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Di nuovo nell'ottagono

UFC 2 torna a combattere: avrà imparato dai suoi errori?

RECENSIONE di Lorenzo Fantoni   —   10/03/2016

Piccola premessa prima di iniziare: essendo ancora i server quasi del tutto privi di giocatori al momento del nostro test, non abbiamo potuto testare in modo approfondito le modalità online del gioco, sulle quali torneremo in seguito.

Sangue, gente tatuata, KO spettacolari, commentatori che urlano, strozzamenti e fisici allenati all'estremo. Queste sono le componenti che hanno portato il mondo della arti marziali miste a diventare uno degli sport più di successo degli ultimi anni e che gli hanno permesso di oscurare la nobile arte della boxe nella categoria degli sport di combattimento. Tutto nell'UFC è pensato per essere spettacolare ed estremo, dalle conferenze stampa fino al momento in cui uno dei due lottatori si accanisce sull'avversario ormai inerme, in attesa che l'arbitro si butti nel mezzo. La domande è: questo secondo titolo di Electronic Arts, pur avendo portato sfortuna ai suoi atleti in copertina, sarà riuscito a trasportare tutto questo sui nostri monitor?

UFC 2 è arrivato sulle console col suo carico di botte, sangue e lividi: ecco la nostra recensione!

250 modi di farsi male

Due anni fa Electronic Arts ha rilevato il testimone dell'UFC dalle fredde mani di THQ dopo aver cercato di creare il proprio titolo dedicato alle MMA, e mettendo a capo del progetto lo stesso team di Fight Night. Nonostante l'esperienza degli sviluppatori, il gioco mancava di contenuti interessanti e non riusciva a rendere al meglio tutte le variabili di un combattimento nell'ottagono. Ogni lottatore di MMA ha le sue peculiarità e se nella fase di striking il gioco ha sempre brillato, lo stesso non si può dire delle clinch e della lotta a terra, momenti senza dubbio molto complessi in cui la schematicità di un videogioco non potrà mai paragonarsi alle finezze e alla strategia necessaria per portare a termine una presa di brasilian jujitsu. In questo secondo capitolo le cose sembrano essere migliorate, sia dal punto di vista dei contenuti che delle meccaniche di gioco. Non siamo di fronte alla perfezione, ma di sicuro i passi avanti ci sono stati.

Di nuovo nell'ottagono

Cominciamo con le modalità di gioco: a nostra disposizione ci sarà ovviamente la possibilità di creare il proprio evento personalizzato, scegliendo due tra più di 250 lottatori (con due versioni di Mike Tyson incluse), divisi tra uomini e donne. Se invece volete solo picchiarvi con un amico o contro il computer senza riflettere troppo su gestione della fatica, clinch e sottomissioni c'è il Knockout Mode. In questa modalità ogni lottatore a ha disposizione cinque o più punti vita e ogni colpo a segno al corpo o alla testa ne toglie uno. Questa regola genera scontri velocissimi e brutali, che si concludono sempre con spettacolari KO, nei quali possiamo apprezzare lo sforzo del team di sviluppo per cercare di variarne le animazioni. I lottatori si accasciano tenendosi il fianco, barcollano e finiscono lentamente a terra oppure svengono sul colpo e cadono con la faccia in avanti, come se qualcuno avesse toccato l'interruttore giusto, donando al tutto un tocco di realismo. Per chi volesse imparare ci sono tutorial che insegnano la gestione della lotta in piedi, delle clinch e della lotta a terra, mentre chi preferisce combattere online troverà ad attenderlo un sacco di lottatori (anche se al momento non possiamo pronunciarci su lag, matchmaking e gestione dei server). Chi invece volesse scolpire il proprio nome dell'olimpo della UFC ha due possibilità: la Carriera offline e l'UFC Ultimate Team.

Alla ricerca della gloria

La modalità Carriera ci permetterà di creare da zero il nostro alter ego o importare le caratteristiche del nostro combattente preferito. Potremo scegliere sesso, peso, altezza, età, soprannome, tatuaggi, capigliatura, paradenti e ovviamente lo stile di combattimento, che influenzerà le caratteristiche e l'approccio agli scontri. Una volta deciso chi vogliamo essere è il momento di salire sul ring e dimostrare il nostro valore partendo dalle basi: i primi scontri si terranno infatti nell'arena dell'Ultimate Fighter, il reality show dell'UFC in cui vengono forgiati i campioni del futuro. In base alla nostra prima gara verremo assegnati a uno dei due coach, cercando di eliminare uno a uno gli sfidanti della fazione avversaria in quelle successive. Se riusciremo a farcela potremo debuttare nell'UFC in uno degli eventi minori, arrivando, KO dopo KO, a giocarcela per lo scontro al titolo e alla sua successiva difesa. Quando non staremo combattendo dovremo ovviamente allenarci, completando brevi sessioni tutorial dedicate alle varie sezioni del combattimento MMA: difesa da sottomissione, calci, parate, transizioni a terra, difesa da clinch, proiezioni e così via. Ogni allenamento ha tre livelli di difficoltà, che corrispondono a tre differenti probabilità di subire un infortunio che limiterà alcune delle nostre caratteristiche per l'incontro successivo.

