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La recensione di Cuphead

Cuphead è uno dei migliori giochi dell'anno?

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   29/09/2017

Siamo negli anni '30. Le Silly Symphonies di Walt Disney sono state archiviate nel decennio precedente, l'integerrimo Topolino si è emancipato ed è già un personaggio popolarissimo tra i bambini, con nuove serie dedicate. Lo segue Paperino con la sua prima caratterizzazione fatta di un becco oblungo e di natiche flaccide, oltre che del suo immancabile vestito da marinaio. Ancora non sa che negli anni successivi sarà profondamente modificato assumendo un aspetto più gradevole e armonioso. Sono gli anni in cui i Looney Tunes si affacciano nell'ancora selvaggio mondo dell'animazione, insieme alla sexy Betty Boop e al primo Braccio di Ferro animato, entrambi opera dei fratelli Fleischer.

I boss hanno più fasi e sono tutti bellissimi
I boss hanno più fasi e sono tutti bellissimi

Negli stessi anni StudioMDHR tenta di creare il suo primo videogioco, riprendendo lo stile visivo di quelli che ancora non venivano considerati dei maestri, ma che diverranno tali con il passare del tempo. Purtroppo lo sviluppo procede a rilento per via del fatto che nessuno ha ancora inventato i computer. Qualcosa in realtà c'è, ma si tratta di macchinari segreti, molto ingombrati e capaci di generare solo qualche numero, non certo di gestire un motore grafico complesso come Unity (potevate leggerlo nella documentazione che manca il supporto per il Memex, suvvia). Per questo motivo si decide di congelare il progetto, con la promessa di riprenderlo quando i tempi saranno maturi. L'annuncio della ripresa dei lavori avviene nel 2014, in occasione dell'E3. È il quel momento che i ragazzi di MDHR si rendono conto che sono passati un bel po' di anni e che nel frattempo molto è cambiato nel mondo dell'animazione, sia a livello tecnico, sia a livello stilistico. Ma ormai il dado è tratto: i personaggi rimangono quelli disegnati negli anni 30, che di buttare tutto il lavoro fatto allora non se ne parla. E poi "Cuphead" rimane un personaggio originalissimo nonostante gli anni, visto che di paperi, sorci e altre creature antropomorfe ce ne sono a sufficienza in giro.

Le fasi sparatutto sono ben fatte
Le fasi sparatutto sono ben fatte

Scherzi a parte, dall'E3 2014, anno effettivo dell'annuncio di Cuphead, a oggi sono passati più di tre anni. Molti avevano addirittura perso fede nelle sue possibilità di uscire sul mercato, visto che è stato oggetto di alcuni grossi ripensamenti in fase di realizzazione. Invece eccolo qui. Quando lo vedemmo la prima volta ne rimanemmo subito affascinati, ma l'esperienza ci ha insegnato che tra uno stile grafico accattivante e un bel gioco spesso la distanza è abissale. Fortunatamente non è questo il caso.

Esploriamo le isole

Cuphead inizia con alcune immagini statiche che raccontano il prologo dell'avventura dei due protagonisti. Cuphead, praticamente una tazza da latte antropomorfa, e suo fratello Mugman si giocano letteralmente l'anima al casinò. L'unico modo che hanno per salvarsi è di ottenere i contratti delle anime di altri abitanti del loro mondo, sparsi su tre isole, e portarle al demonio, che in cambio risparmierà la loro. L'esile trama che introduce al gioco dovrebbe già avervi fatto capire che il fulcro del gameplay non è sicuramente il lato narrativo. Anzi, diciamo meglio: la storia è praticamente tutta qui e potete già immaginare da soli come andrà a finire. Preso il controllo di Cupehead o di Mugman, se si gioca in modalità cooperativa, si può decidere se affrontare il brevissimo tutorial nella casa del loro nonnino, utile per conoscere le meccaniche fondamentali, o se dirigersi direttamente a esplorare la prima isola, che possiamo considerare come un grosso centro di raccordo da cui accedere alle varie sequenze di gioco, indicate da oggetti animati o da piccoli segnaposto.

