15

Omicidi con stile

Un titolo indipendente di grande spessore e con un taglio artistico affascinante

RECENSIONE di Davide Spotti   —   31/05/2017

Quando abbiamo avuto l'occasione di parlarne per la prima volta, Tokyo 42 sembrava avere tutte le carte in regola per stupire gli appassionati delle produzioni indipendenti con alcune trovate interessanti, uno stile fuori dalle righe e uno spiccato citazionismo di vecchi classici del passato. Alla base del concept ideato da Maciej Strychalski e Sean Wright ci sono infatti una moltitudine di punti di riferimento che spaziano dai primissimi episodi di Grand Theft Auto al vecchio Syndicate della Bullfrog, passando per un altro grande classico degli anni '90 come Cannon Fodder. Insomma, visti i tempi stiamo parlando di un'operazione abbastanza insolita, dalla quale emerge un volitivo action shooter con visuale isometrica che prova ad esaltare componenti come la pianificazione strategica, il mimetismo e l'azione stealth nella cornice di una Tokyo futuristica dal sapore cyberpunk. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare alla luce della tematica di riferimento, Tokyo 42 riesce a distinguersi specialmente per il particolare stile grafico e le vivaci tonalità cromatiche con cui sono stati caratterizzati gli scenari: una qualità che balza all'occhio già ad un primo sguardo e che cattura l'attenzione dell'osservatore ancor prima di entrare in sintonia con le meccaniche ludiche. Il gioco è disponibile a partire da oggi su PC (dove abbiamo svolto il nostro test) e Xbox One ad un prezzo di 19.99 euro, mentre l'edizione per PlayStation 4 arriverà nel mese di luglio.

Omicidi con stile

Una Tokyo dal retrogusto cyberpunk

La trama di Tokyo 42 è poco più di un pretesto per dare il via al tema che farà da filo conduttore per l'intera durata della campagna single player, ovvero i propositi di vendetta. L'anonimo protagonista dell'avventura sta trascorrendo una serata di relax nel suo appartamento quando all'improvviso scopre di essere stato incastrato per un omicidio che non ha mai commesso. La polizia si accinge a fare irruzione nell'edificio, ma inaspettatamente un misterioso alleato leva le castagne dal fuoco e lo avvisa di fuggire. Persuaso a scoprire cosa si nasconda dietro a questa losca faccenda, l'alter ego del giocatore viene esortato a trasformarsi a sua volta in un letale killer e a farsi largo senza tanti convenevoli per scoprire la verità. Ha così inizio una singolare attività d'indagine che coinvolgerà la criminalità organizzata della metropoli nipponica, conducendo alla fonte da cui tutto quanto ha avuto inizio. Il viaggio pone il giocatore di fronte alla necessità di gestire più stili di combattimento, privilegiando le dinamiche d'infiltrazione rispetto allo scontro frontale. Tokyo 42 poggia le sue basi su una struttura sandbox ricca di edifici, ponti e piazze collocati su vari livelli. La verticalità e la quantità di prospettive selezionabili con la semplice rotazione della visuale sono strettamente connesse alle caratteristiche del gameplay e danno modo di variare il proprio approccio sulla base delle situazioni che vengono a configurarsi e dello stile che si predilige. Peraltro durante la nostra prova definitiva hanno trovato conferma alcune impressioni che avevamo già avuto occasione di cogliere nel nostro hands-on di qualche mese fa, ovvero che la struttura delle mappe non offra grande varietà sul piano del level design, puntando più sulla verticalità che sulla diversificazione dei luoghi.