Di nuovo nell'ottagono

Questi allenamenti non sono particolarmente divertenti e in alcuni casi non sono neppure studiati bene, visto che ad esempio in quello dedicato alla parata il nostro avversario colpirà troppo poco, impedendoci di ottenere un buon punteggio, ma per fortuna se otteniamo una valutazione positiva non saremo più costretti a ripetere la sessione. Da quel momento in poi basterà premere un tasto per ottenere lo stesso punteggio. Gli scontri inoltre ci daranno dei punti esperienza che potremo spendere per apprendere nuove mosse o sbloccare dei perk che ci garantiranno un piccolo vantaggio sul ring, come ad esempio un recupero più veloce della salute, gomitate più dolorose, una più alta percentuale di stordimenti con i calci alla testa e così via. Questi perk sono divisi in tre rami principali: fisico, lotta a terra e striking. Nel gestire il nostro lottatore dovremo anche stare molto attenti ai fan e al passare del tempo. Invecchiando saremo più soggetti a infortuni e prima o poi ci verrà chiesto di ritirarci. Tuttavia, se saremo in grado di coltivare la nostra base di fan, magari con vittorie particolarmente spettacolari, allungheremo la longevità della nostra carriera. Detto questo la modalità Carriera, pur garantendo un certo grado di divertimento, ci è sembrata un po' affrettata. Mancano i momenti epici di contorno che potevano rendere ancora più esaltante ogni scontro, manca una storia, magari qualche bivio, manca la costruzione di una rivalità fatta di conferenze stampa e arroganza da sfoggiare nella cerimonia del peso. Manca insomma ciò che fa da contorno all'UFC. Inoltre, lo sviluppo del personaggio ci è sembrato lento e mal strutturato. Inizialmente sarà molto facile portare a casa gli incontri, ma quando il gioco si farà duro il nostro alter ego sarà di fatto impreparato alla lotta e finirà al tappeto molto velocemente. Insomma, all'inizio e tutto troppo facile, dopo è tutto molto difficile. Non sappiamo se sia una cosa voluta, ma fa strano vincere 15 incontri senza neanche un graffio e finire al tappeto al 16 come se fossimo debuttanti privi di esperienza. A essere sinceri manca anche la longevità, basta un pomeriggio, forse due, per diventare campioni.

Obiettivi Xbox One

In UFC 2 ci sono 33 achievement, per un totale di 1,072 punti. Per ottenerli dovremo mandare KO gli avversari con determinate mosse, stordirli, diventare campioni nella modalità carriera, sfidare qualcuno online, scalare la relativa classifica e completare tutte le sfide col punteggio più alto. Insomma, se all'inizio la cosa può sembrare abbastanza facile, bisognerà dedicare parecchio tempo al gioco, soprattutto nel combattimento contro gli altri giocatori.

Combattenti e figurine

L'altra modalità in cui sviluppare un proprio personaggio è l'UFC Ultimate Team, che riprende in tutto e per tutto il concetto del Fifa Ultimate Team, applicandolo al mondo delle MMA. A nostra disposizione ci saranno cinque slot, in cui potremo creare altrettanti lottatori e mettere insieme una vera e propria squadra. Ogni lottatore, con le sue vittorie, contribuirà al punteggio del team, assicurando eventuali bonus da riscattare per ottenere valuta da poter spendere. A differenze della modalità carriera, nell'Ultimate Team l'allenamento si basa sulle carte che troveremo nei pacchetti, acquistabili nell'apposito store. Questi pacchetti sono divisi per categoria di peso, ma esistono anche pacchetti universali con carte che vanno bene per ogni classe.

