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Un'odissea per molti

Atlus continua a svelarci tutto il non detto della sua esigentissima saga

RECENSIONE di Michele Maria Lamberti   —   03/02/2016
Un'odissea per molti

Già quando uscirono originariamente su Nintendo DS, nella seconda metà del decennio scorso, gli Etrian Odyssey apparivano piuttosto anacronistici, spietati e basici com'erano nella loro classicità: dei dungeon crawler duri e puri, difficili, pieni di grinding, privi praticamente di una trama, quasi provocatori nei confronti del giocatore a cui davano la totale libertà di creazione e gestione del party, talmente legati alle origini del genere che una delle loro caratteristiche principali, escogitata anche per dare risalto alle peculiarità della console, era quella di lasciare all'utente nientemeno che il compito di disegnare la mappa di gioco lungo il corso dell'esplorazione. Titoli di nicchia, insomma, che però hanno solleticato la fantasia di parecchi giocatori; negli anni la saga si è poi evoluta, e specie col quarto episodio - il primo su Nintendo 3DS - sono stati evidenti i passi avanti fatti nei confronti degli appassionati meno hardcore senza tuttavia mai perdere di vista la propria natura originaria. È la stessa filosofia che sta alla base degli Untold, rifacimenti delle prime iterazioni: qualche mese fa usciva in Europa The Millennium Girl, remake del primissimo Etrian Odyssey, ed ora è la volta del secondo, Heroes of Lagaard che assume il nome di The Fafnir Knight. Oltre alle varie prodezze che i ragazzi di Atlus hanno inserito in quest'operazione, che vedremo tra poco, prima di partire c'è da ricordare un particolare importante: Heroes of Lagaard, a differenza del primo episodio, non approdò mai in Europa in via ufficiale, e The Fafnir Knight ha quindi tra i propri meriti anche quello di colmare questa lacuna.

Arriva Etrian Odyssey Untold 2: The Fafnir Knight, un nuovo grande remake nell'eccellente saga di Atlus!

Una storia mai raccontata

La principale novità degli Untold sta nell'introduzione di uno Story Mode accanto al Classic. Ritorna la Midgard Library, principale conglomerato di sapere del mondo di Etria, che manda i propri esploratori e studiosi a raccogliere in giro per il mondo tutte le notizie e i reperti più utili e interessanti.

Un'odissea per molti

L'anonimo protagonista, unico personaggio muto di tutto il cast, ha il compito insieme al suo amico d'infanzia e valente arciere Flavio di esplorare l'Yggdrasil Labyrinth della città di High Lagaard, e al contempo scortare la giovane Arianna, principessa di Caledonia, nelle rovine del tempio di Ginnungagap (!) dove la poverina deve effettuare, per dovere di nascita, un antico rituale. Presto si affiancano ai tre due altri personaggi, la maga Chloe e il suo scudiero Bertrand, intenzionati a esplorare il Labirinto per motivi inizialmente misteriosi: la storia che parte da qui non vincerà alcun premio per l'originalità, ma resta comunque piacevole e soprattutto, più che la trama in sé, interessanti sono alcuni personaggi (Chloe e Bertrand su tutti) e il modo che ci vien dato per approfondirne man mano la conoscenza, approfittando di certe occasioni quali un pasto o il ritrovarsi tutti insieme alla locanda prima di dormire. In questo modo si viene a creare un senso di immersione notevole e ci si sente in qualche modo legati alle pur non inaudite vicende dei personaggi, ai quali ci si affeziona piacevolmente. Se nello Story Mode la trama è una graditissima aggiunta che però non cambia la sostanza, più incisive sono altre due sue caratteristiche, ossia il nuovo ed esclusivo dungeon "parallelo" di Ginnungagap, e il fatto che i cinque protagonisti hanno classi predeterminate (tra l'altro non esistenti nel Classic Mode, nel quale però una volta finita la storia è possibile importarne gli eroi) che si possono sì cambiare, ma solo al prezzo di perdere cinque livelli d'esperienza.