Questo simpatico bestione ci ha fatto sputare sangue, soprattutto nella sua ultima fase
Questo simpatico bestione ci ha fatto sputare sangue, soprattutto nella sua ultima fase

Già in questa fase le finezze stilistiche abbondano. Ad esempio si può notare lo stacco qualitativo tra lo sfondo e gli oggetti animati, con questi ultimi che hanno meno dettagli. Per quale motivo? Semplice: gli sviluppatori hanno voluto imitare uno dei trucchi dell'animazione d'epoca, in cui il fondale era un foglio fisso molto dettagliato, mentre le animazioni, più stilizzate, venivano realizzate su dei fogli trasparenti in acetato di cellulosa chiamati rodovetri. Di chicche del genere, frutto evidentemente di grande studio, è cosparso l'intero gioco. Ma torniamo a noi. Inizialmente non tutta l'isola è esplorabile e si possono raggiungere solo alcuni livelli o boss: per accedere alle zone chiuse bisogna ovviamente superare le missioni disponibili, di cui parleremo nel prossimo paragrafo. Oltre a esse si trovano anche dei personaggi con cui parlare, che però nella maggior parte dei casi ci daranno solo qualche informazione generica o qualche suggerimento, mentre in altri ci regaleranno delle monete o ce le daranno dopo che gli avremo fatto un favore. Nel caso, parlare di quest ci sembra eccessivo, perché si tratta sostanzialmente di un paio di favori molto semplici, che si risolvono in pochi secondi, ma servono comunque ad aggiungere un po' di pepe all'esplorazione.

Per il resto, in giro si trovano altri due tipi di edifici: il negozio, gestito da un maiale, in cui si possono spendere le sudate monete per comprare armi extra e oggetti bonus (sei e sei in totale), e i mausolei, in cui impedendo a dei fantasmi di raggiungere un'urna posta al centro dello schermo, si ottiene una nuova super mossa (ce ne sono tre in totale, una per ogni isola). Esplorando si trovano anche delle zone speciali, come un laghetto della seconda isola che ci dice quante volte siamo morti o la già citata casa del nonno, sempre pronto a darci dei buoni consigli. Sempre sulla mappa si può accedere all'inventario di Cuphead, da cui è possibile assegnare un'arma allo slot primario e una allo slot secondario (sono scambiabili durante l'azione con la pressione di un tasto); un oggetto bonus tra quelli disponibili, utili ad esempio per avere più punti vita o per diventare invisibili durante gli scatti; e una super mossa, sostanzialmente un attacco speciale che si può utilizzare quando si hanno cinque carte nella barra in basso a sinistra (le carte si caricano colpendo i nemici o saltando sugli oggetti rosa, di cui riparleremo nel prossimo paragrafo).

Meccaniche e avventure

Le meccaniche di Cuphead sono poche e davvero semplici da spiegare. Il nostro improbabile eroe può saltare, sparare in otto direzioni, scattare verso destra o verso sinistra e saltare sugli oggetti rosa... sì, premendo una seconda volta il tasto salto quando si sta per finire su un oggetto di colore rosa, sia esso un nemico, un proiettile o un elemento dello scenario, si esegue una cosiddetta "parry", che fa saltare di nuovo Cuphead e aggiunge una carta al contatore della super. Come già detto i fratelli tazza hanno un totale di sei poteri, che sparano dalle loro dita. All'inizio si dispone solo di un basilare attacco a mitraglia, ma spendendo monete si possono acquistare: un attacco caricato, lento e potente; un attacco a ricerca automatica del bersaglio che rende superfluo mirare ma che fa pochi danni; delle sfere ondulanti, dal raggio d'azione corto, ma dalla buona potenza; dei boomerang che danno un'ottima copertura dai nemici più deboli, sia frontalmente che alle spalle e un classico attacco a tre direzioni.

