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La recensione di Romancing Saga 2

Torna, 24 anni dopo, un classico del genere JRPG

RECENSIONE di Simone Pettine   —   22/01/2018

C'è stato un periodo in cui gli RPG di stampo giapponese non venivano visti con disprezzo dai giocatori occidentali, ma costituivano il pane quotidiano delle console in circolazione. Negli anni '90 il genere vendeva benissimo, e su Super Nintendo e Mega Drive si era consolidato un vero e proprio stile artistico: quello di piccoli ma solidi titoli con prospettiva a volo d'uccello, pixellosi, e nel gameplay più solidi di quanto si potrebbe chiedere ad uno sguardo superficiale. È un genere che trova i suoi capisaldi in mostri sacri come i primi Final Fantasy, Chrono Trigger e Secret of Mana, oggi poco praticati se si escludono le piccole produzioni indipendenti di KEMCO e qualche nuovo tentativo coraggioso (su tutti, il bellissimo Project Octopath Traveler, che aspettiamo come tredicenni innamorate). Romancing SaGa appartiene a questi tempi andati, pubblicato per la prima volta nel '93: ben ventiquattro anni fa. Non in occidente comunque, e adesso Square Enix ha deciso di teletrasportarlo ai giorni nostri, con qualche minimo cambiamento, tra l'altro ad un prezzo interessante. Nel complesso è andata abbastanza bene.

La pecora nera della famiglia

Romancing SaGa 2 comincia in medias res: ci ritroviamo a controllare un party composto da Re Leon di Avalon e il suo manipolo di guerrieri, per debellare i mostri che si sono annidati in uno dei tanti dungeon del gioco. Un breve filmato ci mette però subito a conoscenza del contesto, che sicuramente non è dei più originali, ma bisogna pur sempre essere indulgenti e considerare che anche lui risale a ventiquattro anni fa. Potenti nemici si sono risvegliati nel Regno di Avalon e ne minacciano la stabilità e la vita della popolazione. Fortunatamente la leggenda parla anche dei Sette Eroi (i Seven Heroes) che si riuniranno per sconfiggere il male, però al momento nessuno sa che fine abbiano fatto. Il nostro compito sarà naturalmente trovarli, rimetterli insieme, potenziarli e sconfiggere le forze del male salvando così Avalon e la capitale del regno. E qui arriva un dettaglio molto importante, che ha sempre contraddistinto Romancing SaGa 2 dai tanti titoli simili in circolazione all'epoca: lui è la pecora nera della famiglia, non in senso negativo ma distintivo. Il gioco non presenta un vero e proprio protagonista: all'inizio impersoniamo il figlio del re, va bene, ma la guerra contro i mostri durerà anni, tanti anni. Secoli. E la gente è mortale, si sa, quindi a un certo punto... muore. E periranno di vecchiaia (o peggio) anche i vari discendenti del re, che ci ritroveremo ad impersonare, secolo dopo secolo, secondo uno studiato ed efficiente sistema di staffetta tra i vari discendenti della dinastia.

La recensione di Romancing Saga 2

Ma a ben vedere sono tanti i punti originali di Romancing SaGa 2, che all'epoca lo rendevano qualcosa di completamente diverso dai concorrenti, e che anche oggi accendono una scintilla di curiosità nel giocatore. Ad esempio offre un'ottima ibridazione tra l'RPG vero e proprio e lo strategico-gestionale: va bene combattere e far salire di livello il party, ma la gestione della capitale del regno non è meno importante. Bisogna costruire lì una nuova università, là ristrutturare la bottega, e il pozzo giù all'angolo ha bisogno di una riverniciata. In questo modo salirà il morale della popolazione e sbloccheremo nuovi compagni utilizzabili in combattimento, per non parlare delle varie armi e armature con cui potenziarci. Ed è particolare anche il modo in cui il party stesso sale di livello. Ci aspetteremmo l'accumulo di punti esperienza per ogni membro, per una difficoltà via via decrescente man mano che ci potenziamo. Nulla di più lontano: il gioco diventa sempre più difficile, così come ogni singolo dungeon si potenzia per opporre resistenza man mano che annientiamo i suoi mostri. In questo modo talvolta è più utile correre verso l'obiettivo che fermarsi ad annientare l'ennesima falena gigante, ma in questo modo non possiamo potenziare gli eroi lungo il cammino. Salendo di livello, dopo ogni battaglia, ciascuno di loro potenzia le proprie tecniche (rigorosamente divise tra magie, attacchi all'arma bianca, e via dicendo) ma non accumula punti esperienza, bensì Punti Tecnica (PT) che ci serviranno a potenziarne singoli aspetti per i quali sono più portati. Concentrarsi solo sulla magia o solo sulla spada non è mai una scelta saggia: se arriverà un nemico debole alle frecce, saremo completamente impreparati e rischieremo la sconfitta. Il titolo è pensato per incentivare a coprire un po' tutti i propri aspetti, potenziando tutte le possibilità dei personaggi.

La recensione di Romancing Saga 2

Dal cellulare alla TV

Romancing SaGa 2 approda su tutte le console e su PC partendo dalla versione pubblicata recentemente su smartphone. Questo come potete immaginare comporta qualche nota spiacevole: balloon di dialogo esageratamente grandi, sfondi rivisti e graficamente aggiornati che comunque non possono nascondere la loro natura pixellosa, la quale peraltro si scontra con gli sprite dei personaggi, curati molto meno. Per non parlare del terribile input lag che affligge almeno la versione per Nintendo Switch che abbiamo avuto modo di provare, in certi casi bisogna eseguire tre volte lo stesso comando per far andare l'eroe dove diavolo vogliamo. In combattimento, essendo uno strategico a turni, non ci sono particolari problemi, ma evitare i mostri nei dungeon per evitare gli scontri diventa in questo modo ancora più difficile. Probabilmente è proprio Nintendo Switch in modalità portatile ad offrire la migliore esperienza di gioco possibile, ottimo compromesso tra lo schermo di uno smartphone e la TV di casa.

La recensione di Romancing Saga 2

Conclusioni

Versione testata Nintendo Switch
Multiplayer.it
7.0
Lettori (3)
7.3
Il tuo voto

Romancing SaGa 2 torna dopo 24 anni sulle console di attuale generazione, anche fuori del Giappone, dove era rimasto relegato così a lungo. È l'occasione giusta per riscoprire un classico dei tempi andati, estremamente sottovalutato, al prezzo di alcuni compromessi, soprattutto legati alla conversione da smarpthone a console. Se qualche dettaglio grafico fuori posto e un po' di input lag non vi spaventano, potrete scoprire un sistema di combattimento, di gestione degli eroi e di progressione molto originali per un JRPG, in grado di offrire un eccellente livello di sfida e un'ottima longevità.

PRO

  • Meccaniche solide e originali
  • Buona longevità e prezzo non eccessivo
  • Su Nintendo Switch (modalità portatile) dà il meglio di sé

CONTRO

  • Input lag fastidioso
  • Alcuni problemi grafici legati alla conversione
  • Dungeon e nemici a tratti molto sottotono