Stealth e strategia

Il sistema di gioco di Tokyo 42 richiede un minimo di assimilazione prima di essere padroneggiato come si deve. Bisogna entrare nell'ordine di idee di privilegiare l'attacco dalla distanza e la fuga, o viceversa propendere per lo stile furtivo, dal momento che lo scontro frontale all'arma bianca conduce nella maggioranza dei casi a una rapida capitolazione. L'aspetto più delicato riguarda la prospettiva, dato che è possibile ruotare a piacimento la visuale isometrica per godere di punti di vista radicalmente diversi e di percorsi o porzioni di edifici che con un'inquadratura statica sarebbero preclusi. Optando per le meccaniche stealth diventa necessario accovacciarsi dietro agli angoli dello scenario, avendo cura di sfuggire ai coni visivi dei nemici messi in allerta da qualsiasi movimento sospetto. Se si intende passare inosservati non si deve far altro che sfoderare la propria fidata katana, ma non per questo viene impedito l'utilizzo delle armi da fuoco, a partire dal fucile da cecchino per mezzo del quale è possibile colpire dalla distanza con minori rischi di essere individuati immediatamente. Viceversa non mancano nemmeno le classiche pistole, i fucili d'assalto o le granate, che tuttavia devono essere sempre centellinate in relazione al contesto e alla propria posizione strategica. Raramente si riuscirà ad avere la meglio in uno scontro a fuoco multiplo da distanza ravvicinata, anche a causa di un sistema di mira volutamente laborioso e non particolarmente preciso.

Omicidi con stile

Ed è proprio per questo motivo che Tokyo 42 riesce a coinvolgere e a stuzzicare l'attenzione del giocatore, stimolandolo a comprendere l'approccio più idoneo in ogni situazione. In tal senso torna molto utile il binocolo, che una volta attivato permette di scrutare porzioni più ampie della mappa per farsi un'idea di massima sul posizionamento dei nemici e i percorsi a propria disposizione. Un'ulteriore variabile si lega alla capacità di modificare l'aspetto del proprio alter ego qualora si venga scoperti, a condizione che l'apposito indicatore che ne regola l'impiego sia carico. Nella prosecuzione della campagna sarà però possibile ottenere anche travestimenti più specifici da sfruttare per superare le linee di sicurezza nemiche senza essere individuati. Nel complesso Tokyo 42 offre un discreto numero di missioni principali ma anche svariate attività secondarie che vanno portate a termine per incamerare reputazione e proseguire nel racconto. Va detto però che i suddetti incarichi non presentano grandi variazioni sul tema, prevedendo per lo più di uccidere obiettivi specifici o eliminare intere frange della criminalità organizzata. Ad affiancare la campagna offline c'è anche una limitata modalità multiplayer, che consente di sfidare altri utenti attraverso dei deathmatch. In questi frangenti si rende necessario individuare la posizione del nemico per farlo fuori prima che sia lui ad avere la meglio. Logicamente il mimetismo assume un ruolo centrale, tant'è che se si viene individuati è indispensabile modificare aspetto per provare a far perdere di nuovo le proprie tracce. Purtroppo su questo fronte non siamo in grado di dirvi molto altro perché durante la nostra prova non ci è stato possibile sfidare altri giocatori.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore Intel Core i7 -4770
  • 16 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 970
  • Sistema operativo Windows 10 Pro

Requisiti minimi

  • Sistema operativo: Windows XP SP2
  • Processore: Intel i3-3220 or AMD FX-4100
  • Memoria: 2 GB di RAM
  • Scheda video: nVidia GTX 560 or AMD 7850
  • DirectX: Versione 9.0
  • Memoria: 3 GB di spazio disponibile

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Multiplayer.it
8.0
Lettori (15)
6.9
Il tuo voto

Tokyo 42 rielabora caratteristiche già viste altrove ma lo fa con uno stile personale, immergendo il giocatore in un contesto riconoscibile e con un discreto livello di sfida. La libertà di approccio legata al completamento di ciascun incarico e la varietà dell'equipaggiamento sono indubbiamente due punti a favore, sebbene si tratti di un prodotto pensato soprattutto per chi predilige la pianificazione rispetto all'azione nuda e cruda. Al netto di alcune missioni un po' troppo ripetitive e di un level design che avrebbe potuto offrire qualcosa in più, rimane comunque un titolo di buona fattura e con una longevità più che proporzionata rispetto alla spesa richiesta.

PRO

  • Stile grafico accattivante
  • Buon livello di sfida
  • Privilegia l'azione stealth e la strategia

CONTRO

  • Level design migliorabile
  • Alcune missioni sono molto simili tra loro