Sembra difficile, ma lo è davvero
Sembra difficile, ma lo è davvero

Ognuno di questi dispone poi di un suo colpo speciale. Badate bene che non stiamo parlando delle super, ma di attacchi più potenti di quelli normali che richiedono la spesa di una carta per essere eseguiti. Le super richiedono invece la spesa di cinque carte e, come già detto, sono tre: una specie di raggio energetico di incredibile potenza e ampiezza; uno scudo che rende immortali per qualche istante e un fantasma rotante controllabile direttamente che fa grossi danni con i suoi pugni. Nelle fasi shoot'em up, in cui troviamo Cuphead e fratello a bordo di un aereo, le cose ovviamente cambiano. Il velivolo dispone infatti di un mitragliatore e, dalla seconda isola, di bombe e quando si esegue una super si trasforma in un grosso missile che fa enormi danni. Anche il tasto di scatto assume una funzione completamente diversa, facendo rimpicciolire il mezzo così da fargli aumentare la velocità di movimento. In generale, a seconda delle armi selezionate cambia moltissimo l'approccio ai livelli. Contro alcuni nemici può essere comodo puntare su armi più difensive, mentre con altri conviene cercare di fare il massimo danno con il singolo colpo, a patto di disporre di una certa precisione.

In generale, comunque, è sempre necessario cercare di capire quando conviene usare cosa: selezionare le armi giuste può fare la differenza, rendendo uno scontro impossibile solo molto difficile. In totale, girando per le isole Cuphead potrà accedere a tre tipi di missione, di cui il più comune è lo scontro con dei grossi boss. Il secondo genere di sfida è rappresentata da dei livelli platform, il cui obiettivo, oltre di arrivare alla fine, è di raccogliere le preziose monete (ce ne sono cinque per ogni fase platform), il cui utilizzo abbiamo già spiegato. Infine ci sono le fasi da sparatutto classico, che sono comunque degli scontri con dei grossi boss, ma hanno meccaniche completamente differenti.

I Boss

Ciò che colpisce e appassiona inesorabilmente giocando a Cuphead è la varietà: non c'è un singolo nemico che ritorni in più di una fase, o una trovata che venga sfruttata più di una volta. Sì, ogni livello ha le sue creature uniche, tutte con le loro animazioni, i loro schemi di attacco e il loro tema. La varietà si manifesta anche nelle dinamiche degli scontri stessi, tutte molto differenti da boss a boss, e capaci di cambiare durante gli scontri stessi. Tanto per fare qualche esempio, in una fase dovremo affrontare un'ape regina che prima ci manderà contro un'ape poliziotto, quindi inizierà ad attaccarci apparendo nella parte alta dello schermo e infine si trasformerà in un grosso aereo, il tutto mentre dovremo badare bene di non farci trascinare in fondo allo schermo da delle piattaforme semoventi.

Le isole non sono molto grandi ma sono decisamente varie
Le isole non sono molto grandi ma sono decisamente varie

In un altro scontro dovremo invece vedercela con un'attrice che tenterà di eliminarci prima con il suo ombrello e lanciandoci dei ventagli, quindi facendoci tirare degli oggetti di scena da una scenografia a forma di casa e infine utilizzando delle macchine teatrali. Di esempi fattibili ce ne sarebbero molti altri (praticamente uno per ogni livello di cui è composto il gioco), ma il discorso dovrebbe essere ormai chiaro: Cuphead è un concentrato di idee, che si manifestano in ogni possibile modo. Pensate che anche gli ultimi livelli, che si trovano in un'area speciale, hanno qualcosa di originale da proporre a livello visivo e di meccaniche. Non li raccontiamo per non anticiparvi troppe cose, ma possiamo dirvi che ritrovarsi con le carte in tavola cambiate anche nel finale è meraviglioso, nonché il segno dell'amore e della cura posti nello sviluppo. Tutto è talmente rifinito da essere commovente. In tempi recenti, l'unico altro titolo in cui abbiamo visto riposta una simile cura è Owlboy, con cui Cuphead condivide un certo amore per l'artigianalità (relativa) dello sviluppo dei videogiochi.

Dettagli, dettagli e qualche difettuccio

Tornando su questioni più mondane, molti di voi saranno curiosi di sapere quanto tempo ci vuole per arrivare alla fine. In generale i singoli combattimenti non sono molto lunghi, ma sono davvero difficili, al punto che alcuni abbiamo dovuto ripeterli più e più volte prima di superarli. All'inizio di ognuno è possibile scegliere se giocare a difficoltà facile o normale, cui si aggiunge una modalità più dura, chiamata "Expert", che si sblocca dopo aver finito il gioco e che fa sputare letteralmente sangue.

