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Hai voluto la bicicletta?

La Grande Boucle è appena iniziata e, puntuale, Cyanide ci propone la sua trasposizione videoludica: Le Tour de France 2016

RECENSIONE di Michele Maria Lamberti   —   07/07/2016

Ah, Le Tour de France! Concediamo facilmente che per tanti non è facile condividere passione e fascinazione per uno sport così particolare come il ciclismo, dove i momenti di vera azione sono pochissimi su tappe che durano anche sei o sette ore, e dove piuttosto la bellezza sta in altro. Nello sforzo sovrumano che fanno gli atleti, per esempio (salvo aiutini farmaceutici, certo, ma non siamo qui per parlare di questo), oppure nella strategia quasi scacchistica che i vari team preparano e mettono in atto dietro le quinte per poi scatenarla al momento giusto, o ancora, perché no, semplicemente nello scorrere sui nostri televisori di bellissimi paesaggi quali quelli che caratterizzano le strade del Tour o del nostro Giro. Se fossimo al bar dello sport, la conversazione potrebbe chiudersi qui, con un pacifico "de gustibus"; ma di fronte alla trasposizione videoludica di una simile disciplina allora è doveroso indagare più a fondo, e chiedersi, dando per scontato che non si punta al pubblico più ampio possibile, come si possa fare a restituire certe dinamiche e sensazioni proprio a chi meglio le conosce e le ama. Cyanide e Focus Home Interactive ci provano da anni, sarà questa la volta buona?

Le Tour de France 2016 è la nuova edizione del gioco ufficiale della Grande Boucle: la nostra prova!

Tra i francesi che s'incazzano

A livello di contenuti, Le Tour de France 2016 non si fa mancare niente. Oltre alla corsa titolare, che è presente sia nella versione di quest'anno che in quella dell'anno scorso da sbloccare, ci sono altre corse a tappe più brevi, il Critérium du Dauphiné, il Critérium International, il Trittico Tour e il Circuito degli Scalatori, ognuna con le sue belle tappe che è poi possibile assemblare a piacimento nella modalità My Tour, nella quale si costruisce il Giro dei propri sogni.

Hai voluto la bicicletta?
Hai voluto la bicicletta?

Detto poi della presenza di una modalità Sfida che vi offre alcune delle più spettacolari e veloci discese del gioco su cui lanciarsi a rotta di collo per ottenere il tempo migliore, di un necessario e abbastanza ben fatto, ma non perfetto, tutorial, e dell'editor col quale cambiare la composizione delle squadre (tutte le partecipanti al Tour di quest'anno, complete e regolarmente licenziate) e i dati anagrafici dei corridori, nonché della possibilità di godersi alcune delle modalità in multiplayer locale per due giocatori, sia competitivo che cooperativo, tramite l'ormai desueto split screen (ecco, una cosa che si fa mancare Le Tour de France 2016 è il multiplayer online, che aggiungerebbe probabilmente un valore discreto al pacchetto), bisogna sottolineare come le corse a tappe di cui sopra siano usufruibili in due modalità. La prima è la classica Tour, nella quale si prende il controllo di una squadra realmente esistente, eventualmente modificabile ma senza alcuna implicazione economica. La seconda è invece la Pro Team, che aggiunge un tocco manageriale al tutto: l'equipe è da costruire dalle basi, scegliendo gli atleti in base a possibilità economiche che all'inizio sono molto risicate, ma poi, di successo in successo, aumentano permettendoci di puntare a coinvolgere i nomi più importanti. Niente di paragonabile al cugino Pro Cycling Manager per PC, ma sicuramente un ottimo modo per aumentare longevità e coinvolgimento. Qualunque sia la vostra scelta, una volta scesi in strada però le cose non cambiano: il controllo del ciclista è deputato di base allo stick per la direzione e a R2, più che per la velocità, per lo sforzo da impiegare nella pedalata. Sforzo che è possibile aumentare per alcuni secondi con uno scatto, settare a un livello automatico in modo da non dover sempre dosare la pressione sul dorsale, o tenere alla pari di quello di un altro corridore semplicemente limitandosi a seguirlo con la pressione di un tasto. Tutti accorgimenti che, ottimi sulla carta, insieme ad altre chicche quali la posizione aerodinamica da assumere in discesa o il fatto che sufficientemente al riparo dal vento ci si stanca meno, sono necessari a rendere il concetto fondamentale del ciclismo e soprattutto delle corse a tappe, lo stesso per il quale se vorrete approcciarvi a Le Tour de France 2016 come a un "semplice" gioco di corsa non andrete lontano: su tappe lunghe ben più di un centinaio di chilometri e magari infarcite di salite (certo, qui sono ridotte ma siamo comunque nell'ordine di un'ora e passa di gioco per quelle più lunghe, salvo la possibilità di accelerare il tempo), il parametro da tenere d'occhio non è la velocità, ma la gestione delle energie.

Trofei PlayStation 4

34 i Trofei che attendono tutti i corridori virtuali: 16 di Bronzo, 13 d'Argento, 4 d'Oro e il Platino. Se completate tutte le modalità e tutte le corse al livello di difficoltà massimo, molto probabilmente li otterrete tutti, fermo restando che le corse e qualche tappa dovrete vincerle: sono infatti tutti essenzialmente legati ad azioni che compirete normalmente nell'ambito di una buona performance.