Di nuovo nell'ottagono

Le carte, che hanno diversi gradi di rarità, a loro volta possono sbloccare una nuova mossa o un perk, aumentare le statistiche, garantirci un bonus di salute temporaneo o ripristinare la fatica che consumeremo scontro dopo scontro. I soldi per ottenere queste carte arriveranno dagli scontri online e offline e, ovviamente, dai soldi reali che decideremo di spendere. Proprio come in FIFA possiamo scegliere se sfidare un essere umano o scaldarci con l'intelligenza artificiale, ma nel primo caso le ricompense saranno più alte. Ogni match ci permetterà di avanzare nella lega, permettendoci di puntare al titolo e approdare a quella successiva, dove ci attendono lottatori più esperti e premi ancora più interessanti. Purtroppo la mancanza di online durante il nostro test ci ha impedito di toccare con mano l'avanzamento nelle arene virtuali e dal punto di vista single player siamo rimasti un po' delusi. Tutti gli scontri offline sono avvenuti contro lo stesso lottatore, ovvero il template standard con scritto "nome" al posto del nome e le cui abilità miglioravano di poco scontro dopo scontro. Non possiamo dirvi se sarà così anche nella versione finale del gioco, in ogni caso è evidente la volontà di Electronic Art di spingere, giustamente, verso lo scontro tra giocatori, più che tra giocatore e computer. Su questo punto però torneremo dopo la recensione per ulteriori aggiornamenti.

L'estetica del KO

Ok, le modalità le abbiamo viste, ma com'è il gioco una volta sul ring? In poche parole, è uno spettacolo per gli occhi che conferma l'ottimo lavoro svolto l'anno passato e più in generale sugli sport di combattimento dal team di Electronic Arts. Potendosi concentrare solo sui lottatori, questi sono riprodotti con una dovizia di particolari maniacale, fatta di sudore, volti che si contraggono per il dolore o per lo sforzo, tagli, lividi e nasi spaccati. Le uniche pecche riguardano forse una certa rigidità delle animazioni, soprattutto nel camminare e quando si passa dai colpi alle parate e viceversa, e alcune compenetrazioni dei solidi, soprattutto nelle fasi a terra. Per quanto riguarda le meccaniche di gioco, la transizione tra le varie clinch e la lotta a terra è stata rivista con un metodo più semplice e intuitivo: per spostarsi nella posizione desiderata o rialzarsi bisognerà tenere premuto l'analogico nella direzione prescelta.

Di nuovo nell'ottagono

Il tempo di riuscita del comando dipende dalla stanchezza e dalla bravura, ma anche dall'avversario che potrà colpirci per farci ripartire da zero o contrastare la nostra decisione premendo un dorsale e inclinando l'analogico nella stessa direzione. Detta così sembra facile, ma se il nostro lottatore non è bravo a terra o è molto stanco, la nostra vita diventerà un inferno in cui non potremo più rialzarci o saremo costretti a subire le ginocchiate in faccia di un lottatore molto più bravo di noi nelle clinch. Sotto questo punto di vista le prese si rivelano ben più efficaci dello strinking nel concludere un incontro, perché consentono a un giocatore esperto di avere la meglio in pochissimo tempo. Il sistema di submission è rimasto identico, col minigame in cui dobbiamo difenderci spostando l'analogico nelle varie direzioni o attaccare contrastando questo movimento, ma in fase offensiva si è arricchito con la possibilità di modificare la submission in corsa e ottenere un ulteriore vantaggio tattico. Nella lotta in piedi, invece, potranno capitare situazioni decisamente assurde e a volte casuali, che rappresentano il bello e il brutto del gioco. A tratti il lottatore riuscirà a incassare quattro o cinque calci in faccia di seguito senza cadere per terra, altre cadrà come uno straccio dopo un pugno ben assestato, o magari riuscirà a portarci a terra pur essendo stordito e barcollante. Da una parte tutto ciò è apprezzabile, perché rende in un certo senso l'imprevedibilità di questi scontri, in cui anche lo sfavorito può piazzare il colpo della vita o possiamo assistere a miracolosi recuperi dall'altra a volte può essere frustrante. Precisiamo però che non è la norma: se un giocatore è nel pieno controllo del match, 9 volte su 10 la porterà a casa. Una cosa che proprio non capiamo però è perché, indipendentemente dalla classe e dal livello dei lottatori, l'intelligenza artificiale sembra sempre stancarsi molto meno di noi.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.0
Lettori (22)
8.0
Il tuo voto

UFC 2 non rappresenta ancora la perfezione, ma senza dubbio un bel passo avanti. L'Ultimate Team è una gradita aggiunta che potrebbe dare molta longevità al gioco, il problema è che tutto il contorno non sembra all'altezza, soprattutto la modalità Carriera. Visivamente parlando invece c'è ben poco da dire: la fisica del gioco, pur con qualche piccola sbavatura, è impressionante e a volte sembra di assistere a un match in televisione.

PRO

  • Graficamente impressionante
  • Un sacco di lottatori
  • Knockout Mode divertente e frenetico
  • Migliorato il bilanciamento tra lotta a terra e in piedi
  • L'Ultimate Team è una gradita aggiunta...

CONTRO

  • ...ma migliorabile
  • Oltre all'UT i contenuti non sono molti
  • Carriera single player un po' scarna
  • Sistema di danni a volte un po' casuale
  • Difficoltà e sviluppo del personaggio da rivedere