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Remake del remake

Capcom rispolvera i suoi archivi e ripropone all'utenza Wii il remake di Resident Evil uscito su Gamecube

RECENSIONE di Fabio Palmisano   —   07/07/2009
Remake del remake

Non vi è dubbio che, al momento attuale, Wii sia la console dei remake per eccellenza: una grandissima quantità di titoli apparsi per la prima volta su hardware di una o persino due generazioni addietro sono stati opportunamente ripubblicati sulla macchina Nintendo, nella speranza di accalappiare anche solo una piccola fetta della sua enorme base d'utenza. I prodotti che vengono sottoposti a questo processo possono andare alla ricerca della fortuna che gli è mancata al momento della loro prima uscita, o al contrario tentare di bissare il successo ottenuto su una precedente console. Resident Evil Archives appartiene maggiormente alla prima categoria, essendo la riedizione di un titolo che all'epoca - seppur qualitativamente ottimo - fu costretto ad accontentarsi di poca visibilità, a causa della scarsa penetrazione commerciale di Gamecube.

Pratica da archiviare

Per chi avesse le idee un po' confuse, ecco una brevissima cronistoria: l'originale Resident Evil è uscito su PlayStation nel 1996, mentre il remake esclusivo per Gamecube (intitolato Resident Evil Rebirth) nel 2002: questo Resident Evil Archives ne è una sorta di ristampa, visto che le differenze con il titolo di riferimento sono troppo poche per poterlo definire un vero e proprio rifacimento. Storia ed ambientazione sono ovviamente rimaste inalterate: scegliendo di impersonare uno fra gli agenti S.T.A.R.S. Chris Redfield e Jill Valentine, l'utente deve risolvere il mistero che ruota attorno ad una Raccoon City invasa dagli zombie, esplorando una magione abitata da ogni genere di mostruosità. Per quanto la serie Capcom non si sia mai distinta per l'originalità della sua componente narrativa (come testimonia anche il recente quinto capitolo), il trascorrere degli anni si è fatto decisamente sentire su questo fronte, rendendo i dialoghi e le situazioni proposte da Resident Evil Archives abbastanza sterili in confronto alla complessità delle migliori produzioni attuali. La componente tecnica riesce invece a dire ancora la sua,

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nonostante sia legata a soluzioni oramai ampiamente superate quali l'utilizzo di personaggi poligonali su fondali bidimensionali. La qualità degli scenari 2D è ottima, e le varie stanze della casa degli orrori denotato una grande attenzione ai dettagli, per quanto la risoluzione non eccezionale di Wii impedisca di godere appieno di tutte questi piccoli preziosismi. Anche i modelli tridimensionali sono ancora piuttosto belli da vedere, nonostante l'abbigliamento estremamente datato di Chris e Jill e certe animazioni di una legnosità d'altri tempi. Sempre ugualmente d'atmosfera rimane l'accompagnamento sonoro, con musiche che punteggiano bene i momenti di tensione affiancate da effetti di buona fattura: il parlato in inglese si risolve come al solito in una recitazione da film di serie B, cosa che, a seconda dei gusti dell'utente, può apparire come estremamente evocativa o terribilmente degradante.

Duro e puro

Dove Resident Evil Archives fa storcere un po' il naso è nella pedissequa fedeltà all'originale release per Gamecube: nonostante siano passati quasi sette anni, Capcom si è ben guardata dall'aggiungere nuova carne al fuoco, nemmeno sotto il profilo del sistema di controllo. Scordiamoci fantomatiche implementazioni del Wii Remote o preziosismi vari, Chris e Jill si controllano sempre alla stessa maniera, il che non è propriamente un complimento visto che già nel 2002 tale soluzione appariva già tremendamente antiquata. Agendo a destra o a sinistra sullo stick analogico si ruota il personaggio su schermo, spingendo in su lo si fa camminare in avanti mentre dirigendo la levetta verso il basso lo si fa indietreggiare. Che si sfrutti la combo Remote + Nunchuck, un Classic Controller o il vecchio pad per Gamecube, poco cambia: Resident Evil Archives appare comunque come un dinosauro sotto questo profilo. Sempre in tema di anacronismi, permane l'odioso save system che costringe ad utilizzare macchine da scrivere con gli appositi nastri d'inchiostro per poter registrare i progressi: un bello schiaffo in faccia al pubblico casual. Una delle pochissime novità concerne invece l'introduzione di un'arma difensiva per ognuno dei due protagonisti (un taser per Jill ed una

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speciale granata per Chris), attivabile tramite un tasto dedicato, ma chiunque avrebbe barattato volentieri questa feature con un sistema di controllo più al passo coi tempi. Passando oltre, rimane poco da dire su Resident Evil Archives che non sia già stato detto all'epoca della sua uscita su Gamecube: il gioco rimane una pietra miliare, e ancora al giorno d'oggi è capace di coinvolgere e spaventare, anche se ovviamene con meno forza rispetto alla sua prima release. Anche se è indubbiamente straniante ripiombare in certe meccaniche ludiche dopo aver sperimentato gli ultimi due capitoli della serie (ricordiamo che Resident Evil 4 è stato anch'esso ripubblicato su Wii), il capostipite della saga ha ancora il suo fascino, il che è tutto dire.

Conclusioni

Multiplayer.it
7.3
Lettori (43)
8.6
Il tuo voto

Se da una parte è innegabile vedere Resident Evil Archives come una facile operazione commerciale, d'altro canto la sua ristampa su Wii permette a quella parte più giovane ed inesperta della console Nintendo di godersi un ottimo remake dell'indimenticabile primo capitolo della serie. Il prezzo abbordabile lo preserva da critiche che altrimenti sarebbero pesate come macigni (su tutte la persistenza di un sistema di controllo preistorico), anche se rimane il fatto che questa versione non ha assolutamente nulla da offrire a chiunque abbia già giocato all'originale su Gamecube.

PRO

  • E' sempre un gran gioco
  • Tecnicamente ancora valido
  • Ideale per chi si fosse perso l'originale...

CONTRO

  • ...decisamente superfluo per tutti gli altri
  • Sistema di controllo e di salvataggio preistorici
  • Qualche novità non avrebbe guastato