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Fatale!

Per la gioia degli amanti delle polemiche e delle definizioni in quanto tali, i Tale of Tales pubblicano la loro seconda opera del 2009, Fatale, ispirata al testo teatrale Salomé di Oscar Wilde.

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   25/11/2009

Atto I

Prima c'è l'attesa. Iokanaan è nella sua cella: la cisterna del palazzo di Erode. È buio, l'unica luce arriva da una grata da cui è possibile intravedere una donna che danza. Esplorando l'ambiente si trovano delle scritte sui muri. In fondo allo schermo si riempie una barra divisa in sette segmenti, uno per ogni velo. A ogni velo caduto appare una scritta a schermo che rimane nella posizione del punto di vista del personaggio in quel momento. Si tratta di parole tratte dall'opera di Wilde. Ci sono delle casse e l'atmosfera è molto umida. Si percepisce che sta per succedere qualcosa. L'attesa è lunga e snervante. Ci si sente veramente prigionieri. Cade il settimo velo e la danza cessa. Dopo qualche istante nella cella entra un boia vestito di nero. Scappiamo ma ci raggiunge tagliandoci la testa. Non è possibile evitarlo.

Atto II

Siamo sul balcone di un ricchissimo palazzo. Salomé è in alto, sopra una fontana decorata con una stella. Ha i gomiti poggiati sulla balaustra e sembra pensierosa. Un lungo velo trasparente le copre la testa cadendole sulla schiena. Indosso ha degli abiti preziosi che richiamano fortemente il quadro omonimo di Moreau. Il petto è scoperto e i capezzoli sono bene in vista ad argomentare la classicità della rappresentazione. L'età è incerta ma non sembra una donna adulta. Alla sua destra c'è la testa del Battista poggiata su un piatto con accanto una rosa (secondo la tradizione cattolica le spine delle rose sono apparse dopo il peccato originale e la forma fa pensare al calice usato per raccogliere il sangue di Cristo).

Fatale!

Alla sinistra di Salomé c'è un melograno spaccato(simbolo dell'alternanza inscindibile tra il giorno e la notte, della passione e della resurrezione di Cristo, ma anche della chiesa stessa e dell'inscindibilità tra il potere temporale e quello spirituale). Il fruitore deve cercare le luci accese sparse per l'area e spegnerle (basta tenerci sopra il cursore per qualche secondo). A ogni luce corrisponde un dettaglio della scena. Evidentemente c'è stata una festa con musica e bagordi. I sette veli della danza fatale sono sparsi a terra e tracciano un percorso di lettura di quello che è avvenuto e che nella cella abbiamo potuto solo intuire. L'esplorazione è volutamente difficoltosa (viene ribadito anche nelle istruzioni, quindi si tratta di una scelta programmatica), mentre premendo alcuni tasti è possibile focalizzarsi su un punto del quadro e visualizzare un riepilogo delle luci spente. Oltre a Salomé sono presenti altri due personaggi: il boia del Battista e una donna di cui non sappiamo nulla (da come è vestita pare una serva). Lo spazio è visivamente affascinante.

Anche per MAC

Una piccolissima nota per segnalare il fatto che Fatale è disponibile anche in versione Macintosh, allo stesso prezzo di quella PC Windows (7 dollari USA).

Atto III

Spente tutte le luci si accende il giorno e dopo essere stati sommersi dai raggi del Sole si arriva alla terza e ultima scena, dove una Salomé irradiata dalla luce danza sensualmente davanti alla fontana sotto il balcone seguendo il ritmo di una musica forsennata. Qui il fruitore può solo osservare la scena zoomando l'inquadratura e lasciandosi trasportare dai movimenti aggraziati della principessa, indifferente dall'aver appena fatto decapitare un uomo. I passi di danza sono riprodotti in modo perfetto (non per niente la coreografia è curata da una ballerina professionista, Eléonore Valere Lachky). Quando la danza finisce viene data la possibilità di ricominciare da capo o di tornare al desktop.

Fatale!

Curiosità

Oscar Wilde (1854 - 1900), poeta e drammaturgo irlandese, scrisse 'Salomé' in francese nel 1893 per Sarah Bernhardt, probabilmente la più famosa attrice di fine ottocento insieme all'italiana Eleonora Duse, che lo mise in scena a Parigi. Il testo venne successivamente tradotto in Inglese da un anonimo, dopo che Lord Alfred Douglas, amante di Wilde, si era dimostrato incapace di produrre una versione valida. La prima francese fu nel 1896, mentre in Inghilterra l'opera poté essere rappresentata liberamente soltanto dal 1931 per problemi di censura (la società vittoriana non era particolarmente libertaria).

Conclusioni

Multiplayer.it
ND
Lettori (16)
7.3
Il tuo voto

Fatale è un quadro interattivo, un'opera scenicamente potente che rifugge dai generi tradizionali dei videogiochi senza fare mistero e senza provare vergogna per la sua diversità. Si potrebbe aprire un lungo dibattito in merito all'artisticità o meno dei videogiochi e al valore di certi esperimenti, ma sarebbe semplicemente puerile legare il giudizio complessivo a fattori standard, già di loro inadeguati a descrivere la maggior parte dei videogiochi moderni (sono invecchiati molto male). Motivo per cui abbiamo deciso di non mettere voto al gioco. Fatale non nasconde la sua natura e si propone per quello che è, chiedendo al fruitore una partecipazione diversa e la capacità di esplorare e di osservare, senza promettere mirabilie di altro tipo. Il piacere traibile dal titolo è tutto estetico, ma siamo coscienti del fatto che molti potrebbero non trovarlo sufficiente a giustificare l'acquisto. In questo caso è consigliato vivamente di guardare altrove.

PRO

  • Stimolante
  • Esteticamente sublime
  • Artisticamente eccellente

CONTRO

  • Spiazzerà molti
  • Richiede una buona conoscenza dell'inglese
  • Alcuni riferimenti simbolici sono difficili da cogliere

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: Intel Core 2 Quad Q6600
  • RAM: 4 GB
  • Scheda video: GeForce 250 GTS
  • Sistema operativo: Windows Vista

Requisiti minimi

  • Sistema operativo: Windows XP/Vista
  • Scheda video: Radeon o GeForce recente (non sono supportate le schede integrate)