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Tutta la verità su Marvel Vs. Capcom: Infinite nella nostra recensione

Il nuovo picchiaduro Capcom segna una svolta nella storia di Marvel Vs. Capcom... ma lo fa in positivo o in negativo?

RECENSIONE di Christian Colli   —   18/09/2017

Mettiamola così: organizzare un beta test di Dragon Ball FighterZ a ridosso dell'uscita del nuovo Marvel Vs. Capcom non è stato il massimo della delicatezza. Negli ultimi mesi lo scontro tra Capcom e Arc System Works è diventato semplicemente epico. Tutti gli sguardi sono rivolti al nuovo tie-in di Dragon Ball perché sembra davvero eccezionale, ma nel frattempo sembra sia diventata una moda screditare il nuovo Marvel Vs. Capcom senza dargli neppure il beneficio del dubbio. C'è da dire che Capcom ha anche parecchio da farsi perdonare, ammettiamolo. Nonostante la sua qualità elevatissima, Street Fighter V non ha fatto presa sul pubblico come era successo col prequel, e la strana metamorfosi della sua serie crossover per eccellenza, che nell'ultima incarnazione ha dominato i tornei di tutto il mondo, ha destato più di qualche sospetto. Marvel Vs. Capcom: Infinite non si è presentato benissimo, e questo è innegabile, ma ormai dovremmo aver imparato che l'apparenza può ingannare. Insomma, a guardarlo... è bruttarello, sì. A giocarlo, invece? È maledettamente divertente. Tutto bene quel che finisce bene, quindi? No, non proprio.

Tu chiamala, se vuoi, direzione artistica

Marvel Vs. Capcom: Infinite ha un grosso problema, e cioè che si prende sul serio. Guardate Ultimate Marvel Vs. Capcom 3: visivamente era super dinamico, coloratissimo, pieno di energia. Il cel shading calzava a pennello, le animazioni erano esagerate, i contorni netti rievocavano le atmosfere dei cartoni animati e dei fumetti perché, insomma, Marvel Vs. Capcom è questo. Un fumettone. Cioè, metà del roster appartiene a Marvel Comics, la trama è senza senso e c'è Ryu che picchia Iron Man a mani nude mentre Arthur e Rocket Raccoon giocano a briscola. È un "pastiche", un minestrone di idee e di stili diversi che finora ha funzionato perché lo sviluppatore nipponico aveva elaborato uno stile visivo che facesse da ponte tra i due universi, giocando sul fatto che non ne esiste nessuno. Abbandonato l'engine MT Framework di Ultimate Marvel Vs. Capcom 3, Capcom è passata all'Unreal Engine 4 e ha tentato un nuovo approccio stilistico. Le ragioni di questa scelta non sono chiare, anche se molti pensano che abbia a che fare col successo dei film Marvel, ormai a un passo dall'essere più famosi dei fumetti che li hanno ispirati. Marvel Vs. Capcom: Infinite non è un gioco fatto male, tecnicamente parlando. Il frame rate è solidissimo, la modellazione poligonale precisa e proporzionata, le animazioni sono fluide, i dettagli si sprecano. Il fatto è che non ha personalità.

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Il nuovo stile realistico adottato ha finito col rendere scialbo un multiverso che doveva puntare tutto sull'eccentricità. Questo problema si riflette sul roster, specialmente lato Marvel. Niente più X-Men: l'universo Marvel punta tutto sulla sfera degli Avengers con qualche new entry come Capitan Marvel o Gamora che cercano di farsi perdonare la dipartita di Wolverine e del Dottor Destino. Lato Capcom, invece, abbiamo un attesissimo Mega Man X e un carismatico Jedah che affiancano i soliti Ryu, Chun-Li, Dante, Chris e via dicendo. Sì, mancano alcuni eroi famosissimi e sì, vai a capire perché c'è Gamora invece della Vedova Nera o Firebrand invece di Viewtiful Joe, ma la questione è un'altra: mettere insieme personaggi tanto diversi usando uno stile realistico che non appartiene a nessuno di loro è stato davvero stupido. Nonostante ciò, una volta fatto il callo all'aspetto dei vari personaggi, cominciano a diventare più evidenti anche i pregi del nuovo corso. L'azione, tanto per cominciare, è molto più comprensibile. Le esplosioni a tutto schermo e le onde di energia catastrofiche ci sono ancora, ma il tutto è un po' più contenuto rispetto al passato e ogni combo o mossa speciale è visibile e precisa. La telecamera segue i personaggi senza arrancare e il ritmo, sempre sostenuto ma meno schizofrenico, garantisce una lettura chiara e puntuale di quello che succede a schermo. Purtroppo non ce la sentiamo di dire che gli stage, scarni e poco animati, siano stati così pensati a favore della chiarezza visiva: no, probabilmente gli artisti erano solo poco ispirati e alcuni background, effettivamente, sono talmente miseri da sembrare statici.

