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I nazisti veramente cattivi

Nazisti normali, nazisti corazzati, nazisti mutanti, nazisti non-morti, nazisti magici: un cocktail esplosivo per l'agente Blaskowicz

RECENSIONE di Volodia Pellegrini   —   02/09/2009

Versione testata: PC

Dopo otto anni di silenzio, durante i quali la Seconda Guerra Mondiale è stata sviscerata in tutti i modi possibili, con ogni volta il tentativo di presentarla nella ricostruzione più realistica e rigorosa possibile, ritorna il fanta-sparatutto di Id Software: lasciatevi alle spalle le spiagge della Normandia, le isole del Pacifico e i deserti dell'Africa e preparatevi a entrare nell'incubo dell'ingegneria genetica nazista. Dimenticate, anche, i soldati totalmente anonimi, che fan quasi scordare di rappresentare l'esercito più malvagio della storia: in Wolfenstein ci sono i "veri" nazisti, quelli cattivissimi e senza alcuna pietà, che decenni di Indiana Jones ci hanno insegnato a conoscere.

I nazisti veramente cattivi

Germania, 1945: perse ormai le speranze di poter vincere la guerra con mezzi tradizionali, il terzo reich ha spinto al massimo le proprie ricerche sul paranormale e sulla tecno biologia per sfornare a tempo di record orde di soldati corazzati, mutanti, fantascientificamente armati e dotati di poteri psichici. Il cuore del progetto è nella città di Eisenstadt, nella quale si trovano le informazioni segrete di un'antica confraternita i cui adepti hanno trovato il modo di entrare in una dimensione parallela denominata Il Velo e dalla quale hanno imparato diversi poteri in grado di modificare il tempo, lo spazio e, come se non bastasse,hanno scoperto una nuova fonte di energia più potente di qualsiasi altra esistente sulla terra. La sola idea che i nazisti stiano sfruttando questi poteri convince i servizi segreti alleati a mandare il loro uomo migliore a indagare sul progetto e possibilmente fermarlo: viene scelto B.J. Blaskowicz, la cui esperienza in fatto di paranormale è indubbia dopo gli eventi del castello di Wolfenstein.

Welcome to Eisenstadt

La trama di Wolfenstein non è certo quanto di più complesso ci sia al mondo, e,anzi, si può dire che si tratti semplicemente di un collante con il quale unire le diverse missioni nel gioco, ognuna delle quali porterà il giocatore a scoprire nuovi aberranti esperimenti genetici e bellici cui sono arrivati i nazisti con lo sfruttamento dei poteri del Velo. Teatro della missione è la città di Eisenstadt, vero e proprio campo di battaglia a cielo aperto tra l'esercito e i partigiani del Kreisau Circle (già apparsi nell'episodio precedente) che B.J.

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dovrà più volte attraversare per raggiungere i luoghi nei quali si svolgeranno le missioni vere e proprie. Non si deve tuttavia scambiare la possibilità di "esplorare" la città come un tentativo di togliere la linearità che contraddistingue da sempre i prodotti della serie. Semplicemente, B.J. riceverà le missioni dai partigiani o dai membri della setta del Sole Nero e le eseguirà una dopo l'altra, attraversando la città, sterminando orde di nazisti e raggiungendo il proprio obiettivo, sia esso un ospedale nel quale si compiono esperimenti genetici, fabbriche di armamenti fantascientifici o chiese nelle quali si tenta di rianimare i morti. Linearità che continua ovviamente durante le missioni vere e proprie: a parte rari e banali enigmi, infatti, il giocatore dovrà semplicemente avanzare sparando a tutto ciò che si muove, cercando di sfruttare i ripari nel caso venga gravemente ferito: seguendo la moda attuale, infatti, non è presente alcuna barra della energia,ma sarà un effetto grafico di sfocamento ad avvisare il giocatore che la morte è ormai prossima ed è opportuno restare qualche secondo al coperto per guarire magicamente.
Uno dei sicuri pregi di Wolfenstein è dato dalla varietà di nemici ed armamenti presenti: dove gli altri sparatutto sulla Seconda Guerra Mondiale si limitano a presentare orde di soldati uguali, la cui massima differenza sta nei modelli delle uniformi, in Wolfenstein vi sono moltissime "classi" di nemici da affrontare. I più diffusi sono sicuramente i comuni soldati nazisti, militari veterani, si basano sul numero per tentare di sopraffare il giocatore sparandogli addosso con mitragliatori e fucili. Ai comuni ufficiali si affiancano

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tuttavia i gerarchi del Velo, dotati di poteri magici in grado di rendere invulnerabili se stessi o i propri soldati, o di lanciare onde energetiche contro i loro avversari. Non mancano i supersoldati, vestiti di un esoscheletro e armati di fantascientifici cannoni elettrici e al plasma, i mutanti di ogni genere, spesso velocissimi e letali nel corpo a corpo, i non morti e gli immancabili boss di fine livello che, forse un po' nostalgici in questo periodo, in Wolfenstein ritornano in tutto il loro gigantesco splendore. Per affrontare queste orde di così diversi (e cattivissimi) nemici il buon B.J non deve fortunatamente fare affidamento sulle sole armi da fuoco: accanto ai classici fucili Mausere mitragliatori MP40, potrà usufruire del fior fiore delle armi sperimentali (non vi è alcun limite al numero di oggetti trasportabili) e inoltre, grazie al medaglione magico che ha trovato all'inizio dell'avventura, può a sua volta sfruttare i poteri del Velo per scrutare oltre i muri, rallentare il tempo, rendersi immune agli attacchi più comuni e potenziare i colpi delle sue armi rendendole ancora più distruttive.

