stessi, ma più la situazione si farà stressante meno queste scelte avranno senso. Ah, come se non bastasse ogni volta che cerchiamo di riparare una parte della Iktomi, far uscire un determinato numero potrebbe far sparire il dado o togliere un punto vita all'astronauta. Per ovviare a questo problema ci sono i cosiddetti Assist, ovvero un salva vita che elimina gli effetti sul dado. Il problema di questi assist è che sono pochi e automatici, quindi non decideremo noi quando utilizzarli il che è particolarmente frustrante perché magari siamo disposti a perdere un dado ma non a subire quel danno che ucciderebbe l'astronauta.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • OS: Windows 7 x64
  • Processore: Intel Core i7 5xxx
  • Memoria: 6 GB RAM
  • Grafica: NVIDIA GeForce 6xx or Radeon HD 7xxx
  • DirectX: Versione 11
  • Spazio: 2 GB

Requisiti minimi

  • OS: Windows 10
  • Processore: Intel Core i7
  • Memoria: 2 GB RAM
  • Grafica: Scheda grafica compatibile DirectX 11 (Intel HD 5000, NVIDIA GeForce 400 o Radeon HD 5000)
  • DirectX: Versione 11
  • Spazio: 2 GB

Appesi a un dado

In Tharsis è fondamentale capire quando non riparare del tutto un danno e rischiare di danneggiare la nave è un sacrificio necessario per usare i dadi in maniera più proficua, ma anche come utilizzare gli eventuali dadi che ci sono rimasti dopo aver risolto il problema. Ogni personaggio è infatti dotato di un'abilità speciale che si attiverà usando un dado con almeno cinque punti: il medico può curare un compagno, il meccanico dà un punto vita alla nave, il capitano aggiunge un dado a un compagno, il tecnico dà due assist e così via. Se poi preferiamo possiamo scegliere di utilizzare i dadi per la ricerca scientifica. Volendo è anche possibile sbloccare nuovi astronauti completando determinati obiettivi, tipo mangiare almeno 300 razioni di carne umana o finire il gioco almeno una volta. In questo caso dovremo collocare il dado negli slot in basso, uno per ogni punteggio ottenuto. Non potremo quindi usare due o più dadi su cui è uscito un sei, ma sei dadi con sei differenti punteggi.

Dio non gioca a dadi, ma la morte sì

In base a quanti dadi scegliamo di usare potremo poi sfruttare dei poteri speciali che ripareranno la nave, abbasseranno lo stress generale e avranno altri effetti molto utili che possono tramutare una situazione impossibile in una "solo" potenzialmente mortale. Non esiste infatti un momento in cui non ci sia qualcosa da fare o la situazione possa essere gestita con calma, la casualità dei dadi e dei guasti rende praticamente impossibile applicare una strategia che sia sempre valida, ogni turno fa storia a sé e il problema da poco del round precedente può essere la causa della nostra morte un attimo dopo. Questo continuo essere appesi a un filo che solo il caso può tagliare rende le partite a Tharsis una questione più di fortuna che di strategia ed elimina parte del divertimento, perché anche il ragionamento più sensato crolla di fronte all'inevitabile sentenza di un uno che doveva essere un cinque. Se l'obiettivo era farci sentire soli e senza speranza nello spazio, è senza dubbio riuscito. Un altro difetto di Tharsis è che essendo un gioco fatto di brevi e brutali sessioni, col tempo si tende a distaccarsi emotivamente dagli astronauti. Quindi, se la prima volta piangiamo per la scomparsa del tecnico, morto folgorato in un cortocircuito, dopo la decima partita non vediamo l'ora che qualcuno muoia per poter avere un po' di cibo. Ah, volendo c'è anche una modalità "difficile", ma non ci siamo neppure avvicinati perché avevamo paura di svegliarci il giorno dopo nello spazio.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, PlayStation Store
Prezzo 9,89 €
Multiplayer.it
7.8
Lettori (1)
7.0
Il tuo voto

Tharsis è un buon modo per spendere una mezz'ora di tempo e sentirsi dei falliti. Scherzi a parte, è un gioco da tavolo virtuale che trasmette alla perfezione il senso di emergenza e sconforto che possono accompagnare un astronauta perso nello spazio. Il suo eccessivo appoggiarsi su basi casualie lo rendono a volte frustrante in maniera ingiusta, ma rimane comunque un ottimo passatempo per chi cerca un gioco veloce che metta alla prova suoi nervi.

PRO

  • Perfetto per brevi sessioni
  • Semplice da capire, tosto da dominare
  • La meccanica dei dadi è molto interessante

CONTRO

  • Ma tutto è troppo in mano al caso
  • Non adatto a chi non è disposto a morire e ripetere tutto da capo moltissime volte