Un'odissea per molti

Tutta quest'operazione è stata chiaramente congegnata per presentare Etrian Odyssey anche ad un pubblico meno smaliziato, e se dal punto di vista scenografico è perfettamente riuscita, un po' meno ci pare dal punto di vista del gameplay: il party pensato dai programmatori è equilibrato e variegato, ma proprio per questo si svilupperà in maniera parecchio lenta nelle prime ore di gioco; la libertà totale assicurata nella modalità classica è certamente meno immediata da gestire, ma con un po' d'impegno e buon management delle varie classi permette anche un progresso più rapido. Più efficaci da questo punto di vista sono le presenze di più slot di salvataggio e di tre diversi livelli di difficoltà che vanno veramente incontro alle esigenze di ogni tipo di giocatore, ma è chiaro che chi vuole vivere l'esperienza di Etrian Odyssey deve partire perlomeno dal secondo, solo così si può assaporare tutta la masochistica sensazione di sfida di questa saga. Saga che, ce ne rendiamo conto, non abbiamo ancora affrontato nei suoi pilastri concettuali, preferendo esporre prima le novità: è il momento di raccontarli ai neofiti e dare l'occasione di una ripassata ai più esperti.

L'effetto 3D

Oltre a dare la solita spinta all'immersione, la profondità stereoscopica in Etrian Odyssey 2 Untold rimedia anche a un difetto tecnico del gioco, che per via soprattutto di texture non ben definite tende a non staccare molto bene tra di loro i vari elementi poligonali del paesaggio. Col 3D attivato questa non piacevole sensazione sparisce: niente che possa fare una vera differenza a livello di gameplay, ma decisamente utile ai fini dell'atmosfera e dell'immersione, punti di forza di The Fafnir Knight che sarebbe stato un vero peccato vedere rovinati da una realizzazione tecnica non sempre all'altezza.

Tanti piani di ruvidezza

Scopo principale di Etrian Odyssey è l'esplorazione completa di un solo, enorme dungeon che però si articola su diversi livelli. Come già accennato, nel Classic Mode la composizione del party è affidata al giocatore, che crea i propri personaggi scegliendo tra le oltre dieci classi disponibili, le quali vanno da quelle più tradizionali ad altre abbastanza sui generis, ma tutte utili ad affrontare con efficacia questa o quella determinata parte dell'avventura. La propria gilda può essere composta da un totale di 25 elementi, dei quali però solo cinque possono scendere in campo contemporaneamente, disposti su due file. La prima sarà più esposta agli attacchi nemici ma di converso sfrutterà meglio le proprie potenzialità offensive: va da sé che ci sono classi, come quelle dotate di armi a distanza o di incantesimi, che non vanno mai spostate dalla seconda, e classi più guerresche che danno il proprio meglio solo nella prima.