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Reboot o rebotte?

Il roster che tanto ci aveva scoraggiato è tutt'altro che carente. Alcuni vecchi lottatori hanno ricevuto una bella revisione e sono diventati, se possibile, molto più interessanti che in passato. Abbiamo apprezzato moltissimo, in particolare, le nuove dinamiche di Zero, Chun-Li e Dante, ma anche gli attacchi speciali aggiunti al repertorio di Capitan America, Iron Man e Spider-Man che finalmente, dopo tantissimi anni, sono stati sonoramente svecchiati. In alcuni casi bisognerà impegnarsi a trovar loro una dimensione nel cosiddetto meta. I nuovi personaggi, inoltre, riempiono il vuoto lasciato dalla dipartita dei mutanti, come nel caso di Gamora che sostituisce l'agile X-23. Ogni cambiamento, dal più piccolo al più evidente, è stato pensato nell'ottica della nuova formula due contro due. Marvel Vs. Capcom: Infinite abbandona lo storico approccio tre contro tre per tornare alle radici di Tatsunoko Vs. Capcom e Tekken x Street Fighter. Chiamatelo reboot, se volete, tanto è di fumetti che stiamo parlando. Dobbiamo ammettere che le prime ore sono state drammatiche, abituati com'eravamo al tag team di Ultimate Marvel Vs. Capcom 3 e ai frenetici scambi in volo durante le combo, ma superata la diffidenza iniziale e imparate le nuove meccaniche, è stato come scoprire un nuovo mondo fatto di combattimenti ancora più dinamici ma, soprattutto, gestibili. Lo scambio istantaneo è probabilmente la cosa migliore che poteva capitare a Marvel Vs. Capcom come serie. Intendendo precisamente rompere la ruota del meta che nell'ultima entry dominava la scelta dei personaggi del team soltanto in virtù dei loro caratteristici attacchi in entrata, Capcom ha semplicemente... eliminato gli attacchi in entrata.

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Il tempo di recupero dello scambio è drasticamente diminuito, perciò ora basta premere l'apposito tasto per richiamare il nostro partner nel bel mezzo di una combo o di un attacco qualsiasi. Praticamente una specie di cancel, lo switch determina un'infinità di opzioni diverse senza vincolare il giocatore alla scelta di un partner invece che di un altro. Possiamo cominciare una combo, quindi continuarla col nostro partner e se riusciamo a prolungarla abbastanza riusciremo a scambiare di nuovo i personaggi. Possiamo cominciare una super mossa, chiamare il nostro partner e picchiare l'avversario mentre si sta ancora prendendo le sberle del nostro primo lottatore. Se eseguito correttamente, lo scambio permette di prendere il nemico nel mezzo o di interrompere attacchi speciali particolarmente dannosi. Il nuovo sistema di scaling dei danni, inoltre, riduce le probabilità che una combo lunga disintegri un avversario nel giro di pochi istanti. Forse qualcuno ricorderà i match di Ultimate Marvel Vs. Capcom 3 e le combo che non lasciavano scampo: spettacolari sì, ma dov'era il divertimento? Quello di Marvel Vs. Capcom: Infinite, invece, è un sistema di combattimento più ragionato e bilanciato. In questo senso, le meccaniche di comeback legate alle Gemme dell'Infinito sono state una vera rivelazione. Quella porcheria sovrumana dell'X-Factor è solo un lontano ricordo: adesso il giocatore, prima del match, sceglie la Gemma dell'Infinito cui può attingere a piacere durante lo scontro. Le Gemme sono sei e ognuna conferisce un'abilità a tema diversa. Quella dello Spazio, per esempio, attira i nemici al giocatore, mentre quella del Potere garantisce un attacco che respinge l'avversario. Una volta caricato l'indicatore apposito, si può usare una specie di "super mossa" che amplifica il potere della Gemma e così, tornando all'esempio di prima, la Gemma dello Spazio intrappola l'avversario mentre quella del Potere aumenta semplicemente i danni degli attacchi. Le Gemme sono effettivamente meccaniche di comeback più discrete e che vertono tutte sull'intelligenza del giocatore e sulla sua capacità di riconoscere le possibili sinergie tra i loro poteri e i lottatori che ha selezionato. La Gemma del Tempo, che garantisce uno spostamento rapido, è un'ottima scelta se si selezionano combattenti come Hulk o Nemesis, lentissimi ma potenti.

