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La recensione di Belpaese: Homecoming

Può uno scansafatiche incapace avere successo in Italia?

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   29/10/2017

Il protagonista di Belpaese: Homecoming, che come si capisce dal titolo è un videogioco realizzato e ambientato in Italia, è un cialtrone incapace che ha passato dodici anni della sua misera vita in un'università del nord Italia, facendosi mantenere dalla famiglia, senza però riuscire a prendere la laurea.

Il protagonista di Belpaese: Homecoming è un cialtrone incapace, perfetto per la politica
Il protagonista di Belpaese: Homecoming è un cialtrone incapace, perfetto per la politica

È un giovanotto piacente, ma non ha alcuna voglia di lavorare e preferisce dedicarsi a donne e bevute, conquistando la scena con i suoi occhiali bicolore che ricordano un po' il Dottor Jacoby di Twin Peaks e un po' i tanti cafoni che popolano le strade delle nostre città. Ovviamente considera geniali delle idee strampalate quanto facili e di pessimo gusto, come provare a vendere penne con sopra delle donnine cui è possibile allungare e accorciare la gonna. Chi meglio di lui potrebbe scendere nell'arena politica italiana? Nell'immediato però, il suo problema è un altro: costretto a tornare a casa nel sud Italia, deve riuscire a dire a sua madre, una tipica donna del posto, tutto cibo, lavori domestici e Padre Pio, che non ha finito gli studi... oppure deve provare a farle credere di avercela fatta, comprandosi una laurea. L'avventura del bel tomo inizia nella piazza del suo paese, dove svetta il poster mezzo scollato di un politico, pericolosamente somigliante a Donald Trump, dietro cui tre vecchietti stanno seduti tutto il giorno a chiacchierare di chissà cosa.

In mezzo alla piazza c'è un'artista di strada dalla testa enorme con in mano un mandolino, subito dietro di lui c'è l'ingresso della sede locale di un partito populista, cui appartiene il politico del poster di cui sopra, mentre in un angolo più appartato c'è un turista italo-americano alla ricerca di arte italiana da portare in patria. Girando per il resto del paese, i cui dettagli grafici sono appena tratteggiati, ma ben riconoscibili nella loro italianità dalle forme e dai colori, incontrerà anche una vecchia che passa le giornate a sputare, un turista tedesco che ama prendere il sole nudo sulla spiaggia locale, un cuoco inglese che non vede l'ora di rivoluzionare gli spaghetti e un'altra ampia selezione di personaggi che sembrano usciti da una commedia italiana, fortunatamente una di quelle buone.

L’arte di arrangiarsi

Belpaese: Homecoming è una classica avventura punta e clicca, genere perfetto per mettere videoludicamente in scena la nostrana arte di arrangiarsi, tra oggetti da trovare e ingegnosi puzzle da risolvere per intortare i vari personaggi. Si tratta del primo episodio di una serie, che comunque può essere giocato in perfetta autonomia, perché si chiude in modo più che soddisfacente. Strrutturalmente è diviso in due parti: nella prima dovremo cercare di rientrare in casa, mentre nella seconda di scendere in politica (in un certo senso).

Dormire fa scorrere il tempo
Dormire fa scorrere il tempo

Nel gameplay, comunque, la divisione non è così netta, se non per alcuni macro obiettivi da raggiungere, cui fanno da corollario tutti gli altri. Il sistema di gioco ricorda moltissimo i classici del genere: cliccando su un oggetto lo si esamina o lo si raccoglie. Aprendo l'inventario è possibile revisionare gli oggetti posseduti (da notare che ogni slot è decorato con un piatto bianco) e selezionarli per utilizzarli su altri oggetti, dell'inventario o dello scenario. Ovviamente cliccando sui personaggi non giocanti è possibile parlarci, così da ottenere informazioni su come proseguire nell'avventura o saperne di più su di loro. In generale i puzzle non sono semplicissimi da risolvere, anche in virtù del fatto che alcuni vanno affrontati di giorno e altri di notte, con il tempo che scorre quando facciamo addormentare il protagonista su di una sdraio di fronte al mare. È evidente che i Fazz Brothers, gli sviluppatori, abbiano preso come riferimento i classici del genere. Come difficoltà non siamo dalle parti delle prime avventure Sierra, ma nemmeno di quelle narrative moderne che si risolvono da sole. In alcune circostanze non è facilissimo capire la logica degli enigmi, anche perché i suggerimenti che vengono dati spingono più a ragionare, che a darci la soluzione vera e propria (non è un difetto, sia chiaro). Tanto per fare un esempio, sappiamo che il già citato turista italo americano è alla ricerca di arte italiana, ma non ci viene detto di cosa nello specifico.

L'ambientazione ha anche i colori tipici dei paesi italiani
L'ambientazione ha anche i colori tipici dei paesi italiani

A un certo punto però ci troviamo in un luogo con degli oggetti disposti in modo tale da sembrare un'opera d'arte contemporanea decadente (diciamo così). Basta unire i puntini, per capire come proseguire. Complessivamente per completare Belpaese: Homecoming ci voglio circa quattro ore che, dato il prezzo abbordabile, vanno più che bene. Qualche appunto al gioco possiamo però muoverlo. Ad esempio la risoluzione di alcuni enigmi costringe più volte a fare avanti e indietro per far scorrere il tempo, mentre in altri casi sembra di essere bloccati pur avendo capito perfettamente cosa fare (magari si deve ancora parlare con un certo personaggio, oppure non si è fatto tutto nell'ordine giusto). Alla lunga si sente anche la mancanza di qualche scenario in più, nonostante la parsimonia sia più che comprensibile, visto il livello produttivo.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore Intel Core i7-4770
  • 16 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 960
  • Sistema operativo Windows 10

Requisiti minimi

  • Sistema operativo windows 7
  • Processore 2Ghz Dual Core CPU
  • 2 GB di RAM
  • Scheda video ATI Radeon HD 3400 Series, Geforce 9400 Series
  • DirectX 11
  • 70 MB di spazio su Hard Disk

Conclusioni

Digital Delivery Steam
Prezzo 3,99 €
Multiplayer.it
8.0
Lettori (3)
6.9
Il tuo voto

Belpaese: Homecoming è letteralmente infarcito di cultura italiana, nonostante contenga molti riferimenti internazionali. Diciamo che a parte questo, è in generale una buona avventura grafica, con diversi tocchi di classe (per citarne un paio: il poster di Padre Pio alla Andy Wharol, oppure il politico conservatore che indossa intimo trasgressivo) e dei buoni, quanto impegnativi puzzle, che soddisferanno gli appassionati del genere. Nonostante gli evidenti limiti e qualche difetto, ve lo consigliamo caldamente per passare qualche ora in allegria, e anche per riflettere un po'.

PRO

  • Ambientazione e trama immerse nella nostra cultura
  • Alcuni momenti molto divertenti
  • Puzzle impegnativi

CONTRO

  • Il alcuni momenti si fa tanto avanti e indietro
  • Certe volte si sa cosa fare, ma sembra di essere bloccati
  • La colonna sonora dopo un po' stanca