Un'odissea per molti
Un'odissea per molti

Tutta quest'opera di gestione si fa in città, che funge da hub: qui potete accettare le missioni principali e quelle secondarie, dormire e salvare alla locanda, acquistare l'equipaggiamento e chiacchierare coi personaggi non giocanti. C'è anche, tra le novità, un ristorante che vi darà l'incarico di reperire gli ingredienti per i suoi piatti, i quali possono garantire al party bonus e potenziamenti particolari validi per un'intera esplorazione; una volta giunti a un certo punto di questa peculiare missione secondaria, si ha accesso a un vero e proprio minigioco gestionale nel quale potrete dedicarvi a sviluppare le aree di High Lagaard, divertente in sé ma soprattutto utile a procurare ulteriori risorse per rendere il party sempre più agguerrito. Risorse di cui avrete davvero bisogno perché, l'avrete capito, il gioco è difficile: gli scontri, salvo il primo livello di difficoltà, sono impegnativi sin dalle prime battute, ma andiamo con ordine. Il dungeon è diviso in caselle, tra le quali ci si sposta con una visuale in prima persona a-la Wizardry. Caratteristica essenziale è il disegno della mappa, tramite un completo editor sullo schermo inferiore; è presente anche una funzione di automap, che però leva una buona parte dell'attrattiva e del coinvolgimento. I combattimenti sono all'apparenza casuali, in realtà gestiti secondo una routine precisa con tanto di indicatore che si avvicina al rosso quando state per imbattervi in un nemico. E poi ci sono i FOE, pericolosissimi boss da evitare sulle prime; fortunatamente sono segnalati sulla mappa e potrete aggirarli e anche intrappolarli, ma la soddisfazione che si prova una volta in grado di batterli è impagabile. Feature interessante della battaglia sono le Force Skill, che per tre turni danno al combattente poteri speciali e la possibilità di sfruttare le Force Break, attacchi o incantesimi devastanti che però rendono necessario il ritorno in città se volete usufruirne di nuovo. I nemici rilasciano materiali, che si possono anche raccogliere in apposite aree, da rivendere per far soldi ed avere accesso a nuovo equipaggiamento, il cui aggiornamento è assolutamente necessario; siccome però i soldi son pochi, si deve ricorrere al grinding, che è sempre parte essenziale dell'esperienza dungeon crawler. Ad ogni livello guadagnato, infine, si può spendere un punto nell'albero delle abilità: a voi decidere se concentrarvi sullo sviluppo di poche abilità o avere un eroe più variegato, ma su questo vengono incontro le Grimoire Stones, che possono sia aggiungere abilità, sia potenziare quelle già presenti. È questa l'estrema sintesi di un concept molto profondo, esigente e sorprendentemente assuefacente, pur con tutti gli addolcimenti del caso. Addolcimenti che scorgiamo anche nella presentazione. Non tanto per il lato tecnico in sé e per sé: The Fafnir Knight si avvale delle superiori capacità del Nintendo 3DS ma il risultato non è poi così spettacolare, specie le texture si presentano sporche e a volte confuse (a questo proposito la stereoscopia aiuta non poco, come leggete nel box apposito), sebbene la visuale sia molto ampia e certi effetti sono in grado di creare la giusta atmosfera. Quello che lascia piacevolmente sorpresi è l'estetica, con disegni in un ottimo stile anime, un'introduzione animata e cantata davvero ben fatta, dialoghi ben scritti e, quando doppiati, molto ben recitati; soprattutto però le musiche, del maestro Yuzo Koshiro, sono incantevoli per qualità e varietà, e proposte sia in versione originale che in una deliziosa edizione orchestrata. Tutto questo ben di Dio è disponibile solo in inglese, cosa che costituirà purtroppo per alcuni una barriera all'ingresso ben più formidabile della notevole difficoltà.

Conclusioni

Digital Delivery Nintendo eShop
Multiplayer.it
9.0
Lettori (5)
7.8
Il tuo voto

Già l'originale era notevole, una perla assoluta nel suo genere: questo rifacimento fa un po' quello che dovrebbero fare tutti i rifacimenti se vogliono avere un senso. Si pone un obiettivo chiaro, in questo caso uscire dalla nicchia che per forza di cose la saga occupava, e lo persegue in maniera eccellente, aprendosi sì a schiere di giocatori meno smaliziati ma al contempo conservando totalmente, per chi lo vorrà, la piena assenza di compromessi che ne è un po' il manifesto. Qualche sbavatura tecnica e la localizzazione solo inglese non possono impedire a Etrian Odyssey 2 Untold: The Fafnir Knight di segnalarsi come l'ennesimo RPG di valore assoluto nella libreria di una macchina che è una vera manna per gli appassionati.

PRO

  • Materiale di base già eccellente
  • Un remake vero, sensato, che centra l'obiettivo
  • Colonna sonora di totale pregio

CONTRO

  • Qualche mancanza a livello grafico
  • Solo in inglese