Fumare fa male
Fumare fa male

Alla conclusione di ogni livello Cuphead riceve un giudizio di valore, che varia a seconda del tempo impiegato, dei punti vita residui, delle parry eseguite, delle super accumulate e, nel caso dei livelli platform, delle monete raccolte. In caso di morte vengono mostrati i progressi fatti nello scontro e la fase del boss che si è raggiunta. Se vincere è già di suo faticoso, ottenere tutti giudizi eccellenti è un lavoro lungo e complesso, che richiede una conoscenza perfetta degli schemi d'attacco di ogni boss e delle armi di Cuphead. Se poi li si vuole ottenere a livello expert, aspettatevi di passare moltissime ore in compagnia del nostro eroe. Per quelli che invece amano finire i giochi e archiviarli, le cose cambiano: diciamo che, a seconda delle proprie capacità, si può arrivare alla fine in circa sei ore. Certo, specifichiamo che stiamo parlando davvero dell'esperienza minima, visto che Cuphead mostra tutto il suo valore proprio quando si punta al perfezionamento. D'altro canto avremmo gradito qualche extra in più, come qualche segreto da scoprire (ce ne sono davvero pochi) o qualche modalità aggiuntiva, magari pensata come sfida supplementare. Avremmo anche gradito un'integrazione migliore dei livelli platform, che tradiscono il progetto originale fatto di soli scontri con i boss.

La sfida è di alto livello sin dai primi scontri
La sfida è di alto livello sin dai primi scontri

Sia chiaro: qualitativamente sono in linea con gli altri. Alcuni, come quello del ciclope, sono anche esaltanti per le dinamiche che offrono. Il problema è che sono leggermente scollati dal resto, nel senso che odorano fortemente di aggiunta tardiva, cui è stata delegata completamente la funzione di raccolta delle monete. Niente di compromettente, ma è giusto notarlo. Infine, dal punto di vista tecnico/stilistico aspettatevi davvero delle meraviglie: tra disegni e animazioni che imitano alla perfezione lo stile dei cartoon degli anni '30, tra personaggi e fondali ultra dettagliati e tra una colonna sonora che contribuisce a creare un'atmosfera incredibile. Come già ampiamente sottolineato, non c'è un singolo elemento che si ripeta e questo ci fa capire perché lo sviluppo abbia richiesto così tanto tempo. La cura posta nel realizzare Cuphead è davvero certosina, ma il risultato fortunatamente è unico. Lasciarselo sfuggire sarebbe davvero un delitto.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore Intel Core i7-4770
  • 16 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 960
  • Sistema operativo Windows 10

Requisiti minimi

  • Sistema operativo 7
  • Processore Intel Core2 Duo E8400, 3.0GHz o AMD Athlon 64 X2 6000+, 3.0GHz o superiore
  • 2 GB di RAM
  • Scheda video Geforce 9600 GT o AMD HD 3870 512MB o superiore
  • DirectX versione 9.0
  • 20 GB di spazio su Hard Disk

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, GoG, Xbox Store, Windows Store
Prezzo 19,99 €
Multiplayer.it
9.2
Lettori (196)
9.0
Il tuo voto

Cuphead è un run and gun eccellente sotto ogni punto di vista: stilisticamente meraviglioso, vario come pochi altri titoli, pieno di idee e di trovate, ci ha letteralmente stregati dall'inizio alla fine. Se non fosse per una certa asciuttezza di contenuti e una vistosa rudezza nell'inserimento delle fasi platform, avrebbe meritato anche di più in termini di voto. Per il resto il titolo di StudioMDHR è un'esplosione di creatività che scoppia negli occhi del giocatore; un'esperienza ludica ed estetica complessa che non cede mai a compromessi. Sia che possediate Xbox One, sia che giochiate su PC, non lasciatevelo sfuggire.

PRO

  • Stilisticamente meraviglioso: probabilmente il gioco migliore dell'anno da questo punto di vista
  • Non c'è un singolo nemico, nemmeno tra quelli secondari, che si ripeta
  • Offre una sfida impegnativa, ma è sempre corretto verso il giocatore
  • Colonna sonora d'epoca di fattura pregevole

CONTRO

  • I livelli platform sanno un po' di apiccicaticcio
  • Qualche extra in più? Anche solo qualche segreto supplementare sarebbe bastato