Alti e bassi

Graficamente parlando, Wolfenstein si difende abbastanza bene: sebbene il motore di gioco non raggiunga il livello qualitativo di Call of Juarez 2 o di Call of Duty: World at War, le ambientazioni risultano abbastanza realistiche e, dove serve, oscure da lasciar soddisfatto il giocatore, anche in virtù dei requisiti non altissimi richiesti per far girare il gioco in maniera soddisfacente. Buoni i modelli tridimensionali dei personaggi, sebbene vi siano alcune rare incertezze nelle animazioni e ogni tanto si vedano dei curiosi fenomeni di compenetrazione dei corpi, a causa dei quali capita ogni tanto di vedere la canna di un fucile spuntare da un muro (e spararvi, tra l'altro). Ottimi, veramente ottimi, gli effetti speciali legati all'elettricità, alle esplosioni, alla distorsione visiva causata da acqua o fumo e al fuoco dei lanciafiamme: spettacolari è l'unica parola che riesca a definirli correttamente.

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Per quanto riguarda il motore fisico, viene utilizzato il pluripremiato havock (quello di Max Payne e Half Life 2) che riesce, senza grossi problemi, a fare il suo lavoro: le fiamme si spargono logicamente negli ambienti e i corpi cascano adattandosi alle superfici su cui si adagiano, l'unico difetto che si nota è ogni tanto qualche effetto di ipergravità negli oggetti, capita infatti che sedie e soprammobili, se colpiti da pallottole o urtati dai personaggi, facciano voli e cadute alquanto improbabili.
Qualche dubbio viene invece lasciato dall'intelligenza artificiale dei nemici: sebbene ovviamente non ci si aspetti grandi elucubrazioni tattiche da mutanti drogati o nazisti infilati in un'armatura alla robocop, non si capisce bene perché i soldati nemici, sebbene tentino (e si suggeriscano pure) intelligenti tattiche di gruppo come attaccare sotto copertura, venire in avanti mentre il giocatore ricarica e ripararsi quando questi si mette a sparare, molto spesso si tengano allo scoperto, o percorrano diversi metri senza copertura sotto il fuoco, o stiano fermi quando potrebbero benissimo caricare e intrappolare il protagonista. Poche osservazioni da fare sul sonoro: buone ed evocative le musiche, normale il campionario di suoni ambientali e detonazioni delle armi. Notevole il doppiaggi in italiano dei personaggi, con l'unico appunto che, per motivi inspiegabili, è stato praticamente eliminato l'accento "da nazisti" ai soldati nemici, che ora parlano un italiano pulito e privo di sbavature. Peccato.

Il Velo e la competizione

La modalità multiplayer di Wolfenstein è simile a quelle di mille altri giochi dello stesso genere: vi sono diverse mappe nelle quali le squadre dell'Asse e della resistenza che vi si è contrapposta si affrontano in obiettivi quali cattura la bandiera, conquista/difendi l'obiettivo, massacra il nemico.

I nazisti veramente cattivi

Le due fazioni presentano tre diverse classi (soldato, ingegnere, medico) che rispondono ai classici canoni del genere (il soldato ha accesso ad armamenti pesanti, il medico dispensa medicine e riporta in vita i compagni, l'ingegnere distribuisce munizioni, costruisce postazioni di fuoco fisse e piazza bombe). Ogni classe ha inoltre accesso ad alcuni poteri del Velo con i quali potenziare le proprie abilità di base e rendere più incisivi i suoi attacchi nel momento giusto.
Non si parla quindi di qualcosa di estremamente innovativo o sensazionale,ma comunque il bilanciamento tra le classi e l'accattivante design delle mappe rendono il multiplayer di Wolfenstein degno di essere quantomeno provato.

Conclusioni

Multiplayer.it
7.7
Lettori (144)
7.6
Il tuo voto

Wolfenstein vince nell'aspetto più importante di un gioco: divertire. Ebbene sì, è un gioco divertente. Stanchi ormai dei soliti video-polpettoni iperrealistici, in Wolfenstein vi è un bellissimo ritorno al passato, ai cattivi come avevamo imparato ad amarli (nel senso più avventuroso del termine) ad atmosfere fantastiche alla Indiana Jones (peccato siano sparite le doppie colt come arma) e a terribili boss di fine livello. Non mancano piccole innovazioni, come la sparizione dei medipack, ma possiamo affermare che lo spirito ironico, fantascientifico e retrò della serie sia rimasto pressoché intatto. Dispiace per la trama appena abbozzata e le mediocri scene di intermezzo tra le missioni. Possiamo notare qualche piccola incertezza nell'Intelligenza Artificiale e nella grafica, dobbiamo segnalare alcuni bug minori, l'estrema linearità dell'azione e ammettere che non ci troviamo di fronte ad un capoalvoro, ma non riusciamo a negare che Wolfenstein è il gioco che gli appassionati dei "nazisti veramente cattivi" stavano aspettando da tempo.

PRO

  • Estremamente divertente
  • Atmosfere e suggestioni direttamente dal passato
  • Grande varietà di armi, ambientazioni e nemici

CONTRO

  • Molto lineare
  • Qualche incertezza tecnica
  • Modalità Multiplayer molto classica

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: Intel Core 2 Quad Q6600
  • RAM: 4 GB
  • Scheda video: GeForce 8800 GTS
  • Sistema operativo: Windows Vista

Requisiti minimi

  • Sistema Operativo: Windows XP / Vista
  • Processore: PIV 3.2 GHz
  • RAM: 1 GB
  • Scheda video: 256 MB (GeForce 6800 o superiore)
  • DirectX: Versione 9.0c o superiore