La Coppa Cobram

In gara tutto è affidato a degli indicatori, da tenere sempre sott'occhio e da rimpinguare fino a un massimo di due volte per tappa grazie ai rifornimenti. In un videogioco, certo, non c'è altra soluzione, ma la resa lascia a desiderare. Per fare un esempio, sulla stessa tappa con arrivo sul leggendario Col de l'Izoard ci è capitato, allo stesso livello di difficoltà, di vincere una volta con un giovane passista semplicemente inserendoci nella fuga giusta molti chilometri e un paio di salite prima del traguardo, e poi, con uno scalatore come Nibali e seguendo una strategia molto più assennata, quella di attaccare solo negli ultimi chilometri, di restare senza energie a poche centinaia di metri dal traguardo perché avevamo anticipato di un attimo il momento giusto per scattare. Può sembrare realistico, ma in realtà non lo è perché scalatori puri come Nibali, Aru, Quintana o Valverde possono, quando sono in giornata, fare anche più di uno scatto sulla stessa ripida salita e al contempo mantenere una pressione sui pedali forte e costante senza andare in debito di energie, ma il gioco, col suo approccio rigidamente deterministico e che non sembra fare eccessive differenze tra un ciclista e l'altro nonostante la completezza delle statistiche, questo aspetto non lo rende. E ciò ci porta diretti all'altro grande concetto, del ciclismo così come del titolo: la strategia di squadra. Che l'enfasi più che sul singolo atleta sia posta sul team lo si capisce dal fatto che non solo è possibile stabilire quale uomo del proprio gruppo controllare all'inizio di ogni tappa, ma anche cambiarlo in corsa: uno dei punti forti di questo sport è infatti l'essere al contempo di squadra e individuale, e anche qui sulla carta Le Tour de France 2016 si comporta bene.

Hai voluto la bicicletta?

È possibile impartire ai singoli compagni o a tutto il team una gran varietà di ordini in tempo reale, che vanno dal ritmo da sostenere, alla collaborazione o meno col resto del gruppo, sino alla richiesta a un gregario di proteggere un uomo più importante; tutto molto bello, peccato che poi le più fini strategie siano talvolta rese inutili da un'intelligenza artificiale che, se nella propria squadra non è reattivissima ma comunque sempre sufficiente, negli altri concorrenti a volte sembra proprio deficitaria, specialmente in caso di fughe pericolose che il gruppone della Maglia Gialla spesso pare non prendere proprio in considerazione costringendoci, se abbiamo ambizioni di vittoria, a mandare allo sbaraglio solo il nostro team con relativo grande dispendio di energie. Tutto questo purtroppo rovina, non sempre ma troppo spesso, quella capacità simulativa che Le Tour de France 2016 dimostra invece sulla carta e in alcuni rari momenti in cui tutto va per il verso giusto, supportato da una resa audiovisiva che, molto coinvolgente nella parte sonora (gli effetti della bici, del vento e del respiro dei corridori sono molto efficaci, così come lo sono gli incitamenti dei tifosi che però non sono tantissimi e soprattutto non sembrano legati a quello che effettivamente sta avvenendo), difetta ancora in quella grafica afflitta da un pesante pop up di poligoni e texture. Non ci sentiamo però di essere troppo cattivi nei confronti dei programmatori in questo aspetto: parliamo di un motore che deve reggere duecento corridori e relativi mezzi nonché tutto il paesaggio e il pubblico, e pur tra tanti difetti il colpo d'occhio riesce ad essere a volte davvero spettacolare, subendo cali di frame rate molto raramente e soprattutto quando si gioca con la camera.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Multiplayer.it
6.2
Lettori (1)
6.8
Il tuo voto

Assodato che il ciclismo è una disciplina molto difficile da rendere in un videogioco, e che comunque anche se la si rendesse alla perfezione avremmo una simulazione certo non adatta a tutti, anno dopo anno bisogna riconoscere gli sforzi che Cyanide fa per sfruttare sempre meglio la licenza del Tour de France, con l'importante eccezione dell'edizione 2014 che era semplicemente "rotta". Questo 2016 abbiamo quindi un gioco che è mezza ruota avanti alla versione 2015, ma il punto fondamentale, a parte la grafica sulla quale ci sarebbe da fare un lungo discorso apposito, è che il team sembra non riuscire mai a rendere concrete quelle che sulla carta sono invece idee ottime. I limiti più importanti ci sembrano la gestione troppo deterministica delle energie del corridore e l'intelligenza artificiale non all'altezza delle notevoli finezze strategiche teoricamente implementabili, ed è un peccato perché, quando tutto fila liscio, Le Tour de France 2016 sa restituire bene le impagabili emozioni del ciclismo, ma accade veramente troppo di rado. Forse un po' di competizione nel genere, sebbene così di nicchia, farebbe bene a tutti.

PRO

  • Molto completo per modalità di gioco e licenze
  • Idee ottime sulla carta
  • L'atmosfera tutto sommato è resa bene

CONTRO

  • Limiti grafici pure comprensibili, ma quel pop-up è inguardabile!
  • Gestione delle energie da rivedere e intelligenza artificiale deficitaria
  • Il multiplayer online sarebbe un bel passo in avanti