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Lo chiamavano Jeeg Rodriguez

Rico si dà alla robotica in Mech Land Assault

RECENSIONE di Stefano F. Brocchieri   —   07/06/2016

Si può accusare Avalanche Studios di aver lanciato Just Cause 3 in uno stato per certi versi acerbo e soprattutto di non essere stata in grado di far sbocciare la saga di Rico Rodriguez al pieno del suo potenziale, ma non di aver perso di vista il significato più schietto e viscerale di follia, esagerazione e caos. Concetti di cui si continua a rivelare padrona assoluta, sapendoli controllare e plasmare a piacimento, fino ad elevarli puntualmente oltre limiti che si ritenevano invalicabili. Dopo Sky Fortress, ne abbiamo un'ulteriore dimostrazione con Mech Land Assault, seconda tappa di quel programma di espansioni che corrisponde al nome di Air, Land & Sea, un tour in giro per il cielo, la terra e il mare che si prefigge di allargare i confini del gioco base, verso sbocchi inediti. E anche questa volta il team svedese ha colpito nel segno, spingendo le pulsioni di cui si è sempre fatto portabandiera verso una nuova, elettrizzante dimensione, sebbene con qualche problema più o meno pesante di fondo.

Pensavate di aver messo Medici a ferro e fuoco? Dovreste scoprire che si può fare in Mech Land Assault!

Gordon Automatron

Mech Land Assault continua il piccolo arco narrativo inaugurato dal precedente contenuto a pagamento, mettendo nuovamente Rico contro il malefico duo eDEN Corporation-Mano Nera, solo che i ruoli si presentano invertiti, con la seconda ad assumere una posizione più prominente e attiva. Come ci ha tenuto a far intendere sardonicamente il protagonista ben più di una volta nel corso degli anni, da queste parti la storia non è altro che un pretesto per far saltare tutto in aria.

Lo chiamavano Jeeg Rodriguez
Lo chiamavano Jeeg Rodriguez

A farsi notare, piuttosto, è il nuovo campo giochi a disposizione, Isola Lacrima, regione realizzata ex novo, impreziosita peraltro da alcune derive che richiamano la poetica della "natura che riprende il sopravvento sulla civiltà" già apprezzata in titoli The Last of Us e Crysis 3. Il vero protagonista, tuttavia è un altro, ovvero il mech che qualifica il nome all'espansione. Oltre a solcare qualsiasi tipo di terreno, saltare, sparare (con un cannone automatico o uno Spaccabavarium) e disporre di un impulso energetico con cui avere la meglio di certe protezioni, tramite il GRIP il robotico veicolo controllabile da Rico è lieto di spalancare le porte di nuova, azzeccata declinazione con cui in Just Cause si manipola la fisica. Questa volta siamo dalle parti di Half-Life 2, un'ideologia verso cui in precedenza Rodriguez aveva già mostrato attrazione ma che ora fa pienamente sua, fino in fondo. A differenza di quanto fa l'intellettualoide Gordon Freeman con la sua Gravity Gun, Rico non si limita ad acciuffare un solo oggetto alla volta, e di dimensioni perlopiù contenute, ma solleva soldati, animali, droni, moto, auto, elicotteri, container e chi più ne ha più ne metta, magari a manciate, scagliandoli con forza, dando libero sfogo a una vocazione al caos tutta da scoprire. Volendo si può pure tenere un veicolo "in ostaggio" e sparare ai nemici, mentre lo si usa come scudo, o infierire su di lui per "ammorbidirlo", facendogli prendere fuoco per poi scagliarlo come una bomba. Senza contare che finché un oggetto non si distrugge (o, nel caso di un personaggio non giocante, muore) può essere attratto di nuovo, anche istantaneamente, magari assieme ad altri "storditi" nel frattempo, permettendo di improvvisare un "effetto yo-yo" che può assumere i connotati di devastanti bombe a grappolo. Le implicazioni di gioco e le occasioni per estendere il già nutrito repertorio di situazioni di comicità slapstick che tradizionalmente le accompagnano sono facilmente immaginabili. Consci di un simile potenziale, gli sviluppatori hanno anche opportunamente rivisto di conseguenza le Sfide, tramite cui sbloccare i Mod dedicati al Mech: si tratta di vere e proprie arene, a più ondate, con il punteggio che premia in maniera articolata combo e stile, come in un Devil May Cry o un Bulletstorm. Sono solo due, ma se si è presi particolarmente bene dal gameplay offrono materiale giocabile per un quantitativo di tempo superiore alla media.

Monotonia mediterranea

Purtroppo non è tutto fuochi di artificio e allegria. Oltre che con una tracotante bordata di divertimento, Mech Land Assault investe anche con un certo quantitativo di tedio. È quello che si avverte nel momento in cui si realizza che sostanzialmente si fa sempre la stessa cosa. Le uniche due "vere" missioni sono quella di apertura e quella di chiusura, tra l'altro nemmeno particolarmente riuscite per costruzione, ritmo e bilanciamento della difficoltà.

Lo chiamavano Jeeg Rodriguez

Tutto quello che c'è da fare nel mezzo è liberare avamposti su avamposti. Va dato atto ad Avalanche di aver cercato quantomeno di fare della tematica dell'isola-prigione virtù ludica, prevedendo in ciascuna delle quattro province di Lacrima un campo speciale in cui oltre a spazzare le installazioni del nemico occorre liberare i detenuti e il loro capo, dare loro accesso alle armi e soprattutto combattere per difenderlo dai tentativi della Mano Nera di riprenderne il controllo. Senza dubbio un gradevole accenno di inventiva per un mission design ancora una volta votato ossessivamente a una reiterazione modulare che sfocia quasi nel "grinding". Ciononostante, ci sentiamo di consigliare Mech Land Assault, a differenza di quanto fatto con Sky Fortress a suo tempo. Oltre a durare un paio d'ore in più, c'è da considerare il quadro d'insieme che contribuisce a delineare, ora come ora: il Mech in tandem con la Tuta Alare al Bavarium offre un grosso e tangibile valore aggiunto, permettendo di gustare la pura giocabilità di Just Cause 3 in nuove, esaltanti accezioni. Se vi ritrovate qui, oggi, a volerne di più, dopo aver superato la ripetitività del gioco base, le sua intelligenza artificiale capace di toccare abissi disfunzionali al limite del comico e altri suoi deficit di rifinitura generale, con ogni probabilità vuol dire che siete follemente appassionanti del suo scoppiettante gameplay sandbox. E il progetto Air, Land & Sea per come si sta configurando dopo due uscite, è in grado di farlo davvero brillare, anzi di farlo proprio esplodere, con dei botti che fino a ieri non pensavamo possibili. Se siete invece alla ricerca di qualcosa in più, potete tranquillamente passare oltre, con la massima serenità.

Conclusioni

Versione testata PC Windows 1.04
Prezzo 11,99 € / 24,99 €
Multiplayer.it

Lettori

ND

Il tuo voto

PRO

  • Il Mech offre una portentosa boccata d'aria fresca
  • Le Sfide sono particolarmente sfiziose
  • Una nuova isola...

CONTRO

  • ...ma con cose troppo simili da fare
  • Disfunzioni dell'intelligenza artificiale e imperfezioni varie