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Trofei PlayStation 4

Marvel Vs. Capcom: Infinite propone 47 trofei. Oltre al platino in cima, parliamo di 34 trofei di bronzo, 9 d'argento e 3 d'oro. Intuire come sbloccarli è facile, riuscirci è un altro paio di maniche. Cominciate completando la modalità Storia, l'Arcade, le missioni e via dicendo, molti si sbloccheranno quasi automaticamente, mentre altri vi faranno sudare parecchio.

Mamma, mi è venuta la convergenza!

Al di là del gameplay eccellente, una cosa che ci ha stupito di Marvel Vs. Capcom: Infinite è stata la modalità Storia. È forse il momento in cui appare più evidente la dissonanza tra l'aspetto del gioco e i temi trattati, perché quella che temevano essere uno scialbo pretesto per farci combattere si è rivelata tutto l'opposto. Nel senso che i combattimenti sono un pretesto per ricordarci che abbiamo acquistato un picchiaduro. La modalità Storia infatti, è costituita da una lunga serie di cinematiche inframmezzate da brevi scontri in cui saremo costretti a controllare uno o due personaggi contro vari nemici che possono essere gli scagnozzi anonimi di Ultron Sigma, i vari villain o i nostri stessi compagni di battaglia. Non aspettatevi un'opera di grande impatto narrativo, sia chiaro: nelle due orette circa che dura la campagna assisterete ad alcune tra le scene più inverosimili nella storia del franchise.

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Forse credevate di aver visto tutto quando avete preso a schiaffi Magneto con Arthur, ma nulla vi potrà mai preparare al team-up Ryu/Hulk contro il Jhen Mohran di Monster Hunter. Perché sì, a proposito, nella modalità Storia compaiono già alcuni personaggi che vedremo sotto forma di DLC, come appunto un'anonima cacciatrice di mostri e il più noto Pantera Nera, guardiani della nuova città di Valkanda. Ultron Sigma ha infatti usato le Gemme della Realtà e dello Spazio per fondere il multiverso in una nuova dimensione e i nostri eroi devono fermarlo a tutti i costi, anche quello di affidarsi al Folle Titano che una volta ha ammazzato mezzo universo per una cotta. La trama della campagna è surreale, ma divertente e ricca di citazioni strampalate (A.I.M.brella vince tutto, secondo noi) anche se alla fin fine non lascia molto. Oltre alla modalità Storia, Marvel Vs. Capcom: Infinite propone l'immancabile modalità di allenamento (che è possibile giocare online con uno sparring partner) e le missioni che obbligano il giocatore a completare lunghe e intricate stringhe di combo. La modalità Arcade sciorina una serie di match senza grandi sorprese, mentre la modalità multigiocatore è la solita, divisa tra partite classificate e non. Infine, chiude il cerchio una paginetta dedicata alle illustrazioni e ai filmati sbloccati pestando eroi e malvagi qua e là.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Multiplayer.it
8.0
Lettori (11)
6.4
Il tuo voto

La direzione artistica blanda di Marvel Vs. Capcom: Infinite tradisce un picchiaduro straordinario che potrebbe diventare il nuovo punto di riferimento del franchise se solo Capcom riuscirà a supportarlo a dovere. Più che altro è ironico che lo sviluppatore nipponico sia scivolato sulla proverbiale buccia di banana, azzeccando una rivoluzione strutturale importante ma sbagliando completamente sul fronte dell'estetica. In ogni caso, Marvel Vs. Capcom: Infinite non è affatto il fallimento che molti temevano o auspicavano, e alla luce del nostro test appare chiaro che tra questo e Dragon Ball FighterZ a breve, gli amanti del genere avranno due ottimi picchiaduro con cui divertirsi, piuttosto che uno soltanto. Insomma, alla fine abbiamo vinto tutti.

PRO

  • Il nuovo sistema di combattimento è chiaro, tecnico e appagante
  • La modalità Storia è folle e piena di citazioni
  • Il roster e le Gemme dell'Infinito offrono un'esperienza bilanciata

CONTRO

  • Lo stile pseudo-realistico è un pugno d'acciaio in un occhio
  • Alcune assenze inspiegabili... e no, non stiamo parlando dei mutanti
  • Colonna sonora poco ispirata... e no, non c'è "I wanna take you for a ride"